anvig68
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giovedì 24 aprile 2014
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crea aspettative che non mantiene
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Un Walter Mitty più pretenzioso di quello del 1947 e solo a tratti divertente parte bene ma finisce per naufragare nella banalità. Un Ben Stiller più stralunato che sognatore ci conduce in giro per paesaggi nordici mozzafiato alla ricerca di un senso della vita che in realtà va trovato in noi stessi, quale profondo concetto! Il tutto sullo sfondo della chiusura di Life Magazine, dove arroganti giovani avidi managers in cerca del solo profitto non vedono l'umanità di coloro che alla rivista hanno dedicato una vita. Filo conduttore del film la classica storia d'amore detto e non detto, corrisposto ma forse no, con finale nella migliore tradizione della tradizione della commedia romantica.
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Un Walter Mitty più pretenzioso di quello del 1947 e solo a tratti divertente parte bene ma finisce per naufragare nella banalità. Un Ben Stiller più stralunato che sognatore ci conduce in giro per paesaggi nordici mozzafiato alla ricerca di un senso della vita che in realtà va trovato in noi stessi, quale profondo concetto! Il tutto sullo sfondo della chiusura di Life Magazine, dove arroganti giovani avidi managers in cerca del solo profitto non vedono l'umanità di coloro che alla rivista hanno dedicato una vita. Filo conduttore del film la classica storia d'amore detto e non detto, corrisposto ma forse no, con finale nella migliore tradizione della tradizione della commedia romantica.
In definitiva il film offre più spunti su dove andare in vacanza che di riflessione vera e propria. Per una serata di filosofia low-cost.
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alexander 1986
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lunedì 21 aprile 2014
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il viaggio immaginario di walter è tutto fumo
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Walter Mitty (Ben Stiller) lavora da molti anni come archivista dei negativi presso la prestigiosa rivista 'Life'. Quest'ultima è in procinto di chiudere i battenti (almeno per quanto concerne la versione cartacea) e i suoi arroganti dirigenti rottamatori intendono finire in bellezza con l'ultima foto del grande reporter Sean O'Connell (Sean Penn). Peccato che il negativo non si trovi. Walter, che nella vita ha vissuto grandi avventure solo in numerosi (e un po' patologici) sogni ad occhi aperti, d'impeto decide di partire per un viaggio in giro per il mondo alla ricerca di Sean, tra i ghiacci del nord Europa e gli altopiani asiatici. Naturalmente egli tornerà da questa avventura trasformato, in senso positivo.
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Walter Mitty (Ben Stiller) lavora da molti anni come archivista dei negativi presso la prestigiosa rivista 'Life'. Quest'ultima è in procinto di chiudere i battenti (almeno per quanto concerne la versione cartacea) e i suoi arroganti dirigenti rottamatori intendono finire in bellezza con l'ultima foto del grande reporter Sean O'Connell (Sean Penn). Peccato che il negativo non si trovi. Walter, che nella vita ha vissuto grandi avventure solo in numerosi (e un po' patologici) sogni ad occhi aperti, d'impeto decide di partire per un viaggio in giro per il mondo alla ricerca di Sean, tra i ghiacci del nord Europa e gli altopiani asiatici. Naturalmente egli tornerà da questa avventura trasformato, in senso positivo.
Annunciato in pompa magna come il nuovo 'Forrest Gump', questo film rappresenta semmai l'approdo di Stiller a quella fase cui sembra che ogni comico, piccolo o grande, tende ad arrivare: quella del declino sentimentalistico e patetico. Ci è finito l'ultimo Chaplin, così come Peter Sellers e persino Jim Carrey. Non ho mai apprezzato la sua comicità, eppure ho intravisto nello Stiller regista negli ultimi anni una creatività e un'intelligenza superiori a quelle necessarie alla creazione di questo film; il quale è un film semplice, anzi sempliciotto, gonfio di buoni sentimenti e ordinato come un bel presepe. Il nostro eroe ottiene tutto ciò che desidera, i cattivi sono castigati, la morale delle piccole cose trionfa sul denaro e sull'ambizione.
Ma non è questa la ragione che rende 'WM' un film trascurabile. Tutt'al più lo si potrebbe definire 'carino' senza aggiungere nulla. Una delle solite polpettine sul volemose bene' anticapitalista e pauperista.
Il vero problema è che nel film viene esposta una trasformazione del personaggio senza che se ne spieghino le effettive ragioni. Può una corsa in bicicletta in Groenlandia, o un tramonto sull'Himalaya, far di un mediocre impiegatuccio un novello Indiana Jones? Ovviamente no, ma le scarse idee di Stiller e sceneggiatore non sanno come mantenere le promesse pronunciate a inizio film, e quindi puntano tutto sulla distrazione dell'occhio dello spettatore mediante la spettacolarità scenografica. Dati gli standard cui siamo abituati oggigiorno, tale espediente non si può certo definire azzeccato.
Le parti migliori del film sono indubbiamente quelle più propriamente comiche. Purtroppo, però, come detto sopra il buon Stiller ha deciso di puntare forte su un registro diverso ma non a lui congeniale.
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liuk!
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lunedì 21 aprile 2014
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ennesimo flop di stiller
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I disastri di Stiller sembrano non avere intenzione di cessare. L'ormai ex promessa di Hollywood, che sembrava avviato a miglior fortuna e ad un cinema di maggior spessore (se pur sempre nella commedia), incasella un'altro flop, un film inutile e senza idee.
Siamo di fronte all'ennesimo remake di Sogni Proibiti, di cui ricordiamo con affetto il mitico Sogni Mostruosamente Proibiti di Paolo Villaggio che contiene alcune delle scene più spassose del cinema italiano ("Sig. Coniglio... mi dica i nomi degli spettatori della curva sud settore H che erano presenti alla partita"): la versione odierna però non fa mai ridere nè sorridere risultando una non commedia.
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I disastri di Stiller sembrano non avere intenzione di cessare. L'ormai ex promessa di Hollywood, che sembrava avviato a miglior fortuna e ad un cinema di maggior spessore (se pur sempre nella commedia), incasella un'altro flop, un film inutile e senza idee.
Siamo di fronte all'ennesimo remake di Sogni Proibiti, di cui ricordiamo con affetto il mitico Sogni Mostruosamente Proibiti di Paolo Villaggio che contiene alcune delle scene più spassose del cinema italiano ("Sig. Coniglio... mi dica i nomi degli spettatori della curva sud settore H che erano presenti alla partita"): la versione odierna però non fa mai ridere nè sorridere risultando una non commedia. Purtroppo non si riesce a collocare in nessuna altra categoria e rimane nel limbo delle pellicole scialbe ed anonime.
Ne sconsiglio a tutti la visione e.. provaci ancora Ben.
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claudiofedele93
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lunedì 14 aprile 2014
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il nuovo film di stiller con alti e bassi!
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Walter Mitty (Ben Stiller) lavora in una prestigiosa rivista fotografica che sta per chiudere i battenti (LIFE). La sua caratteristica peculiare è quella di viaggiare con la mente, immaginandosi in situazione in cui è un eroe sprezzante del pericolo e desiderato dalla donna che ama. Quando Mitty e la sua collega, della quale è segretamente innamorato, rischiano di perdere il lavoro si trova costretto a fare i conti con la realtà e osare l’inimmaginabile: passare all’azione.
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Walter Mitty (Ben Stiller) lavora in una prestigiosa rivista fotografica che sta per chiudere i battenti (LIFE). La sua caratteristica peculiare è quella di viaggiare con la mente, immaginandosi in situazione in cui è un eroe sprezzante del pericolo e desiderato dalla donna che ama. Quando Mitty e la sua collega, della quale è segretamente innamorato, rischiano di perdere il lavoro si trova costretto a fare i conti con la realtà e osare l’inimmaginabile: passare all’azione. Lo farà partendo per uno straordinario viaggio in posti sperduti alla ricerca di una preziosa fotografia.
Quinta prova da regista per Ben Stiller, uno dei re della commedia Americana degli ultimi anni, già dietro la macchina da presa per quell’acclamato Tropic Thunder che nel 2008 aveva entusiasmato critica e pubblico; Stavolta lasciata da parte la parodia bellica e le spacconate militari, Stiller si concentra nel dirigere una sorta di remake di Sogni Proibiti di McLeod, privilegiando, dell’intera vicenda, la parte on the road e lasciando da parte il lato noir della storia tratta dal racconto di James Thurber.
Un film che se da una parte incanta per le sue scenografie e gli scorci panoramici che ci sa regalare per la maggior parte del tempo di luoghi quali la Groelandia,l’Himalaya e l’Islanda, dall’altra appare un po’ incerto e poco incisivo nelle sequenze ambientate negli spazi urbani americani seppur, comunque, esso si vesta di una sua morale ed una sua critica alla società moderna. Mitty, il sognatore del ventunesimo secolo, è un perdente, un uomo che lavora da 16 anni per una nota rivista fotografica e che tuttavia non si sente realizzato, né tanto meno sicuro di se, ciò infatti non gli permette di farsi notare dalla donna di cui si è innamorato portandolo a conoscerla attraverso un sito di incontri on-line. Con il cambio di gestione della rivista di cui è dipendente, i suoi nuovi dirigenti non solo lo deridono ma gli fanno capire che non avrà vita facile e che al minimo intoppo saranno felicissimi di licenziarlo senza tanti convenevoli. Ecco, dunque, la leggera,ma concreta, critica che Stiller muove contro l’America di Obama, la quale soffre della crisi economica esattamente come ogni altro paese del mondo, che “gode” di dirigenti e padroni il cui unico pensiero è solo quello di far il maggior numero di incassi, liquidare tutte quelle persone che avevano messo anima e corpo nel loro lavoro per tanti anni e chiudere la porta ai sogni delle gente.
E su questo aspetto il film non soffre di alcuna debolezza, poiché grazie ad un ritmo semplice, non particolarmente frenetico e a volte malinconico ed al contempo scanzonato, esso riesce a lanciare qualche arringa contro un sistema che non solo nega l’immaginazione ma annienta anche l’uomo, il quale non si sente affatto realizzato nell’ambiente di lavoro né in esso e per esso viene premiato o quanto meno rispettato; nell’era del “Yes, We Can” di “Think Different" e dei Social Network Walter Mitty trova la sua momentanea libertà in uno dei tanti momenti in cui si estranea dal mondo eppure, quando in ballo c’è la stabilità e il posto di lavoro si mette da parte la fantasia e si fa un po’ di tutto per correre ai ripari, per cercare di non essere buttato fuori a calci, per cercare di continuare a sbarcare il lunario senza immaginare che proprio tutto ciò darà il via ad un netto cambiamento.
Parte così l’avventura del protagonista interpretato da Stiller, il quale sarà proprio grazie ai suoi viaggi ed alle nuove esperienze attorno al mondo, alla ricerca di una fotografia essenziale per l’ultimo numero di LIFE, che imparerà cosa è davvero importante nella vita e cosa egli voglia davvero da essa. Un film che dunque porta a riflettere e ci spinge a realizzare i nostri sogni, goderci la nostra esistenza e gettarci nel vortice dell’avventura, ma non è tutto oro quel che brilla, poiché dinanzi ai tanti episodi (alcuni dei quali un po’ troppo irreali) vi è comunque una storia che non riesce a convincere e conquistare appieno, portando questo prodotto lontano da un’eccellenza che la si può trovare solo esteticamente grazie anche ad un’ottima e sobriamente satura fotografia.
Stiller gioca molto sulle immagini e con i colori, sfrutta ogni suo paesaggio a disposizione ma si dimentica, di tanto in tanto, di tenere con i piedi per terra il suo film, lasciandosi andare a volte in eccessi e non mostrando il giusto approfondimento nonché i giusti toni drammatici che avrebbero alla fine giovato al prodotto. Non si può, però, criticare del tutto un opera che nella filmografia del comico americano rappresenta forse il suo lato più maturo, ma è comunque giusto far notare che Mitty si mostra come un ibrido, una storia triste, allegra, irreale quanto può essere un sogno e che dunque, di conseguenza, non sempre risulta brillante o coinvolgente.
I Sogni Segreti di Walter Mitty è un lavoro indubbiamente interessante, un film godibile che riesce comunque a farsi apprezzare non tanto per la storia, quanto per alcune idee visive e messaggi verso una società difficile da elogiare ed a volte persino da inquadrare nel futuro; la pellicola inoltre ha il suo punto di forza nelle scenografie e nel voler mettere in scena la bellezza della natura ed il tutto inoltre è accompagnato da una discreta messa in scena ed una buona colonna sonora in cui fanno capolino testi di David Bowie e gli Of Monsters and Men. Con i suoi alti e bassi, l’ultima opera di Ben Stiller non può né essere catalogata come un capolavoro né però come un fallimento, essa va presa esattamente così come ci viene proposta, con la sua poca serietà e la sua non costante componente comica, un film che esattamente come un sogno o un momento di incantamento si lascia trasportare dalla fantasia di chi l’ha narrata e diretta e forse, proprio come per le grandi avventure, l’inaspettato è l’elemento che nel bene o nel male, contraddistingue maggiormente l’esito di una storia.
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paola libro
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lunedì 14 aprile 2014
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i sogni segreti di walter mitt
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Un coinvolgimento tale da confondere divertendo lo spettatore che si trova incluso in un viaggio onirico - reale del fotografo Walter Mitt, durante il quale sarà proprio l'utente l'attivo protagonista del film del regista Ben Stiller, chiamato ad interpretare da un lato il confine tra sogno e realtà e dall'altro il sottile gioco linguistico e riflessivo del regista.
L'editor fotografico del megazine "Life", Walter Mitt, è un amante sognatore che frequentemente rimane ingabbiato ad occhi aperti in suggestioni mentali, alquanto eroiche, avventurose e passionali - in particolare nei confronti di una collega di cui è segretamente innamorato - tanto da essere considerato un tipo strano e inconcludente al lavoro.
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Un coinvolgimento tale da confondere divertendo lo spettatore che si trova incluso in un viaggio onirico - reale del fotografo Walter Mitt, durante il quale sarà proprio l'utente l'attivo protagonista del film del regista Ben Stiller, chiamato ad interpretare da un lato il confine tra sogno e realtà e dall'altro il sottile gioco linguistico e riflessivo del regista.
L'editor fotografico del megazine "Life", Walter Mitt, è un amante sognatore che frequentemente rimane ingabbiato ad occhi aperti in suggestioni mentali, alquanto eroiche, avventurose e passionali - in particolare nei confronti di una collega di cui è segretamente innamorato - tanto da essere considerato un tipo strano e inconcludente al lavoro. Ben presto è costretto ad intraprendere un vero e proprio viaggio in giro per il mondo alla ricerca del fotografo, autore di un importante negativo che scompare dal suo ufficio, pena il suo licenziamento. In giro per il mondo, tra avventure mozzafiato e pericoli inimmaginabili, sfide fantastiche e avversità reali (rivisitazione moderna del film "The secret Life of Walter Mitty" di James Thurber del 1939 da cui trae ispirazione) , alla ricerca dello scatto "la quinta essenza della vita", necessario per l'ultima edizione del magazine per il quale lavora. E' proprio lui la quinta essenza della vita dell'ultima uscita della rivista: il fotografo fotografato al lavoro, essenza della comunicazione visiva del settimanale, si guadagna la copertina di "Life" nel momento in cui ormai non crede nelle sue potenzialità! Un sapiente intreccio di significati e significanti, tra fantasia e realtà, commedia, dramma, avventura, alla quale si affiancano passione e amore per il proprio lavoro, la fotografia per Mitt, il cinema per il regista.
Paola Libro
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andrelibero
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venerdì 4 aprile 2014
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piacevole
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Film piacevole, bene la storia, la recitazione ed ottima la fotografia!
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peppons89
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domenica 30 marzo 2014
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appassionante
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corazzatakotiomkin
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domenica 23 marzo 2014
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sognare di vivere o vivere un sogno ?
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Film efficace e significativo, ma al contempo divertente e spensierato. In sostanza ciò che dovrebbe essere una commedia che si rispetti. C'era riuscito Jim Carrey con "Una settimana da dio" prima, poi con "Yes man" ; il risultato era stato proprio lo stesso: un film spassoso e denso di significato. Ben Stiller si conferma come al solito un ottimo attore comico, che tuttavia riesce a conferire la giusta serietà e intensità dove necessario.
Scelta dei brani musicali molto efficace. In conclusione: ottimo film.
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davide chiappetta
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lunedì 24 febbraio 2014
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oltre il giardino
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I sogni segreti di Walter Mitty è una commovente e visivamente splendida metafora dell'esistenza. È l'invito a prendere in mano le redini della propria vita, ad attingere al proprio personale passato, a ciò che si è stati un tempo per tener testa all'oggi, per superare le implacabili tempeste che la vita non finirà mai di scatenarci addosso. È un inno all'autostima, un'esortazione a credere in se stessi, a scoprire quella peculiare bellezza interiore che ognuno possiede. Basta aggiustare il tiro e saper indirizzare lo sguardo. Il film tocca molti temi senza appesantirne nessuno di esso, si parla di opposizione di tutto ciò che è cartaceo/online, virtuale/tattile, vecchio/nuovo ma più che altro tra spettatore-sognatore(Walter, e noi stessi come comuni spettatori di film) e il regista che fa i film(Sean il fotografo, che paradossalmente è anche Ben Stiller che fa sognare noi con questa storia) e inoltre credo che sia una dichiarazione d'amore di Stiller per Life una delle più belle riviste mai esistite sulla faccia della terra che ha dato onore e prestigio in particolare a Kubrick e Capa almeno i più conosciuti.
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I sogni segreti di Walter Mitty è una commovente e visivamente splendida metafora dell'esistenza. È l'invito a prendere in mano le redini della propria vita, ad attingere al proprio personale passato, a ciò che si è stati un tempo per tener testa all'oggi, per superare le implacabili tempeste che la vita non finirà mai di scatenarci addosso. È un inno all'autostima, un'esortazione a credere in se stessi, a scoprire quella peculiare bellezza interiore che ognuno possiede. Basta aggiustare il tiro e saper indirizzare lo sguardo. Il film tocca molti temi senza appesantirne nessuno di esso, si parla di opposizione di tutto ciò che è cartaceo/online, virtuale/tattile, vecchio/nuovo ma più che altro tra spettatore-sognatore(Walter, e noi stessi come comuni spettatori di film) e il regista che fa i film(Sean il fotografo, che paradossalmente è anche Ben Stiller che fa sognare noi con questa storia) e inoltre credo che sia una dichiarazione d'amore di Stiller per Life una delle più belle riviste mai esistite sulla faccia della terra che ha dato onore e prestigio in particolare a Kubrick e Capa almeno i più conosciuti.
Ci sarebbe molto da parlare sulla struttura sbilanciata (ma poi lo è veramente?) e di qualche soluzione narrativa telefonata, inoltre a mio avviso alcuni personaggi non sono messi ben a fuoco, come la sorella del protagonista o il figlio della sua amata collega che hanno si è no due o tre scene e potevano essere ben sviluppati o al massimo eliminati dalla storia, lo stesso per quel che riguarda qualche sequenza come quella iniziale del salvataggio del cagnolino o della lotta sulle strade di NY che si, sono molto divertenti, fedeli allo stampo comico stilleriano, ma sono anche fracassoni e virano troppo sul genere super-eroi e se vogliamo scollati dall'umore generale del film (maliconico-meditativo come Walter Mitty), in compenso l'intero film non ti lascia respirare dall'inizio alla fine, e finalmente non stonano affatto alcune frasi musicali che accompagnano la storia e che appaiono nei posti più disparati della scenografia, dai muri di un aereoporto fino a una fiancata di una montagna; in pratica a Ben Stiller che si è fatto da se, è riuscito a trasmettere emozioni musica-immagine più di qualsiasi altro regista sfornato da MTV; il film dalla sceneggiatura apparentemente semplice come i sogni che fa Walter è profondo e intenso, forse è uno dei pochi che fa sentire potentemente la quintessenza del cinema, quello di dare grandi emozioni, le stesse che prova di nascosto il grigio impiegato e timido sognatore che si trasforma in uomo avventuroso e che riesce finalmente a dare un senso alla sua vita; e tutto questo è reso in modo abbastanza credibile da alcuni tocchi di sceneggiatura fine e ottima regia: basti pensare quando Walter da lezioni di skate al ragazzino, le sue acrobazie non sono altro che semi di quel che succederà quasi immediatamente dopo, e gli incidenti che subisce quanto sogna a occhi aperti durante questi escursus avventurosi sono un monito accolto subito da Walter (il lancio della bicicletta è una cesura netta con la sua precedente mania onirica), inoltre in tema di cinema come fornitrice di immagini e sogni vi è un altro attinente reso perfettamente nelle scene finali quando Walter incontra Sean e quest'ultimo all'ultimo momento desiste nel riprendere il felino fantasma delle nevi: quanto hai una cosi gran bellezza davanti ai tuoi occhi devi lasciare tutti i tecnicismi analogici o digitali per goderti il momento irripetibile a costo di essere l'unico osservatore e forse anche non guadagnarci niente a livello economico o sociale. Ad altre letture verrebbe da pensare che tutto il film non sia altro che un lungo sogno ad occhi aperti, che parte proprio quando il protagonista eroe caduto da una montagna si materializza davanti la bella collega con in mano un uccello al posto di un cellulare quasi ad anticipare quel che accadrà dopo, o l'andamento da sogno del film in cui tutto si svolge e si svela come nei migliori romanzi d'avventura, se fosse cosi sembrerebbe proprio sia lo stato malato mentale del famoso giardiniere di 'Oltre il giardino' nel quale l'anziano protagonista viveva delle stesse situazioni che vedeva dalla tv, e che Stiller dice essersi ispirato più dell'evidente e scontato 'Sogni proibiti' dal quale peraltro la trama si discosta di molto, e questo spiega possibilmente la presenza di Sellers nella foto gigante appesa al muro e quello di Shirley MacLaine che fu anch'essa protagonista nel film vincitore di Oscar, se ci aggiungiamo anche che il fotogramma finale che vira verso il bianco verso un possibile risveglio... ma forse tutto questo è stato creato di proposito per depistare lo spettatore. Non immaginavo proprio che il simpaticissimo attore e bravo regista del cult 'Giovani carini e disoccupati' potesse superare se stesso e toccare alti vertici in quanto a lirismo poetico, il film oltre a spingerti in ulteriori visioni per la profondità delle immagini e dei simboli, esso ti lascia a bocca aperta per le riprese da sogno di herzoghiana memoria, ma basta ancora meno, basta la scena dell'elicottero sulle note della classica e stupenda 'Space Oddity', o i 17 km di strada libera sullo skateboard sotto il vulcano o lo scatto finale su carta stampata per innamorarsi di questo meraviglioso film. Stiamo parlando di autentico capolavoro? Non lo so. Posso solo dire in questo più che in altri casi 'ai posteri l'ardua sentenza'.
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ilaria pasqua
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sabato 8 febbraio 2014
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carino
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Walter Mitty è un sognatore, il genere di persona che si incanta e usa l’immaginazione per correggere una realtà che non piace.
Lavora rinchiuso in uno studio come archivista dei negativi della rivista Life da ben 16 anni, ed è disperatamente cotto di una delle nuove arrivate, Cheryl, con cui non è riuscito mai a scambiare nemmeno una parola, ma nei suoi momenti di black out sì, eccome.
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Walter Mitty è un sognatore, il genere di persona che si incanta e usa l’immaginazione per correggere una realtà che non piace.
Lavora rinchiuso in uno studio come archivista dei negativi della rivista Life da ben 16 anni, ed è disperatamente cotto di una delle nuove arrivate, Cheryl, con cui non è riuscito mai a scambiare nemmeno una parola, ma nei suoi momenti di black out sì, eccome.
Però i problemi sono altri, almeno in quel giorno preciso in cui la storia ha inizio: la rivista Life sta infatti per chiudere i battenti a favore di una versione online. Ci sono dei manager ignoranti e fastidiosi in giro per l'edificio pronti a licenziare a tutto spiano. Da quel momento in poi l’unica cosa di cui si dovrà occupare il personale che resta per quelle poche ultime settimane prima della liquidazione (giusto lo stretto necessario) è l’ultimo numero di Life.
Walter Mitty ha un ruolo fondamentale perché è lui che cura i contatti con il fotografo preferito di Life, Sean, quello che manda sempre i negativi per le foto di copertina. La scelta stavolta è facile, per la famosa ultima copertina, lo stesso fotografo indica all'archivista LA foto, quella che considera addirittura "la quintessenza della vita", ma quando sfoglia i negativi Mitty si accorge che manca proprio quello, il numero 25.
Questa circostanza spinge Mitty a chiedere aiuto a Cheryl ma soprattutto lo costringe fuori da quelle quattro mura, alla ricerca di Sean che è sempre in viaggio. Passerà lunghe giornate al suo inseguimento, visitando più di un paese, e al ritorno non sarà, per fortuna, più lo stesso.
Ho trovato questo film grazioso, nel complesso. Walter Mitty, interpretato da Ben Stiller, fa tenerezza, ma allo stesso tempo viene voglia di prenderlo a calci per farlo muovere, per fargli compiere uno straccio di passo avanti. È immobile da 16 anni, non c’è stata crescita, o cambiamento, perciò nascondersi nei suoi sogni, forgiati da desideri che appaiono impossibili, sembra l’unica cosa da fare. Una logica conseguenza di una vita che non soddisfa. Ma Walter non è una persona banale, prima dei vent’anni era un ragazzo pieno di entusiasmo, pronto a partire con uno zaino in spalla, era un tipo avventuroso, uno che portava i capelli alla moicana, però un avvenimento lo ha spinto su un binario che non era il suo.
E questa sembra proprio l’occasione giusta per tornare ad essere quel ragazzo, o almeno un uomo che non rinunci ai propri sogni e che li viva veramente, non solo nella propria testa. Insomma, rimetta in piedi la sua vita, perché starsene rinchiuso in un ufficio sotto terra, al buio, non è la cosa giusta per lui.
Il viaggio che affronterà alla ricerca del negativo 25 sarà pieno di emozioni. Vivrà avventure talmente grandi e apparentemente impossibili che la realtà e l’immaginazione finiranno per confondersi. Ho sentito in sala gente che si chiedeva più volte: stava immaginando tutto o no? E sicuramente questo era lo scopo del regista: arrivare a confondere i confini, per dare al film un’atmosfera surreale, da sogno, in un certo senso magica. Inutile dire che troverà il 25esimo negativo, e che diventerà la copertina dI Life.
Nel complesso l’ho trovato un film piacevole, ma a mio parere non è del tutto riuscito. Prima di tutto ci sono delle leggerezze di sceneggiatura sin troppo visibili, poi i viaggi mentali di Mitty a volte finiscono per rompere troppo il ritmo del film, ma allo stesso tempo aiutano molto a movimentarlo. Dal viaggio in poi va meglio, i paesaggi sono mozzafiato e la fotografia è molto buona.
Ben Stiller è bravo anche nei drammatici dai toni comici, però questo ruolo buonista gli si addice fino a un certo punto, io lo trovo sempre migliore nelle commedie, e spero proprio lasci questa strada per tornare a fare ciò che davvero sa fare. La coprotagonista Kristen Wiig, invece, mi è sembrata un po’ spenta, o forse annoiata. Simpatici tutti gli altri, a partire dal centralinista Tod, anche se la sua "presenza" nel film è abbastanza assurda, e di nuovo poco originale. Piccolo cameo poi per Sean Penn che ne esce sempre a testa alta.
La verità è che Ben Stiller sembra molto più a suo agio nel registro comico, e infatti le scene comiche, molto poche in realtà, sembrano le più riuscite.
Oltre alla fotografia che spicca, di certo aiutata dai paesaggi splendidi, bella anche la colonna sonora, in alcuni punti dà una spinta in alto al film.
In conclusione un film gradevole ma un po' furbetto, a cui manca certamente qualche buona idea in più e a tratti sembra proprio mal sviluppato, un'accozzaglia di tematiche di cui si sfiora appena la superficie. Peccato per alcune scelte di trama davvero banali e poco coraggiose che puntano più a far leva sui sentimenti degli spettatori che su qualsiasi altra buona intenzione, come appunto provare a plasmare l'idea iniziale, anche questa non troppo originale, in qualcosa di nuovo.
Recensione pubblicata originariamente su: www.ilariapasqua.net
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