maldinipaolo
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venerdì 3 ottobre 2014
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idee e metodo per rilanciare il cinema italiano
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Non è uscito nelle sale più commerciali, almeno nella Modena in cui vivo, ma questo film si propone come rivelazione dell'anno cinematografico. La sceneggiatura, ben scritta e facilmente interpretabile, fa da collante per una rappresentazione di una Napoli inedita nei luoghi e nelle psicologie. Luca Zingaretti si conquista la prima fila nella "classifica degli attori top" dimostrando di essere a dir poco credibile anche in ruoli diversi da quelli a cui ci ha abituato, facendoci vivere con passione ed empatia la solitudine del suo personaggio. Non si può e non si deve sminuire il resto del cast, di primissimo livello, che permette al regista di articolare le vicende attraverso personalità capaci di sopportare il peso degli snodi della storia.
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Non è uscito nelle sale più commerciali, almeno nella Modena in cui vivo, ma questo film si propone come rivelazione dell'anno cinematografico. La sceneggiatura, ben scritta e facilmente interpretabile, fa da collante per una rappresentazione di una Napoli inedita nei luoghi e nelle psicologie. Luca Zingaretti si conquista la prima fila nella "classifica degli attori top" dimostrando di essere a dir poco credibile anche in ruoli diversi da quelli a cui ci ha abituato, facendoci vivere con passione ed empatia la solitudine del suo personaggio. Non si può e non si deve sminuire il resto del cast, di primissimo livello, che permette al regista di articolare le vicende attraverso personalità capaci di sopportare il peso degli snodi della storia. La regia fascinosa di De Angelis permette ai luoghi del centro direzionale di assolvere ad una funzione esornativa particolarmente gradevole, grazie alla gestione delle verticalità degli edifici e dell'architettura high-tech impeccabile, le quali assegnano un ritmo visivo alla pellicola che, mescolato ad una romantica gestione delle luci e da un pulito ideale fotografico, crea un mix vincente per occhi dello spettatore. Un film tutto da gustare, fino in fondo, per poi uscire dalla sala fieri di aver assistito ad un grande spettacolo, di marca italiana
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(di maripi75)
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maria cristina nascosi sandri
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mercoledì 1 ottobre 2014
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perez, da domani 2 ottobre nelle sale italiane
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E' appena stato presentato alla 71a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia ed esce domani nelle sale italiane PEREZ, opera seconda di Edoardo De Angelis, dopo "Mozzarella Stories", polar-noir tutto metropolitano di matrice italiana.
Perez, interpretato dal nostro ottimo Zingaretti che l'ha voluto anche produrre, tanto ha creduto nel progetto fin dall'inizio, è un avvocato d'ufficio a Napoli. La sua ignavia gli ha impedito di divenire un grande leguleio, la paura e la viltà l'han fregato, non solo nel lavoro, ma pure negli affetti: la moglie l'ha abbandonato ed il rapporto con la figlia che vive con lui, è, per certi versi, pure di 'vassallaggio'.
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E' appena stato presentato alla 71a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia ed esce domani nelle sale italiane PEREZ, opera seconda di Edoardo De Angelis, dopo "Mozzarella Stories", polar-noir tutto metropolitano di matrice italiana.
Perez, interpretato dal nostro ottimo Zingaretti che l'ha voluto anche produrre, tanto ha creduto nel progetto fin dall'inizio, è un avvocato d'ufficio a Napoli. La sua ignavia gli ha impedito di divenire un grande leguleio, la paura e la viltà l'han fregato, non solo nel lavoro, ma pure negli affetti: la moglie l'ha abbandonato ed il rapporto con la figlia che vive con lui, è, per certi versi, pure di 'vassallaggio'. D'altro canto la sua mediocritas, non certo aurea, l'ha sempre messo al riparo dall'infelicità. Quando il pericolo s'insinua in casa sua e lo tocca nell'unico affetto davvero caro, la figlia, si rende conto che è ora di dare una svolta alla propria esistenza, fin a quel momento calma e piatta. E lo farà, stravolgendo la priopria vita e quella di altre persone, araba fenice che finalmente si riscatta e risorge da ceneri - il concetto è più letterale di quanto si pensi, lo si capirà, vedendo il film - che lo condurranno alla rinascita, ad una concezione ed a una presa di coscienza del sé mai sperimentate, nuove per la sua indole e la sua vita, fino ad allora.
Interessante è la location del film - il Centro Direzionale di Napoli - cittadella moderna fatta di vuoto e di vetro, dall'architettura post-metafisica ed avanguardistica rimasta un bel sogno a metà, semidisabitata ed abbandonata a se stessa ed ai pochi che vi risiedono - specchio e sfondo per il protagonista, inizialmente.
Il soggetto, già di interesse americano - si parla di riproporlo a breve negli States - porta alla memoria di qualche 'diversamente' giovane il grande Sam Peckinpah di Cane di paglia, del 1971, interpretato da uno strepitoso Dustin Hoffman (che il regista ha ammesso di aver rivisto e 'rivisitato' con attenzione durante le riprese di Perez): forse, maliziosamente, si potrebbe dire che almeno gli yankees non han dimenticato il loro ottimo cinema dei magnifici Seventies.
Maria Cristina Nascosi Sandri
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valentino giorgi
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mercoledì 8 ottobre 2014
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camorra e paura
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Demetrio, un avvocato sulla quarantina dal carattere mite e riservato, viene coinvolto in una situazione difficile che sconvolge la sicurezza della piccola famiglia: la sua unica figlia Tea ha una relazione con Francesco Corvino, un giovane ragazzo legato in maniera indissolubile con la camorra. Per allontanare il giovane Corvino da sua figlia, Demetrio, con l’aiuto del suo unico amico Merolla, è pronto a infrangere ogni regola arrivando anche a complottare con il cinico Buglione detto “Centopercento”. Ma le cose non andranno secondo i piani.
Perez. è un dramma dai tratti noir che narra con grande realismo e introspezione i tormenti, le ansie, le paure di un uomo onesto costretto a immischiarsi con la camorra.
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Demetrio, un avvocato sulla quarantina dal carattere mite e riservato, viene coinvolto in una situazione difficile che sconvolge la sicurezza della piccola famiglia: la sua unica figlia Tea ha una relazione con Francesco Corvino, un giovane ragazzo legato in maniera indissolubile con la camorra. Per allontanare il giovane Corvino da sua figlia, Demetrio, con l’aiuto del suo unico amico Merolla, è pronto a infrangere ogni regola arrivando anche a complottare con il cinico Buglione detto “Centopercento”. Ma le cose non andranno secondo i piani.
Perez. è un dramma dai tratti noir che narra con grande realismo e introspezione i tormenti, le ansie, le paure di un uomo onesto costretto a immischiarsi con la camorra. In mezzo a un’ambientazione scarna, deserta, che ben rappresenta lo stato emotivo del personaggio, Demetrio vive una solitudine quasi ascetica, priva di rapporti umani e manchevole di affetti. L’unica sua ragione di vita è la figlia.
Con una sceneggiatura essenziale ed efficace, la trama del film scorre bene, senza intoppi. Non c’è la ricerca della spettacolarità, né esagerata violenza, tutto è credibile, realistico, umano. In questo contesto appare degno di nota anche l’uso della musica capace di isolare ancor di più i personaggi, di mettere a nudo il loro stato d’animo. Il film, infatti, convince molto perché, grazie a una profonda analisi e introspezione, riusciamo a capire le paure che ogni personaggio ha dentro di sé: non essendoci una netta distinzione tra bene e male, ogni uomo o donna è mosso da una “ragionevole paura” che spiega i propri comportamenti negativi. Demetrio, il protagonista, ha paura di perdere la figlia, sua unica ragione di vita, per lei sarà disposto a tutto. Tea ha paura di perdere l’amato, costretto a partire per togliersi dai guai. Buglione, il capo camorrista, ha paura di perdere la vita per mano della famiglia rivale, per questo è costretto a consegnarsi alla Giustizia. Francesco Corvino, sebbene stia cercando di “fare quello perbene”, è consapevole dei delitti perpetrati tempo fa, e per questo ha paura di fare la fine di suo padre (cioè marcire in prigione). Infine Merolla, il miglior amico di Demetrio, ha paura di affrontare la vita dopo la morte del figlio.
Il film esamina la facilità con cui la camorra stravolge una famiglia, demolendo i rapporti di fiducia e l’unità della famiglia stessa. E per uscire dall’inghippo, dalla trappola che la sorte avversa ci ha serbato, bisogna lasciare da parte la propria dignità e integrità morale e abbassarsi agli inganni, ai complotti, persino all’omicidio. Per combattere la camorra dobbiamo agire come agirebbe la camorra; a vincere non può essere che il più scaltro.
Perez. è un film come pochi perché mette in luce una realtà senza buonismo, un conflitto senza eroi, dove le categorie di bene e male sono confuse e non nette. Con le sue interpretazioni ottime (mirabile Zingaretti!), la fotografia cupa, essenziale e curatissima, una trama forse non troppo originale ma certamente ben architettata, Perez. risulta essere una piccola e luminosa perla per il cinema italiano di quest’anno. Peccato non gli abbiano dato molta visibilità.
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darkglobe
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lunedì 8 ottobre 2018
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il lato oscuro di napoli
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Perez. cavalca in qualche modo il filone d'oro delinquenzial-poliziesco che ha fatto la fortuna di alcuni serial-TV di recente produzione.
Ovviamente non basta il tema a rendere piccolo o grande un film. Qui si nota fin dalle prime scene la sapiente mano di un regista, Edoardo De Angelis, che, con alle spalle un solo lungometraggio (Mozzarella Stories), confeziona un'opera convincente, non tanto per la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista insieme a Filippo Gravino, quanto per la riuscitissima messa in scena di personaggi, stati d'animo e rapporti interpersonali che sono specchio fedele della drammatica realtà vissuta in alcune aule dei tribunali napoletani e della sottile linea di confine che separa la legalità dal suo opposto, quella linea su cui si muove chi oggi svolge il ruolo di penalista in difesa dei peggiori criminali che la malavita locale possa esprimere.
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Perez. cavalca in qualche modo il filone d'oro delinquenzial-poliziesco che ha fatto la fortuna di alcuni serial-TV di recente produzione.
Ovviamente non basta il tema a rendere piccolo o grande un film. Qui si nota fin dalle prime scene la sapiente mano di un regista, Edoardo De Angelis, che, con alle spalle un solo lungometraggio (Mozzarella Stories), confeziona un'opera convincente, non tanto per la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista insieme a Filippo Gravino, quanto per la riuscitissima messa in scena di personaggi, stati d'animo e rapporti interpersonali che sono specchio fedele della drammatica realtà vissuta in alcune aule dei tribunali napoletani e della sottile linea di confine che separa la legalità dal suo opposto, quella linea su cui si muove chi oggi svolge il ruolo di penalista in difesa dei peggiori criminali che la malavita locale possa esprimere.
Demetrio Perez (Luca Zingaretti) è un avvocato che ha "sempre sbagliato tempi e nemici". Una volta ricco forense, si trova ora a svolgere il ruolo di difensore d'ufficio della melma criminale di cui tutti i suoi colleghi hanno opportunamente evitato di farsi carico.
Fa impressione una delle prime scene in cui Perez viene violentemente insultato e ricusato in aula di tribunale da un carbonizzatore di cadaveri, perché non ha detto una sola parola in suo aiuto durante la testimonianza: l'avvocato esce dall'aula considerando in maniera amara, per mezzo della sua voce narrante, che questa gente "confonde tattica con strategia", non comprendendo che il silenzio potrebbe costituire la loro esigua ancora di salvezza rispetto alla loro ingloriosa fine ormai definitivamente tracciata.
Ma è quando il suo acido e prosaico collega Merolla (Giampaolo Fabrizio) lo accusa di non preoccuparsi che la figlia Tea (Simona Tabasco) frequenti Francesco (Marco D'Amore), un esponente del clan Corvino, che si intuisce quanto una situazione che sta velocemente precipitando costringerà l'ormai disilluso avvocato penalista ad uscire dal guscio protettivo di apatia in cui si è rinchiuso da anni, dopo i suoi fallimenti di avvocato e di uomo.
Da un lato Perez si trova a misurare l'iniziale disprezzo della figlia, per lui ormai l'unico motivo di vita, disprezzo condito da insulti e malauguri di vario tipo, per il fatto che il padre disapprovi il suo amore per il giovane boss: in questo ne esce una figura quasi stoica di un uomo che antepone l'affetto per la figlia alla reazione impulsiva che ci si aspetterebbe. Dall'altro lo stesso avvocato viene contattato dal potente e determinato pentito Luca Buglione (Massimiliano Gallo) di un clan opposto ai Corvino, che lo ingaggerà formalmente per la propria difesa, ma materialmente per il recupero di un prezioso lotto di diamanti nascosti nella pancia di un toro.
Il grosso del film è girato in un sinistro Centro Direzionale di Napoli, che pare quasi cambiare volto o comunque dar voce, nella sua ambientazione spettrale, a quei sussurri che sembra quasi di udire durante la normale routine di un luogo simbolo della noiosa attività lavorativa di uffici ed imprese: una ambientazione fatta di riprese essenzialmente in notturna, con una saturazione dei colori che dà il senso della saturazione delle emozioni che la storia intende riflettere, ulteriormente caricate da toni, linguaggi scurrili ed aggressività o violenze piscologiche di vario tipo. E` il simbolo del doppio volto di una città operosa ma allo stesso tempo terrificante, in un luogo nel quale è come se gabbiani e corvi ad una certa ora si dessero il cambio a testimoniare questa inespricabile mistura di bene e male.
Molto convincente la recitazione di Zingaretti, sicuramente più apprezzabile di quella offerta nel suo più famoso ruolo televisivo; bravissima anche la Tabasco, una sorta di venere nera che ben interpreta l'incoscienza sentimentale della giovane figlia di Perez. D'Amore è convincente quanto basta per dar il giusto volto alla vera natura animalesca del giovane camorrista, mentre Buglione ben rappresenta l'aspetto più insidioso e strisciante della malavita locale.
Un'opera interessante, forse con qualche banalità e qualche incertezza di andamento, ma ben coesa e realistica.
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vincenzo ambriola
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venerdì 3 ottobre 2014
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napoli down town
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Perez è un avvocato d'ufficio. Difende chi non ha soldi, immigrati, ladruncoli, poveri cristi. La sua vita si interseca con quella di un camorrista pentito che lo coinvolge in un losco affare. A complicare la vicenda si aggiunge la figlia Tea, fidanzata con un altro camorrista. Film noir dal forte coinvolgimento emotivo, girato nel Centro Direzionale di Napoli e a Castel Volturno, colpisce per la nitidezza e la crudezza sia delle immagini che dei personaggi. Perez non parla e non agisce, subisce la sua storia di debolezze ed errori. I camorristi, al contrario, sono efficienti, operativi, conoscono i meccanismi e le regole della società, impongono senza pudore la loro cultura e le loro decisioni.
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Perez è un avvocato d'ufficio. Difende chi non ha soldi, immigrati, ladruncoli, poveri cristi. La sua vita si interseca con quella di un camorrista pentito che lo coinvolge in un losco affare. A complicare la vicenda si aggiunge la figlia Tea, fidanzata con un altro camorrista. Film noir dal forte coinvolgimento emotivo, girato nel Centro Direzionale di Napoli e a Castel Volturno, colpisce per la nitidezza e la crudezza sia delle immagini che dei personaggi. Perez non parla e non agisce, subisce la sua storia di debolezze ed errori. I camorristi, al contrario, sono efficienti, operativi, conoscono i meccanismi e le regole della società, impongono senza pudore la loro cultura e le loro decisioni. A volte muoiono ma si riproducono senza difficoltà, reclutando anche chi dovrebbe avere delle forti difese etiche. Ottima la recitazione di Zingaretti, capace di comunicare emozioni anche quando non parla.
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filippo catani
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lunedì 6 ottobre 2014
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personaggi senza speranze
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Napoli. Dopo un passato felice e prestigioso a cui ha fatto seguito un presente buio e privo della moglie, un avvocato tratta ora pericolosi casi d'ufficio. Una scossa alla sua vita arriverà a causa della figlia fidanzatasi con l'appartenente al clan rivale di quello dell'attuale assisstito del padre.
I tre protagonisti della storia formano un triangolo senza speranza intorno al quale ruotano altri personaggi anch'essi privi di prospettive. Al centro di tutto, all'interno di una Napoli triste e buia, troviamo l'avvocato Perez. Un uomo decaduto e ormai dedito solamente al bere e che ha come unica compagnia quella di un collega irrimediabilmente segnato dal passato.
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Napoli. Dopo un passato felice e prestigioso a cui ha fatto seguito un presente buio e privo della moglie, un avvocato tratta ora pericolosi casi d'ufficio. Una scossa alla sua vita arriverà a causa della figlia fidanzatasi con l'appartenente al clan rivale di quello dell'attuale assisstito del padre.
I tre protagonisti della storia formano un triangolo senza speranza intorno al quale ruotano altri personaggi anch'essi privi di prospettive. Al centro di tutto, all'interno di una Napoli triste e buia, troviamo l'avvocato Perez. Un uomo decaduto e ormai dedito solamente al bere e che ha come unica compagnia quella di un collega irrimediabilmente segnato dal passato. La scarica elettrica per la sua esistenza gli verrà data dalla figlia che, sentendosi sola e senza attenzioni, si rifugia tra le braccia di un pericolosissimo ragazzo. E' inutile dire che quando si rimane invischiati entro certe dinamiche è poi difficile uscirne integri; qualcuno è destinato a dover compiere delle scelte terribili. Il film è ben fatto e la trama funziona bene così come i personaggi. Merito sicuramente di un bravissimo Zingaretti che si cala in un ruolo davvero particolare e difficile così come non sorprende la prova di D'Amore già ampiamente apprezzato nel serial Gomorra. Bene anche il regista De Angelis che così come il collega Munzi ha avuto il coraggio di raccontare uno spaccato d'Italia così lontano dalla nostra quotidianità eppure così presente vicino a noi. Insomma una bella iniezionedi fiducia per il nostro cinema che è ancora assolutamente capace di misurarsi con temi difficili e scottanti dove purtroppo raramente ci si può aspettare un happy ending.
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marydeleo
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venerdì 10 ottobre 2014
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indissolubile legame tra storia e regia
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Edoardo De Angelis in Perez. utilizza una tecnica di regia perfettamente integrata con la storia. Un linguaggio asciutto, una sintesi sublime che si manifesta in un segno limpido, di grandezza estetica inequivocabile. Una regia che nel nascondere la complessità della macchina cinematografica, nel rendere invisibile la tecnica rivela la sua estrema qualità.
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catcarlo
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martedì 14 ottobre 2014
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perez.
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Una delle lamentele ricorrenti riguardo al cinema italiano è che manca il prodotto medio: vuoto che questo apprezzabile noir napoletano va in qualche modo a riempire, anche se è facile credere che una rondine non faccia primavera. Presentato alla Mostra di Venezia fuori concorso, si tratta della rielaborazione non banale di temi conosciuti (la pervasività mafiosa, l’uomo che è caduto e cerca di risorgere, la donna in pericolo) che prende corpo in una Napoli diversa di solito, rappresentata grazie alla bella intuizione di utilizzare i piani verticali e futuristici del Centro Direzionale di Kenzo Tange riprendendoli di preferenza di notte o alle prime luci dell’alba.
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Una delle lamentele ricorrenti riguardo al cinema italiano è che manca il prodotto medio: vuoto che questo apprezzabile noir napoletano va in qualche modo a riempire, anche se è facile credere che una rondine non faccia primavera. Presentato alla Mostra di Venezia fuori concorso, si tratta della rielaborazione non banale di temi conosciuti (la pervasività mafiosa, l’uomo che è caduto e cerca di risorgere, la donna in pericolo) che prende corpo in una Napoli diversa di solito, rappresentata grazie alla bella intuizione di utilizzare i piani verticali e futuristici del Centro Direzionale di Kenzo Tange riprendendoli di preferenza di notte o alle prime luci dell’alba. Il Perez del titolo è un’avvocato d’ufficio specializzato nei casi che gli altri non accettano: un’esistenza professionale in caduta libera che va in parallelo alla vicenda personale saltata per aria dopo il fallimento matrimoniale. L’unico suo tesoro è la figlia Tea, che però ha l’infelice idea di innamorarsi di un camorrista. Per recuperarala, il protagonista trova la forza di reagire anche a costo di allearsi con un boss che è sotto il tiro degli inquirenti: l’aiuto di quest’ultimo non è, ovviamente, gratuito, dovendo l’avvocato abbassarsi ad andare a recuperare dei diamanti dallo stomaco di una bufala. Ne scaturisce un film cupo e malmostoso, in cui la luce è poca anche nelle scene in pieno giorno, visto che piove spesso, e il cui scioglimento non appaga con un classico lieto fine anche se Perez, in fondo, riesce a svoltare: eppure, è proprio questa oscurità a esercitare un innegabile fascino sullo spettatore insieme alle scelte di scenografia accennate più sopra. Peccato allora che la scrittura del regista De Angelis e del coautore Filippo Gravino non riesca a mantenere sempre costante la tensione narrativa – e questo al netto del fatto che qualche parte in napoletano sarebbe stato meglio che fosse sottotitolata: dopo un ottimo avvio (con un classico del genere come la voce narrante del personaggio principale), alcuni aspetti non centratissimi come il rapporto tra padre e figlia e il finale raffreddato finiscono per sbilanciare un po’ l’esito complessivo. In ogni caso, gli innegabili pregi hanno la meglio sui difetti anche se da soli, purtroppo, non avrebbero assicurato né la discreta uscita nelle sale, né un ritorno di pubblico sufficiente (al primo spettacolo della domenica pomeriggio con me c’erano almeno altre venti persone) vista anche la tematica non propriamente allegra: a questo ha contribuito invece la presenza di Luca Zingaretti che, oltre a partecipare alla produzione, è bravo a disegnare il disagio esistenziale di Perez in un ruolo non semplice che viene interpretato con grande misura. Quello per la sua prova è un elogio che si può estendere anche al resto del cast, dal delinquente in rampa di lancio di Marco D’Amore (che viene dal ‘Gomorra’ televisivo e qui assomiglia in modo inquietante a Roberto Saviano) al freddo e feroce boss di Massimiliano Gallo, dalla Tea di Simona Tabasco che gioca a fare la femme fatale e rischia di bruciarsi, al disilluso Ignazio nei panni del quale Giampaolo Fabrizio costruisce con efficacia un uomo morto dentro dopo la morte del figlio – sua la battuta più bella, ‘a volte piango, ma non sento niente’.
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nino pell.
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giovedì 9 ottobre 2014
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noir metropolitano dall'essenza discreta
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Noir metropolitano la cui vicenda è prevalentemente ambientata presso il Centro Direzionale di Napoli, esattamente presso il Palazzo di Giustizia. Il film è ottimamente interpretato dai protagonisti, i quali riescono a trasmettere tutta la drammaticità e la spietatezza della finalità conclusiva dell'argomento trattato: la concussione di certi rappresentanti della legge con le forze camorristiche del sud. Il protagonista della vicenda, infatti, è Perez, un fallito avvocato di ufficio al quale sovente viene dato l'incarico di difendere i più irriducibili criminali della zona con la evidente prospettiva di non riuscire a cavarne un ragno dal buco per la loro scarcerazione. Ma un giorno il suo destino cambia e Perez si dimostrerà il più spietato di tutti.
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Noir metropolitano la cui vicenda è prevalentemente ambientata presso il Centro Direzionale di Napoli, esattamente presso il Palazzo di Giustizia. Il film è ottimamente interpretato dai protagonisti, i quali riescono a trasmettere tutta la drammaticità e la spietatezza della finalità conclusiva dell'argomento trattato: la concussione di certi rappresentanti della legge con le forze camorristiche del sud. Il protagonista della vicenda, infatti, è Perez, un fallito avvocato di ufficio al quale sovente viene dato l'incarico di difendere i più irriducibili criminali della zona con la evidente prospettiva di non riuscire a cavarne un ragno dal buco per la loro scarcerazione. Ma un giorno il suo destino cambia e Perez si dimostrerà il più spietato di tutti. Trama interessante ma complessivamente la reputo molto discreta nell'insieme.
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flyanto
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martedì 7 ottobre 2014
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le immense lotte da sostenere per un ormai distrut
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Film in cui si racconta di un avvocato d' ufficio (Luca Zingaretti), di nome appunto Perez, che in quanto tale ha il compito, suo malgrado, di difendere sempre degli individui appartenenti alla camorra o, comunque, alla peggiore specie della malavita di Napoli. Per ciò che riguarda la sua vita privata Perez vive in una condizione di totale disastro in quanto la moglie lo ha abbandonato anni prima e la figlia, che per lui rimane l'unico e sincero affetto, è innamorata e freque[+]
Film in cui si racconta di un avvocato d' ufficio (Luca Zingaretti), di nome appunto Perez, che in quanto tale ha il compito, suo malgrado, di difendere sempre degli individui appartenenti alla camorra o, comunque, alla peggiore specie della malavita di Napoli. Per ciò che riguarda la sua vita privata Perez vive in una condizione di totale disastro in quanto la moglie lo ha abbandonato anni prima e la figlia, che per lui rimane l'unico e sincero affetto, è innamorata e frequenta un esponente di un clan camorrista. Da qui egli deciderà di accordarsi con un delinquente pentito che lui sta difendendo al fine di incastrare ed arrestare il compagno della figlia e liberare così quest'ultima da questa sorta di fascinazione, diventata ormai una relazione sentimentale a tutti gli effetti.
Questa pellicola risulta assai cruda per la tematica che presenta perchè innanzitutto riflette una realtà quanto mai negativa e spietata con cui purtroppo a volte bisogna rapportarsi e poi soprattutto perchè mostra la condizione, direi, estremamente drammatica, per non dire disperata, in cui un uomo, professionista e soprattutto padre di famiglia, viene a contatto e deve confrontarsi. Il dilemma che soprattutto il regista Edoardo De Angelis evidenzia è quello di non possedere la consapevolezza nè la lucidità mentale, nonchè il giusto distacco, per come affrontare una situazione dolorosa e parecchio delicata in quanto gli affetti personali vengono profondamente minati e messi in discussione di fronte ad un agire secondo coscienza e soprattutto secondo la Legge. L'andamento con cui De Angelis racconta tutta la vicenda è lucido, freddo, lineare e con un lieve incalzare fino ad arrivare al climax finale. Sin dall'inizio si percepisce quanto l'intera vicenda precipiterà senza fare sconti a nessuno e non senza lasciare una consistente dose di sofferenza. Ma l'agire secondo coscienza si può dimostrare come unica via di salvezza, sebbene, appunto, a caro prezzo.
Luca Zingaretti risulta quanto mai perfetto in questo ruolo di uomo, e soprattutto padre, così disperato ed all'insegna di una condizione di profonda solitudine interiore e non, dandoci così l'immagine di un personaggio del tutto nuovo rispetto al solito del commissario Montalbano a cui lo spettatore è ormai abituato da anni. Probabilmente chi si aspetta di ritrovare la calma, la saggezza, la sicurezza e la canzonatura di Montalbano, qui rimarrà deluso: Perez risulta un uomo fallito che piano piano si risolleva ma il suo essere eroe non lo innalza pubblicamente ma gli riserba nel profondo una buona dose di sofferenza ed amarezza. Interessante notare è anche il parallelismo esistente tra la condizione di Perez e tutto l'ambiente circostante di una Napoli notturna, fredda e parecchio isolata.
Vivamente consigliato.
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