cassiopea
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lunedì 23 dicembre 2013
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carina l'idea.. ma la trama?
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Carino il personaggio principale. Un uomo come tanti dedito al proprio lavoro, ma sempre con la testa tra le nuvole. Spesso si abbandona a fantasie puerili, che lo vedono protagonista di strane vicissitudini.. Interessante il fatto che il mondo dei sogni si incroci con quello reale, tanto che solo dopo qualche istante sai dire se ciò è accaduto è accaduto per davvero. A parte ciò.. Non ho colto nessun altro vanto al film. La trama è smunta, e il corso degli eventi è privo di realismo, persino quando il protagonista non sta sognando. Debbo ammettere di aver guardato l'orologio più di una volta nel corso della proiezione.. No, non me ne vogliate, ma non lo riguarderei.
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Carino il personaggio principale. Un uomo come tanti dedito al proprio lavoro, ma sempre con la testa tra le nuvole. Spesso si abbandona a fantasie puerili, che lo vedono protagonista di strane vicissitudini.. Interessante il fatto che il mondo dei sogni si incroci con quello reale, tanto che solo dopo qualche istante sai dire se ciò è accaduto è accaduto per davvero. A parte ciò.. Non ho colto nessun altro vanto al film. La trama è smunta, e il corso degli eventi è privo di realismo, persino quando il protagonista non sta sognando. Debbo ammettere di aver guardato l'orologio più di una volta nel corso della proiezione.. No, non me ne vogliate, ma non lo riguarderei. Non mi è piaciuto.
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camminat0re
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lunedì 23 dicembre 2013
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forzato e scontato
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Il film è riuscito in quel che pochi altri hanno fatto: farmi uscire a metà tempo. Tutto è incentrato sulla figura imbranata ma "profonda e sognante" di Walter Mitty (Ben Stiller, protagonista e regista), impiegato in un triste ufficio della rivista Life, pronta a sfornare il suo ultimo numero prima del suo passaggio alla versione "online". La situazione è trita e ritrita: il protagonista, la cui vita è caratterizzata dall'estrema monotonia, si ritrova a dover subire le angherie del "direttore della transizione", solito capo giovane, inseperto e arrogante, che sarà anche colui che deciderà chi continuerà a lavorare nella futura rivista e chi verrà licenziato. Inoltre, nei pensieri di Walter, c'è anche Cheryl, graziosa madre in fase di divorzio di cui è segretamente innamorato.
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Il film è riuscito in quel che pochi altri hanno fatto: farmi uscire a metà tempo. Tutto è incentrato sulla figura imbranata ma "profonda e sognante" di Walter Mitty (Ben Stiller, protagonista e regista), impiegato in un triste ufficio della rivista Life, pronta a sfornare il suo ultimo numero prima del suo passaggio alla versione "online". La situazione è trita e ritrita: il protagonista, la cui vita è caratterizzata dall'estrema monotonia, si ritrova a dover subire le angherie del "direttore della transizione", solito capo giovane, inseperto e arrogante, che sarà anche colui che deciderà chi continuerà a lavorare nella futura rivista e chi verrà licenziato. Inoltre, nei pensieri di Walter, c'è anche Cheryl, graziosa madre in fase di divorzio di cui è segretamente innamorato. Gli eventi porteranno il protagonista in un "viaggio" alla scoperta di se stesso, viaggio caratterizzato da situazioni inutilmente surreali e da svolte che, alla luce di come è stato descritto il personaggio, risultano totalmente forzate e stonanti.
Il film vorrebbe essere una lezione di vita, in stile Forest Gump o "This must be the place", ma manca di tutti gli elementi caratterizzanti che possano conferirgli profondità e poesia.
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tonimorris
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domenica 22 dicembre 2013
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un viaggio alla ricerca di se stesso
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Walter Mitty è un photo editor della rivista Life, ed è uno sfigato. Sul lavoro non se lo fila nessuno, il suo profilo per la ricerca dell’anima gemella non ha nemmeno un clic, per le ragazze è carta velina trasparente. Solo per la mamma è una persona speciale. E così Walter quello che non riesce a realizzare nella vita lo concretizza nei suoi sogni ad occhi aperti in cui si trasforma in un super eroe sciupafemmine. Ma anche per lui arriva l’occasione del riscatto e dare una svolta alla banalità della sua esistenza permettendogli di conquistare la donna che ama. Infatti per non perdere il posto di lavoro si avventura in un viaggio alla ricerca di un fotogramma perduto che attraverso varie peripezie gli consentirà di ritrovare se stesso e far sì che i sogni diventino realtà.
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Walter Mitty è un photo editor della rivista Life, ed è uno sfigato. Sul lavoro non se lo fila nessuno, il suo profilo per la ricerca dell’anima gemella non ha nemmeno un clic, per le ragazze è carta velina trasparente. Solo per la mamma è una persona speciale. E così Walter quello che non riesce a realizzare nella vita lo concretizza nei suoi sogni ad occhi aperti in cui si trasforma in un super eroe sciupafemmine. Ma anche per lui arriva l’occasione del riscatto e dare una svolta alla banalità della sua esistenza permettendogli di conquistare la donna che ama. Infatti per non perdere il posto di lavoro si avventura in un viaggio alla ricerca di un fotogramma perduto che attraverso varie peripezie gli consentirà di ritrovare se stesso e far sì che i sogni diventino realtà. Ben Stiller, oltre che a interpretare con la consueta bravura un personaggio complesso, è anche il regista di questo bel film in cui fantasia, poesia e amare realtà quotidiane formano un mix capace di divertire il pubblico e a cui la partecipazione in ruoli cammeo di Shirley MacLaine e Sean Penn conferiscono ulteriore spessore. Accattivante la colonna sonora.
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aldot
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domenica 22 dicembre 2013
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una serata con amici
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Che dire. Gran parte dei registi americani non riesce ad andare oltre al superficiale e agli effetti sensazionali. Mai un'emozione vera, mai un'introspezione degna di questo nome. Ecco "I sogni segreti di Walter Mitty" è una serata piacevole da passare con amici se non hai proprio altro da fare. Uscito te lo sei già dimenticato.
Restano solo i bellissimi paesaggi. Il resto è pura retorica nel miglior stile americano. L'apice : la morale che il protagonista fa al giovanotto responsabile della transazione dell'azienda.
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(di finicky)
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k. s. stanislavskij
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domenica 22 dicembre 2013
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con una sua grazia...
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il film rivela incertezze di sceneggiatura, registro e regia..ma ha una sua dolcezza e poesia che non va sottovalutata e che rende "piena" la sensazione positiva all'uscita dalla sala. sì... c'è squilbrio tra la prima parte e la seconda...c'è un uso dei paesaggi fa windows desktop, direbbe qualcuno, ma non c'è solo un facile sentimentalismo della natura e dell'avventura..
le vicende attorno a Life e le riflessioni su coraggio e bellezza, sul compiere il proprio dovere, sul mettersi in gioco perchè non è mai troppo tardi, sul viaggio iniziatico a recuperare ciò che si è,,,, beh,, arrivano lievi e gradite all'anima.
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il film rivela incertezze di sceneggiatura, registro e regia..ma ha una sua dolcezza e poesia che non va sottovalutata e che rende "piena" la sensazione positiva all'uscita dalla sala. sì... c'è squilbrio tra la prima parte e la seconda...c'è un uso dei paesaggi fa windows desktop, direbbe qualcuno, ma non c'è solo un facile sentimentalismo della natura e dell'avventura..
le vicende attorno a Life e le riflessioni su coraggio e bellezza, sul compiere il proprio dovere, sul mettersi in gioco perchè non è mai troppo tardi, sul viaggio iniziatico a recuperare ciò che si è,,,, beh,, arrivano lievi e gradite all'anima. e alla fine ben stiller mostra una sua sincerità e una sua grazia. insomma, non un capolavoro, ma si esce felici dalla sala.
e non è poco.
ps: bello il cameo di sean penn, figo avventuriero e poeta...
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mat251
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domenica 22 dicembre 2013
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l'evoluzione di ben stiller
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Concordo assolutamente con la recensione di Aik01, nulla da aggiungere.
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ivoelle
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domenica 22 dicembre 2013
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martin job ?
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Nell'unica scena degna del nome cinema, ovvero lui che prende l'elicottero in sottofondo (mica tanto) c'è David Bowie con Space Oddity. Verso la fine della storia, lui richiama questa scena ringraziando Lei per essergli apparsa in sogno, ma cita Martin Job come musica che lui sentiva. Chi sa darmi spiegazione ?
[+] major tom
(di mister pink)
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[+] major tom - space oddity
(di alf70)
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andrea mariani
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domenica 22 dicembre 2013
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tuffo nella realtà del sogno in una favola moderna
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Una delle tematiche di maggior interesse nella cultura, in specie moderna e contemporanea, è il rapporto fra sogno e realtà. E proprio questo legame fra immaginario e concreto, fra onirico e tangibile è eletto protagonista nell'ultimo film firmato Ben Stiller, “I sogni segreti di Walter Mitty”, remake del lontano “Sogni proibiti” del 1947.
Walter Mitty (interpretato dallo stesso Ben Stiller), timido manager della sezione di archivio e sviluppo negativi presso la rivista Life, è un costante sognatore ad occhi aperti: spesso abbandona infatti la realtà per rimanere mentalmente intrappolato in sogni mirabolanti che lo vedono come eroico protagonista, impegnato al più nel salvare la sua amata collega di lavoro Cheryl (Kristen Wiig) o nel trionfare sul pericolo e sui nemici.
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Una delle tematiche di maggior interesse nella cultura, in specie moderna e contemporanea, è il rapporto fra sogno e realtà. E proprio questo legame fra immaginario e concreto, fra onirico e tangibile è eletto protagonista nell'ultimo film firmato Ben Stiller, “I sogni segreti di Walter Mitty”, remake del lontano “Sogni proibiti” del 1947.
Walter Mitty (interpretato dallo stesso Ben Stiller), timido manager della sezione di archivio e sviluppo negativi presso la rivista Life, è un costante sognatore ad occhi aperti: spesso abbandona infatti la realtà per rimanere mentalmente intrappolato in sogni mirabolanti che lo vedono come eroico protagonista, impegnato al più nel salvare la sua amata collega di lavoro Cheryl (Kristen Wiig) o nel trionfare sul pericolo e sui nemici. La perdita di un importante scatto dell'eccentrico ma rinomato fotografo Sean O'Connell (Sean Penn), che avrebbe dovuto costituire la copertina dell'ultimo numero della rivista, sarà per Walter l'inizio di un'avventurosa ricerca e l'occasione per recuperare il contatto con la realtà.
Il film si apre mettendo subito ben in evidenza l'oggetto della prima parte dell'opera: il sogno come mezzo di fuga dal grigiore della realtà quotidiana, nonché di superamento dei propri limiti. “Nella creazione del sogno ogni uomo è perfettamente artista” scriveva il filosofo ottocentesco Nietzsche: così, trovandosi di fronte ad una serie di sequenze frutto dell'immaginario del protagonista, non si può che sorridere, quasi rivedendo proposto il proprio repertorio da sognatore. Se si aggiunge il fatto che tutto ciò risulta condito con un originale montaggio, qualche ottimo lampo di dinamismo visivo e un'immancabile comicità alla Stiller, la prima parte del film risulta decisamente buona.
Nella seconda metà il sogno subisce una trasformazione funzionale, divenendo lo strumento verso il recupero della concreta natura delle cose e della purezza dei rapporti affettivi. Qualcosa inizia tuttavia ad incepparsi: l' evoluzione della trama si porta ai limiti del banale, i confini fra sogno e realtà sono varcati in alcune sequenze senza logica e il messaggio che vuole essere trasmesso finisce per essere parzialmente disperso. D'altro canto, degli ottimi scenari (paesaggi spazialmente immensi di una tempestosa Groenlandia, di una vulcanica Islanda e di un innevato Afghanistan fanno senza dubbio il loro effetto), una discreta colonna sonora (tuttavia non azzeccata quanto quella del trailer) e una minima ripresa finale a livello narrativo mantengono piacevole l'opera.
In definitiva, nonostante la definizione di “nuovo Forrest Gump” risulti iperbolica persino in un sogno dello stesso Walter e l'impianto narrativo si dimostri intrinsecamente debole, il nuovo film di Ben Stiller ha il grande pregio di riuscire a creare una ridente identificazione dello spettatore nel protagonista e nei tratti topici del suo immaginario, rendendo l'opera godibile in specie sotto il profilo visivo.
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[+] due critiche,non bastava una?
(di maurizio urbano)
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andrea mariani
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sabato 21 dicembre 2013
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sogno e realtà in una moderna favola alla stiller
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Una delle tematiche di maggior interesse nella cultura, in specie moderna e contemporanea, è il rapporto fra sogno e realtà. E proprio questo legame fra immaginario e concreto è eletto protagonista nell'ultimo film firmato Ben Stiller, “I sogni segneti di Walter Mitty”, remake del lontano “Sogni proibiti” del 1947.
Walter Mitty (interpretato dallo stesso Ben Stiller), timido manager della sezione di archivio e sviluppo negativi presso la rivista “Life”, è un costante sognatore ad occhi aperti: spesso abbandona infatti la realtà per incantarsi in sogni mirabolanti che lo vedono come eroico protagonista, impegnato al più nel salvare la sua amata collega di lavoro Cheryl (Kristen Wiig) o nel trionfare sul pericolo.
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Una delle tematiche di maggior interesse nella cultura, in specie moderna e contemporanea, è il rapporto fra sogno e realtà. E proprio questo legame fra immaginario e concreto è eletto protagonista nell'ultimo film firmato Ben Stiller, “I sogni segneti di Walter Mitty”, remake del lontano “Sogni proibiti” del 1947.
Walter Mitty (interpretato dallo stesso Ben Stiller), timido manager della sezione di archivio e sviluppo negativi presso la rivista “Life”, è un costante sognatore ad occhi aperti: spesso abbandona infatti la realtà per incantarsi in sogni mirabolanti che lo vedono come eroico protagonista, impegnato al più nel salvare la sua amata collega di lavoro Cheryl (Kristen Wiig) o nel trionfare sul pericolo. La perdita di un importante scatto dell'eccentrico, ma rinomato fotografo Sean O'Connell (Sean Penn), che avrebbe dovuto costituire la copertina dell'ultimo numero della rivista, sarà per Walter l'inizio di un'avventurosa ricerca e l'occasione per recuperare il contatto con la realtà.
Il film si apre mettendo subito ben in evidenza l'oggetto della prima parte dell'opera: il sogno come mezzo di fuga dal grigiore della realtà quotidiana, nonché di superamento dei propri limiti. “Nella creazione del sogno ogni uomo è perfettamente artista” scriveva il filosofo Nietzsche: così trovandosi di fronte ad una serie di sequenze, frutto dell'immaginario del protagonista, non si può che sorridere, quasi rivedendo proposto il proprio repertorio da sognatore. Se si aggiunge il fatto che tutto ciò risulta condito con un originale montaggio, qualche ottimo lampo di dinamismo visivo e un'immancabile comicità alla Stiller, la prima parte del film risulta decisamente buona.
Nella seconda metà, tematicamente parlando, qualcosa inizia tuttavia a incepparsi: l' evoluzione della trama si porta ai limiti del banale, i confini fra sogno e realtà sono varcati in alcuni casi senza senso e il messaggio che vuole essere trasmesso finisce per essere parzialmente disperso. D'altro canto, degli ottimi scenari, una discreta colonna sonora (tuttavia non azzeccata quanto quella del trailer) e una parziale ripresa finale a livello narrativo mantengono godibile l'opera.
In definitiva, nonostante la definizione di “nuovo Forrest Gump” risulti iperbolica persino in un sogno dello stesso Walter e l'impianto narrativo si dimostri intrinsecamente debole, il nuovo film di Ben Stiller ha il grande pregio di riuscire a creare una ridente identificazione dello spettatore nel protagonista e nei tratti topici del suo immaginario, rendendo l'opera godibile in specie sotto il profilo visivo.
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aik01
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sabato 21 dicembre 2013
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la poca originalità della critica
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Per quanto pensi che Ben Stiller sia ancora molto lontano e almeno per ora, meno profondo di molti grandi registi, penso che abbia diretto e interpreato un bel film.
Noto, a differenza della critica, che ci sono delle piccole falle di sceneggiatura che personalmente perdono allo sceneggiatore ed al regista per la loro purezza di intenti e poca presunzione.
Il film rispecchia sia l'identità del regista, sia il suo percorso di maturità che la sua evoluzione.
I percorsi affrontati con coraggio, onestà e umiltà portano a commettere errori che ti portano però a nuovi traguardi, quindi preferisco un film con qualche errore, accettando il grado di profondità del regista (comunque delicato, elegante ed intelligente), che la ripetizione di un successo collaudato senza errori.
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Per quanto pensi che Ben Stiller sia ancora molto lontano e almeno per ora, meno profondo di molti grandi registi, penso che abbia diretto e interpreato un bel film.
Noto, a differenza della critica, che ci sono delle piccole falle di sceneggiatura che personalmente perdono allo sceneggiatore ed al regista per la loro purezza di intenti e poca presunzione.
Il film rispecchia sia l'identità del regista, sia il suo percorso di maturità che la sua evoluzione.
I percorsi affrontati con coraggio, onestà e umiltà portano a commettere errori che ti portano però a nuovi traguardi, quindi preferisco un film con qualche errore, accettando il grado di profondità del regista (comunque delicato, elegante ed intelligente), che la ripetizione di un successo collaudato senza errori.
Ben Stiller non sarà Malick ma l'energia, la positività che ti trasmette è grandiosa
Andatelo a vedere, è un bel film
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