American Hustle - L'apparenza inganna |
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Un film di David O. Russell.
Con Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence.
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Titolo originale American Hustle.
Drammatico,
durata 138 min.
- USA 2013.
- Eagle Pictures
uscita mercoledì 1 gennaio 2014.
MYMONETRO
American Hustle - L'apparenza inganna
valutazione media:
3,56
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Raffinato film con uno sbalorditivo Christian Baledi GiorpostFeedback: 16209 | altri commenti e recensioni di Giorpost |
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giovedì 14 aprile 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Irving Rosenfeld è un imprenditore newyorkese proprietario di una catena di lavanderie al quale, tuttavia, i guadagni onesti non bastano; forte di un'attitudine a delinquere (da adolescente rompeva vetrine per favorire l'attività del padre) arrotonda truffando persone in difficoltà finanziarie promettendo loro somme inottenibili in cambio di 5000 $, oltre che cimentarsi come mercante (falsario) di opere d'arte. Il suo è un talento innato, spavaldo quanto basta ma mai arrogante, convincente senza essere petulante; l'unica rogna è l'instabile moglie Rosalyn, per la quale non nutre più amore da tempo, cosa che gli riesce, invece, per il figlio adottivo Danny al quale riserva le necessarie attenzioni. Ad un party di un vecchio amico conosce la conturbante Sidney Prosser, determinata femmina in cerca di quadratura: tra i due, che realizzano di aver trovato vicendevolmente la sponda sulla quale giocarsi la quotidiana battaglia per la sopravvivenza, nasce un profondo legame affettivo e “professionale”. Ma tutto è troppo bello ed ecco irrompere in scena Richie DiMaso, ambizioso agente federale che, fungendo da esca, coglie entrambi sul fatto, costringendoli a collaborare con l' FBI che infiltra i due talentuosi truffatori nel mondo dei pesci grossi del New Jersey nella (realmente esistita) operazione Abscam, un complotto architettato con l'intento di smascherare intrallazzi politico-mafiosi. I 3 individui scombussolano le vite di vari personaggi che fino a quel momento avevano un proprio equilibrio, sia che fossero genuini sindaci che s'impegnano per il bene comune, sia che si trattasse di deputati illibati pronti a sporcarsi per far ripartire l'economia in crisi nell'America post-Vietnam. Ma in pochi hanno fatto i conti da un lato con la sete di ribalta dell'esaltato DiMaso, eccessivo nei modi (soprattutto col capo) e spesso fuori controllo, e dall'altro con l'imprevedibilità e la (finta?) ingenuità di Rosalyn, a causa della quale rischia di saltare tutta la messinscena. Sarà a questo punto che Irving e Sidney dovranno elaborare un ultimo ingegnoso piano per togliersi dai pasticci... A metà strada tra commedia e poliziesco, quest'opera conferma David O. Russel tra i registi dell'ultima generazione che meglio interpretano il desiderio unanime di un Cinema che inglobi sia l'intrattenimento puro che l'approfondimento; difficile trovare una sintesi, complicato riuscire ad accontentare i diversi palati ma lui sembra riuscirci in maniera disinvolta, pur con qualche piccolo buco qua e là. Con American Hustle (USA, 2013) sforna uno dei migliori film del nuovo millennio, un'opera raffinata, piena di dettagli del periodo storico ed intrisa di un'aurea seventeen davvero ben calibrata; una pellicola che fa riflettere sulla stagnazione economica che colpisce periodicamente i paesi occidentali ma che, al contempo, risulta finemente spassosa. Nel cast, a dir poco eccezionale, tutti riescono a rendere al meglio delle proprie possibilità a partire dall'istrionico Cooper, passando per le ottime Adams (che per tutta la storia si spaccia per l'inglese Edith, con un accento da gustare in lingua originale) e Lawrence, non dimenticando l'energica performance di Jeremy Renner nei panni del sindaco Polito, fino ad arrivare a colui che senza dubbio alcuno stacca tutti gli altri per distanza: Christian Bale. L'attore britannico non è certo una sorpresa, avendo già una carriera lunga e rispettabile alle spalle (ha iniziato nel 1987 con Spielberg a soli 13 anni) ed essendo conosciuto proprio per esser quasi sempre convincente oltre che eccellente trasformista; per “entrare” in Rosenfeld, a conferma di ciò, Bale modifica la sua fisicità calandosi, come si diceva ai bei tempi, pienamente nel personaggio, con tanto di fisico panciuto, un elaboratissimo riporto ed un vasto assortimento di giacche e cravatte colorate. Ma ciò che sbalordisce di più, dietro quegli occhiali semi-scuri che entreranno nella storia, è l'assoluta bravura nell'impersonare il truffaldino ma in fondo tenero Irving, ruolo che lo lancia definitivamente, se mai ci fossero stati ancora dubbi, nell'olimpo dei grandi. Chissà se solo casualmente Russel ha voluto nel cast, per un delizioso cammeo, Robert DeNiro: nella tesissima sequenza che vede protagonista quasi tutto il cast contemporaneamente, si potrebbe intravedere un ideale passaggio del testimone tra il mito italo-americano, che al culmine della carriera ha stravolto fisico e testa per interpretare i ruoli più disparati, e il talento del Galles, uno dei pochi rimasti a perseguire quel metodo di lavoro. Il film scorre che è un piacere, si lascia guardare e ascoltare in un esaltante turbinio di dialoghi e parole incandescenti accompagnate da tracce musicali strepitose, tra le quali cito Jeep's blues di Duke Ellington, con un'attenzione particolare ai costumi e le acconciature di quel decennio che, piaccia o no, è stato talmente bello da risultare irripetibile. Come irripetibile è questo bellissimo lungometraggio. Voto: 9 alla pellicola; a Bale un meritatissimo 10.
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