stefano bruzzone
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lunedì 2 marzo 2015
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bruttino
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Ben Stiller mi piace e devo ammettere che anche come regista se la cava in questo film, peccato che quest'ultimo sia di una bruttezza sconcertante. Ottima fotografia e belle musiche, ma la storia fantasy che tenta di raccontarci Ben è parecchio superficiale come sceneggiatura e francamente molto noiosa, perennemente in bilico fra genere fantasy, drammatico e commedia avventurosa in un minestrone di generi male amalgamato e molto raffazzonato Un film che a metà ti viene voglia di abbandonarlo non è mai un buon film anche se i gusti sono gusti.
Voto: 4,5
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iuriv
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mercoledì 7 gennaio 2015
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bravo ben.
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Se una cosa si può dire dopo aver visto questo film è che Ben Stiller deve amare molto il cinema. Questa passione per il mezzo traspare dalle citazioni, concentrate soprattutto nei momenti onirici della prima parte, ma anche dalla costruzione delle scene, che legano musica e immagini in modo a volte davvero emotivo.
La trama verte sul tentativo di Mitty di recuperare un negativo scomparso, ma sostanzialmente tratta una storia di formazione, in cui il protagonista deve abbandonare i sogni a occhi aperti per fiondarsi in un'avventura che simboleggia la vita vera.
La messa in scena di Stiller prevede un protagonista molto diverso tra l'inizio e la fine della visione.
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Se una cosa si può dire dopo aver visto questo film è che Ben Stiller deve amare molto il cinema. Questa passione per il mezzo traspare dalle citazioni, concentrate soprattutto nei momenti onirici della prima parte, ma anche dalla costruzione delle scene, che legano musica e immagini in modo a volte davvero emotivo.
La trama verte sul tentativo di Mitty di recuperare un negativo scomparso, ma sostanzialmente tratta una storia di formazione, in cui il protagonista deve abbandonare i sogni a occhi aperti per fiondarsi in un'avventura che simboleggia la vita vera.
La messa in scena di Stiller prevede un protagonista molto diverso tra l'inizio e la fine della visione. Se nella prima parte a dominare la vita di Walter sono i sogni, con tanto di imbarazzanti momenti di spegnimento, nel corso della pellicola la realtà delle cose prende il sopravvento. Il modo di preparare questa trasmigrazione è una delle cose migliori riuscite al regista, che scegliere quasi di fonderle, confondendo il protagonista (che poi è sempre lui), ma anche lo spettatore che in alcuni momenti non sa se quello su schermo stia davvero succedendo al povero Mitty, oppure sia frutto della sua immaginazione.
Tutto il film è pervaso da una certa leggerezza di base, che giustifica l'assurdità dei suoi passaggi. L'intenzione di Stiller, infatti, pare quella di fornire al suo pubblico una commedia, magari un po' diversa rispetto a quelle a cui è abituato, ma comunque riconducibile facilmente al resto delle sue lavorazioni.
Il risultato è efficace a tratti. La prima parte funziona davvero molto bene, anche grazie all'emotività che il regista riesce a fornire utilizzando delle riprese ricercate e un grande lavoro di post-produzione. Poi il ritmo perde un po' di tono, più per una cattiva gestione che per una reale scelta stilistica, secondo me. Sembra quasi che questo lavoro sia venuto un filo troppo lungo rispetto a ciò che gli autori avevano in mente e in alcuni punti soffre di una certa ridondanza. Stiller, inoltre, non chiede a se stesso di ravvivare i momenti fiacchi con qualche gag, tenendo l'aspetto meramente demenziale a freno, al fine di offrire un'esperienza meno caciarona del solito. Il divertimento comunque non manca, sia all'interno alcune scene, che nella costruzione narrativa vera e propria.
Pur essendo messo in scena dignitosamente, comunque, il film non sfugge a una trama che offre una soluzione scontata che va a cercare la commozione. Va detto che, visto come si svolge la pellicola, forse si tratta anche di scelte obbligate.
Alla fine Walter Mitty è un film piacevole, a tratti davvero bello esteticamente, e godibile. Soffre qua e la, è vero, ma a me è parsa evidente la passione di Stiller nel costruirlo e nel metterlo in scena. E se una caratteristica simile attraversa lo schermo, difficilmente si rimane delusi.
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mauritius64
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domenica 4 gennaio 2015
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inno al viaggio
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Mi è piaciuto, tanto da aver voglia di rivederlo. Storia originale, paesaggi incantevoli e buona performance degli attori. Bellissima la scena con il pezzo "Space Oddity" in duetto con David Bowie. Bel film, bella storia, un inno al viaggio.
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ivano80
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giovedì 1 gennaio 2015
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sorprendente
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Film molto originale, bellissimo e sorprendente, con un grande Ben Stiller, ottimo anche in regia in un genere diverso da quello più usuale per lui.
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lorenzo76bg
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lunedì 29 dicembre 2014
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bella fotografia e film piacevolissimo
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Film molto molto piacevole, una commedia che ti affascina con una splendida fotografia e molti sorrisi...
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roby_bart82
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mercoledì 15 ottobre 2014
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film ampiamente sottovalutato
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Le etichette nel mondo del cinema sono spesso ingombranti e definitive. In quest'ottica il mondo mediatico sa essere molto cinico e quasi come conseguenza inappellabile, anche la critica segue di pari passo questa direzione. E' probabilmente il caso di Ben Stiller, attore e produttore cinematografico, noto soprattutto per parti e sceneggiature comiche e demenziali (Zoolander, Una notte al museo e Mi presenti i tuoi), alle prese con un materiale un po' meno affine alle sue caratteristiche innate e/o indotte.
Stiller riesce a riadattarlo alla sua maniera con inserimenti di momenti comici mai invasivi nè fini a se stessi e indubbiamente il film funziona, scivola via veloce e lascia quel senso di leggerezza tipico delle pellicole ben riuscite.
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Le etichette nel mondo del cinema sono spesso ingombranti e definitive. In quest'ottica il mondo mediatico sa essere molto cinico e quasi come conseguenza inappellabile, anche la critica segue di pari passo questa direzione. E' probabilmente il caso di Ben Stiller, attore e produttore cinematografico, noto soprattutto per parti e sceneggiature comiche e demenziali (Zoolander, Una notte al museo e Mi presenti i tuoi), alle prese con un materiale un po' meno affine alle sue caratteristiche innate e/o indotte.
Stiller riesce a riadattarlo alla sua maniera con inserimenti di momenti comici mai invasivi nè fini a se stessi e indubbiamente il film funziona, scivola via veloce e lascia quel senso di leggerezza tipico delle pellicole ben riuscite. Ma è anche un'opera che fa riflettere per l'immobilismo iniziale di Mitty, tipico di molte persone chiuse a doppia mandata nei micro-mondi lavorativi, per i suoi viaggi iperbolici e che sicuramente verrà ricordata per l'empatia che molti spettatori proveranno per il protagonista (chi non ha mai viaggiato con la mente, magari ad occhi aperti? Chi non ha mai immaginato una realtà diversa se non addirittura opposta a quella che lo circonda?) e per il suo (relativo) riscatto sociale. Menzione speciale per Sean Penn (protagonista di un cameo tanto breve quanto incisivo, nel quale impersona il fotografo del negativo perduto), esponente di quella cerchia di attori ai quali bastano 7 minuti per dare senso ad un'apparizione e per la splendida fotografia, protagonista della pellicola, testimone oculare di paesaggi mozzafiato e diversissimi tra loro. Ben Stiller probabilmente non verrà mai ricordato come attore\autore lontano dalla commedia (spesso demenziale) fine a se stessa, eppure in questo film riesce a dosare e incastrare tanti frammenti o se preferite, tanti negativi, che compongono un'opera lontana dalle solite etichette.
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gabriella
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martedì 15 luglio 2014
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lo scatto perfetto
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Walter Mitty lavora negli archivi della rivista Life, si occupa dello sviluppo negativi che saranno poi scelti per la copertina della rivista, è l'uomo invisibile, lavora nei sotterranei, nessuno se lo fila, anche perchè ha il vizietto di estraniarsi dalla realtà e rifugiarsi in sogni, arditi e avventurosi, mentre lui è tutt'altro, pigro e statico. Il caso vuole che la rivista ,per esigenze di mercato, chiuda i battenti e traslochi sul web, urge trovare il negativo che darà l'ultima immagine di copertina del giornale, negativo che sembra scomparso nel nulla. Sarà compito di Walter Mitty ritrovarlo, pena il licenziamento per mano dei nuovi manager, “dei cleaner” ignoranti e ottusi che non vedono l'ora di sfoltire il personale.
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Walter Mitty lavora negli archivi della rivista Life, si occupa dello sviluppo negativi che saranno poi scelti per la copertina della rivista, è l'uomo invisibile, lavora nei sotterranei, nessuno se lo fila, anche perchè ha il vizietto di estraniarsi dalla realtà e rifugiarsi in sogni, arditi e avventurosi, mentre lui è tutt'altro, pigro e statico. Il caso vuole che la rivista ,per esigenze di mercato, chiuda i battenti e traslochi sul web, urge trovare il negativo che darà l'ultima immagine di copertina del giornale, negativo che sembra scomparso nel nulla. Sarà compito di Walter Mitty ritrovarlo, pena il licenziamento per mano dei nuovi manager, “dei cleaner” ignoranti e ottusi che non vedono l'ora di sfoltire il personale. Così il nostro protagonista, che fino a quel momento aveva viaggiato solo con la fantasia, motivato dalla passione per la fotografia e specialmente da un sentimento d'amore verso una collega alla quale riesce a confidare i suoi sentimenti solo nei suoi daydreams, si troverà a fare il giro di mezzo mondo ad affrontare situazioni paradossali ed estreme, quanto esilaranti e vertiginose, salirà persino su un elicottero con un pilota ubriaco fradicio fino all'incontro in Tibet con Sean, il fotografo, intento ad osservare le mosse del leopardo delle nevi, in attesa dello scatto giusto, scatto che poi non avviene, perchè ci sono momenti in cui è necessario restarci dentro, senza la distrazione dell'obiettivo, perchè le cose belle non richiedono attenzione.Recuperato il negativo che dovrebbe rappresentare la quintessenza della vita, Walter scopre che il tanto cercato fotogramma è dedicato a tutti coloro che hanno reso possibile la rivista, alla gente come lui, poco temeraria, forse, ma capace di osservare e scrutare fino in fondo le cose ritenute poco significative, ma che rappresentano invece la qualità della vita. Troppo preso nelle sue masticazioni mentali, Walter non si accorge di essere un'eccellenza in un ambiente di lavoro ostile, perchè mediocre, e come diceva Shopenauer, la mediocrità, attacca sempre l'eccellenza. Estraniarsi da una realtà poco gratificante, annullare la grigia e piatta parete davanti, e vedere il mondo a tre dimensioni, distorcere gli spazi prospettici in un trompe l'oeil, non è come potrebbe sembrare a prima vista una perdita di tempo, è quando il sogno diventa progetto ( chi sogna di giorno conosce molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte “ E. A. Poe”, per cui tuffarsi nel flusso interiore della coscienza aiuta a riflettere , a trovare risposte all'esistenza. A questo punto mi sento di dire che il film di Ben Stiller è un lavoro degno di nota, non affatto superficiale, ci potranno anche essere ( a voler essere pignoli) delle incertezze, delle banalità, però il contenuto è più che buono , un film che mi sento di consigliare a tutti i sognatori e non, inoltre il cameo di Sean penn impreziosisce il tutto e non è cosa da poco conto.
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kyotrix
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martedì 27 maggio 2014
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carino
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La prima parte, quella dei sogni, è abbastanza noiosa. Meglio la seconda parte, bene il finale.
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raieden
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sabato 10 maggio 2014
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non condivido assolutamente
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Ho finito adesso di rivedere per la terza volta il film e non condivido assolutamente la tua analisi, ti spiego perchè:
-Recitazione: poche scene difficili, ma a mio parere nulla da eccepire;
-Fotografia: ottima, spettacolare ed emozionante;
-Regia: minuziosa,ricercata e attenta al minimo dettaglio.I passaggi di scena si vede che sono ricercati ed originali. Secondo me non è da criticare;...
-Sceneggiatura: la trama,come hai detto tu, è semplice ed abbastanza lineare, ma non è uno Sci-Fi quindi direi che è ok.Ci sono alcune "licenze" che rendono il film poco credibile o comunque si allontanano dalla veridicità però nulla di grave a mio parere.
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Ho finito adesso di rivedere per la terza volta il film e non condivido assolutamente la tua analisi, ti spiego perchè:
-Recitazione: poche scene difficili, ma a mio parere nulla da eccepire;
-Fotografia: ottima, spettacolare ed emozionante;
-Regia: minuziosa,ricercata e attenta al minimo dettaglio.I passaggi di scena si vede che sono ricercati ed originali. Secondo me non è da criticare;...
-Sceneggiatura: la trama,come hai detto tu, è semplice ed abbastanza lineare, ma non è uno Sci-Fi quindi direi che è ok.Ci sono alcune "licenze" che rendono il film poco credibile o comunque si allontanano dalla veridicità però nulla di grave a mio parere.Non ho incontrato nessun buco nella trama o contraddizione, quindi tutto sommato non ho di che lamentarmi.I dialoghi sono troppo semplici, una pecca che poteva essere sicuramente migliorata a mio modesto parere.
Per quanto riguarda le criticità da te affrontate direi che "l'accozzaglia di idee" non esiste per niente! Il film parla del "viaggio",punto.
Le tematiche secondarie (storia d'amore, perdita di lavoro etc etc...) servono a dare il "la" al protagonista affinchè potesse iniziare a vivere piuttosto che continuare a sognare (ecco perchè nella seconda parte del film non ci sono più le scene di lui che si incanta!!!).
Le forzature allontanano il film dall'essere verosimile, ma perchè questa cosa ti disturba? Anche con qualche forzatura il film funziona benissimo.
Concludo dicendo che è un film veloce,leggero,semplice e con inquadrature talmente belle, da instillarti la voglia di viaggiare.
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unoqualsiasi63
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venerdì 25 aprile 2014
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un tributo a life - bellezza in immagine
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Tutta la storia di Walter Mitty è solo un scusa per omaggiare con immagini e idee visive ( a partire dai titoli che sono murales ) la rivista life che dopo anni in stampa è passata in rete ( come da finale del film ) per poi chiudere definitivamente nel Gennaio 2012. Tutto quello che si vede è un enorme tributo di Ben Stiller per ricordare "tutti coloro che con il loro lavoro e la loro passione hanno reso possibile tutto questo" (nel film nella foto pubblicata nell'ultimo numero se guardate il muro dietro a Walter c'e la data 1936 time e Life data di inizio della gestione di Henry Luce Fondatore del Time). Il titolo che ricorda il film del 1947 con Danny Kaye si sviluppa in modo totalmente diverso il che fa pensare a una citazione dell'autore per ricordare il carattere visionario dei personaggi che si muovono nella pellicola.
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Tutta la storia di Walter Mitty è solo un scusa per omaggiare con immagini e idee visive ( a partire dai titoli che sono murales ) la rivista life che dopo anni in stampa è passata in rete ( come da finale del film ) per poi chiudere definitivamente nel Gennaio 2012. Tutto quello che si vede è un enorme tributo di Ben Stiller per ricordare "tutti coloro che con il loro lavoro e la loro passione hanno reso possibile tutto questo" (nel film nella foto pubblicata nell'ultimo numero se guardate il muro dietro a Walter c'e la data 1936 time e Life data di inizio della gestione di Henry Luce Fondatore del Time). Il titolo che ricorda il film del 1947 con Danny Kaye si sviluppa in modo totalmente diverso il che fa pensare a una citazione dell'autore per ricordare il carattere visionario dei personaggi che si muovono nella pellicola."Vedere il mondo, raggiungere mete pericolose, guardare oltre i muri, avvicinarsi, trovarsi l'un l'altro e sentirsi, questo è lo scopo della vita!" , lo stesso fotografo che Walter cerca è un grande perché antepone la visione alla tecnica di realizzazione " Certe volte non scatto, se mi piace il momento, piace a me, a me soltanto,non amo avere la distrazione dell'obbiettivo,voglio solo restarci dentro". Mi unisco a Walter nel salutare Life e le sue spendide immagini che hanno fatto la storia.
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