Titolo internazionale | Big Big World |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Turchia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Reha Erdem |
Attori | Ecem Uzun, Berke Karaer, Melisa Akman, Murat Deniz, Ayta Sözeri Sagnak Saribudak, Saygin Soysal, Hakan Çimenser, Sibel Yapti, Gözde Ipekli, Sedat Oguz, Arif Piskin, Nebil Sayin. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 26 settembre 2016
Una ragazza e un ragazzo si mettono nei guai molto presto. La loro vita sarà segnata da un reato che li isolerà dal resto del mondo. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,
CONSIGLIATO SÌ
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Alì e Zuhal sono cresciuti in un orfanotrofio di Istanbul come fratello e sorella e sono abituati ad aggrapparsi l'uno all'altra per sopravvivere in un mondo che, fin dalla nascita, li ha rifiutati. Quando il patrigno che ha preso Zuhal in affido comincia a molestarla, Alì rapisce la ragazza e la porta con sé in un bosco alle porte della città, dove costruisce una dimora temporanea. Ma le insidie del mondo non si fermano ai margini del bosco e i due ragazzi dovranno affrontare innumerevoli pericoli nella loro ricerca di un luogo cui appartenere.
Il regista turco Reha Erdem affronta ancora una volta il tema del rapporto fra uomo e natura (umana e animale) in questa favola dark che vede due Pollicino smarriti in una foresta piena di insidie e popolata da altri reietti in cerca del proprio posto nel mondo. Le splendide immagini di Florent Herry, il direttore della fotografia fedele collaboratore di Erdem (che è cresciuto alla scuola di cinema francese e ha un passato di regista pubblicitario, oltre che di autore spesso presente ai festival internazionali) crea un universo seducente e pericoloso in cui i due giovanissimi protagonisti, di grande dolcezza e appeal estetico, si muovono a tentoni, sfidando gli elementi naturali e le umane tentazioni, fra cui anche quell'attrazione reciproca che li porta vicini all'incesto, pur non essendo loro realmente fratelli di sangue. La forza della narrazione sta tutta nella performance dei due attori e nella capacità compositiva e la fluidità delle immagini del regista (sottolineata dall'uso sapiente dell'illuminazione di Herry) che si mantiene a un passo dall'estetismo grazie al montaggio asciutto e rigoroso.
Come tutti i suoi film, anche Koca Dünya è scritto, diretto e montato da Erdem, ed aggiunge un altro tassello (senza purtroppo inserire grandi elementi di novità) alla sua solida filmografia. L'elemento magico è come sempre ben presente, così come il mistero che si nasconde fra le persone e le cose, e racconta una Turchia contemporanea sospesa fra religione e peccato, fra natura selvaggia e modernità industrializzata. Alì e Zuhal commettono continui errori ed equivocano persone e circostanze perché non hanno ricevuto quell'imprinting genitoriale che avrebbe dato loro un timone sicuro per attraversare le acque torbide del presente. Allo stesso modo la Turchia raccontata da Erdem cerca di (ri)trovare la propria madre e il proprio padre, in un momento in cui intuisce il pericolo della perdita dell'identità e della memoria.
La visione di questo film mi ha riportato alle sensazioni che avevo provato vedendo Into the Wild, ( Nelle terre selvagge) film del 2007 scritto e diretto da Sean Penn: come in quello, in questa versione alla turca si respira moltissimo l'amore tra uomo e natura, infatti i due giovani protagonisti Alì e Zuhal, fuggono dalla metropoli rifugiandosi nella wilderness di un bosco e [...] Vai alla recensione »