Anno | 2012 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 74 minuti |
Regia di | Giacomo Durzi, Giovanni Fasanella |
Attori | Giuliano Ferrara . |
Uscita | martedì 5 febbraio 2013 |
Distribuzione | Intramovies Picks |
MYmonetro | 2,65 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 20 novembre 2017
Un ritratto intimo e il racconto dell'ascesa politica di Silvio Berlusconi.
CONSIGLIATO NÌ
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Lo aveva (ben) detto Nanni Moretti, rifiutando il ruolo in auto e cantando a squarciagola Adamo in faccia al produttore e alla regista che gli proponevano una sceneggiatura sul cavaliere: "Un film su Berlusconi proprio no, tutti sanno già tutto e poi chi voleva sapere sa, chi non vuole capire...". Ecco, appunto, 'chi non vuole capire' lo accrediterà di nuovo in barba all'informazione, ai (buoni) film di finzione e non, sempre e loro malgrado in ritardo sulla realtà.
Perché S.B. Io lo conoscevo bene fa il punto mettendo il punto su decenni di pervadente e modellizzante presenza sulla scena italiana di Silvio Berlusconi, di cui annuncia prematuramente il declino con la didascalia 'epilogo'. Di riepilogo delle puntate precedenti invece si tratta perché il nostro, dimesso nel novembre 2011, prepara tronfio l'ennesima discesa in campo. Il documentario di Giacomo Durzi e Giovanni Fasanella svolge così un nastro già visto ignaro dello scacco dietro l'angolo.
Fiduciosi di assistere a un film sul presente prendiamo atto dell'impossibilità di assistervi, avvertendo uno scarto fra 'finzione' e realtà che ha il sapore amaro di un'altra barzelletta. Ubiquo e infinito, il cavaliere dilata la sua presenza oltre lo schermo, facendosi ossessione, presenza pervasiva che ha fatto del comico il suo registro, privandoci per sempre della catarsi che è soltanto pertinenza del tragico. In attesa di quello che sarà, ripercorriamo quello che è stato, le vicende di un personaggio pubblico, eccellenza del nulla da cui viene e su cui ha costruito le sue fortune e la nostra sventura. Imprenditore ottimista e disinvolto, uomo dei media populista e senza scrupoli, presidente spaccone 'nel pallone', politico prepotente e antistituzionale consacrato dal popolo, gaffeur spiritoso e narciso, vittimista permaloso e vanesio, Berlusconi è inafferrabile, irrappresentabile, impossibile da cogliere con gli strumenti e il linguaggio del cinema italiano. Eccezione fatta per Il caimano di Nanni Moretti. Nonostante le migliori intenzioni e l'inedito dislocamento del punto di vista, dichiarato fin dal titolo, S.B. Io lo conoscevo bene si limita a informarci su quello che sappiamo già troppo bene, chiamando a raccolta gli amici di ieri del cavaliere. Moderati e compresi nel ruolo di chi ha aderito e poi dissentito, riciclandosi in altre vite politiche, Vittorio Dotti, Paolo Pillitteri, Armando Cicero, Davide Rampello, Gabriella Carlucci, Giuliano Ferrara, Paolo Cirino Pomicino, Tiziana Parenti, Luigi Manfredi, Francesco Gironda, Paolo Guzzanti, Alessandro Meluzzi, Benedetto della Vedova si avvicendano sullo schermo.
Spare parts inframezzati da animazioni e registrazioni live (di nuovo l'intervento al Parlamento europeo dove Berlusconi diede del kapò al tedesco Martin Schulz), i 'testimoni' diretti si chiamano fuori dal suo libro paga e dalla deriva plebiscitaria, concordi sul modo irreversibile in cui Berlusconi ha cambiato l'Italia. Un Berlusconi onnipresente, onnipotente, plurimo, come se ne esistessero tanti quanti sono quelli che lo conoscono, lo raccontano, lo odiano o lo amano. S.B. Io lo conoscevo bene si concentra su chi scese in campo a fianco del cavaliere dimenticando il fuori campo.
Un paesaggio di rovine dove "resiliente', mutuando la definizione psicologica di Meluzzi, sopravvive il cavaliere dell'apocalisse, risorgente dalle sconfitte e dalla 'barca rovesciata', resistente alle forze che gli vengono applicate, persistente nel perseguire in assenza di pudore i suoi obiettivi: pervertire l'idea di giustizia, mettere in discussione i principi di trasparenza e legalità, ironizzare con disinvoltura sulla memoria storica e sulla costituzione.
Il sottotitolo di questo film documentario è “il racconto dell’ascesa politica di Silvio Berlusconi” e il racconto è quello delle persone che sono state in Parlamento con lui e che poi l’hanno abbandonato. Un racconto lucido, preciso, di fatti, amicizie ed emozioni. Nessuno si scaglia apertamente contro il leader politico, ma ciascuno racconta un pezzo della.