flyanto
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martedì 7 ottobre 2014
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le immense lotte da sostenere per un ormai distrut
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Film in cui si racconta di un avvocato d' ufficio (Luca Zingaretti), di nome appunto Perez, che in quanto tale ha il compito, suo malgrado, di difendere sempre degli individui appartenenti alla camorra o, comunque, alla peggiore specie della malavita di Napoli. Per ciò che riguarda la sua vita privata Perez vive in una condizione di totale disastro in quanto la moglie lo ha abbandonato anni prima e la figlia, che per lui rimane l'unico e sincero affetto, è innamorata e freque[+]
Film in cui si racconta di un avvocato d' ufficio (Luca Zingaretti), di nome appunto Perez, che in quanto tale ha il compito, suo malgrado, di difendere sempre degli individui appartenenti alla camorra o, comunque, alla peggiore specie della malavita di Napoli. Per ciò che riguarda la sua vita privata Perez vive in una condizione di totale disastro in quanto la moglie lo ha abbandonato anni prima e la figlia, che per lui rimane l'unico e sincero affetto, è innamorata e frequenta un esponente di un clan camorrista. Da qui egli deciderà di accordarsi con un delinquente pentito che lui sta difendendo al fine di incastrare ed arrestare il compagno della figlia e liberare così quest'ultima da questa sorta di fascinazione, diventata ormai una relazione sentimentale a tutti gli effetti.
Questa pellicola risulta assai cruda per la tematica che presenta perchè innanzitutto riflette una realtà quanto mai negativa e spietata con cui purtroppo a volte bisogna rapportarsi e poi soprattutto perchè mostra la condizione, direi, estremamente drammatica, per non dire disperata, in cui un uomo, professionista e soprattutto padre di famiglia, viene a contatto e deve confrontarsi. Il dilemma che soprattutto il regista Edoardo De Angelis evidenzia è quello di non possedere la consapevolezza nè la lucidità mentale, nonchè il giusto distacco, per come affrontare una situazione dolorosa e parecchio delicata in quanto gli affetti personali vengono profondamente minati e messi in discussione di fronte ad un agire secondo coscienza e soprattutto secondo la Legge. L'andamento con cui De Angelis racconta tutta la vicenda è lucido, freddo, lineare e con un lieve incalzare fino ad arrivare al climax finale. Sin dall'inizio si percepisce quanto l'intera vicenda precipiterà senza fare sconti a nessuno e non senza lasciare una consistente dose di sofferenza. Ma l'agire secondo coscienza si può dimostrare come unica via di salvezza, sebbene, appunto, a caro prezzo.
Luca Zingaretti risulta quanto mai perfetto in questo ruolo di uomo, e soprattutto padre, così disperato ed all'insegna di una condizione di profonda solitudine interiore e non, dandoci così l'immagine di un personaggio del tutto nuovo rispetto al solito del commissario Montalbano a cui lo spettatore è ormai abituato da anni. Probabilmente chi si aspetta di ritrovare la calma, la saggezza, la sicurezza e la canzonatura di Montalbano, qui rimarrà deluso: Perez risulta un uomo fallito che piano piano si risolleva ma il suo essere eroe non lo innalza pubblicamente ma gli riserba nel profondo una buona dose di sofferenza ed amarezza. Interessante notare è anche il parallelismo esistente tra la condizione di Perez e tutto l'ambiente circostante di una Napoli notturna, fredda e parecchio isolata.
Vivamente consigliato.
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mciril
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martedì 7 ottobre 2014
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violenza
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Violenza negli sguardi; violenza nella parlata piena di offese e a volte incomprensibile; violenza nelle immagini di una Napoli poco credibile; violenza fatta a Perez accusandolo e mai graziadolo della sua codardia; violenza alla dark lady picchiata e spogliata anche dei valori della "donna del cattivo"; violenza ai paesaggi, come quello antistante alla residenza coatta di Buglione; violenza alla natura dell pineta, tagliata dalle saette perfette di fari irreali; violenza nello sfacelo della vita privata dell´avvocato amico; violenza del dialogo in cui Perez gli ricorda la morte del figlio per liberarsi dell´abbraccio mortale tesogli; violenza negli accenni all´alcool come via di scampo.
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Violenza negli sguardi; violenza nella parlata piena di offese e a volte incomprensibile; violenza nelle immagini di una Napoli poco credibile; violenza fatta a Perez accusandolo e mai graziadolo della sua codardia; violenza alla dark lady picchiata e spogliata anche dei valori della "donna del cattivo"; violenza ai paesaggi, come quello antistante alla residenza coatta di Buglione; violenza alla natura dell pineta, tagliata dalle saette perfette di fari irreali; violenza nello sfacelo della vita privata dell´avvocato amico; violenza del dialogo in cui Perez gli ricorda la morte del figlio per liberarsi dell´abbraccio mortale tesogli; violenza negli accenni all´alcool come via di scampo.
Violenza.
Speriamo che la tristezza che tracima dalle opere di livello nel paese della TV-tetteeculi non venga percepita se non da noi. Deluderemmo cliché e dovermmo crearne di piú nuovi e spiacevoli. Ma forse siamo giá all´opera allora sarebbe meglio se i rapinatori avessero sparato a Perez.
Tutti contenti e piú intelligenti adesso? No. Questo film intelligente in realtá non serve. Speriamo che lo vedano in pochi e che non si veda all´estero.
Quando la denincia raggiunge la denigrazione, ci si vergogna di essere il denunziante.
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filippo catani
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lunedì 6 ottobre 2014
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personaggi senza speranze
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Napoli. Dopo un passato felice e prestigioso a cui ha fatto seguito un presente buio e privo della moglie, un avvocato tratta ora pericolosi casi d'ufficio. Una scossa alla sua vita arriverà a causa della figlia fidanzatasi con l'appartenente al clan rivale di quello dell'attuale assisstito del padre.
I tre protagonisti della storia formano un triangolo senza speranza intorno al quale ruotano altri personaggi anch'essi privi di prospettive. Al centro di tutto, all'interno di una Napoli triste e buia, troviamo l'avvocato Perez. Un uomo decaduto e ormai dedito solamente al bere e che ha come unica compagnia quella di un collega irrimediabilmente segnato dal passato.
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Napoli. Dopo un passato felice e prestigioso a cui ha fatto seguito un presente buio e privo della moglie, un avvocato tratta ora pericolosi casi d'ufficio. Una scossa alla sua vita arriverà a causa della figlia fidanzatasi con l'appartenente al clan rivale di quello dell'attuale assisstito del padre.
I tre protagonisti della storia formano un triangolo senza speranza intorno al quale ruotano altri personaggi anch'essi privi di prospettive. Al centro di tutto, all'interno di una Napoli triste e buia, troviamo l'avvocato Perez. Un uomo decaduto e ormai dedito solamente al bere e che ha come unica compagnia quella di un collega irrimediabilmente segnato dal passato. La scarica elettrica per la sua esistenza gli verrà data dalla figlia che, sentendosi sola e senza attenzioni, si rifugia tra le braccia di un pericolosissimo ragazzo. E' inutile dire che quando si rimane invischiati entro certe dinamiche è poi difficile uscirne integri; qualcuno è destinato a dover compiere delle scelte terribili. Il film è ben fatto e la trama funziona bene così come i personaggi. Merito sicuramente di un bravissimo Zingaretti che si cala in un ruolo davvero particolare e difficile così come non sorprende la prova di D'Amore già ampiamente apprezzato nel serial Gomorra. Bene anche il regista De Angelis che così come il collega Munzi ha avuto il coraggio di raccontare uno spaccato d'Italia così lontano dalla nostra quotidianità eppure così presente vicino a noi. Insomma una bella iniezionedi fiducia per il nostro cinema che è ancora assolutamente capace di misurarsi con temi difficili e scottanti dove purtroppo raramente ci si può aspettare un happy ending.
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pressa catozzo
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lunedì 6 ottobre 2014
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bassifondi
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Non male , forse in B&N avrebbe reso meglio la drammaticità di questo racconto. I telegiornali ce lo raccontano quotidianamente. Zingaretti ci ha portati nella realtà.
Per quelli che non lo hanno gradito a breve uscirà vacanze di natale.
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il conformista
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lunedì 6 ottobre 2014
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narcisistico, ridicolo. totò e peppino reborn?
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Se continuiamo a recensire film così brutti, è raro che il cinema italiano si possa riscattare. Un film prodotto da Zingaretti che con il su narcisismo ha ottenuto primi piani, scene da protagonista che potevano essere tagliate. Una storia che non sta in piedi. La debolezza di una padre asservito a una figlia cretina che lo odia e lo caccia dalla propria casa perchè non approverebbe la storia con un camorrista. La figlioletta innamorata non esita a mettere il fidanzato ucciso a bruciare in un forno senza spargere una lacrima. Zingaretti ha un amico da cui viene insultato pesantemente che poi convince a uccidere un toro in una stalla in una scena comica degna di Totò e Peppino. (ma era un film serissimo, senza un minimo di ironia).
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Se continuiamo a recensire film così brutti, è raro che il cinema italiano si possa riscattare. Un film prodotto da Zingaretti che con il su narcisismo ha ottenuto primi piani, scene da protagonista che potevano essere tagliate. Una storia che non sta in piedi. La debolezza di una padre asservito a una figlia cretina che lo odia e lo caccia dalla propria casa perchè non approverebbe la storia con un camorrista. La figlioletta innamorata non esita a mettere il fidanzato ucciso a bruciare in un forno senza spargere una lacrima. Zingaretti ha un amico da cui viene insultato pesantemente che poi convince a uccidere un toro in una stalla in una scena comica degna di Totò e Peppino. (ma era un film serissimo, senza un minimo di ironia). Senza parlare della importantissima scena del vibratore espolosivo. I registi e produttori preferiscono assoldare registi senza talento, deboli, che possono manovrare facilmente a loro piacere. Se i risultati sono sempre questi, AIUTO!
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(di lusansa)
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melvin ii
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venerdì 3 ottobre 2014
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un decadente zingaretti e melanconica napoli
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Il biglietto d’acquistare per “Perez” è
3)Di Pomeriggio
“Perez” è un film del 2014 di Edoardo De Angelis, scritto da Edoardo De Angelis e Filippo Gravino , con:Luca Zingaretti, Marco D’Amore, Simona Tabasco, Massimo Gallo.
Per Dante l’ignavo non era neanche degno dell’Inferno. “Non ti curar di loro guarda e passa” diceva Virgilio sua guida nell’infernale discesa
Per amore di un figlio un genitore è disposto a fare di tutto.
Napoli è la città del Sole, del mare e del sorriso, ma anche della camorra.
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Il biglietto d’acquistare per “Perez” è
3)Di Pomeriggio
“Perez” è un film del 2014 di Edoardo De Angelis, scritto da Edoardo De Angelis e Filippo Gravino , con:Luca Zingaretti, Marco D’Amore, Simona Tabasco, Massimo Gallo.
Per Dante l’ignavo non era neanche degno dell’Inferno. “Non ti curar di loro guarda e passa” diceva Virgilio sua guida nell’infernale discesa
Per amore di un figlio un genitore è disposto a fare di tutto.
Napoli è la città del Sole, del mare e del sorriso, ma anche della camorra.
A volte basta una parola, un gesto a trasformare un pavido in un eroe o comunque a riscattarne l’esistenza.
Demetrio Perez (Zingaretti) è l’ultimo degli avvocati nella catena delle “sanguisughe”. Difende l’indifendibile e nonostante tutto non è stimato dagli stessi clienti.
Vive e lavora a Napoli, una città simile al carattere del protagonista, triste e priva di colre.
Perez è un uomo malinconico, solo, incapace di sognare, uno zombie che si trascina nella quotidianità.
Abbandonato dalla moglie e considerato un inetto dalla figlia Tea(Tabasco), Perez si trova coinvolto in un caso giudiziario che li cambierà la vita.
Il noto boss Buglione (Gallo) decide di pentirsi per salvarsi la vita e lo nomina suo difensore d’ufficio.
Durante gli interrogatori Buglione propone all’avvocato di recuperarli dei preziosi diamanti nascosti dentro lo stomaco di un toro in cambio di uno scellerato patto.
Perez, riluttante. accetta pur di liberarsi di Corvino(D’Amore) fidanzato camorrista della figlia,un legame che tanto lo preoccupa.
Un film che ha l’ambizione d’essere un noir con una spruzzata di azione e soprattutto di forte impatto introspettivo.
Ambizione che solo in parte viene soddisfatta e ripagata nella struttura e sviluppo del film.
Il film ha un buon ritmo nella prima parte grazie buon pathos narrativo ed emotivo che riesce a catturare l’attenzione dello spettatore,ma rallenta e perde d’incisività e forza nella seconda parte.
La sceneggiatura è asciutta, spartana, semplice nell’idea e nello sviluppo. Se i personaggi sono ben delineati e descritti è l’intreccio che nel complesso resta debole e non completamente avvolgente. I pochi dialoghi non contribuiscono ad alzare la qualità del prodotto.
La regia per quanto equilibrata, precisa e attenta ad esaltare il cast è di taglio televisivo, senza aver il guizzo necessario per dare al il film il quid in più. Sembra di vedere una buona fiction, ma pur sempre fiction rimane.
Zingaretti si conferma attore dotato di una fisicità unica e intensa capace di trasformare sguardi ed espressioni facciali in efficaci momenti artistici. È’ convincente la sua simbiosi con il personaggio Perez, esaltando il ruolo del non eroe costretto dai fatti a diventarlo.
Altrettanta positiva l’interpretazione di Simona Tabasco nel ruolo della figlia Tea. Personalmente non la conoscevo, ma oltre essere una bella ragazza dà prova di essere una talentuosa e intensa interprete capace di profondità e anima al suo personaggio divisa tra l’amore filiale e quello di una giovane donna.
Meritevole di menzione è anche l’interpretazione di Massimo Gallo, un cattivo a tutto tondo e con un’umanità feroce e particolare.
Senza lode e infamia è la partecipazione di D’Amore.
Il Finale volutamente statico è abbastanza convincente grazie alla forza espressiva silenziosa dei protagonisti dove lo spettatore non può cogliere l’ulteriore conferma che l’amore tra padre e figlia supera e vince ogni altro tipo d’amore e diventa ancora più forte nelle difficoltà.
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[+] la recensioneda non leggere è k) la tua
(di vapor)
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vincenzo ambriola
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venerdì 3 ottobre 2014
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napoli down town
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Perez è un avvocato d'ufficio. Difende chi non ha soldi, immigrati, ladruncoli, poveri cristi. La sua vita si interseca con quella di un camorrista pentito che lo coinvolge in un losco affare. A complicare la vicenda si aggiunge la figlia Tea, fidanzata con un altro camorrista. Film noir dal forte coinvolgimento emotivo, girato nel Centro Direzionale di Napoli e a Castel Volturno, colpisce per la nitidezza e la crudezza sia delle immagini che dei personaggi. Perez non parla e non agisce, subisce la sua storia di debolezze ed errori. I camorristi, al contrario, sono efficienti, operativi, conoscono i meccanismi e le regole della società, impongono senza pudore la loro cultura e le loro decisioni.
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Perez è un avvocato d'ufficio. Difende chi non ha soldi, immigrati, ladruncoli, poveri cristi. La sua vita si interseca con quella di un camorrista pentito che lo coinvolge in un losco affare. A complicare la vicenda si aggiunge la figlia Tea, fidanzata con un altro camorrista. Film noir dal forte coinvolgimento emotivo, girato nel Centro Direzionale di Napoli e a Castel Volturno, colpisce per la nitidezza e la crudezza sia delle immagini che dei personaggi. Perez non parla e non agisce, subisce la sua storia di debolezze ed errori. I camorristi, al contrario, sono efficienti, operativi, conoscono i meccanismi e le regole della società, impongono senza pudore la loro cultura e le loro decisioni. A volte muoiono ma si riproducono senza difficoltà, reclutando anche chi dovrebbe avere delle forti difese etiche. Ottima la recitazione di Zingaretti, capace di comunicare emozioni anche quando non parla.
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maldinipaolo
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venerdì 3 ottobre 2014
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idee e metodo per rilanciare il cinema italiano
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Non è uscito nelle sale più commerciali, almeno nella Modena in cui vivo, ma questo film si propone come rivelazione dell'anno cinematografico. La sceneggiatura, ben scritta e facilmente interpretabile, fa da collante per una rappresentazione di una Napoli inedita nei luoghi e nelle psicologie. Luca Zingaretti si conquista la prima fila nella "classifica degli attori top" dimostrando di essere a dir poco credibile anche in ruoli diversi da quelli a cui ci ha abituato, facendoci vivere con passione ed empatia la solitudine del suo personaggio. Non si può e non si deve sminuire il resto del cast, di primissimo livello, che permette al regista di articolare le vicende attraverso personalità capaci di sopportare il peso degli snodi della storia.
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Non è uscito nelle sale più commerciali, almeno nella Modena in cui vivo, ma questo film si propone come rivelazione dell'anno cinematografico. La sceneggiatura, ben scritta e facilmente interpretabile, fa da collante per una rappresentazione di una Napoli inedita nei luoghi e nelle psicologie. Luca Zingaretti si conquista la prima fila nella "classifica degli attori top" dimostrando di essere a dir poco credibile anche in ruoli diversi da quelli a cui ci ha abituato, facendoci vivere con passione ed empatia la solitudine del suo personaggio. Non si può e non si deve sminuire il resto del cast, di primissimo livello, che permette al regista di articolare le vicende attraverso personalità capaci di sopportare il peso degli snodi della storia. La regia fascinosa di De Angelis permette ai luoghi del centro direzionale di assolvere ad una funzione esornativa particolarmente gradevole, grazie alla gestione delle verticalità degli edifici e dell'architettura high-tech impeccabile, le quali assegnano un ritmo visivo alla pellicola che, mescolato ad una romantica gestione delle luci e da un pulito ideale fotografico, crea un mix vincente per occhi dello spettatore. Un film tutto da gustare, fino in fondo, per poi uscire dalla sala fieri di aver assistito ad un grande spettacolo, di marca italiana
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(di maripi75)
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maria cristina nascosi sandri
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mercoledì 1 ottobre 2014
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perez, da domani 2 ottobre nelle sale italiane
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E' appena stato presentato alla 71a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia ed esce domani nelle sale italiane PEREZ, opera seconda di Edoardo De Angelis, dopo "Mozzarella Stories", polar-noir tutto metropolitano di matrice italiana.
Perez, interpretato dal nostro ottimo Zingaretti che l'ha voluto anche produrre, tanto ha creduto nel progetto fin dall'inizio, è un avvocato d'ufficio a Napoli. La sua ignavia gli ha impedito di divenire un grande leguleio, la paura e la viltà l'han fregato, non solo nel lavoro, ma pure negli affetti: la moglie l'ha abbandonato ed il rapporto con la figlia che vive con lui, è, per certi versi, pure di 'vassallaggio'.
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E' appena stato presentato alla 71a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia ed esce domani nelle sale italiane PEREZ, opera seconda di Edoardo De Angelis, dopo "Mozzarella Stories", polar-noir tutto metropolitano di matrice italiana.
Perez, interpretato dal nostro ottimo Zingaretti che l'ha voluto anche produrre, tanto ha creduto nel progetto fin dall'inizio, è un avvocato d'ufficio a Napoli. La sua ignavia gli ha impedito di divenire un grande leguleio, la paura e la viltà l'han fregato, non solo nel lavoro, ma pure negli affetti: la moglie l'ha abbandonato ed il rapporto con la figlia che vive con lui, è, per certi versi, pure di 'vassallaggio'. D'altro canto la sua mediocritas, non certo aurea, l'ha sempre messo al riparo dall'infelicità. Quando il pericolo s'insinua in casa sua e lo tocca nell'unico affetto davvero caro, la figlia, si rende conto che è ora di dare una svolta alla propria esistenza, fin a quel momento calma e piatta. E lo farà, stravolgendo la priopria vita e quella di altre persone, araba fenice che finalmente si riscatta e risorge da ceneri - il concetto è più letterale di quanto si pensi, lo si capirà, vedendo il film - che lo condurranno alla rinascita, ad una concezione ed a una presa di coscienza del sé mai sperimentate, nuove per la sua indole e la sua vita, fino ad allora.
Interessante è la location del film - il Centro Direzionale di Napoli - cittadella moderna fatta di vuoto e di vetro, dall'architettura post-metafisica ed avanguardistica rimasta un bel sogno a metà, semidisabitata ed abbandonata a se stessa ed ai pochi che vi risiedono - specchio e sfondo per il protagonista, inizialmente.
Il soggetto, già di interesse americano - si parla di riproporlo a breve negli States - porta alla memoria di qualche 'diversamente' giovane il grande Sam Peckinpah di Cane di paglia, del 1971, interpretato da uno strepitoso Dustin Hoffman (che il regista ha ammesso di aver rivisto e 'rivisitato' con attenzione durante le riprese di Perez): forse, maliziosamente, si potrebbe dire che almeno gli yankees non han dimenticato il loro ottimo cinema dei magnifici Seventies.
Maria Cristina Nascosi Sandri
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michele
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martedì 30 settembre 2014
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un noir napoletano
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Perez è un uomo solo. Il suo matrimonio è naufragato e con la sua unica figlia i rapporti sono tesi in virtù del fatto che quest’ultima si è fidanzata con un piccolo boss della malavita napoletana. Perez è un avvocato, ma la sua carriera è andata in fumo, poteva essere un principe del foro, adesso è un piccolo avvocato di ufficio che svolge mansioni marginali presso il tribunale di Napoli. In un giorno come tanti, assiste un capo camorrista, Luca Buglione che vuole collaborare con la giustizia, ma a modo suo. Buglione è determinato a recuperare una partita di diamanti nascosta nella pancia di un toro e propone al suo avvocato di fare questo sporco lavoro, in cambio lui incastrerà il fidanzato della figlia. Perez accetta la proposta e si lancia in un gioco molto pericoloso.
Dovendo classificare questa pellicola all’interno di un genere, possiamo dire senza dubbio che si tratta di un noir e questo lo riscontriamo non tanto nelle atmosfere malinconiche e scure di una Napoli mai vista, quella moderna e snaturata del Centro Direzionale, ma piuttosto nella cupezza dei personaggi che si muovono all’interno della narrazione. Sono dei vinti che si trascinano con apatia nella vita di tutti i giorni, animati soltanto dalla forza d’inerzia che li spinge faticosamente ad andare avanti in maniera meccanica, Perez in primis sembra svuotato della sua anima. Il film non è esente da alcuni difetti, soprattutto nella prima parte quando la sceneggiatura presenta qualche sbavatura di troppo in particolar modo per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi a tratti eccessivamente caricati e sopra le righe. Il giovane regista napoletano però è bravissimo e non sbaglia praticamente un colpo nella seconda parte del film quando si entra nel vivo dell’azione e la storia manifesta concretamente le sue strutture logico narrative, il ritmo è incalzante e deciso, la tensione si mantiene ad alti livelli e la vicenda prosegue finalmente sui giusti binari senza mai strabordare in eccessi di alcun tipo. Seppur imperfetto, l’ottima gestione della parte più delicata e anche emotivamente più coinvolgente ed interessante della pellicola, fa di Perez un buon film. Molto bella la scena finale.
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