carolina
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sabato 24 agosto 2024
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super capolavoro!!!
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Secondo è un film pazzesco, con trama intrecciata tra presente e passato, con molti colpi di scena e una suspense incredibile, che da al film del brio. L'intelligenza sorprendente di Hercule Poirot da al film come un tocco di magia. Il film mi è piaciuto un sacco e spero che piaccia anche a voi!!! Un grande saluto da Carolina.
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eugen
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mercoledì 3 gennaio 2024
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branagh superstar, giustamente
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Con questa rilettura "stellare"(con lo stesso Branagh protaognista come Hercule Poirot, ma anche Judi Dench, Michelle Pfeiffer, Penelope Cruz, Willem Dafoe, Johnny Depp e vari/e altri/e )di"Murder on the Orient Express"di Agatha Chistie, il grnade regista e interprete teatrlae di Shakespeare e non solo)(ma dicendo Shakespeare, si dice tutto,..)fa un'operazione completa, corroborato dallo sceenplay di Michael Green,m ,anche riferendosi al fatto che molte opere della Christie nascono come piec'ces teatrrali, che dunque anche i romanzi e racconti dell'autrice nascono spesso prima con impressioni sceniche, dove si deve notare una distanza abissale non rispetto alla pregenvolisisma e intelligente messa in scena di Lumet, ma alla produzioni televisve che hanno visto proagonista quale Poirot David Suchet, che riduce Poirot a una maccnietta, mentre qui Branagh ce lo resistuisce quale detective intelliente e"intellettuale"8versus la dicotomia non banaale ma riduttiva proporsta anni fa da Juliette Greco)con un dubbio amletico quale quello che si prospetta alla fine del film, dove la "soluzione "e' una proposta per mediate non solo sul caso ma su molti casi falsamente"irrisolti"o archiviati, con il richiamo a quanto la tragedia(da Eschilo all'Hamlet"shakspeariano ma anche alla riflessioni hegeliane nei"Linen,emti di una filosfsia del diditto", con la contrappostizione tra diritto e morlae (cfr.
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Con questa rilettura "stellare"(con lo stesso Branagh protaognista come Hercule Poirot, ma anche Judi Dench, Michelle Pfeiffer, Penelope Cruz, Willem Dafoe, Johnny Depp e vari/e altri/e )di"Murder on the Orient Express"di Agatha Chistie, il grnade regista e interprete teatrlae di Shakespeare e non solo)(ma dicendo Shakespeare, si dice tutto,..)fa un'operazione completa, corroborato dallo sceenplay di Michael Green,m ,anche riferendosi al fatto che molte opere della Christie nascono come piec'ces teatrrali, che dunque anche i romanzi e racconti dell'autrice nascono spesso prima con impressioni sceniche, dove si deve notare una distanza abissale non rispetto alla pregenvolisisma e intelligente messa in scena di Lumet, ma alla produzioni televisve che hanno visto proagonista quale Poirot David Suchet, che riduce Poirot a una maccnietta, mentre qui Branagh ce lo resistuisce quale detective intelliente e"intellettuale"8versus la dicotomia non banaale ma riduttiva proporsta anni fa da Juliette Greco)con un dubbio amletico quale quello che si prospetta alla fine del film, dove la "soluzione "e' una proposta per mediate non solo sul caso ma su molti casi falsamente"irrisolti"o archiviati, con il richiamo a quanto la tragedia(da Eschilo all'Hamlet"shakspeariano ma anche alla riflessioni hegeliane nei"Linen,emti di una filosfsia del diditto", con la contrappostizione tra diritto e morlae (cfr.l'esempio di San Crisin ma ninn soloo)si e'opportunamente discusso , argomentato e riflettuto. Eugen
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mauro
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domenica 22 ottobre 2023
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un film comico
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La vergogna non conosce gli asini.
Eppur ho letto critiche da vergognarsi.
Un assurdo filmico senza un attimo dell'arte nobile che filmò il capolavoro di Sidney Lumet.
"Rache"
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(di carolina)
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fabrizio friuli
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mercoledì 9 agosto 2023
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non c''è un solo colpevole
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All' interno dell' Orient Express è avvenuto un delitto, e spetta all' investigatore Hercule Poirot il compito di scoprire chi è il responsabile dell' omicidio, ed egli non ha altra scelta che interrogare più di un " personaggio " affinché riesca a trovare il colpevole, prima che il misterioso assassino possa uccidere qualche altro passeggero oppure, lo stesso Hercule Poirot, che era stato convocato proprio dalla vittima del crimine, tra l' altro , l' investigatore conosce la vittima : Edward Ratchett , un ambiguo affarista che ha convocato Hercule Poirot per la sua sicurezza ( in sostanza, Hercule Poirot dovrebbe essere la sua guardia del corpo ), tuttavia, l' investigatore Hercule Poirot non ha la minima intenzione di proteggere un affarista disonesto, ma dopo il decesso di Rachett stesso, egli deve comunque adempiere al suo dovere.
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All' interno dell' Orient Express è avvenuto un delitto, e spetta all' investigatore Hercule Poirot il compito di scoprire chi è il responsabile dell' omicidio, ed egli non ha altra scelta che interrogare più di un " personaggio " affinché riesca a trovare il colpevole, prima che il misterioso assassino possa uccidere qualche altro passeggero oppure, lo stesso Hercule Poirot, che era stato convocato proprio dalla vittima del crimine, tra l' altro , l' investigatore conosce la vittima : Edward Ratchett , un ambiguo affarista che ha convocato Hercule Poirot per la sua sicurezza ( in sostanza, Hercule Poirot dovrebbe essere la sua guardia del corpo ), tuttavia, l' investigatore Hercule Poirot non ha la minima intenzione di proteggere un affarista disonesto, ma dopo il decesso di Rachett stesso, egli deve comunque adempiere al suo dovere.
Il film dell' attore e regista Kenneth Branagh è basato sull' opera letteraria di Agatha Cristie ed ha come personaggio principale l' investigatore Hercule Poirot che deve scoprire chi è il responsabile di un crimine avvenuto nel ventre dell' Orient Express e per riuscire a trovare il colpevole egli deve obbligatoriamente interrogare gli altri passeggeri, affinché riesca a scoprire il responsabile dell ' omicidio. Verso la fine delle indagini , Hercule Poirot comprende che la vittima non è stata uccisa da un solo killer come di solito avviene in film come questo , in questo caso ci sono più responsabili ( il numero equivale a dodici ) e tutti hanno agito perché Ratchett era stato identificato come John Cassetti, l' assassino della figlia di un noto colonnello il cui cognome corrisponde ad Armstrong e tutti i sospettati hanno un legame con il caso Armstrong ed avevano dei movimenti diversi per assassinare John Cassetti ( Edward Ratchett ) e verso la fine del film, egli presenta una teoria diversa alle autorità, perché i responsabili non vengono considerati dei veri assassini dall' investigatore Hercule Poirot.
Pur trattandosi di un remake, il film è dotato della regia e della presenza scenica del grande attore Kenneth Branagh, affiancato da altri attori talentuosi tanto quando Kenneth Branagh stesso : Penelope Cruz, Willem Dafoe, Josh Gad, Judy Dench , Olivia Colman, Michele Pfieffer e Johnny Depp, tuttavia, l' attore del Kentucky interpreta un personaggio che appare soltanto nella prima parte del film, perché il suo personaggio viene assassinato dagli altri personaggi sull' Orient Express( e non è la prima volta che a Johnny Depp , offrono una parte breve , anche nel musical fiabesco Into The Woods Johnny Depp ha interpretato il breve ruolo del Lupo Cattivo ). Oltre al ricco cast attoriale ( molto simile ad un cast attoriale di un lungometraggio di Wes Anderson ) questo film ha una sceneggiatura ben curata e ciò permette alla seconda trasposizione cinematografica dell' opera di Agatha Cristie di essere un film di qualità ed è un film adatto per gli amanti del genere giallo.
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antonio pagano
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sabato 28 marzo 2020
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branagh/branagh vs lumet/finney: duello a distanza
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Se nel capolavoro di Sidney Lumet del 1974 cercavamo corrispondenze e confronti con il romanzo di Agatha Christie, in questo remake del 2017 viene naturale farlo con il suo indimenticabile predecessore. Diciamo subito che il Poirot di Kenneth Branagh vale ampiamente il Poirot di Albert Finney: sarà un caso che sono entrambi attori di provenienza teatrale e mestiere shakespeariano ? Rimangono fedelmente rappresentati il sarcasmo ironico e fulminante di Poirot (“Le avventure non rimangono mai impunite”) e la sua buffa parure notturna.
Nel remake c’è qualche licenza di sceneggiatura di troppo, alcune ben riuscite (Poirot si presenta risolvendo un giallo a sfondo religioso a Gerusalemme), altre meno (un sin troppo giovane direttore della compagnia dell’Orient Express si accompagna ad una prostituta … Agatha Christie sarebbe arrossita).
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Se nel capolavoro di Sidney Lumet del 1974 cercavamo corrispondenze e confronti con il romanzo di Agatha Christie, in questo remake del 2017 viene naturale farlo con il suo indimenticabile predecessore. Diciamo subito che il Poirot di Kenneth Branagh vale ampiamente il Poirot di Albert Finney: sarà un caso che sono entrambi attori di provenienza teatrale e mestiere shakespeariano ? Rimangono fedelmente rappresentati il sarcasmo ironico e fulminante di Poirot (“Le avventure non rimangono mai impunite”) e la sua buffa parure notturna.
Nel remake c’è qualche licenza di sceneggiatura di troppo, alcune ben riuscite (Poirot si presenta risolvendo un giallo a sfondo religioso a Gerusalemme), altre meno (un sin troppo giovane direttore della compagnia dell’Orient Express si accompagna ad una prostituta … Agatha Christie sarebbe arrossita). Complessivamente la sceneggiatura volge alla spettacolarizzazione cedendo ai gusti correnti del pubblico: il bastone tuttofare di Poirot (divertente), gli interrogatori di Poirot ai passeggeri avvengono in modo quasi informale (accettabile), inseguimenti e scazzottate alla Jackie Chan (sopra le righe), la finta pugnalata alla signora Hubbard (questa proprio non va).
La fotografia è fantastica e del resto 40 anni di tecnologia cinematografica non sono passati invano: il treno che corre tra le montagne innevate è un sogno, il buio nelle riprese interne riesce ad avere colori, la notte gelata è diafana nelle riprese esterne. La regia dello stesso Kenneth Branagh non fa rimpiangere Sidney Lumet e ne è prova la ripresa dell’incarrozzamento alla partenza dell’Orient Express: con un piano sequenza di due minuti e venticinque secondi la camera inquadra ininterrottamente Poirot, mentre incrocia molti dei protagonisti, e continua anche quando Poirot è ormai a bordo e percorre l’interno della carrozza. Un vero preziosismo di regia, tenendo conto dell’affollamento di personaggi e comparse nella caotica rappresentazione della stazione di Istambul.
In comune tra i due film è la qualità del cast, decisamente superiore alla media: Michelle Pfeiffer, Penelope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Michael Peňa, Derek Jacobi. In particolare, il ruolo del cattivo affidato a Johnny Depp è riuscitissimo mentre le Michelle Pfeiffer e Lucy Boynton del 2017 non reggono il confronto con le Lauren Bacall e Jaqueline Bisset del 1974.
Da valorizzare il timbro della narrazione di Branagh regista, incardinato nella conversione dei valori di Poirot nel corso della vicenda. Il Poirot che si presenta allo spettatore con il suo ordine, il suo metodo e il suo rigoroso senso della giustizia (“qualunque cosa possa dire la gente, esiste solo giusto o sbagliato, non c’è una via di mezzo”) verrà sconvolto da un conflitto a lui nuovo: se continua ad essere vero che uccidere un altro essere umano è un’anomalia per la quale si rende necessaria una frattura dell’animo allora, talvolta, bisogna imparare a convivere con questo squilibrio. L’etica di Poirot rimane comunque salva perché, dopotutto, il vero detective, “probabilmente il migliore detective al mondo”, pur vedendo l’imperfezione risaltare “come il naso sulla faccia”, ha il compito di individuare i colpevoli ma non di giudicarli. La verità, a volte, “è profondamente inquietante” e lascia solo intravedere “la spaccatura nell’animo umano”.
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aristoteles
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mercoledì 18 marzo 2020
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il limite del remake
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Proporre un remake di uno dei film più visti di sempre è sicuramente una scelta coraggiosa , da un lato si incoraggiano le nuove generazioni a dare uno sguardo al prodotto originale e magari ad altre pellicole ispirate dalla mente geniale della Christie, dall'altro si rischiano le lamentele di un pubblico più adulto legato al prodotto originale.
QuestA pellicola non è affatto disdicevole , anche se amo il "primo" film che quando diversi anni fa vidi per la prima volta mi fece rimanere letteralmente incollato alla poltrona.
Ritornando ad oggi , dicevo, ho passato tutto sommato un paio d'ore piacevoli , grazie alla veste grafica ed ambientazioni di ottimo livello ed interpretazioni accettabili nella maggior parte dei casi.
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Proporre un remake di uno dei film più visti di sempre è sicuramente una scelta coraggiosa , da un lato si incoraggiano le nuove generazioni a dare uno sguardo al prodotto originale e magari ad altre pellicole ispirate dalla mente geniale della Christie, dall'altro si rischiano le lamentele di un pubblico più adulto legato al prodotto originale.
QuestA pellicola non è affatto disdicevole , anche se amo il "primo" film che quando diversi anni fa vidi per la prima volta mi fece rimanere letteralmente incollato alla poltrona.
Ritornando ad oggi , dicevo, ho passato tutto sommato un paio d'ore piacevoli , grazie alla veste grafica ed ambientazioni di ottimo livello ed interpretazioni accettabili nella maggior parte dei casi.
D'altronde il cast è formato da attori di uno spessore elevato.
Non potendo fare spoiler anche il finale ha un suo perché, pertanto ne consiglio la visione come consiglio ai più giovani di andare a rivedere tutti i film "gialli' ispirati dalla penna meravigliosa di Agatha.
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r.a.f.
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lunedì 16 settembre 2019
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un coraggioso remake
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Bellissimo giallo, di cui non vale la pena raccontare la trama perché si dà per conosciuta, e in caso contrario non deve assolutamente essere svelata per non rovinare la sorpresa. Questa versione del famoso romanzo è splendidamente interpretata da un superbo gruppo di attori, diretti con maestria da un Branagh che non tradisce le attese. Quando è uscito mi sono chiesta perchè mai fosse venuto in mente a qualcuno di fare il remake di un film universalmente considerato un capolavoro; sarebbe come rifare Casablanca con Tom Cruise e Reese Witherspoon. Ma dopo averlo visto, ho cambiato idea. Va riconosciuto al regista il coraggio di aver innovato rispetto al film originale di Lumet, anzi, direi, di aver osato: bellissimi i lunghi piani-sequenza che inquadrano dall’alto la scoperta del cadavere, con una prospettiva insolita e ardita, ma di grande effetto, e molto suggestiva l’immagine dei sospettati allineati nel finale come gli apostoli dell’Ultima Cena.
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Bellissimo giallo, di cui non vale la pena raccontare la trama perché si dà per conosciuta, e in caso contrario non deve assolutamente essere svelata per non rovinare la sorpresa. Questa versione del famoso romanzo è splendidamente interpretata da un superbo gruppo di attori, diretti con maestria da un Branagh che non tradisce le attese. Quando è uscito mi sono chiesta perchè mai fosse venuto in mente a qualcuno di fare il remake di un film universalmente considerato un capolavoro; sarebbe come rifare Casablanca con Tom Cruise e Reese Witherspoon. Ma dopo averlo visto, ho cambiato idea. Va riconosciuto al regista il coraggio di aver innovato rispetto al film originale di Lumet, anzi, direi, di aver osato: bellissimi i lunghi piani-sequenza che inquadrano dall’alto la scoperta del cadavere, con una prospettiva insolita e ardita, ma di grande effetto, e molto suggestiva l’immagine dei sospettati allineati nel finale come gli apostoli dell’Ultima Cena. Poco importa che Branagh sfoderi una mossa di autodifesa fisicamente improbabile per il pingue investigatore belga; il suo film ci regala un Poirot decisamente diverso dai precedenti, ma molto più umano, che sceglie di mettere a tacere le sue adorate cellule grigie per far parlare il cuore, in nome di una giustizia superiore, perché “c’è quello che è giusto, quello che è sbagliato, e poi ci siete voi”. Molte sono le differenze tra i due film, ed è inevitabile che la pellicola del ’74 risenta del gusto e della recitazione dell’epoca, anche perché si avvalse di attori che erano veri e propri mostri sacri in quel periodo, mentre Branagh ha dato alla storia un’impronta molto personale e decisamente più moderna, ma forse meno aderente al libro. Nel complesso si può dire che è riuscito a reinterpretare un classico, facendolo suo, e raggiungendo un ottimo risultato. Sia l’originale che questo coraggioso remake sono film molto curati e ben fatti, diversi ma entrambi bellissimi, e la grandezza di uno non esclude quella dell’altro. Se una cosa manca in questo remake è un pizzico di ironia, perché il regista ha volutamente sottolineato l’aspetto drammatico della vicenda. E anche in questo il Poirot di Lumet era molto più aderente al personaggio della Christie.
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vittorioso
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martedì 2 luglio 2019
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che delusione.
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Demenziale.
Dopo pochi minuti di visione ho interrotto per la pena che ho provato per gli attori professionisti che hanno dovuto interpretare scene così assurde.
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onufrio
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giovedì 21 febbraio 2019
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le fatiche di hercule-s
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Non era facile cimentarsi in un remake del celebre "Assassinio Sull'Orient Express" un'impresa ardua che inizialmente tendeva un pò a far storcere il naso agli amanti di Hercule Poirot; ma Kenneth Branagh che qui ricopre i panni di attore protagonista e di regista, realizza una valida trasposizione cinematografica, supportato da un cast di notevole rispetto, con un copione solido e delle scene mai superflue.
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kokeshi
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domenica 11 novembre 2018
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no no no no
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Assolutamente no! L’originale è gli attori sono da 10 stelle e questo remake non mi è piaciuto per niente, noioso, lento, senza suspance, non ti prende come l’originale.
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