aristoteles
|
domenica 3 luglio 2016
|
tutti dal boia
|
|
|
|
Peccato.
Fotografia,costumi e ambientazione di altissimo livello ma troppe esagerazioni di contorno.
Attori bravissimi (su tutti Jackson) e personaggi molto affascinanti,purtroppo la sceneggiatura non sostiene la baracca.
C'è un poco di Agata Christie (nella fattispecie Dieci Piccoli Indiani con ospiti che cadono ad uno a uno) ,un poco di Sherlock Holmes (quando il maggiore ipotizza sull'avvelenatore) un poco di Hitchcock (con delitti che si consumano in un unico ambiente) e la solita abitudine del regista a spiegarci eventi cronologicamente anteriori, nella seconda parte del film.
Ogni personaggio si rileva perversamente violento oltre i limiti del buon gusto,così spappolare un cervello,abusare sessualmente,impiccare o complessivamente recare danno all'altro, sembrano atti di consuetidine giornaliera da consumarsi con la stessa superficialità di quando decidiamo di mangiare un gelato con o senza panna montata.
[+]
Peccato.
Fotografia,costumi e ambientazione di altissimo livello ma troppe esagerazioni di contorno.
Attori bravissimi (su tutti Jackson) e personaggi molto affascinanti,purtroppo la sceneggiatura non sostiene la baracca.
C'è un poco di Agata Christie (nella fattispecie Dieci Piccoli Indiani con ospiti che cadono ad uno a uno) ,un poco di Sherlock Holmes (quando il maggiore ipotizza sull'avvelenatore) un poco di Hitchcock (con delitti che si consumano in un unico ambiente) e la solita abitudine del regista a spiegarci eventi cronologicamente anteriori, nella seconda parte del film.
Ogni personaggio si rileva perversamente violento oltre i limiti del buon gusto,così spappolare un cervello,abusare sessualmente,impiccare o complessivamente recare danno all'altro, sembrano atti di consuetidine giornaliera da consumarsi con la stessa superficialità di quando decidiamo di mangiare un gelato con o senza panna montata.
Va bene che siamo nel vecchio West con banditi armati e cacciatori di teste, ma qui il meno cinico giocherebbe a carte con Hitler.
A tal proposito,per godervi uno strepitoso Tarantino,vorrei ricordare "Bastardi Senza Gloria" dove il sangue che scorre e le torture (anche da parte dei personaggi buoni) sono giustificate (se mi concedete il termine).
Questo prodotto gli è nettamente inferiore,nonostante non mi sia affatto annoiato nel visionarlo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aristoteles »
[ - ] lascia un commento a aristoteles »
|
|
d'accordo? |
|
ilsettimosamurai
|
lunedì 25 luglio 2016
|
gli spettatori di tarantino mi spaventano
|
|
|
|
Di solito gli spettatori di Tarantino mi spaventano. D'altronde Tarantino può essere uno specchietto per le allodole, una rivoluzione annunciata. Il pubblico si fa affascinare dalle sue mosse ad effetto e dal fatto che lo colpisca alla pancia. Eppure questo autore che si crogiola in una mitomania cinefila, che mischia le carte come un prestigiatore post moderno, tra citazioni, colpi d'effetto e autorialità ... eppure questo autore ebbe qualcosa da dire e forse lo disse nel tempo di un solo film. Non puoi fare fesso un napoletano al gioco delle tre carte. Tarantino mi fa sempre sedere sulla sedia e mi fa passare due ore piacevoli, ma mai niente di più, mai quella spaventosa emozione provata quella volta che pescai la carta vincente.
[+]
Di solito gli spettatori di Tarantino mi spaventano. D'altronde Tarantino può essere uno specchietto per le allodole, una rivoluzione annunciata. Il pubblico si fa affascinare dalle sue mosse ad effetto e dal fatto che lo colpisca alla pancia. Eppure questo autore che si crogiola in una mitomania cinefila, che mischia le carte come un prestigiatore post moderno, tra citazioni, colpi d'effetto e autorialità ... eppure questo autore ebbe qualcosa da dire e forse lo disse nel tempo di un solo film. Non puoi fare fesso un napoletano al gioco delle tre carte. Tarantino mi fa sempre sedere sulla sedia e mi fa passare due ore piacevoli, ma mai niente di più, mai quella spaventosa emozione provata quella volta che pescai la carta vincente. Tarantino continua a fare lo stesso giochetto con l'otto nero, solo che questa volta sento un sussulto. Sarà l'aria compassata, sarà l'intreccio di miti, di citazioni e di autocitazioni; sarà che anche Tarantino si è perso la carta giusta e ora si ritrova anche lui a non sapere cosa pescherà ... girate una carta. Potreste prendere una delle tre carte. Stavolta Tarantino si è perso davvero e noi con lui. Che sia di buon auspicio? Che sia un risveglio ... non ci credo. Non credo da parecchio a questo virtuoso del dialogo. D'altronde potete anche dare il violino di Vivaldi a Paganini, non vivrà una nuova stagione. Eppure ... gli spettatori di Tarantino ora mi stupiscono, con lucide osservazioni, con critiche e discussioni. Il pubblico che l'ha seguito, è cresciuto? Oppure la storia sta facendo giustizia? Oppure sto solo mischiando le carte anch'io?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ilsettimosamurai »
[ - ] lascia un commento a ilsettimosamurai »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
domenica 20 ottobre 2019
|
spumeggiante galoppo di avventure nella storia.
|
|
|
|
THE HATEFUL EIGHT (USA, 2016) diretto da QUENTIN TARANTINO. Interpretato da SAMUEL L. JACKSON, KURT RUSSELL, JENNIFER JASON LEIGH, TIM ROTH, WALTON GOGGINS, MICHAEL MADSEN, DEMÌAN BICHIR, BRUCE DERN
Qualche anno dopo la fine della Guerra di Secessione, una diligenza arranca fra le nevi del Wyoming mentre infuria una tormenta. A bordo ci sono il cacciatore di taglie John "The Hangman" Ruth e la sua prigioniera Daisy Domergue, che dovrà impiccata a Red Rock e sulla quale John riscuoterà una taglia di 10.000 dollari. Lungo il viaggio, la carrozza carica su due uomini: il collega di Ruth Marquis Warren, maggiore nordista dell’Esercito che, a differenza di John che cattura i ricercati e li consegna vivi per l’esecuzione, li ammazza affinché creino meno problemi, e l’ex fuorilegge sudista Chris Mannix, che sostiene di essere stato incaricato di diventare il nuovo sceriffo di Red Rock e perciò deve recarsi in città per prestare giuramento.
[+]
THE HATEFUL EIGHT (USA, 2016) diretto da QUENTIN TARANTINO. Interpretato da SAMUEL L. JACKSON, KURT RUSSELL, JENNIFER JASON LEIGH, TIM ROTH, WALTON GOGGINS, MICHAEL MADSEN, DEMÌAN BICHIR, BRUCE DERN
Qualche anno dopo la fine della Guerra di Secessione, una diligenza arranca fra le nevi del Wyoming mentre infuria una tormenta. A bordo ci sono il cacciatore di taglie John "The Hangman" Ruth e la sua prigioniera Daisy Domergue, che dovrà impiccata a Red Rock e sulla quale John riscuoterà una taglia di 10.000 dollari. Lungo il viaggio, la carrozza carica su due uomini: il collega di Ruth Marquis Warren, maggiore nordista dell’Esercito che, a differenza di John che cattura i ricercati e li consegna vivi per l’esecuzione, li ammazza affinché creino meno problemi, e l’ex fuorilegge sudista Chris Mannix, che sostiene di essere stato incaricato di diventare il nuovo sceriffo di Red Rock e perciò deve recarsi in città per prestare giuramento. Poiché la tempesta di neve è sempre più violenta, i quattro viaggiatori (più O. B. Jackson, conducente della carovana) sono costretti a fermarsi all’emporio di Minnie, dove incontrano: Osvaldo Mobray, boia britannico dai modi raffinati; Sandy Smithers, vecchio generale sudista; Joe Gage, mandriano intenzionato a raggiungere la madre per Natale e Bob, un messicano che afferma d’aver ricevuto da Minnie la consegna di badare all’emporio mentre lei e l’altro gestore Sweet Dave sono via. Dopo una prima ora di presentazione, dove i personaggi, in pieno stile tarantinesco, parlano a ruota libera – delineando i caratteri nonché vertendo la conversazione su rivalità, alleanze, sfide e provocazioni –, a John sorge il sospetto che qualcuno degli astanti non sia chi dice di essere, e s’accorge pure che molto probabilmente uno o più uomini obbligati a stare con lui nella locanda per due/tre giorni a causa della bufera sono in combutta con Domergue per tentare di impedirgli di portarla alla forca. Un vecchio regolamento di conti fra il generale e il nero Warren e l’avvelenamento del caffè aprono il conflitto. Mentre lascia in sospeso lo spettro della missiva di Lincoln ricevuta (forse) dal maggiore Marquis (con tutte le sue idealistiche speranze) e dopo aver fatto entrare in scena alla spicciolata i personaggi del suo ottavo film, Tarantino spiega la Storia agli adolescenti di oggi come fosse un inesauribile percorso di vendetta, un apologo incattivito sulla società, nell’impossibile mescolanza di individui che mai potranno convivere in pace fra loro. Nel frattempo le riprese in 70 mm scorrono sui volti degli attori, in primo e secondo piano, come fossero i vasti panorami esterni dell’inizio. Il film è molto più che uno spaghetti-western: racchiude in sé gli elementi della tragedia classica (la tempesta adoperata come movente per far stare insieme i personaggi; la morte quale spirito che volteggia nell’aria silenzioso per poi piombare loro addosso) e li sviscera in versione moderna col dispiegamento di una sceneggiatura attentissima a non smarrire alcunché per strada e inoltre particolarmente abile a camuffare fino all’istante opportuno le identità segrete che vengono infine smascherate. La materia narrativa viene pertanto strutturata al servizio dei dialoghi di un cast in gran forma, in cui ciascuno sa esprimersi al meglio: Jackson spietato ma pur sempre coerente; Russell determinato oltre ogni pericolo, la Jason Leigh impertinente col suo aspetto abbrutito di fuggitiva massacrata dai pugni; Goggins finalmente in un ruolo che gli permette di recitare senza forzature, facendo invece ampia leva sul suo istrionismo ironico; il terzetto Bichir-Roth-Madsen, i passeggeri che mentono sulla propria identità, eccellente nella sequenza mattutina dello sterminio di massa al magazzino; e infine il sobrio Dern che, senza muoversi dalla sedia accanto al camino, impersona un confederato coinvolto suo malgrado e con minacce mortifere nel piano del capobanda Jodie Domingray (fratello di Daisy, interpretato da Channing Tatum). Premiate con l’Oscar alla colonna sonora le musiche originali di Ennio Morricone, che usa alcuni brani rimasti inediti di quella del film La cosa di J. Carpenter.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
dandy
|
mercoledì 3 marzo 2021
|
spettacolo assicurato ma....
|
|
|
|
Dopo "Django",Tarantino ritorna nuovamente al western citando "10 Piccoli indiani","Trappola per topi" e "Il grande Silenzio"(nonchè meno apertamente "Notte senza legge").Ma principalmente il film è una sorta di rivisitazione di "La cosa" di Carpenter,con il gruppo di uomini isolati nella neve(con Russell nuovamente a gestire la situazione) e destinati a rivoltarsi l'uno contro l'altro per effetto di una presenza malevola e indefinita(in questo caso interiormente e nelle fattezze di Daisy).Un omaggio quantomai insolito ed affascinante,cui però mancano la freschezza e l'originalità dei film precedenti.
[+]
Dopo "Django",Tarantino ritorna nuovamente al western citando "10 Piccoli indiani","Trappola per topi" e "Il grande Silenzio"(nonchè meno apertamente "Notte senza legge").Ma principalmente il film è una sorta di rivisitazione di "La cosa" di Carpenter,con il gruppo di uomini isolati nella neve(con Russell nuovamente a gestire la situazione) e destinati a rivoltarsi l'uno contro l'altro per effetto di una presenza malevola e indefinita(in questo caso interiormente e nelle fattezze di Daisy).Un omaggio quantomai insolito ed affascinante,cui però mancano la freschezza e l'originalità dei film precedenti.Se su cast,dialoghi e confezione non si discute,la vicenda è un giochino fine a se stesso dove da subito si capisce che ognuno dei personaggi ha qualcosa da nascondere e certi misteri si svelano all'istante.Anche la rivelazione sul twist del caffè o il flashback del capitolo 5 con tanto di voce off(in originale dello stesso Tarantino) risultano artificiosi,e la stessa suddivisione in capitoli sa di riciclo da "Kill Bill".Il divertimento comunque non manca:si veda lo spassoso dialogo tra Warren e Smithers sulla sorte del figlio di quest'ultimo e il sanguinoso massacro conclusivo,con i superstiti che rimandano ancora al film di Carpenter.Sempre godibile,ma nulla più che un giochino a eliminazione risaputo,non il Tarantino migliore.Nella colonna sonora(premiata con l'Oscar),oltre ai brani di Morricone che includono pezzi inediti da "La cosa" anche musiche di White Stripes,David Hess(il brano da "L'ultima casa a sinistra") e Roy Orbison.Girato in Ultra Panavision 70 mm(un formato inutilizzato da mezzo secolo circa)che ha comportato una proiezione ridottissima(solo 3 cinema da noi)prima del rilascio della versione in digitale.Buoni gli incassi,ma inferiori rispetto a quelli dei film precedenti.E oltre alle solite polemiche per il termine "nigger" si sono aggiunte le accuse di misoginia per la caratterizzazione di Daisy e il boicottaggio negli USA da parte delle forze dell'ordine,per alcune dichiarazioni di Tarantino alla "Black Lives Matters" contro l'abuso d'ufficio.Esiste una director's cut di 187' e una versione estesa a miniserie da 210'.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
fabrizio friuli
|
giovedì 25 maggio 2023
|
otto personaggi in un emporio .
|
|
|
|
Un uomo di colore viene trovato da un cacciatore di taglie che porta con sé, come se fosse un cane , una donna da condannare a morte, essendo una fuorilegge, e dopo un dialogo fra di loro , l' uomo di colore viene " ammesso " all' interno della carrozza anche perché la neve comincia ad essere un problema serio . In seguito entrano in una struttura nella quale sono presenti altri personaggi , ma quando si scopre che qualcuno ha avvelenato il caffè, e due personaggi muoiono ed uno di questi è il cacciatore di taglie che viene ucciso proprio dalla fuorilegge che avrebbe dovuto mandare al patibolo. Dopo questa scoperta, l' uomo di colore ed un altro personaggio diventano sospettosi nei confronti degli avventori che si rivelano essere dei fuorilegge.
[+]
Un uomo di colore viene trovato da un cacciatore di taglie che porta con sé, come se fosse un cane , una donna da condannare a morte, essendo una fuorilegge, e dopo un dialogo fra di loro , l' uomo di colore viene " ammesso " all' interno della carrozza anche perché la neve comincia ad essere un problema serio . In seguito entrano in una struttura nella quale sono presenti altri personaggi , ma quando si scopre che qualcuno ha avvelenato il caffè, e due personaggi muoiono ed uno di questi è il cacciatore di taglie che viene ucciso proprio dalla fuorilegge che avrebbe dovuto mandare al patibolo. Dopo questa scoperta, l' uomo di colore ed un altro personaggio diventano sospettosi nei confronti degli avventori che si rivelano essere dei fuorilegge.
The Hateful Eight è il secondo lungometraggio western del geniale regista Quentin Tarantino ed è palesemente diverso dal film western di Quentin Tarantino che lo ha preceduto : Django Unchained è provvisto di un notevole numero di scene di azione cariche di sparatorie, invece The Hateful Eight non ha lo stesso numero di scene di azione del film che lo ha preceduto, il film in questione è stato impostato come uno spettacolo teatrale, tuttavia, entrambi i film sono accomunati dalla presenza dell' attore Samuel L. Jackson, uno degli attori feticcio del regista Quentin Tarantino, tra l'altro, nel film The Hateful Eight sono stati ingaggiati molti attori che sono apparsi nei lungometraggi del regista, come Tim Roth , apparso in film come Le Iene e Pulp Fiction, e Michael Madsen, apparso anch' egli nel film Le Iene e in Kill Bill ( volume 2 ) ed anche in Kill Bill ( volume 1 ), ed anche l' attore Kurt Russell ( colui che ha ricoperto il ruolo dello stuntman psicopatico e misogino nel film Grindhouse- a prova di morte ). La presenza di questi attori ha permesso di comprendere che il regista sceglie sempre degli ottimi attori nei suoi lungometraggi, e non bisogna dimenticare l' attore Walton Goggins, apparso nel film Django Unchained, che qui ha impersonato uno dei pochi personaggi a non essere " marcio " fino in fondo ( Chris Mannix ) , ed è anche uno degli ultimi personaggi a perire, insieme a Marquis Warren ( l' unico personaggio di colore del film ). Oltre alla presenza di numerosi attori di talento, il film intitolato The Hateful Eight non è soltanto il secondo western tarantiniano, è anche il primo " western teatrale " , dato che , a differenza di molti film western , la vicenda del film si svolge esclusivamente, o principalmente, nell' emporio , a differenza della maggior parte dei film western , come Django Unchained per esempio, tra l' altro , il western teatrale è simile ad un giallo , perché viene compiuto un atto efferato ( l' avvelenamento del caffè ) e due personaggi collaborano insieme per scoprire il responsabile, interrogando i principali sospetti ( come i due personaggi di Arthur Conan Doyle ) , per tanto, il secondo western di Quentin Tarantino è un film da vedere e apprezzare, ancge per la sua evidente originalità e non solo perché si tratta di un film dell' iconico regista Quentin Tarantino.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabrizio friuli »
[ - ] lascia un commento a fabrizio friuli »
|
|
d'accordo? |
|
achab50
|
martedì 16 febbraio 2016
|
pulp fiction 2.0
|
|
|
|
La penso così: Quentin Tarantino aveva voglia di rifare Pulp fiction ma siccome non è uno scemo l'ha ambientato un paio di secoli prima. A raccontarla la storia fa sbadigliare: un film girato praticamente tutto in interni e basato sul dialogo ad otto? Che noia, e poi non ci ha sfracassato già gli zebedei la vecchia Agata coi suoi piccoli indiani?
Invece il regista sa che l'apparenza può diventare sostanza e cura con grandissima attenzione la scenografia, che è il nono attore, forse la protagonista.
Il film parte benissimo con la diligenza che vola in una tempesta di neve e via via si susseguono colpi di scena, quasi sempre imprevedibili.
[+]
La penso così: Quentin Tarantino aveva voglia di rifare Pulp fiction ma siccome non è uno scemo l'ha ambientato un paio di secoli prima. A raccontarla la storia fa sbadigliare: un film girato praticamente tutto in interni e basato sul dialogo ad otto? Che noia, e poi non ci ha sfracassato già gli zebedei la vecchia Agata coi suoi piccoli indiani?
Invece il regista sa che l'apparenza può diventare sostanza e cura con grandissima attenzione la scenografia, che è il nono attore, forse la protagonista.
Il film parte benissimo con la diligenza che vola in una tempesta di neve e via via si susseguono colpi di scena, quasi sempre imprevedibili. In un primo tempo non c'è alcun compiacimento nelle scene di violenza, però proseguendo è un crescendo a tratti insopportabile. Pulp Fiction al confronto era la versione cinematografica dei tre porcellini.
E' per questo che limito il mio giudizio a tre stelle, pur togliendomi il cappello di fronte a questa prova registica veramente maiuscola.
E' un film lungo, troppo, fortunatamente diviso in capitoli; c'è addirittura un beffardo flash back che lascia in diseguilibrio, e poi tutto si spegne. Letteralmente.
Fra gli attori giganteggia Samuel L Jackson che regge da solo la credibilità non credibile della vicenda. Ottimi anche gli altri interpreti. Il regista ha mano di fata nel condurre i suoi attori.
Possiamo considerarlo l'opera definitiva del genere Pulp. Riposi in pace.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a achab50 »
[ - ] lascia un commento a achab50 »
|
|
d'accordo? |
|
gustibus
|
sabato 11 marzo 2017
|
tanto tarantino tanto splach!
|
|
|
|
Che questo sia un film di Quentin TARANTINO non ci sono dubbi.Dialoghi smisurati,inquadrature infinite,sangue a fiumi.Qui in un contesto quasi western..L'ho trovato molto bello fino a meta'film(dura quasi 3ore)..poi un esagerazione dietro l'altra.Si andava quasi nell'horror..fino al sorriso per il braccio appeso alla donna impiccata(j.j.leight..bravissima!)..veramente oltre..se non esagerava in maniera cosi'spudorata forse poteva uscirne un piccolo capolavoro.Per me e'rimasto un film incompiuto.Ma con TARANTINO tutto e'possibile!..Un ultima cosa io adoro MORRICONE...forse il migliore al mondo per il soundtrack..felicissimo per L'OSCAR,ma con molti film nel quale lo meritava veramente.
[+]
Che questo sia un film di Quentin TARANTINO non ci sono dubbi.Dialoghi smisurati,inquadrature infinite,sangue a fiumi.Qui in un contesto quasi western..L'ho trovato molto bello fino a meta'film(dura quasi 3ore)..poi un esagerazione dietro l'altra.Si andava quasi nell'horror..fino al sorriso per il braccio appeso alla donna impiccata(j.j.leight..bravissima!)..veramente oltre..se non esagerava in maniera cosi'spudorata forse poteva uscirne un piccolo capolavoro.Per me e'rimasto un film incompiuto.Ma con TARANTINO tutto e'possibile!..Un ultima cosa io adoro MORRICONE...forse il migliore al mondo per il soundtrack..felicissimo per L'OSCAR,ma con molti film nel quale lo meritava veramente..qui forse e'stato un riconoscimento per le lacune precedenti..musica ce ne davvero poca e I alcuni spunti e'simile ad altri film.Da vedere solo una volta!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gustibus »
[ - ] lascia un commento a gustibus »
|
|
d'accordo? |
|
simba
|
venerdì 14 aprile 2017
|
tarantino is back
|
|
|
|
Un' altra perla per mr. Tarantino. questo ottavo film di Tarantino si piazza di sicuro tra i miei preferiti! È molto diverso dagli altri suoi film ma non preoccupatevi stile di quentin c'è ( e anche parecchio) È il film più parlato di Tarantino ed è molto più ma ovviamente la lentezza non è un difetto visto che è una scelta artistica del regista e la noia non traspare mai visto che il ritmo ben azzeccato.
[+]
Un' altra perla per mr. Tarantino. questo ottavo film di Tarantino si piazza di sicuro tra i miei preferiti! È molto diverso dagli altri suoi film ma non preoccupatevi stile di quentin c'è ( e anche parecchio) È il film più parlato di Tarantino ed è molto più ma ovviamente la lentezza non è un difetto visto che è una scelta artistica del regista e la noia non traspare mai visto che il ritmo ben azzeccato. La storia gira tutta intorno mai personaggi che sono caratterizzati solo come Tarantino sa fare e recitati benissimo. L'unico che mi ha un'po' deluso è stato il personaggio di Joe gage( Michael madsen) ma non si può pretendere tutto! Un giallo ambientato nel sesto che, nel proseguire della narrazione ingrana sempre più interesse e curiosità e il tutto farcito da un'incredibile colonna sonora di Ennio Morricone.Prendetevi una tazza di caffè e vedrete che ve lo goderete in una maniera incredibile!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a simba »
[ - ] lascia un commento a simba »
|
|
d'accordo? |
|
paolp78
|
venerdì 12 febbraio 2016
|
estenuante
|
|
|
|
Non sono un fan accanito di Tarantino, ma il suo cinema mi piace: se infatti scorro i titoli dei suoi film mi accorgo di averli visti tutti; e mi accorgo che, qualcuno più e qualcuno meno, mi sono piaciuti tutti, eccetto “Le Iene”.
“The Hateful Eight” mi ha annoiato molto e francamente non mi è piaciuto affatto. Credo sia molto simile proprio all’altro film di Tarantino che non ho gradito, “Le Iene”. Trovo molte similitudini: il numero elevato di coprotagonisti; l’unico e ristretto ambiente dove si svolge la gran parte del film; l’identità nascosta del “complice” o “infiltrato” che deve saltare fuori ecc.
[+]
Non sono un fan accanito di Tarantino, ma il suo cinema mi piace: se infatti scorro i titoli dei suoi film mi accorgo di averli visti tutti; e mi accorgo che, qualcuno più e qualcuno meno, mi sono piaciuti tutti, eccetto “Le Iene”.
“The Hateful Eight” mi ha annoiato molto e francamente non mi è piaciuto affatto. Credo sia molto simile proprio all’altro film di Tarantino che non ho gradito, “Le Iene”. Trovo molte similitudini: il numero elevato di coprotagonisti; l’unico e ristretto ambiente dove si svolge la gran parte del film; l’identità nascosta del “complice” o “infiltrato” che deve saltare fuori ecc.
È una pellicola Tarantiniana all’ennesima potenza: dialoghi estenuanti e prolissi e scene truculente. Le seconde funzionano; i primi viceversa risentono dell’unico ambiente in cui si svolge la scena, che accentua l’effetto asfissiante e soporifero dei dialoghi (stesso difetto de “Le Iene”). Anche la durata eccessiva della pellicola non aiuta: quest’ultima scelta pare davvero inspiegabile, visto che tutte le caratteristiche della sceneggiatura consigliavano una durata ben più contenuta (“Le Iene” dura poco più di un’ora e mezzo, questo quasi il doppio). Se fosse stato accorciato di mezz’ora non avrebbe perso niente e si sarebbe salvato un po’.
Altra pecca è quella di aver scelto il genere western, che classicamente vuole poche chiacchiere. Il precedente Django aveva funzionato bene, nonostante lo stile tarantiniano. Questo viceversa è insostenibile. Non si può girare un western dentro una stanza e con tutte quel parlato! I dialoghi dei capolavori western si caratterizzavano per frasi lapidarie e sguardi fulminanti (che dicono più di mille parole e suscitano emozioni vere). Il paragone con capolavori del genere è impietoso (mi sovviene, perché anch’essa ambientata dentro un emporio, la scena finale de “Il cavaliere della valle solitaria” … tutt’altro film! Un vero capolavoro, da brividi).
In definitiva, nonostante lo sforzo autoriale che va riconosciuto, resta un film non riuscito, che stanca a morte e non riesce mai a coinvolgere ed emozionare in modo profondo ed autentico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolp78 »
[ - ] lascia un commento a paolp78 »
|
|
d'accordo? |
|
nicola1
|
domenica 3 luglio 2016
|
la cosa in salsa western
|
|
|
|
Concordo che il film non è per niente originale, più "La cosa" di Carpenter che "Le iene" (la presenza di Kurt Russell, l'ambientazione sotto la neve e la claustrofobica stanza, il cappello di Parks, Ennio Morricone, il who's who, la conclusione con due protagonisti rimasti vivi) Però si fa guardare e soprattutto diverte. Non è all'altezza di "Django Unchained" nè tanto meno agli anni novanta, epoca d'oro di Tarantino ma è una goduria vederlo e ascoltare i dialoghi. Niente da dire sugli attori, in blocco, tutti fanno la loro parte egregiamente. Ottima la scelta del Ultra Panavision per poi girare in interni l’80% del film.
[+]
Concordo che il film non è per niente originale, più "La cosa" di Carpenter che "Le iene" (la presenza di Kurt Russell, l'ambientazione sotto la neve e la claustrofobica stanza, il cappello di Parks, Ennio Morricone, il who's who, la conclusione con due protagonisti rimasti vivi) Però si fa guardare e soprattutto diverte. Non è all'altezza di "Django Unchained" nè tanto meno agli anni novanta, epoca d'oro di Tarantino ma è una goduria vederlo e ascoltare i dialoghi. Niente da dire sugli attori, in blocco, tutti fanno la loro parte egregiamente. Ottima la scelta del Ultra Panavision per poi girare in interni l’80% del film. In un film del genere non è la trama in sé che conta ma la somma delle parti, artistiche e tecniche (vedasi ad esempio “Psycho” di Hitchcock) Unica nota dolente è la colonna sonora. Di certo era più “morriconiana” quella di Django o dei Bastardi senza gloria. Questa sinceramente è lo show del riciclo. Echi de “Gli Intoccabili”, de “La piovra”, persino de “Esorcista II L’eretico”. Addirittura il brano “Bestiality” composto nel 1982 per “La cosa” (e mai inserito nel film) è usato nella scena dell’avvelenamento e poi in quella dell’impiccagione. Quindi non è un capolavoro ma d’altronde non è detto che un regista debba sfornare un capolavoro dietro l’altro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nicola1 »
[ - ] lascia un commento a nicola1 »
|
|
d'accordo? |
|
|