Titolo originale | For Those in Peril |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Paul Wright |
Attori | George MacKay, Kate Dickie, Nichola Burley, Michael Smiley, Brian McCardie Conor McCarron, Jordan Young, James Cunningham, Gavin Park, Lewis Howden, Sharon MacKenzie, Ross Laird, Debbie Dorwood, Scott Constantine, Stewart Anderson, Andy Neil, Margo Lownie, Andrew Marley. |
Uscita | giovedì 6 marzo 2014 |
Distribuzione | Nomad Film |
MYmonetro | 2,59 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 20 marzo 2014
Il film è presentato in anteprima al Festival di Cannes 2013 nella sezione Settimana della Critica. Il film ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA,
CONSIGLIATO NÌ
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In un paese di pescatori, in Scozia, il giovane Aaron sopravvive ad un misterioso incidente in mare nel quale muoiono cinque persone. Una di questo è suo fratello Michael, dal quale Aaron non si separava mai. Tornare alla normalità è difficile se non impossibile. Mentre la comunità lo incolpa, più o meno apertamente, e vorrebbe allontanarlo, lui si convince che Michael non sia morto e, accecato dalla superstizione e dal dolore, pensa soltanto al modo di tornare in mare per andarlo a cercare.
Il lungometraggio d'esordio di Paul Wright, regista che si era già fatto apprezzare in più occasioni nella misura del corto, riesce nella difficile arte di raccontare una complessa vicenda psicologica individuale e sociale con un'estrema semplicità di mezzi e ausilii. L'attore protagonista, George McKay, col suo volto sofferto ed enigmatico e la sua fisicità insieme trattenuta e pronta a tutto, regge sulle proprie spalle un ampio registro di emozioni, contribuendo al montare di una tensione che non rivela la propria natura prima del tempo ma chiede la partecipazione costante dello spettatore fino al punto in cui è gli è ormai impossibile sottrarsi.
Il lavoro sul sonoro e sui diversi formati e tipi di grana del video giocano un ruolo importante nell'intorbidire appositamente la visione, creando una molteplicità di punti di vista che altro non è se non il tema stesso del film, cui fa da parallelo narrativo il discorso sulle credenze popolari. Drammaticamente sdoppiata dal trauma della perdita, la psiche di Aaron lavora in sintonia con il mezzo del cinema (e viceversa), subendo l'impressione -tipica del lutto nei suoi primi stadi- di avvertire ancora la presenza del fratello scomparso, di persistere a vederlo (come persistono i fantasmi degli attori sulla pellicola), fino a crederlo vivo, in virtù del patto che soggiace ad ogni fiaba cinematografica per cui se credi davvero in una cosa prima o poi questa si avvera. La favola nera del mostro marino che inghiotte i bambini e terrorizza la città non è dunque che l'aspetto più superficiale del meccanismo narrativo, declinato in forma di ossessione.
E se non sempre l'estrema semplicità e linearità dello svolgimento riescono a coinvolgere del tutto, l'immagine finale ripaga di tutto ciò che è mancato prima, svelando in pochi secondi, e senza bisogno di commento, lo iato su cui si fonda Il Superstite , tra chi vive l'immaginario fino alle estreme conseguenze e chi sta soltanto a guardare.
Sfuggito alla morte per miracolo durante un misterioso naufragio in mare in cui tutti gli altri membri dell’equipaggio compreso il fratello maggiore hanno perso la vita, Aaron sperimenta suo malgrado l’isolamento colpevolizzante del sopravvissuto e sconta l’incomprensione e il sospetto degli abitanti del piccolo villaggio di pescatori in cui vive.
Presentato nella settimana della Critica del Festival di Cannes 2013, il Superstite è stato acclamato dalla stampa in occasione dalla sua uscita nelle sale britanniche, tanto da portare l'esordiente regista Paul Wright fino alla nomination ai BAFTA, i più importanti cinematografici del Regno Unito. Una storia che vede il giovane Aaroon, a caccia di mostri marini e alla ricerca ossessiva del fratello, [...] Vai alla recensione »
Esordio per l'inglese Wright alle prese con fratelli inseparabili, mare assassino alla Verga (I Malavoglia) e psicopatologie polanskiane. Il giovane Aaron (George MacKay) è tornato da solo a casa dopo una spedizione in mare finita in tragedia. Anche il fratello maggiore, nonostante fosse un pescatore esperto, è scomparso tra i flutti. Vedremo Aaron scioccato, spaesato, sconvolto da un lutto sempre [...] Vai alla recensione »
Il regista scozzese al suo primo "lungo" Paul Wright e il protagonista George Mackay vantano già un discreto cursus honorum festivaliero tra Berlino, Locarno, Semaine di Cannes. C'è intensità in questo Il superstite ("For those in peril", come dice il canto che accompagna la cerimonia funebre di apertura) dove un ragazzo sofferente e difficile viene allontanato dalla piccola comunità marinara scozzese [...] Vai alla recensione »
In un paese di pescatori scozzese, vive Aaron, unico sopravvissuto di una tragedia del mare dove son morte cinque persone, compreso suo fratello. La comunità, invece di confortarlo, lo incolpa, trasformandogli La vita in un incubo. Lui, soll'orlo della pazzia, si convince che i cinque non siano annegati. Film girato con semplicità di mezzi, ma emotivamente teso.