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michele.stefani200
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domenica 5 gennaio 2014
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film tirato per le orecchie
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Tra questo e Walter Mitty due film assolutamente scadenti che dovrebbero lasciare dietro la frontiera. Questi americani ci stanno prendendo per i fondelli...
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niklif
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domenica 5 gennaio 2014
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5 stelle per gli attori
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do 5 stelle per l'interpretazione eccezionale degli attori ma in particolare per Christian Bale e Jennifer Lawrence! La trama non è particolare o innovativa ma David O. Russel in più interviste ha detto di voler dare importanza nei suoi film più alle interpretazioni degli attori, alle caratteristiche peculiari dei personaggi che alla trama stessa, anche nel lato positivo la cui trama era abbastanza scontata e già vista erano i personaggi a rendere viva la storia, lo stesso si può dire per questo film! Chissà se gli attori porteranno a casa qualche statuetta.. be io tifo per loro!
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alessandro rusconi
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domenica 5 gennaio 2014
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non è il miglior film di russel
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American Hustle ha la capacità di racchiudere sia le caratteristiche migliori che un film dovrebbe avere (attori di livello, sempre ben messi in posa; un regista capace di indagare nei loro animi), ma allo stesso tempo ciò che un film, specialmente se di oltre due ore, non dovrebbe mai presentare: un ritmo blando. Più volte mi sono ritrovato a scuotere la testa in sala pensando "Russel, dovai prima o poi dare una scossa a questo film!". E a un certo punto arriva, grazie a un cameo dell'intramontabile De Niro, altro attore con cui il regista ha già lavorato. Il ruolo interpretato è quello di un sicario della mafia particolarmente astuto e, data la sua conoscenza dell'arabo, smaschera di fatto il finto arabo dei protagonisti di Russel.
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American Hustle ha la capacità di racchiudere sia le caratteristiche migliori che un film dovrebbe avere (attori di livello, sempre ben messi in posa; un regista capace di indagare nei loro animi), ma allo stesso tempo ciò che un film, specialmente se di oltre due ore, non dovrebbe mai presentare: un ritmo blando. Più volte mi sono ritrovato a scuotere la testa in sala pensando "Russel, dovai prima o poi dare una scossa a questo film!". E a un certo punto arriva, grazie a un cameo dell'intramontabile De Niro, altro attore con cui il regista ha già lavorato. Il ruolo interpretato è quello di un sicario della mafia particolarmente astuto e, data la sua conoscenza dell'arabo, smaschera di fatto il finto arabo dei protagonisti di Russel. E lì accade una cosa inspiegabile: non accade nulla. Quindi non si è accorto di nulla il mafioso? Allora vorrei sapere perché sono stati inseriti personaggi senza un impatto sul film. Comunque, dopo quella tensione e il suo conseguente rilascio, si continuerà sullo stesso registro di prima. Insomma solo la Lawrence vale metà del biglietto, ma il film sembra soffrire la storia vera dal quale è tratto, forse non esattamente adatta al cinema.
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diomede917
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domenica 5 gennaio 2014
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l'arte di sopravvivere
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l regista David O' Russell chiude la sua personale trilogia sul cadere per poi rinascere guadagnandosi una laurea con lode che sia il preludio per l'ambita statuetta il 2 Marzo.
Ispirato all'operazione Abscam, con la quale l'Fbi incastrò numerosi politici corrotti grazie all'aiuto di un truffatore di professione, American Hustle è un viaggio dentro il sogno o meglio l'incubo americano post watergate e Vietnam......una precisa descrizione dei perdenti che caratterizzò il cinema americano anni '70.
Anni rappresentati benissimo fin dai titoli di testa così fortemente vintage con i suoi colori, la sua musica, i suoi vestiti, le sue acconciature e i suoi eccessi.
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l regista David O' Russell chiude la sua personale trilogia sul cadere per poi rinascere guadagnandosi una laurea con lode che sia il preludio per l'ambita statuetta il 2 Marzo.
Ispirato all'operazione Abscam, con la quale l'Fbi incastrò numerosi politici corrotti grazie all'aiuto di un truffatore di professione, American Hustle è un viaggio dentro il sogno o meglio l'incubo americano post watergate e Vietnam......una precisa descrizione dei perdenti che caratterizzò il cinema americano anni '70.
Anni rappresentati benissimo fin dai titoli di testa così fortemente vintage con i suoi colori, la sua musica, i suoi vestiti, le sue acconciature e i suoi eccessi.
E i protagonisti della storia sono le icone di quegli anni.
Irving Rosenfeld è il lato romantico della storia......truffatore dal cuore d'oro trasformato così dalle durezze della vita che hanno impedito il padre di emergere, sposato con una svampita ragazza madre legato a doppio filo al figlio di lei ma innamorato della sua socia in affari....
Sidney la socia di Irving e' il lato sofferto della storia....una ragazza che viene dal basso, una che sa cosa vuol dire guadagnarsi con le unghie e con i denti quello che ha, una che è costretta a cambiare nome e identità e soffocare i propri sentimenti perché la vita va così....
Richie Di Maso è il lato ambizioso della storia......agente dell'Fbi che vede in questa operazione la possibilità di emergere da una mamma cattolica che lo opprime e una pseudo fidanzata che lo aspetta.....è l'impazienza dell'ambizione uno che non ascolta la morale della favola se la inventa pur di andare avanti senza scrupoli...
Rosalind è il lato instabile della storia.....rappresenta quell'America nevrotica e ingenua che pensa di essere la più furba ma viene fottuta dal primo che capiti quasi come una sorta di autolesionismo...
David O' Russell dirige questa storia fatta di inganni e doppi giochi, di specchi per le allodole e scatole cinesi come fosse un direttore d'orchestra dall'abilita di Arturo Toscanini grazie all'abilità dei propri musicisti che conosce alla perfezione visto che hanno lavorato con lui nelle altre due opere della sua trilogia.....e lui usa mettendo in evidenza il loro lato più che positivo....
Così Christian Bale mette in evidenzia la sua maniacale perfezione sul personaggio, ingrassando a dismisura con uno strabordante pancione e un ridicolo riporto che rende ancora più tenero questo romantico figlio di puttana tutte le volte che è in scena;
Amy Adams mai così sensuale con quelle camicie con scollo aperto ma due occhi che ti riportano al suo personaggio da vedere per credere il sofferto confronto con Jennifer Lawrence nel bel mezzo della truffa.....
Bradley Cooper meraviglioso nei sui eccessi e nella sua vanità.....sono ormai un cult i suoi bigodini....
E Jennifer Lawrence.......basta la scena da casalinga frustrata che canta Live and Let Die di Paul McCartney per capire chi abbiamo di fronte.....
Di American Hustle quel che colpisce, oltre la superlativa prova attoriale, è l'abilità della messa in scena molto scorsesiana......per diversi tratti mi ha ricordato il bellissimo Casinò e il cameo di Robert De Niro che cita Asso Rothstein ne è la prova (bastano quei 5 minuti a far capire a chi non lo conosce perché è considerato il migliore)......
American Hustle è qualcosa di più di un thriller con stangata finale......è la parabola di una certa America che è tutta rappresentata nella frase finale sull'Arte del sopravvivere
Voto 9
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vanessa zarastro
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domenica 5 gennaio 2014
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truffati e truffatori
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C’è tutto un filone sulla “grande truffa” nella cinematografia statunitense dall’indimenticabile “La Stangata” con gli strepitosi Paul Newman e Robert Redfort a “Ocean Eleven” con gli odierni miti come George Cloony e Brad Pitt. A mio avviso, David O. Russell con “American Hustle- L'apparenza inganna”,mal si inserisce in questa tradizione per una serie di ragioni. Il regista ha voluto mettere dentro troppa roba e da una storia di piccoli imbroglioncelli si gonfia fino a mettere dentro la FBI, la mafia e poi i deputati e senatori. Poliziotti buoni e poliziotti cattivi, poliziotti intelligenti e poliziotti stupidi con le solite gags.
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C’è tutto un filone sulla “grande truffa” nella cinematografia statunitense dall’indimenticabile “La Stangata” con gli strepitosi Paul Newman e Robert Redfort a “Ocean Eleven” con gli odierni miti come George Cloony e Brad Pitt. A mio avviso, David O. Russell con “American Hustle- L'apparenza inganna”,mal si inserisce in questa tradizione per una serie di ragioni. Il regista ha voluto mettere dentro troppa roba e da una storia di piccoli imbroglioncelli si gonfia fino a mettere dentro la FBI, la mafia e poi i deputati e senatori. Poliziotti buoni e poliziotti cattivi, poliziotti intelligenti e poliziotti stupidi con le solite gags. L’esagerazione e il grottesco però non hanno mai i loro corrispondenti estetici, si rimane sempre un po’ male quando alcune scene non esplodono. La stessa scelta anni ’70 è poco sfruttata a livello scenografico e stilistico. Nel film sono bravi e ben descritti i personaggi principali maschili Irving Rosenfeld (Christian Bale) e Richie Di Maso (Bradley Cooper) meno la loro inespressiva compagna (Amy Adams). Un pochino troppo lungo rischia qua e là di annoiare un po’.
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[+] leggi la recensione di gabriele niola
(di maistufodelcinema)
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michele marconi
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sabato 4 gennaio 2014
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eccelso per interpretazioni e sceneggiatura
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Tra il bene e il male, è sempre meglio non essere banali. David O. Russell, su questo, non può che essere d’accordo. American Hustle, infatti, riesce benissimo a far parlare di sé. Attesissimo fin dalle prime indiscrezioni sul cast, questo film, forte delle 7 nomination ai Golden Globe ha attirato l’attenzione di tutti, sia quella del grande pubblico che quella più raffinata ed esigente di chi al cinema cerca la firma d’autore. Che dire? Cercando di riordinare le idee (impresa piuttosto ardua di fronte a pellicole di questo peso), la certezza che rimane scolpita ed inattaccabile è che siamo di fronte a delle interpretazioni davvero formidabili.
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Tra il bene e il male, è sempre meglio non essere banali. David O. Russell, su questo, non può che essere d’accordo. American Hustle, infatti, riesce benissimo a far parlare di sé. Attesissimo fin dalle prime indiscrezioni sul cast, questo film, forte delle 7 nomination ai Golden Globe ha attirato l’attenzione di tutti, sia quella del grande pubblico che quella più raffinata ed esigente di chi al cinema cerca la firma d’autore. Che dire? Cercando di riordinare le idee (impresa piuttosto ardua di fronte a pellicole di questo peso), la certezza che rimane scolpita ed inattaccabile è che siamo di fronte a delle interpretazioni davvero formidabili. I cinque attori protagonisti, inutile mentire, sono la vera attrazione del film. Christian Bale, trasformista per eccellenza (ma reso comunque irriconoscibile e distante da ogni aspetto abbia assunto nel corso della sua carriera), dotato di riporto e di pancia alla Babbo Natale, ricopre il ruolo di maggior peso all’interno della vicenda. Truffatore di professione e truffato nella vita domestica, veste i panni anni 70’-80’ dell’impostore incastrato dall’FBI e costretto a collaborare in cambio della libertà. Ciò che gli viene promesso, tuttavia, è lungi dall’essere desiderabile al pari del ritrovato rapporto con l’amante, Sydney Prosser (AmyAdams), bellissima e sensuale complice, anch’essa coinvolta nella vicenda. Quest’ultima, infatti, giunta al limite di sopportazione per via della mancata rottura del suo amato con la moglie Rosalyn Rosenfeld (Jennifer Lawrence), si lascia affascinare dall’agente federale Richie DiMaso (Bradley Cooper) che guida l’operazione. Catturato da manie di grandezza, Richie DiMaso decide di alzare il tiro e si prodiga per incastrare Jeremy Renner il sindaco italoamericano della città di Camden, in New Jersey, dapprima tentando di corromperlo e poi spingendolo con l’astuzia tra le mani delle organizzazioni mafiose.
La trama non è certamente una di quelle più facili da riassumere ma, per quanto non riservi colpi di scena imprevedibili, non si fa troppa fatica ad apprezzarne i contenuti. Se tra intrighi, deliri, gelosie e strategie lo spettatore non annaspa, è sicuramente merito della sceneggiatura, mai banale e sempre brillante. Il senso di stanchezza che porta con sé il procedere della storia, soprattutto nella seconda parte, è certamente lo sgambetto che ci si aspetta mettendo così tanta carne al fuoco. Nei punti chiave, soprattutto quando il cast si ritrova tutto in scena, lo spettatore non riesce e seguire gli sbalzi emotivi di tutti i protagonisti e inciampa nella sinuosa trappola che ogni film corale porta con se: è davvero difficile affezionarsi ed immedesimarsi in un personaggio a tal punto da non essere tentati di distogliere continuamente l’attenzione per cercare di cucire insieme i vissuti emotivi di tutti gli altri. Anche per questo, personalmente, ritengo sia un film che riesce ad essere apprezzato maggiormente durante seconda visione.
Leggermente sottotono, al confronto con tutto il resto, la gestione della colonna sonora. Se i pezzi sono perfetti, certamente si poteva fare di meglio con i tagli: poco riusciti e troppo ravvicinati. La fotografia e i costumi (tanto caratteristici da sembrare quasi caricaturali) ripagano abbondantemente il debito.
American Hustle, insomma, soddisfa alcuni punti di vista ed eccelle su altri. Forte di un cast che può contare su diversi nomi in voga e coraggioso a sufficienza da imbarcarsi in un progetto anti colossal, O. Russell non manca il bersaglio. Tra inquadrature soggettive e atmosfere retrò, il rischio di perdersi nelle menti dei personaggi è reale, ma con attori in così grande spolvero non può che essere un dolce nafugragar. American Hustle, insomma, è un film consigliatissimo, che vale anche la seconda visione in sala.
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[+] un bluff
(di marienbad)
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alex2044
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sabato 4 gennaio 2014
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un cast strepitoso
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Un gran bel film ! Gli attori di più : strepitosi . Uno più bravo dell'altro , caratteristi compresi . Il trionfo di una scuola di cinema .
Se si potesse dare un Oscar alla coralità degli attori non ci potrebbero essere dubbi . E' difficile trovare un film anche dei più belli con questo risultato . Il film malgrado le più di due ore non sembra per niente lungo è molto ben fatto e la storia risulta senzaltro interessante , credibile e chiara nello svolgimento .David O. Russell si conferma un regista di razza che ultimamente non sbaglia un colpo .
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k. s. stanislavskij
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sabato 4 gennaio 2014
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più forma che sostanza, non del tutto riuscito
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la storia e' vera, quindi interessante in sè, ma devo dire che i personaggi sono caratterizzati in modo non preciso, sembrano più caricature contraddittorie e un pò irreali, nevrotici, ma senza un perchè drammaturgico.. sembra tutto fuori fuoco, tranne il politico carmine polito..
insomma non mi ha convinto del tutto, più look e suggestioni anni 70 che sostanza..
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shiningeyes
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venerdì 3 gennaio 2014
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truffatori, uomini ambiziosi e doppiogiochismi.
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Si attendeva con ansia il nuovo film di David O’Russell, in un periodo molto fervido di progetti per il regista dopo il buon “The Fighter” e l’acclamato ”Silver Linings Playbook”. “American Hustle” è un leggero passo avanti in confronto agli ultimi lavori grazie ad una sceneggiatura complessa e brillante e alla totale conferma che il detto “squadra che vince non si cambia” si adatta benissimo a O’Russel, che porta con sé quasi l’intero cast dei suoi ultimi film, rafforzando il legame con essi e sapendone tirare fuori le consuete prove eccezionali da parte loro. La bravura del cast e la solidità della storia creano un’ottima fusione che riesce a dare al film una freschezza d’altri tempi che riesce a tenere alto l’interesse dello spettatore, sennonché, ci sia qualche questione da chiarire meglio nella comunque ottima sceneggiatura.
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Si attendeva con ansia il nuovo film di David O’Russell, in un periodo molto fervido di progetti per il regista dopo il buon “The Fighter” e l’acclamato ”Silver Linings Playbook”. “American Hustle” è un leggero passo avanti in confronto agli ultimi lavori grazie ad una sceneggiatura complessa e brillante e alla totale conferma che il detto “squadra che vince non si cambia” si adatta benissimo a O’Russel, che porta con sé quasi l’intero cast dei suoi ultimi film, rafforzando il legame con essi e sapendone tirare fuori le consuete prove eccezionali da parte loro. La bravura del cast e la solidità della storia creano un’ottima fusione che riesce a dare al film una freschezza d’altri tempi che riesce a tenere alto l’interesse dello spettatore, sennonché, ci sia qualche questione da chiarire meglio nella comunque ottima sceneggiatura. La storia trae ispirazione da un’operazione congiunta del FBI e di alcuni truffatori professionisti per smascherare dei politici che intascavano bustarelle. Nel film, liberamente scritto e che non prende per filo e per segno i fatti accaduti, c’è la coppia truffaldina impersonata dal duo Irving (Christian Bale)& Sidney (Amy Adams) che imbroglia malcapitati a colpi d’opere d’arte false vendute e con fondi finanziari inesistenti, fino all’arrivo di un ambizioso agente del FBI (Bradley Cooper) che li vuole usare per creare una maxi-truffa che coinvolga alcuni politici e nel quale sarà usato come esca l’onesto sindaco di Camden (Jeremy Renner). Le cose sembrano andare bene, ma si dovranno fare i conti con l’interessamento della mafia nell’affare/truffa e la mina vagante Rosalyn (Jennifer Lawrence), stupida moglie di Irving. Con un cast di così tanta qualità è scontato aspettarci grosse cose da questo film, e non dico che le aspettative sono deluse: O’Russell dirige a menadito questo cast, ormai conosce gli attori che interpretano le loro parti meglio di quanto si conoscano loro stessi, e pertanto, può permettersi di scavare le loro più profonde emozioni in modo da farli diventare gli effettivi personaggi della storia, che non sono solo truffatori e uomini ambiziosi, ma sono soprattutto delle persone normali, con le fragilità e problemi che si portano le persone normali, sono esattamente come noi che li guardiamo ed è difficile che noi stessi non ci sentiamo emotivamente coinvolti come loro; c’è da aggiungere che la regia di O’Russel (che omaggia Scorsese e un poco Tarantino) è supportata da una fotografia che riprende in maniera efficiente il periodo fine anni 70, ed è supportata da un montaggio da nomination all’Oscar. Nel cast, da come si è già detto, tutti si mettono in luce, ma se si dovrebbe scegliere il migliore di loro la scelta ricadrebbe in Christian Bale, che ha forse la fortuna di rivestire i panni del personaggio più difficile e simpatico del lotto; tanto di cappello, comunque, alle ragazze: Amy Adams è splendida nella sua Sidney abile e manipolatrice quanto malinconica e insicura; Jennifer Lawrence, che avrebbe meritato più spazio, s’impegna pure di più della sua collega, interpretando una donna triste e dal cervello di gallina, ma che è un uragano che cambia le carte in tavola dell’operazione, un’interpretazione che potrebbe dargli il secondo Oscar di fila; aggiungo i meriti per un ottimo Bradley Cooper, che sembrerebbe davvero tirare fuori il meglio di sé con O’Russell. L’unica cosa che mi permetto criticare in questo bel film è una prima parte non troppo esplicativa su quello che fanno di preciso i due imbroglioni e che è forse un po’ troppo piatta, per fortuna che l’intreccio poi si snoda bene, ma comunque aspetterei di vedere la versione originale per notare se ci sono o no falle nella sceneggiatura, cosa anche probabile, poiché O’Russell ha dichiarato più volte che preferisce soffermarsi più sui personaggi più che sulla storia, e il ritratto psicologico strepitoso che lo delinea ne è l’emblema. Insomma, “American Hustle” è un quasi capolavoro, che è però segnale di un cinema d’autore che si sta facendo largo in mezzo ai vari film digitali senz’anima e che fa recuperare il gusto di vedere film ben scritti con interpretazioni degne di nota, e non è poco; si spera di vederne di più pellicole come queste.
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[+] una sarabanda di divertimento, spettacolo e volti
(di antonio montefalcone)
[ - ] una sarabanda di divertimento, spettacolo e volti
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pisa93
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venerdì 3 gennaio 2014
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re mida o. russel
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Due truffatori professionisti vengono incastrati dall'FBI e costretti a collaborare ad una pericolosa operazione governativa.
David O. Russel riscrive liberamente gli accadimenti dell'operazione Abscam, scandalo americano di una trentina di anni fa a base di favori, mazzette, mafia ed il risultato è davvero sorprendente. All'epoca il fatto fece talmente scalpore da riuscire a guadagnarsi anche una copertina sul Time.
Il regista trasforma una delle sceneggiature inserite nella blacklist hollywoodiana in un film intrigante ed eccentrico, che non potrà passare inosservato. Una torbida storia si staglia su un affresco anni '70 in cui i costumi fanno davvero regia. Dark lady con scollature vertiginose, orribili pettinature e make up impossibili rivelano l'amore per il look, che diventa a tutti gli effetti una colonna portante.
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Due truffatori professionisti vengono incastrati dall'FBI e costretti a collaborare ad una pericolosa operazione governativa.
David O. Russel riscrive liberamente gli accadimenti dell'operazione Abscam, scandalo americano di una trentina di anni fa a base di favori, mazzette, mafia ed il risultato è davvero sorprendente. All'epoca il fatto fece talmente scalpore da riuscire a guadagnarsi anche una copertina sul Time.
Il regista trasforma una delle sceneggiature inserite nella blacklist hollywoodiana in un film intrigante ed eccentrico, che non potrà passare inosservato. Una torbida storia si staglia su un affresco anni '70 in cui i costumi fanno davvero regia. Dark lady con scollature vertiginose, orribili pettinature e make up impossibili rivelano l'amore per il look, che diventa a tutti gli effetti una colonna portante. I protagonisti sono personaggi negativi ben caratterizzati, che a modo loro cercano di sopravvivere in un mondo che vuole schiacciarli. La loro negatività viene, però, raccontata con ironia, in modo da portare lo spettatore dalla parte di individui che normalmente condannerebbe. E' una parabola della vita raccontata da uomini che vogliono reinventarsi, divorati dall'ambizione e dai loro demoni personali. Questo conflitto interiore viene ben rappresentato dagli attori, che offrono un'ottima performance. Bisogna, infatti, togliersi il cappello davanti a Christian Bale che, dopo "The fighter", si consacra ancora una volta all'altare dei grandi, confermando il suo livello e le sue capacità metamorfiche.
Le scene d'azione sono sostituite da una sceneggiatura pungente e spumeggiante, che sancisce la supremazia delle parole sulle azioni. Interessante è il cameo di De Niro, che ormai nell'essere un mafioso raccoglie il suo pane quotidiano.
Per concludere, ci troviamo davanti ad un film emozionante e coinvolgente che non stanca nonostante la durata. L'unica nota di demerito va alle sequenze iniziali, che sono troppo blande per rendere onore al vero livello del prodotto.
Il regista è famoso per essere riuscito a far vincere premi alla maggior parte degli attori che hanno lavorato con lui, ma a questo punto viene spontaneo chiedersi: "Riuscirà Re Mida O. Russel a portare a casa l'ambita statuetta?".
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