Grazie a Dio |
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Un film di François Ozon.
Con Melvil Poupaud, Denis Ménochet, Swann Arlaud, Éric Caravaca.
continua»
Titolo originale Grâce à dieu.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 137 min.
- Francia 2019.
- Academy Two
uscita giovedì 17 ottobre 2019.
MYMONETRO
Grazie a Dio ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Noi, vittime dei preti pedofili
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Alexandre ha una quarantina d'anni, cinque figli, una moglie devota come lui, un'agiata vita borghese nella borghesissima Lione. Ma un giorno un ex compagno di scuola gli chiede se pure lui da piccolo fu molestato da padre Preynat, e quell'inferno sepolto si riapre di colpo. François è massiccio, facondo, ateo, anche lui felicemente sposato. Quando la madre lo chiama per dirgli che la polizia vuole notizie su padre Preynat scoppia a ridere: «È passato tanto tempo...». Ma poi vede in rete il vecchio sacerdote ancora circondato di bambini e crea un sito Internet (La parole libérée) che raggruppa le molte vittime del prete. Emmanuel, il più giovane, non è sposato, anzi come molte persone dotate di un Q.I. eccezionale è quasi un disadattato. Ma ricorda in ogni dettaglio padre Preynat e le conseguenze anche fisiche delle sue attenzioni. Alexandre, François e Emmanuel (Melvil Poupaud, Denis Ménochet, Swann Arlaud), che sulle prime non si conoscono, sono i protagonisti dei tre grandi capitoli di cui si compone questo film sobrio e implacabile, forse il primo fra i tanti dedicati alla pedofilia nella Chiesa a raccontare le vittime. Con un rispetto per i fatti (è tutto vero, anche i nomi dei religiosi e dei loro complici) che va di pari passo con la linea scelta dal solitamente sulfureo Ozon. Rari flashback; nessuna retorica né scene choc; parole, non immagini, per dire l'abiezione; faccia a faccia incredibili fra quel prete reo confesso (il rohmeriano Bernard Verley, portentoso) e le sue vittime, nonché fra le vittime e i religiosi che ostentano sgomento ma intanto coprono, sfumano, insabbiano. Naturalmente non tutti aderiscono alla campagna scatenata per ottenere giustizia. Molti temono conseguenze sul lavoro, o di restare inchiodati al ruolo di vittime. Qualcuno non riesce neanche a parlarne. I più mostruosi sono i genitori timorati e omertosi di Alexandre, ma anche il fratello maggiore di François, che da ragazzino insiste con i genitori per andare al campo scout («Preynat se ne frega di me, gli interessano solo i piccoli!»), non scherza. In questi e in altri dettagli brilla la malizia di Ozon. Mentre nella crudezza solo accennata di certi "danni collaterali" prodotti dall'inchiesta nelle famiglie (crisi, stress, rivalità coniugali) sta la grandezza di un film così denso da contenerne almeno altri due. In sala dal 17 ottobre.
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