giorgiotolle
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domenica 29 dicembre 2013
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veramente un pessimo film
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Provo a commentare questo film, visto ieri sera, perché fuori dal cinema mi sono domandato come mai pellicole così mediocri possano essere realizzate, promosse in pompa magna, registrare buoni incassi e clamorosamente raccogliere buone recensioni tra i media (veramente qualcuno lo ha definito il nuovo Forrest Gump??!?!?!). Possibile, mi sono detto, che noi - pubblico del grande schermo - siamo disposti a "berci" di tutto oramai?
Il film parte da ingredienti a mio avviso buoni: un sognatore costretto a vivere in una società dove i rapporti sociali si limitano a un computer, che ha la grande occasione di vivere una vera avventura, nella natura incontaminata, per scoprire la vera essenza dell'uomo.
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Provo a commentare questo film, visto ieri sera, perché fuori dal cinema mi sono domandato come mai pellicole così mediocri possano essere realizzate, promosse in pompa magna, registrare buoni incassi e clamorosamente raccogliere buone recensioni tra i media (veramente qualcuno lo ha definito il nuovo Forrest Gump??!?!?!). Possibile, mi sono detto, che noi - pubblico del grande schermo - siamo disposti a "berci" di tutto oramai?
Il film parte da ingredienti a mio avviso buoni: un sognatore costretto a vivere in una società dove i rapporti sociali si limitano a un computer, che ha la grande occasione di vivere una vera avventura, nella natura incontaminata, per scoprire la vera essenza dell'uomo. Una storia che -pensavo- poteva essere raccontata con quel sapore sognante di film splendidi come Big Fish.
Invece il film è un'imbarazzante accozzaglia di clichè ed espedienti narrativi, a cominciare dai dialoghi, tutti a dir poco grossolani e inverosimili. Per non parlare dei sogni (che ci sono solo nelle prime scene del film, poi spariscono del tutto), forzati, insensati e che a volte scadono persino nella parodia pseudodemenziale, perdendo ogni aderenza alla storia e alle intenzioni del film. E poi il modo grossolano in cui sono fatti i personaggi, la storia completamente inutile, e le evidenti ambizioni della pellicola completamente mancate, con il risultato di una specie di film-scimmiottatura un po' di Forrest Gump e un po' di Into the Wild. Un crescendo di inutilità e noia, inverosimiglianza e inconcretezza, che termina nel finale scontato e idiota che, almeno nella sala dove ho visto il film, ha fatto tossire più di una persona. Che questa possa essere stata definita da qualche giornale una buona prova di regia di Ben Stiller mi pare incomprensibile. Lo definirei imbarazzante e indisponente.
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infognaman76
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domenica 29 dicembre 2013
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bruttino forte!
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Primo tempo guardabile.Secondo tempo il nulla assoluto! Nel complesso:Noioso! Salvabile solamente la fotografia!voto 5.5
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(di pascale marie)
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thedust67
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domenica 29 dicembre 2013
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l'immaginazine, una realtà che non ha confini
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In questi tempi molte delle persone non possono realizzare i propri piaceri, quindi si immergono nel loro piccolo mondo immaginario. Mi piace l'idea che ha avuto Ben Stiller, essere una "Macchina Da Sogni", con questo film ha voluto dire, che le persone oltre ad immaginare devono avere la volontà di agire proprio come ha fatto Walter MItty. Mi è piaciuto tantissimo il film anche se sono presenti buchi di scena, il miglior film di Ben Stiller (per me), per non parlare della colonna sonora davvero bella. Anche se ha avuto pochi minuti di scene, resto del fatto che Sean Penn sia uno dei migliori attori/registi in circolazione.
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axel6023
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domenica 29 dicembre 2013
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the secret of life di ben stiller
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“Il film è un’accozzaglia di buone idee mal sviluppate. Ci sono troppi punti che non vengono spiegati. Sembra una commedia a sfondo sentimentale con la pretesa del risvolto filosofico-impegnato.”
E questi sono i commenti maggiormente lusinghieri nei confronti di Ben Stiller, attore e regista di questa intensa pellicola, giudicata, a mio modesto parere, con troppa fretta.
La stessa fretta di cui parla Walter nella vita di oggi, fatta di ordinata frenesia, di ritmi intensi e di propensione alla quantità, alla fruizione veloce, e che ci nega il diritto più grande di tutti: quello di poter sognare. E poi perché? Perché è imbarazzante, sconveniente e soprattutto “non te lo puoi permettere”.
Walter è un ribelle dormiente che nel cuore culla sogni di grandi avventure, di viaggi e di atti coraggiosi, ma che alla morte prematura del padre si fa carico della responsabilità della sua famiglia e mette da parte tutto.
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“Il film è un’accozzaglia di buone idee mal sviluppate. Ci sono troppi punti che non vengono spiegati. Sembra una commedia a sfondo sentimentale con la pretesa del risvolto filosofico-impegnato.”
E questi sono i commenti maggiormente lusinghieri nei confronti di Ben Stiller, attore e regista di questa intensa pellicola, giudicata, a mio modesto parere, con troppa fretta.
La stessa fretta di cui parla Walter nella vita di oggi, fatta di ordinata frenesia, di ritmi intensi e di propensione alla quantità, alla fruizione veloce, e che ci nega il diritto più grande di tutti: quello di poter sognare. E poi perché? Perché è imbarazzante, sconveniente e soprattutto “non te lo puoi permettere”.
Walter è un ribelle dormiente che nel cuore culla sogni di grandi avventure, di viaggi e di atti coraggiosi, ma che alla morte prematura del padre si fa carico della responsabilità della sua famiglia e mette da parte tutto. Compreso sé stesso.
Il lavoro silenzioso e alienante all’interno del suo ufficio, presso la rivista Life di cui si occupa dell’archivio fotografico, ha reso egli stesso “alieno” alla vita e allo stesso motto del giornale per cui lavora:” Vedere il mondo, attraversare i pericoli, guardare oltre i muri, avvicinarsi, trovarsi l’un l’altro e sentirsi”.
Una vita a compartimenti stagni che lo rende incapace ad avere rapporti umani diretti e non mediati dalla tecnologia (Walter è infatti “vittima” di un sito d’incontri online dove ha scarso successo essendo poco “virtualmente appetibile”).
Così la scomparsa del fotogramma che avrebbe rappresentato l’ultima copertina di Life diventa il pretesto per un viaggio impensabile e sgangherato che lo porterà lontano, lontanissimo. Fino a quel ragazzino con la cresta che voleva girare l’Europa.
L’effetto di questo film è disorientante e sicuramente non accostabile a Forrest Gump, a cui viene tragicamente paragonato (bisogna essere onesti Tom Hanks è un attore di un’altra levatura), ma non per questo bisogna soffermarsi all’apparenza. Perché è proprio di questo di cui Walter ci sta parlando. Della paura di essere giudicati per scelte non convenzionali, delle giustificazioni che diamo a noi stessi per non uscire dal nostro orticello sicuro, dell’incapacità ad aprire le ali verso il mondo perché nella mano destra stringiamo una ventiquattrore.
Forse “The secret of life” di Walter Mitty (e di chiunque altro) è proprio quello di comunicare, di scoprire il mondo ed entrare in contatto con le altre persone (Mitty = to meet .Incontrare) e per farlo bisogna scavare, scavare, scavare dentro noi stessi per riuscire a vedere oltre quello che i nostri occhi ci permettono.
Solo così anche noi potremo trovare il nostro fotogramma #25.
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robert mann
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domenica 29 dicembre 2013
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poetico, originale, strampalato, mai retorico
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Walter Mitty (Ben Stiller) siamo noi, avvitati nella nostra normalità, che abbiamo sognato di ribellarci ad arroganza e potere, che abbiamo sognato l’amore o soltanto un po’ d’attenzione senza neppure avere il coraggio di provare ad ottenerli e che abbiamo sognato di vincere i campionati del mondo con un nostro gol all’ultimo minuto. Walter Mitty si incanta, si assenta dalla realtà, stacca la corrente e sogna, diventa quello che vorrebbe essere per un tempo di una parentesi, ma un accadimento, un licenziamento ingiusto, un amore, il negativo di una foto da ritrovare sono la molla per intraprendere quel viaggio che dovevamo fare e che non abbiamo fatto. Nulla ci può fermare.
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Walter Mitty (Ben Stiller) siamo noi, avvitati nella nostra normalità, che abbiamo sognato di ribellarci ad arroganza e potere, che abbiamo sognato l’amore o soltanto un po’ d’attenzione senza neppure avere il coraggio di provare ad ottenerli e che abbiamo sognato di vincere i campionati del mondo con un nostro gol all’ultimo minuto. Walter Mitty si incanta, si assenta dalla realtà, stacca la corrente e sogna, diventa quello che vorrebbe essere per un tempo di una parentesi, ma un accadimento, un licenziamento ingiusto, un amore, il negativo di una foto da ritrovare sono la molla per intraprendere quel viaggio che dovevamo fare e che non abbiamo fatto. Nulla ci può fermare. Groenlandia, Islanda, Afganistan sono abitate da persone come noi e la torta della mamma è il nostro lasciapassare, la realtà supera il sogno tanto è incredibile, ma non importa, è domenica pomeriggio e questo è cinema,e siamo tornati tutti bambini a tutta velocità sullo skateboard su strade incerte, tra tuffi dall’elicottero nel mare glaciale, squali, vulcani in eruzione, tramonti meravigliosi dove finalmente la scenografia è la natura e un altro mondo è possibile e dove un uomo non contaminato (il meraviglioso Sean Penn) sa “fotografare” la vita e ci rispetta e l’ultima copertina di Life la dedica a noi perché ci spetta di diritto.
Robert Mann
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filippo catani
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domenica 29 dicembre 2013
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sognare ad occhi aperti
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Walter Mitty dirige l'archivio fotografico di Life. Giunta alla sua ultima edizione cartacea, si decide di mettere in copertina lo scatto di un famosissimo fotografo freelance. Il problema che questo scatto non si trova e Mitty decide allora di mettersi sulle tracce del fotografo.
Sicuramente un film del genere deve essere apprezzato per cio che vuole stare a significare più che per la storia in se che comunque contiene alcune ottime note. L'opera è una grande metafora sulla vita che partendo dal motto della rivista Life ci spinge ad andare oltre i muri e a non vivere una vita grigia. Grigia come la vita di Mitty che vive in un anonimo e grigio complesso residenziale, lavora in archivio, tiene il conto di tutte le spese e non ha il coraggio di farsi avanti con la donna di cui è innamorato.
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Walter Mitty dirige l'archivio fotografico di Life. Giunta alla sua ultima edizione cartacea, si decide di mettere in copertina lo scatto di un famosissimo fotografo freelance. Il problema che questo scatto non si trova e Mitty decide allora di mettersi sulle tracce del fotografo.
Sicuramente un film del genere deve essere apprezzato per cio che vuole stare a significare più che per la storia in se che comunque contiene alcune ottime note. L'opera è una grande metafora sulla vita che partendo dal motto della rivista Life ci spinge ad andare oltre i muri e a non vivere una vita grigia. Grigia come la vita di Mitty che vive in un anonimo e grigio complesso residenziale, lavora in archivio, tiene il conto di tutte le spese e non ha il coraggio di farsi avanti con la donna di cui è innamorato. Partendo alla ricerca del fotografo, il protagonista parte alla ricerca di se stesso e della voglia di viaggiare che aveva da tempo soffocato. Ben Stiller poi nelle valide vesti di attore e regista non rinuncia ovviamente alla sua vena ironica mettendo alla berlina sia i tagliatori di teste ma anche i siti d'incontro online e i loro gestori (splendide le telefonate che intercorrono tra Mitty e uno degli amministratori del sito che lo consiglia continuamente sui dettagli mancanti del suo profilo). Troviamo anche alcune parodie di film d'azione e un omaggio alle copertine più famose di Life. Sean Penn impreziosice la pellicola con quello che potremmo definire un piccolo cameo. Detto questo bisogna anche spendere una parola sulla bellissima fotografia e sull'azzeccatissima scelta della colonna sonora. Insomma ogni tanto fa bene sognare ad occhi aperti ma poi bisogna agire.
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sierler
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domenica 29 dicembre 2013
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scarso
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Scarso sia come contenuto che come trama, la recitazione lascia molto desiderare, la fotografia, che dovrebbe essere il punto forte del film, non è nulla di eccezionale.
La trama risulta molto debole, scontato, insipido, la fine non convince, molto poco coinvolgente.
Pensavo che Ben Stiller potesse fare di più, evidentemente è meglio che si faccia dirigere da altri. Peccato.
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(di pascale marie)
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flyanto
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sabato 28 dicembre 2013
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quando i sogni si avverano
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Film in cui si racconta di un uomo, di nome Walter Mitty, che fa l'archivista di fotografie presso la rivista americana Life e che vive le proprie giornate sognando situazioni ideali che lui vorrebbe vedere realizzate e soprattutto riguardanti il suo amore segreto per una collega. In seguito al cambio ai vertici della rivista del personale poco ben disposto nei suoi confronti ed allo smarrimento di una fotografia dall'archivio, egli viene accusato di negligenza e conseguentemente licenziato. Determinato a ritrovare nonostante tutto la fotografia perduta misteriosamente, Mitty decide di avventurarsi in un viaggio che lo condurrà prima in Alaska e poi in Tibet alla ricerca del fotografo autore della foto smarrita e riportarla nell' archivio della rivista.
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Film in cui si racconta di un uomo, di nome Walter Mitty, che fa l'archivista di fotografie presso la rivista americana Life e che vive le proprie giornate sognando situazioni ideali che lui vorrebbe vedere realizzate e soprattutto riguardanti il suo amore segreto per una collega. In seguito al cambio ai vertici della rivista del personale poco ben disposto nei suoi confronti ed allo smarrimento di una fotografia dall'archivio, egli viene accusato di negligenza e conseguentemente licenziato. Determinato a ritrovare nonostante tutto la fotografia perduta misteriosamente, Mitty decide di avventurarsi in un viaggio che lo condurrà prima in Alaska e poi in Tibet alla ricerca del fotografo autore della foto smarrita e riportarla nell' archivio della rivista. Vi riuscirà dopo molte avventure, scoprendo anche il motivo della misteriosa sparizione e riuscendo anche a coronare finalmente il proprio sogno d'amore con la collega da lui tanto desiderata. Ennesimo film diretto ed interpretato da Ben Stiller che però si discosta notevolmente dai suoi precedenti. Infatti in questa sua ultima pellicola egli, sia come attore che come regista, non affronta alcuna tematica comica: molte situazioni possono risultare esilaranti nel loro complesso ma dietro una comicità alquanto sporadica e soprattutto lieve, si evince maggiormente una nota malinconica di fondo che costituisce un elemento del tutto nuovo, e peraltro molto apprezzabile, in Stiller. Il tema di fondo è la solitudine ben incarnata dal personaggio di Mitty che preferisce sognare e discostarsi dalla realtà piuttosto che condividere la propria esistenza con un mondo ed una società composta da persone grette e superficiali. Pertanto Stiller, che impersona Mitty, è un sognatore che lotta per la propria felicità che lui stesso però non è mai sicuro di raggiungere. Insomma, un film dal contenuto altamente delicato e poetico che rivela una sensibilità di Stiller poco manifestata nelle sue opere precedenti. Inoltre, di questa pellicola bisogna menzionare e lodare le splendide riprese, nonchè la fotografia, effettuate nei paesaggi glaciali dell'Alaska ed in quelli selvaggi delle montagne del Tibet. Un'ulteriore nota di encomio, inoltre, è data dal breve colloquio di non più di dieci minuti che il protagonista Mitty instaura in Tibet col fotografo, interpretato da Sean Penn. Basta solo questo ad innalzare il valore del film.
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marce84
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sabato 28 dicembre 2013
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walter alla ricerca della "quintessenza"
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L’ultimo film di Ben Stiller “I sogni segreti di Walter Mitty” è una commedia a tutto tondo, che fa ridere, emoziona, filosofeggia e lo fa con leggerezza. La regia di Ben Stiller sembra più matura rispetto al suo standard di commedia che ci ha abituato. Il film è caratterizzato da un percorso di formazione del protagonista, che da una situazione di grigiore, da un blocco psicologico, da una situazione apatica di azioni ed emozioni, passa all’azione, alla consapevolezza di sé e lo fa tramite la metafora del viaggio e al contatto con situazioni anche estreme, ambientate in paesaggi da sogno. La fotografia è molto curata, anche alcune trovate registiche sono apprezzabili ed originali. Le riprese del paesaggio sono così belle da diventare anch’esso un protagonista.
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L’ultimo film di Ben Stiller “I sogni segreti di Walter Mitty” è una commedia a tutto tondo, che fa ridere, emoziona, filosofeggia e lo fa con leggerezza. La regia di Ben Stiller sembra più matura rispetto al suo standard di commedia che ci ha abituato. Il film è caratterizzato da un percorso di formazione del protagonista, che da una situazione di grigiore, da un blocco psicologico, da una situazione apatica di azioni ed emozioni, passa all’azione, alla consapevolezza di sé e lo fa tramite la metafora del viaggio e al contatto con situazioni anche estreme, ambientate in paesaggi da sogno. La fotografia è molto curata, anche alcune trovate registiche sono apprezzabili ed originali. Le riprese del paesaggio sono così belle da diventare anch’esso un protagonista. Non è un caso: il personaggio ritrova se stesso solamente lontano dall’ambiente caotico e freddo della grande metropoli. Dove vi ritorna alla fine del percorso, cambiato, cresciuto, maturato e l’happy ending è assicurato. La parte più riuscita del film è la prima metà, dove realtà e sogno si mischiano in modo apprezzabile. Un po’ meno riuscita la seconda parte, quando il sogno scompare e prevale la missione del protagonista. Tutti i dettagli del film sono importanti, dalla torta, al pianoforte, al racconto del lavoro in pizzeria e sono coerenti con lo sviluppo della narrazione. Ben recitati anche i ruoli secondari, dalla donna da conquistare (Wiig), alla mamma e sorella. Volutamente farsesco il personaggio del capo di Mitty, mentre Sean Penn fotografo ascetico è un cammeo indimenticabile.
Molti di noi si ritroveranno nel personaggio di Walter Mitty, imprigionati in una vita che non apprezziamo, obbligati dalla società moderna e dalle nuove tecnologie a recitare in un’esistenza svuotata di sentimenti veri e autentici nelle fredde metropoli occidentali, dove la fanno da padrone i “responsabili delle risorse umane” e i “tagliatori di teste”, perdiamo noi stessi e desideriamo evadere e ritrovare la nostra “quintessenza”. In attesa del nostro Sean Penn/Sean O’Connell e dello scatto 25, non ci resta che mischiare sogno e realtà, imitando questo simpatico personaggio interpretato da Ben Stiller. VOTO 7.5
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gerico.one
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sabato 28 dicembre 2013
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terribile rivoglio i soldi
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sollecitato dal trailer e della buone recensoni vado a vedere il film, una strana accozzaglia di deliri del protagonista + qualche bel paesaggio durante il suo viaggio introspettivo.
da lasciar vedere prima agli amici.....
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