Titolo originale | Las Lindas |
Anno | 2016 |
Genere | Documentario |
Produzione | Argentina |
Durata | 77 minuti |
Regia di | Melisa Liebenthal |
Attori | Melisa Liebenthal, Victoria D'Amuri, Camila Magliano, Sofía Mele, Josefina Roveta Michelle Sterzovsky. |
Tag | Da vedere 2016 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,23 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 25 novembre 2016
L'idea di bellezza raccontata in prima persona da un gruppo di ragazze, attraverso interviste che la regista fa alle "belle" e alle "brutte" della scuola.
CONSIGLIATO SÌ
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Melisa Liebenthal si racconta davanti alla macchina da presa e intervista le sue inseparabili amiche, con cui ha condiviso gioie e dolori.
Svolgimento originale per un soggetto peculiare. O quantomeno è originale lo sforzo di andare in profondità su questioni apparentemente ovvie e in verità complesse. Con un approccio da cinéma-verité Melisa Liebenthal si lascia andare a un flusso di pensieri ad alta voce in cui coinvolgere le principali amiche, con cui fa comunella sin dall'adolescenza. Il passaggio del tempo, dal gruppo delle "belline" che le univa alla loro crescita di donne, ognuna con il suo percorso di scelte, fornisce lo spunto per una riflessione originale sulla femminilità e sulla bellezza. Su come la prima sia vissuta dalle ragazze e su quanto questo avvenga in funzione dello sguardo (e del desiderio) maschile. L'elemento mascolino è assente a livello di pensiero e presente solo nelle immagini o negli aneddoti delle ragazze; ma lo sguardo invisibile dell'uomo, il suo giudizio perentorio sulla sensualità e sulla femminilità - ad esempio su come sono percepiti i peli "superflui" di una ragazza o i capelli corti o il suo fatto di sorridere o meno - condiziona in realtà molte loro decisioni, in certi casi intere vite.
Melisa Liebenthal insiste sulle immagini fotografiche o filmate e sulla loro importanza, sempre più sproporzionata. Alternando in uno stile ibrido found footage e presa diretta, documentario ed elementi che sembrano avere una sceneggiatura, la regista confeziona un'incoraggiante opera prima, che lambisce temi di stretta attualità riuscendo a mantenere un profilo basso. Ancorarsi alla semplicità limita forse l'indagine sociologica ma allontana il rischio di degenerare su terreni scivolosi.