vepra81
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domenica 27 gennaio 2019
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nebbia nel finale
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Il film devo dire che mi è piaciuto. Ci sono da variare alcuni passaggi nella sceneggiatura ma alla fine è facilmente visibile e molto appassionante. Il finale fatto di un mix di montaggi che fanno finire le varie storie l'avrei scritto in altro modo. Grandi attori per un cast che merita davvero. Consigliato per una serata in famiglia.
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luca
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giovedì 22 novembre 2018
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per elizina canzone brasiliana
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Per elizina,
La canzone è
Stanca da solidao
di Beth Carvalho
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bossanova
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venerdì 19 ottobre 2018
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titolo della canzone
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“Danca de solidao”, questo il titolo della canzone.
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enrica raviola
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giovedì 18 ottobre 2018
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un brutto film di genere
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Gran cast per un film dalla sceneggiatura imbarazzante, piena di stereotipi mutuati dal genere. Tutto troppo legnoso, finto. Anche gli attori sembrano la parodia di se stessi. Servillo compreso. Brutto!
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8e1/2
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martedì 8 maggio 2018
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così così
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Il film alterna momenti interessanti, ad altri in cui pare perdersi nella nebbia del titolo. Servillo forse qui in una delle sue intepretazioni meno convincenti.
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vittorio
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martedì 1 maggio 2018
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intelligente ma con un finale troppo inverosimile
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Buon esordio alla regia di Carrisi, trama psicologica, con personaggi dai caratteri misteriosi e confusi, la verita' e la bugia si sovrastano piu' volte mettendo in confusione il lettore. Peccato solo per il finale, un po' troppo "americano" ed inverosimile...
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fara256
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venerdì 30 marzo 2018
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la colonna sonora
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l'ho trovato la canzone braziliana - Beth Carvalho - Dança da Solidão
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chry75
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lunedì 19 marzo 2018
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anatomia di un indagine mediatica in italia
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Il film e' ben recitato e le cupe ambientazioni gli conferiscono un appeal atipico da riscontrare nelle pellicole nostrane, la sceneggiatura e' molto corposa, a tal punto da rendere difficile cogliere tutte le svariate tematiche che si sviluppano durante lo svolgimento delle indagini, i giochi di potere tra polizia e mass media, l'importanza della componente caratteriale (vanità) di chi è a capo delle indagini ed il ruolo che essa svolge nel determinarne il successo o il fallimento, il sadico voyeurismo della popolazione, tutti aspetti sapientemente miscelati che conferiscono spessore e fascino a questo film; la storia insegna che la realta' spesso supera la fantasia ed è anche questo uno dei molti messaggi racchiusi in questo gioiellino!
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romifran
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giovedì 8 marzo 2018
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il male è il motore della narrazione...
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Ve li immaginate Renzo e Lucia che si amano e si sposano? Ecco: senza il mefistofelico don Rodrigo nemmeno "I Promessi Sposi" di Manzoni sarebbero mai esistiti... Questo afferma, in sintesi, il professore di letteratura Loris Martini, citando Vincenzo Cerami (lo sceneggiatore de "La vita è bella" di Roberto Benigni), che, nel suo smilzo manualetto "Consigli ad un giovane scrittore", sostiene strenuamente questa tesi: il male fa camminare il racconto, crea inciampi, intralci, ostacoli tali per cui la vicenda diviene intricata ed i buoni si ergono a paladini di giustizia. Quello che accade, in fondo, nel film...
Un bel thriller che tiene desta l'attenzione dello spettatore fino all'ultimo.
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Ve li immaginate Renzo e Lucia che si amano e si sposano? Ecco: senza il mefistofelico don Rodrigo nemmeno "I Promessi Sposi" di Manzoni sarebbero mai esistiti... Questo afferma, in sintesi, il professore di letteratura Loris Martini, citando Vincenzo Cerami (lo sceneggiatore de "La vita è bella" di Roberto Benigni), che, nel suo smilzo manualetto "Consigli ad un giovane scrittore", sostiene strenuamente questa tesi: il male fa camminare il racconto, crea inciampi, intralci, ostacoli tali per cui la vicenda diviene intricata ed i buoni si ergono a paladini di giustizia. Quello che accade, in fondo, nel film...
Un bel thriller che tiene desta l'attenzione dello spettatore fino all'ultimo. Consiglio la lettura del libro: avvicente e coinvolgente quanto il film, se non di più.
C'è tutta la cronaca nera degli ultimi vent'anni, tanto dell'amara vicenda della povera Jara Gambirasio, ma anche un'amichevole strizzata d'occhio a Durrenmatt.
E quel plastico del paesaggio, che mi sembrava l'immagine concreta della mentalità della vallata: tanta finzione e tanta ipocrisia, ammantate dal perbenismo di una congregazione/setta che tarpa le ali dei giovani e li costringe ad un integralismo fuori tempo. Non c'è da stupirsi,poi, che cadano in trappola tanto facilmente.
Ho una domanda per i "MyMovers": perchè le ciocche di capelli rossi contenute nella scatola che lo psichiatra apre alla fine del film sono SEI e non SETTE?
Servillo da Oscar!
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