Anno | 2018 |
Genere | Epico |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Tonino De Bernardi |
Attori | Alcmene Kirìkou, Elene Athanasopoulos, Demos Koletsos, Christos Karavas, Mariella Navale Sandra Bosco, Despina, Nikos Koletsos. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 2 dicembre 2018
De Bernardi rende nuova vita alle pagine dell'omonina tragedia di Euripide.
CONSIGLIATO NÌ
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Il regista Tonino De Bernardi (Piccoli orrori, Appassionate, Rosatigre) nell'estate del 2017 trascorre le sue vacanze estive ad Amarynthos, sull'isola greca di Eubea (Evia). Si dà l'occasione per riscoprire la tragedia "Ifigenia in Aulide", regione che fronteggia, sulla terraferma, quel luogo di villeggiatura. Come? Con un meccanismo scoperto, amici e ospiti del regista, calati nei ruoli di Ifigenia, Achille, Agamennone e Clitemnestra, nonché del coro, si prestano a leggere, rigorosamente in greco e a favore di macchina, alcuni estratti dal testo euripideo.
Sono sempre ripresi con la stessa videocamera a mano, in esterni, senza nessun costume o artificio di messa in scena e una presa diretta sonora del tutto priva di filtri e post-produzione.
La lettura estemporanea, non professionistica di quella tragedia lascia a tratti il posto a immagini di feste, cene casalinghe, socialità rurale o momenti di lavoro campestre. Qua e là arrivano ripetute, brevi inquadrature di qualcuno che trasporta dei salvagenti da barca e di un gommone in acqua carico di migranti, del cui approdo restano sconosciuti gli esiti. Perfino un frammento colto alla frontiera italiana di Ventimiglia, nel maggio 2017.
La vocazione prevalentemente underground, low budget, nomade e apolide delle immagini di De Bernardi si conferma anche in questo progetto che, come suoi altri, guarda al mito greco (Elettra, Médée Miracle). Eppure a discapito delle premesse onestamente si fatica non solo ad appassionarsi al racconto ma a trovare dei nessi tra la vicenda della figlia di Agamennone, destinata ad essere sacrificata alla dea Artemide perché interceda per la presa di Troia, e il recupero che l'autore ne fa nel contesto greco contemporaneo.
La minicamera digitale registra il reale dando per scontata l'attualità del testo e l'analogia tra passato e presente che restano tutte nelle intenzioni. Resta un'alternanza iterata e frustrante di primi piani di interpreti improvvisati che guardano in macchina, più a loro agio in situazioni conviviali che nel leggere versi di una lingua dalla gravitas distante, lunare. Dedicato a Enrico Ghezzi, da sempre strenuo sostenitore a Fuori Orario del cinema naif e orgogliosamente povero di De Bernardi. Al Torino Film Festival 2018, nella sezione Onde.