edgarallanpoet
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lunedì 6 gennaio 2014
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that is the purpose of life.
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In The secret life of Walter Mitty realtà e immaginazione trovano l’equilibrio reciproco che solo un giocoliere del cinema può creare. Si fatica a credere che il regista di questa pellicola sia lo stesso che si è prestato a film come Zoolander (2001) o Tropic Thunder (2008), ma così è. Ben Stiller abbandona la ricerca della risata facile e si addentra nello scontro tra realtà e finzione, senza tuttavia fare a meno della leggerezza.
Walter Mitty, al principio del film, è un personaggio reale, fin troppo. Risulta noioso, ingabbiato dentro i confini di una quotidianità claustrofobica. L’unica via di fuga per uscire dalla cella della ripetitività è la fantasia. Walter sogna… sogna continuamente infinite altre vite nelle quali l’unico filo conduttore è il desiderio di essere differente, non solo da se stesso, ma differente dal resto del mondo: eccezione tra la normalità che crea la bellezza del mondo.
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In The secret life of Walter Mitty realtà e immaginazione trovano l’equilibrio reciproco che solo un giocoliere del cinema può creare. Si fatica a credere che il regista di questa pellicola sia lo stesso che si è prestato a film come Zoolander (2001) o Tropic Thunder (2008), ma così è. Ben Stiller abbandona la ricerca della risata facile e si addentra nello scontro tra realtà e finzione, senza tuttavia fare a meno della leggerezza.
Walter Mitty, al principio del film, è un personaggio reale, fin troppo. Risulta noioso, ingabbiato dentro i confini di una quotidianità claustrofobica. L’unica via di fuga per uscire dalla cella della ripetitività è la fantasia. Walter sogna… sogna continuamente infinite altre vite nelle quali l’unico filo conduttore è il desiderio di essere differente, non solo da se stesso, ma differente dal resto del mondo: eccezione tra la normalità che crea la bellezza del mondo. I sogni di Walter, anonimo direttore dell’archivio negativi, sono un po’ quelli di tutti, forse troppo infantili, forse troppo esasperati, ma fondamentalmente simili a quelli di un uomo che guardandosi allo specchio si ritrova con i capelli che iniziano a innevarsi del bianco degli anni e si chiede cosa ne sia stato di ciò che voleva fare. Walter Mitty è l’everyman moderno, probabilmente anche per questo si stenta a immedesimarsi subito nel personaggio, infatti risulta più semplice riconoscersi in ciò che non si è piuttosto che nell’immagine riflessa in uno specchio. Così, come sempre da una crisi, ossia da una rottura nella continuità del quotidiano, inizia un cambiamento: la fantasia inizia a lasciar posto alla realtà che risulta altrettanto sorprendente e addirittura superiore in quanto facente parte di un mondo fisico che infrange i limiti della mente e mette al mondo un uomo nuovo che guarda e viene guardato dal mondo con occhi diversi. To see the world, things dangerous to come to, to see behind walls, draw closer, to find each other, and to feel. That is the purpose of life. Vedere il mondo: ancora una volta “vedere” è il verbo che fa da colonna sonora alla vita, ciò che si vede è la conseguenza di ciò che ogni uomo fa e, prima ancora, immagina di fare; questa è l’essenza del film, l’alchimia perfetta tra immaginazione e realtà, non mondi opposti che si contrappongono ma radici nascoste di uno stesso fiore.
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edgarallanpoet
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lunedì 6 gennaio 2014
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that is the purpose of life.
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In The secret life of Walter Mitty realtà e immaginazione trovano l’equilibrio reciproco che solo un giocoliere del cinema può creare. Si fatica a credere che il regista di questa pellicola sia lo stesso che si è prestato a film come Zoolander (2001) o Tropic Thunder (2008), ma così è. Ben Stiller abbandona la ricerca della risata facile e si addentra nello scontro tra realtà e finzione, senza tuttavia fare a meno della leggerezza.
Walter Mitty, al principio del film, è un personaggio reale, fin troppo. Risulta noioso, ingabbiato dentro i confini di una quotidianità claustrofobica. L’unica via di fuga per uscire dalla cella della ripetitività è la fantasia. Walter sogna… sogna continuamente infinite altre vite nelle quali l’unico filo conduttore è il desiderio di essere differente, non solo da se stesso, ma differente dal resto del mondo: eccezione tra la normalità che crea la bellezza del mondo.
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In The secret life of Walter Mitty realtà e immaginazione trovano l’equilibrio reciproco che solo un giocoliere del cinema può creare. Si fatica a credere che il regista di questa pellicola sia lo stesso che si è prestato a film come Zoolander (2001) o Tropic Thunder (2008), ma così è. Ben Stiller abbandona la ricerca della risata facile e si addentra nello scontro tra realtà e finzione, senza tuttavia fare a meno della leggerezza.
Walter Mitty, al principio del film, è un personaggio reale, fin troppo. Risulta noioso, ingabbiato dentro i confini di una quotidianità claustrofobica. L’unica via di fuga per uscire dalla cella della ripetitività è la fantasia. Walter sogna… sogna continuamente infinite altre vite nelle quali l’unico filo conduttore è il desiderio di essere differente, non solo da se stesso, ma differente dal resto del mondo: eccezione tra la normalità che crea la bellezza del mondo. I sogni di Walter, anonimo direttore dell’archivio negativi, sono un po’ quelli di tutti, forse troppo infantili, forse troppo esasperati, ma fondamentalmente simili a quelli di un uomo che guardandosi allo specchio si ritrova con i capelli che iniziano a innevarsi del bianco degli anni e si chiede cosa ne sia stato di ciò che voleva fare. Walter Mitty è l’everyman moderno, probabilmente anche per questo si stenta a immedesimarsi subito nel personaggio, infatti risulta più semplice riconoscersi in ciò che non si è piuttosto che nell’immagine riflessa in uno specchio. Così, come sempre da una crisi, ossia da una rottura nella continuità del quotidiano, inizia un cambiamento: la fantasia inizia a lasciar posto alla realtà che risulta altrettanto sorprendente e addirittura superiore in quanto facente parte di un mondo fisico che infrange i limiti della mente e mette al mondo un uomo nuovo che guarda e viene guardato dal mondo con occhi diversi. To see the world, things dangerous to come to, to see behind walls, draw closer, to find each other, and to feel. That is the purpose of life. Vedere il mondo: ancora una volta “vedere” è il verbo che fa da colonna sonora alla vita, ciò che si vede è la conseguenza di ciò che ogni uomo fa e, prima ancora, immagina di fare; questa è l’essenza del film, l’alchimia perfetta tra immaginazione e realtà, non mondi opposti che si contrappongono ma radici nascoste di uno stesso fiore.
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eugenio
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domenica 5 gennaio 2014
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l'eterno sognatore
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I sogni segreti di Walter Mitty, una parabola leggera dell'arte del sogno, ovvero della capacità di osservare con tono fantasioso eventi reali alterandoli sino a farli divenire impossibili. Il contesto sociale è quello scottante dei licenziamenti della nota rivista Life, dovuti al passaggio dall'"analogico" al digitale del settimanale e della necessità di ridurre "rami secchi" non più necessari.
Per celebrare degnamente il termine, uno stralunato archivista dei negativi, Walter, è incaricato di trovare l'ultima foto,quella definita perfetta dal migliore fotografo del mondo, disperso in un angolo imprecisato del pianeta.
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I sogni segreti di Walter Mitty, una parabola leggera dell'arte del sogno, ovvero della capacità di osservare con tono fantasioso eventi reali alterandoli sino a farli divenire impossibili. Il contesto sociale è quello scottante dei licenziamenti della nota rivista Life, dovuti al passaggio dall'"analogico" al digitale del settimanale e della necessità di ridurre "rami secchi" non più necessari.
Per celebrare degnamente il termine, uno stralunato archivista dei negativi, Walter, è incaricato di trovare l'ultima foto,quella definita perfetta dal migliore fotografo del mondo, disperso in un angolo imprecisato del pianeta.
Sarò proprio Walter che non ha mai viaggiato, incapace di relazionarsi e dichiarare i propri sentimenti alla donna (ex collega) amata, a partire per un viaggio alla ricerca della foto, eterna prova del suo rinnovato desiderio di evadere dalla realtà fittizia da lui stesso creata.
Affascinante nelle foto, demenziale in alcune scene con un'accattivante colonna sonora, Walter Mitty è una discreta commedia dove tutto è abbastanza noto e scorre calmo su un substrato di un vulcano sottomarino pronto a esplodere. Quello della fine delle illusioni.
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burton99
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sabato 4 gennaio 2014
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meraviglioso, profondo e adatto al grande pubblico
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Walter Mitty lavora per Life, famosa rivista fotografica sull'orlo del fallimento (verrà sostituita da un archivio internet, per cui molti dipendenti saranno licenziati) ed è un uomo che spesso si ferma a sognare ad occhi aperti. E' innamorato ma non sa come dimostrarlo, vuole vivere grandi avventure ma si limita a strambe fantasie. L'occasione del riscatto viene con la fotografia (considerata dall'autore, interpretato nientemeno che da Sean Penn, la quintessenza di tutto il suo lavoro) che dev'essere la copertina dell'ultimo numero e la sua conseguente ricerca in angoli sperduti e magnifici intorno al mondo.
Una fotografia pazzesca e una colonna sonora emozionante, a cui si aggiunge un Ben Stiller in stato di grazia in una prova credibile e sentita.
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Walter Mitty lavora per Life, famosa rivista fotografica sull'orlo del fallimento (verrà sostituita da un archivio internet, per cui molti dipendenti saranno licenziati) ed è un uomo che spesso si ferma a sognare ad occhi aperti. E' innamorato ma non sa come dimostrarlo, vuole vivere grandi avventure ma si limita a strambe fantasie. L'occasione del riscatto viene con la fotografia (considerata dall'autore, interpretato nientemeno che da Sean Penn, la quintessenza di tutto il suo lavoro) che dev'essere la copertina dell'ultimo numero e la sua conseguente ricerca in angoli sperduti e magnifici intorno al mondo.
Una fotografia pazzesca e una colonna sonora emozionante, a cui si aggiunge un Ben Stiller in stato di grazia in una prova credibile e sentita. Un film colmo di meraviglia, che ti trascina tramite paesaggi favolosi e alcune scene da applauso verso un finale a mio avviso bellissimo. Un invito a cercare ciò che vogliamo dentro ognuno di noi, a credere nei propri sogni, un inno a ciò che ognuno può fare, oltre che una gioia per gli occhi. "Walter Mitty", per me, è uno dei film dell'anno.
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madrigal
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sabato 4 gennaio 2014
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la perversione del mondo.com
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Pamphlet sulla perversione globalizzante del mondo.com, il film di Ben Stiller fa riflettere - senza originalità - sull'umana esistenza imprigionata nel web ricordandoci che siamo capaci di vivere anche senza il pc.
Non è necessario scalare montagne o prendere a pugni uno squalo bianco per esistere; è sufficiente saper cucinare una torta con amore o distinguere i propri occhi dall'obiettivo ultrasensibile di una macchina digitale per riconoscere il valore della vita.
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jacopochiesarossa
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sabato 4 gennaio 2014
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il messaggio al di là del film
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È proprio uno di quesi casi in cui il valore del fim non è tanto nel film stesso quanto nel messaggio. Mitty invita ad un riflessione su se stessi e sulla propria vita, su cosa conta veramente, su cosa ci porterà ad essere quello che siamo veramente. Lo spettatore non esce con due ore di svago alle spalle ma con un importante invito a guardarsi dentro, a guardarsi attorno, come suggerisce di a fare anche James Thurber, l'autore del libro da cui la pellicola è tratta:
« Non guardare al passato con rabbia o al futuro con ansia, ma guardati intorno con attenzione.
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È proprio uno di quesi casi in cui il valore del fim non è tanto nel film stesso quanto nel messaggio. Mitty invita ad un riflessione su se stessi e sulla propria vita, su cosa conta veramente, su cosa ci porterà ad essere quello che siamo veramente. Lo spettatore non esce con due ore di svago alle spalle ma con un importante invito a guardarsi dentro, a guardarsi attorno, come suggerisce di a fare anche James Thurber, l'autore del libro da cui la pellicola è tratta:
« Non guardare al passato con rabbia o al futuro con ansia, ma guardati intorno con attenzione. ».
Se a tutto questo poi si unisce ad un film intenso, ben girato, con una fotografia eccezionale, allora la riflessione su se stessi sorge ancora più spontanea.
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(di ares1701)
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matteoincani
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sabato 4 gennaio 2014
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si poteva fare meglio
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Sinceramente non credo che meriti 5 stelle, pur sapendo quanta mole di lavoro ci sia dietro a un film del genere. Non sto a scrivervi la trama di nuovo, anche perchè basta guardare il trailer, uno dei più belli che io abbia mai visto, per capire di cosa tratta il film.
Ci sono alcune scene in stallo, dove la musica non si addice totalmente alla scena che stiamo guardando, per questo ho messo 4 stelle, non di meno, perchè quando un film ti fa emozionare, nulla e nessuno potrà farti cambiare opinione, un film stupendo.
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gioygio
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sabato 4 gennaio 2014
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sentimentalismo semplice ma gradevole
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Ben Stiller si sa che da il suo meglio nelle commedie, ma voglio spezzare una lancia a favore di "I sogni segreti di Walter Mitty":
ottima fotografia, buon montaggio, decisamente divertenti le poche ma giuste scene comiche, storia semplice dai buoni sentimenti, messaggio didascalico senza pretese di profondità, ma niente di meno di tanti altri film americani di successo.
Quello che rimane di questa pellicola è sicuramente un bell'impatto visivo (grazie ad un ottimo lavoro digitale),una buona idea forse trattata con poca profondità, un monito per tutti coloro che non apprezzano la semplicità e l'importanza dell'onestà di lavoratori che ogni giorno con il loro sforzo e la loro passione costruiscono il futuro di piccole e grandi aziende.
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Ben Stiller si sa che da il suo meglio nelle commedie, ma voglio spezzare una lancia a favore di "I sogni segreti di Walter Mitty":
ottima fotografia, buon montaggio, decisamente divertenti le poche ma giuste scene comiche, storia semplice dai buoni sentimenti, messaggio didascalico senza pretese di profondità, ma niente di meno di tanti altri film americani di successo.
Quello che rimane di questa pellicola è sicuramente un bell'impatto visivo (grazie ad un ottimo lavoro digitale),una buona idea forse trattata con poca profondità, un monito per tutti coloro che non apprezzano la semplicità e l'importanza dell'onestà di lavoratori che ogni giorno con il loro sforzo e la loro passione costruiscono il futuro di piccole e grandi aziende.
Sarebbe potuto essere un film cult come Forrest Gump, ma in fondo Ben Stiller forse ha voluto semplicemente raccontare una storia con i suoi gusti e i suoi mezzi.
Apprezzo lo sforzo e lo consiglio!
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tom86
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venerdì 3 gennaio 2014
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solo per sognatori (tutti?)
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La storia è semplice e racconta l'evoluzione psicologica di uno stereotipato e bizzarro impiegato che si lascia coinvolgere dalla vita per la prima volta, lasciandosi trascinare in giro per il mondo in un ricerca che è solo il motivo fittizio del suo viaggio, il tutto rappresentato con alcune riuscite trovate registiche. Una trama simile è per sua natura interessante e, a mio parere, Ben Stiller è riuscito a metterla in scena in maniera convincente. Alla fine ti lascia soddisfatto, io lo consiglio.
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river99
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venerdì 3 gennaio 2014
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"film favoloso che fa emozionare e riflettere"
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Impeccabile Ben Stiller che fa centro sia dietro che davanti alle telecamere. Insicuro nella vita reale trova il coraggio nei suoi sogni ad occhi aperti dove riesce a dichiararsi alla donna amata e ad "affrontare" il nuovo capo dell'azienda , ma per motivi di lavoro dovrà mettersi in viaggio dove riscoprirà se stesso facendo azioni impensabili fino a qualche giorno prima. Paesaggi e musiche da urlo, con il panorama Hilmalayano che fa venire i brividi come le musiche dei Of Monsters and Men, grande interpretazione del protagonista-regista che copre un ruolo ben diverso dai suoi soliti film (sperando ne faccia altri così) riuscendo ad emozionare i presenti in sala e spingendoli a non buttare i propri giorni e cercare una svolta significativa.
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Impeccabile Ben Stiller che fa centro sia dietro che davanti alle telecamere. Insicuro nella vita reale trova il coraggio nei suoi sogni ad occhi aperti dove riesce a dichiararsi alla donna amata e ad "affrontare" il nuovo capo dell'azienda , ma per motivi di lavoro dovrà mettersi in viaggio dove riscoprirà se stesso facendo azioni impensabili fino a qualche giorno prima. Paesaggi e musiche da urlo, con il panorama Hilmalayano che fa venire i brividi come le musiche dei Of Monsters and Men, grande interpretazione del protagonista-regista che copre un ruolo ben diverso dai suoi soliti film (sperando ne faccia altri così) riuscendo ad emozionare i presenti in sala e spingendoli a non buttare i propri giorni e cercare una svolta significativa. Nel film svolge un piccolo, ma importante, ruolo Sean Penn che nei pochi minuti di apparizione fa valere le sue immense doti di attore. Si parla di una meritatissima candidatura all'Oscar per questa pellicola.
"Vedere il mondo, cose pericolose da raggiungere, trovarsi l'un l'altro, e sentirsi" (slogan della rivista Life)
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