Titolo originale | Un etaj mai jos |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Romania, Francia, Svezia, Germania |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Radu Muntean |
Attori | Ionut Bora, Liviu Cheloiu, Calin Chirila, Teodor Corban, Constantin Dita Constantin Draganescu, Ioana Flora, Alexandru Georgescu, Dragos Grecu, Tatiana Iekel, Paul Ipate, Vlad Ivanov, Adina Lucaciu, Oxana Moravec, Petru Muntean, Gabriel Mustea, Iulian Postelnicu, Adrian Vancica, Mihaela Sirbu, Maria Popistasu, Adina Andrei, Mara Vilcu, Vlad Oancea, Dragos Potop, George Puscaru. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,28 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 15 maggio 2015
Dopo aver assistito a un presunto omicidio, Petrescu deve decidere se denunciare ciò a cui ha assistito oppure tacere.
CONSIGLIATO NÌ
|
Petrescu si occupa di transazioni di auto e di tutta la documentazione necessaria. Ha anche un hobby: addestrare insieme al figlio il proprio cane per farlo partecipare a gare. Un giorno, tornando nel proprio appartamento, sente provenire da dietro una porta del piano di sotto le grida di un alterco e ne vede uscire un giovane vicino. La donna che gridava verrà trovata morta. Da quel momento Petrescu deve decidere se denunciare ciò a cui ha assistito oppure tacere.
One Floor Below si colloca nell’ambito di quei film in cui sono stati necessari tre sceneggiatori (Muntean, Radulescu e Baciu) per scrivere una storia che non ha la tenuta né la progressione necessarie per sostenere la durata da lungometraggio. Di vicini di casa ‘da temere’ sono ricche sia la letteratura che il cinema di tutto il mondo. In questo caso l’opportunità era interessante perché il mistero veniva spostato non sul ‘fatto’ quanto piuttosto sulla reazione che esso procurava nel testimone. Il problema è che dopo un po’ la quotidianità e la ripetitività delle situazioni prendono il sopravvento e non è sufficiente la scelta di far insinuare il vicino nella vita di Petrescu grazie alla sua versatilità sul piano dell’informatica per rendere più interessante la vicenda. Si può anzi dire che è semmai proprio questo sottoplot che andava sviluppato maggiormente dato che si accenna all’invasività dei videogiochi nella percezione di un adolescente (il figlio di Petrescu) che arriva ad avere incubi notturni in cui si crede ancora impegnato alla console.
Tra l’uccidere virtualmente e il farlo nella realtà la distanza, sembra suggerire Muntean, non è poi così incolmabile come si vorrebbe far credere. Magari nel suo prossimo film potrà lavorare su questo spunto trovando forse una maggiore materia sul piano narrativo rispetto a questa occasione.