Anno | 2015 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Stefano Calvagna |
Attori | Stefano Calvagna, Francesca Fiume, Emanuele Cerman, Lucia Batassa, Massimo Bonetti Giulia Anchisi. |
Uscita | mercoledì 18 maggio 2016 |
Distribuzione | Poker Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,75 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 19 maggio 2016
Un film dai tanti colpi di scena che coinvolgeranno lo spettatore in una storia noir e, a tratti, pasoliniana in una Roma tutt'altro che patinata.
CONSIGLIATO SÌ
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Stefano è un ronin contemporaneo, un "uomo alla deriva" con l'animo del samurai e la convinzione che per avere la pace ci si debba, purtroppo, preparare alla guerra. La guerra di Stefano si combatte sulle strade di Roma, dove il quarantenne fa ufficialmente il buttafuori nei locali, ma ufficiosamente è un killer al soldo di un tipo losco e potente. Le sue vittime sono spacciatori e malavitosi e il suo eroe è Diabolik, il ladro gentiluomo (inventato da due sorelle) che ruba solo ai ricchi.
Per Stefano l'unico uomo davvero inoffensivo è quello morto, tanto che anche la sua amicizia con Filippo, un compagno di palestra, inizia con una sana diffidenza. Diverso il suo rapporto con le donne: la madre malata di Alzheimer, che lui va a trovare assecondandola nella fantasia che il marito sia ancora vivo, e non sia invece stato ammazzato come un cane; le prostitute occasionali, che Stefano tratta con cortesia e di cui rispetta la sensualità femminile; la figlia del capo, che lo concupisce mettendo alla prova la sua lealtà da samurai. E Lee Ang, la figlia del proprietario del ristorante cinese dove Stefano va spesso a mangiare, facendo onore alla cucina che rende tangibile la sua attrazione per l'Oriente. Un'attrazione che vedrà in Lee Ang l'incarnazione ideale, e tirerà fuori da Stefano tutto il suo istinto di protezione e la sua vocazione al sacrificio.
Stefano Calvagna si cimenta con una storia di genere che appartiene al suo immaginario folk e al suo stile ruvido e muscolare. La confezione è più adatta al piccolo che al grande schermo, con numerose ingenuità narrative come le inquadrature dall'alto della zona in cui si svolge l'azione e le scene di sesso goffe e imbarazzate, ma la narrazione ha un suo appeal popolare e il personaggio di Stefano è umanamente riconoscibile, pur nella sua dimensione "epica" dettata dal genere. Anche Francesca Fiume è efficace e credibile nei panni della "cinese de Roma" Lee Ang.
I dialoghi, scritti da Calvagna (come il soggetto e la sceneggiatura), alternano una didascalicità da tv movie a una naturalezza da linguaggio di borgata, capace di brillante sintesi popolana. Il percorso del regista continua ad essere ricco di alti e bassi, ma vitale e incuriosente proprio nella sua ruspante ingestibilità (anche cinematografica) e nel suo codice d'onore (anche cinematograficamente) vintage.
Il suo hombre vertical romanesco è quasi fumettistico, alla Lo chiamavano Jeeg Robot: in quest'ottica Si vis pacem para bellum si inserisce nel filone di rinascita del B-movie di genere con richiami all'Estremo Oriente inaugurato da un altro indipendente del cinema italiano, il Luca Barbareschi di Something Good.
Film che ho avuto modo di vedere durante la conferenza stampa. Si tratta di un'opera piena di mordente, che non ti fa mai staccare gli occhi dallo schermo. Protagonista un uomo reale, solitario, personaggio affascinante del quale comprendiamo, in un breve flashback, tutto il dolore passato, che proprio nella sua solitudine impara a scindere la sua anima, perdendo ogni sentimento nel momento di [...] Vai alla recensione »
Calvagna ottimo, come attore e come regista di quest'opera che trovo carica e ricca di tutte le caratteristiche che amo nei film: ritmo, sentimento, varietà di emozioni che regala. Si vis pacem para bellum infatti regala colpi di scena, momenti tristi e risate. Ottimo!!
Stefano alterna, a Roma, la professione di buttafuori con quella di killer a pagamento per un tipo losco la cui figlia ci prova spudoratamente con lui. L'uomo, però, innamorato dell'oriente, si è invaghito di una cameriera cinese. Il cinema di Calvagna sarà, a volte, un po' ingenuo (in senso buono) e «televisivo», però è maledettamente vero, unico nel suo genere, rude e attraente, girato con pochi [...] Vai alla recensione »
Se vuoi la pace prepara la guerra» è il motto tatuato sul poderoso avambraccio di Stefano, un samurai di borgata che fa il buttafuori in un locale, ma arrotonda sparando addosso ai nemici di un boss della malavita. Spietato nelle esecuzioni, il killer è gentile con la madre, che soffre di Alzheimer, e con le donne in genere. Innamoratosi della giovane cinese Lee Ang (ogni riferimento al nome del regista [...] Vai alla recensione »