Titolo originale | Qiqiu |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Pema Tseden |
Attori | Sonan Wangmo, Yangshik Tso, Jinpa, Druklha Dorje, Dudul Konchok, Kunde, Sonham Lhundro, Shidé Nyima, Palden Nyrma, Kangchen Tsering, Dechen Yagzom. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,13 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 9 luglio 2021
Il popolo tibetano crede nella morte della carne e nella continuazione dell'anima. Quando la fede buddista si scontra con la realtà della società moderna, ci si trova a dover fare una scelta.
CONSIGLIATO SÌ
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Dargye e sua moglie Drolkar vivono occupandosi di pastorizia in Tibet. Siamo nel pieno della campagna di contraccezione imposta dal governo cinese al fine di evitare la sovrappopolazione. Se però i loro figli scambiano i preservativi per palloncini finendone la scorta, per il focoso consorte e la sua sposa iniziano i problemi.
A leggere questa breve sinossi si potrebbe avere l’idea di trovarsi di fronte a una commedia un po’ scollacciata come quelle che pullulavano sugli schermi italici negli anni ’70. Non è così.
Pema Tedsen, qui sceneggiatore e regista, utilizza questo elemento di partenza come premessa a una vicenda di cui conosce bene tutti i risvolti. Sa cioè descrivere questo mondo rurale e pastorizio in cui il dominio politico cinese impone norme che una famiglia, già di per sé numerosa, deve seguire per evitare di incorrere in pesanti sanzioni.
In questi spazi aperti le singole vite rischiano di chiudersi nei problemi personali che si interfacciano anche con la fede religiosa. Se una zia monaca torna e incontra un antico amore l’anziano nonno teme invece per la propria reincarnazione. Ma è soprattutto la sessualità che viene messa in discussione. Perché ciò che per la pudica Drolkar costituiva un fatto intimo e privato ora è noto al medico che fornisce i condom gratuitamente e mentre si procura un montone per le capre uomini e donne sono sottoposti a regole e controlli.
Tedsen riduce i dialoghi e lascia ampio spazio all’interpretazione dello spettatore il quale può valutare se davanti a lui sta scorrendo una storia priva di sottotesti o se invece alcune situazioni abbiano un significato nascosto da scoprire.
Darje e Drolkar, pastori nella prateria del Tibet, genitori di tre figli, affrontano una nuova gravidanza, alla luce della legge sul controllo delle nascite. Se un bambino non nasce, l'anima di una persona morta non riesce a reincarnarsi: come si affronta il controverso intrecciarsi tra le ragioni di una società che impone le sue regole e il credo ancestrale di una comunità, ancora legata a uno stile [...] Vai alla recensione »
Dopo aver ottenuto il premio per la miglior sceneggiatura Orizzonti a Venezia75 con il suo Jinpa, il regista tibetano Pema Tseden torna a concorrere in Orizzonti anche a Venezia76 con Qiqiu (Il palloncino). Nella Cina degli anni '80 una famiglia di pastori tibetani si trova alle prese con le conseguenze apportate dalla legge sul controllo delle nascite.
Nella prateria tibetana Dargye e Drolkar vivono una vita serena e ordinaria con i tre figli e il nonno. Un preservativo genera una serie di imbarazzi e dilemmi, rompendo l'armonia della famiglia. Arrivato al settimo film, Pema Tseden porta avanti con il suo cinema un affresco del popolo tibetano, sospeso tra tradizione e modernità, spiritualità e materialismo, nella difficoltà di seguire i dettami [...] Vai alla recensione »
Tibet oggi. Il palloncino che da il titolo al film non ha un solo significato letterale, rappresentando i palloncini colorati adorati dai bambini di tutto il mondo: qui è, in primo luogo, un preservativo anticoncezionale, più di una volta gonfiato a fiato dai ragazzini e usato come gioco o come merce di scambio. Darje e Drolkar, una coppia di allevatori di pecore con tre figli, un maschio al liceo [...] Vai alla recensione »