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Bumblebee arriva con la voglia di portare aria nuova nel franchise dei Transformers.
La saga dei Transformers si era adagiata soprattutto sullo spettacolo ipercinetico, massicciamente compresso in territorio action, sembrava che l'unica chiave di lettura possibile per questi robottoni fosse l'azione martellante, scandita da scontri più o meno simili tra loro e infarcita di battute e teorie complottistiche strampalate.
Con Bumblebee risulta evidente come la chiave di lettura produttiva dello spin-off sia una profonda volontà di distacco da quanto fatto finora, al grido di semplicità.
Intimità, azione, emozione e divertimento: sono questi i quattro pilastri portanti di Bumblebee, che segna l'inizio di un nuovo e diverso corso: l'ipertrofia visiva e il cinema ipercinetico vengono ammansiti, riposizionando l'azione in secondo piano pur lasciandola attiva, e cercando un focus sul rapporto di aiuto e amicizia inter-specie. Il risultato è un film che scalda il cuore in fase narrativa ed entusiasma e avvince per grammatica dell'azione, senza dimenticarsi mai di essere un'opera sui Transformers.
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