opidum
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venerdì 6 aprile 2012
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superbo film televisivo
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A mio parere questo film documentaristico che racconta in ottima maniera alcuni anni bui dell'Italia è studiato per andare in prima serata su Rai Uno diviso in due tranche. Vedrete che tempo un anno lo faranno e sarà un successo di pubblico.
Ottimi tutti gli attori ma sopra tutti i due questori carognissimi superiori di Mastrandea.
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pressa catozzo
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giovedì 5 aprile 2012
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fasci
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Dopo la seconda guerra mondiale greci e slavi chiesero di processare fascisti italiani per crimini di guerra. Ma.....gli anglo americani si rifiutarono di consegnarli e di processarli. Venne togliatti anche lui si guardò bene da processare i secondi livelli dei fascisti. Che ne venne fuori.....quello che ci ha raccontato dignitosamente con serietà Giordana. Opera ben diretta dove si evince che nulla è cambiato anche se alcuni di quel periodo non ci sono più per limiti di età. Nuovi discepoli ne seguitano il tracciato. L'onnipotenza dei servizi deviati al soldo degli americani sono vivi e vegeti. Mi piacerebbe vedere Giordana dirigere un fil sulla strage di fiumicino. Li si che ne verrebero fuori di belle.
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(di brian77)
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marezia
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giovedì 5 aprile 2012
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la cuccagna dei critici nostrani
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Terreno IDEALE su cui poter sparare opinioni in libertà perché IDEOLOGICO, IL MASSIMO PER CRITICI SCHIERATI. Schierati non per tessera partitica o per area ma per principio. Responso? Fazioso, confuso, pretestuoso, presuntuoso, inutile o, peggio, furbo e frutto di calcolo. Come dicevo, opinioni in libertà, ma costa tanto spostarsi sul piano CINEMATOGRAFICO?
E' RECITATO BENE? E' DIRETTO BENE? E' IN SE' PER SE' A LIVELLO DI UN SERRATISSIMO THRILLER AMERICANO? Allo spettatore QUESTO SERVE perché sa di non trovarsi di fronte ad un documentario NATO DA DOCUMENTI AUTENTICI E PROBANTI IN FASE PROCESSUALE COME NEL CASO DI "DIAZ - NON PULIRE QUESTO SANGUE" ma davanti ad una ricostruzione su un ventaglio di piste.
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Terreno IDEALE su cui poter sparare opinioni in libertà perché IDEOLOGICO, IL MASSIMO PER CRITICI SCHIERATI. Schierati non per tessera partitica o per area ma per principio. Responso? Fazioso, confuso, pretestuoso, presuntuoso, inutile o, peggio, furbo e frutto di calcolo. Come dicevo, opinioni in libertà, ma costa tanto spostarsi sul piano CINEMATOGRAFICO?
E' RECITATO BENE? E' DIRETTO BENE? E' IN SE' PER SE' A LIVELLO DI UN SERRATISSIMO THRILLER AMERICANO? Allo spettatore QUESTO SERVE perché sa di non trovarsi di fronte ad un documentario NATO DA DOCUMENTI AUTENTICI E PROBANTI IN FASE PROCESSUALE COME NEL CASO DI "DIAZ - NON PULIRE QUESTO SANGUE" ma davanti ad una ricostruzione su un ventaglio di piste. Tra malafede e stupidità sincera la critica italiana è meglio che taccia IN CASI COME QUESTI; sono opere d'ingegno come "Buona giornata" che hanno hisogno delle loro spinte!
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stefano73
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giovedì 5 aprile 2012
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impeccabile
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ricostruzione sulla situazione italiana del 69. L'evento della strage di piazza Fontana,l'evolversi delle indagini e i misteri che lo circondano. Il tutto con un ritmo non noioso, curato in modo freddo,distaccato e assolutamente impeccabile.
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silvia63
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mercoledì 4 aprile 2012
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film da vedere.
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Bravissimi Favino e Mastandrea! Non ricordo il giorno della strage di Piazza Fontana o della morte di Pinelli o di Calabresi, ero troppo piccola, ma questo film ha risvegliato in me la sensazione di angoscia che si provava neglii anni successivi a quegli eventi. Molto commoventi le scene famigliari della famiglia Pinelli e della famiglia Calabresi. Dolcissima l'immagine di Mario Calabresi bambino alla fine del film.
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capitano mio capitano
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lunedì 2 aprile 2012
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racconto verità dicendo bugie...
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Romanzo di una strage... strano titolo per un film che si autoattribuisce il compito di svelare uno dei veri misteri d'Italia. Attori indiscutibili, una Laura Chiatti come sempre fuoriposto se non quando le si inquadra il viso, questo lavoro racchiude tutti i difetti che si possono riscontrare nelle vicende reali riportate sul grande schermo... ovvero, cio' che è reale diventa realistico, quindi falso o al massimo puramente ipotetico. Troppa ideologia, troppa arroganza nel cercare di spacciare per vere quelle che sono ipotesi o prese di posizione ideologiche. Tecnicamente ben fatto, da vedere se si ama l'intrigo, per quelli interessati alla verità, trovate i veri responsabili della strage e ascoltate le loro confessioni.
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Romanzo di una strage... strano titolo per un film che si autoattribuisce il compito di svelare uno dei veri misteri d'Italia. Attori indiscutibili, una Laura Chiatti come sempre fuoriposto se non quando le si inquadra il viso, questo lavoro racchiude tutti i difetti che si possono riscontrare nelle vicende reali riportate sul grande schermo... ovvero, cio' che è reale diventa realistico, quindi falso o al massimo puramente ipotetico. Troppa ideologia, troppa arroganza nel cercare di spacciare per vere quelle che sono ipotesi o prese di posizione ideologiche. Tecnicamente ben fatto, da vedere se si ama l'intrigo, per quelli interessati alla verità, trovate i veri responsabili della strage e ascoltate le loro confessioni.
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chiarialessandro
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lunedì 2 aprile 2012
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romanzo di una strage. di stato?
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Chi crede, come me, che esistano forti indizi per poter supporre che alcuni decenni della vita italiana siano tuttora avvolti in una nube di nebbia impalpabile e leggerissima ma indistruttibile; chi crede che i “servizi deviati” siano più di una semplice ipotesi scolastica; chi crede che la trattativa stato – mafia non sia solo ipotesi di un film di pura fantascienza; chi crede che il parlamento dovrebbe legiferare affinché il segreto di stato debba avere un termine al fine di rendere giustizia alle eventuali vittime di stato ed ai loro parenti, non può che inchinarsi e rendere omaggio ad un’opera che va a rivangare nella melma della violenza e del terrorismo, il quale ne è logico ed indispensabile corollario.
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Chi crede, come me, che esistano forti indizi per poter supporre che alcuni decenni della vita italiana siano tuttora avvolti in una nube di nebbia impalpabile e leggerissima ma indistruttibile; chi crede che i “servizi deviati” siano più di una semplice ipotesi scolastica; chi crede che la trattativa stato – mafia non sia solo ipotesi di un film di pura fantascienza; chi crede che il parlamento dovrebbe legiferare affinché il segreto di stato debba avere un termine al fine di rendere giustizia alle eventuali vittime di stato ed ai loro parenti, non può che inchinarsi e rendere omaggio ad un’opera che va a rivangare nella melma della violenza e del terrorismo, il quale ne è logico ed indispensabile corollario. Mi sembra che l’occhio, lo sguardo, il giudizio, cerchino di essere super partes e di arrivare ad una pur difficile oggettivizzazione e storicizzazione. La ricostruzione in capitoli è un ulteriore aspetto positivo che facilita la comprensione di un film lungo, articolato e complesso nella trama, soprattutto per chi non conosce i particolari del dramma che si è svolto a suo tempo e che si è protratto nel corso degli anni, a segnare (nonostante le affermazioni iniziali di Lo Cascio) una sconfitta della Giustizia. Seguito in religioso silenzio dagli spettatori, teso, avvincente, evocativo (soprattutto per chi ha avuto la fortuna e/o la sfortuna di vivere quei tragici momenti), recitato in modo coinvolgente da una selva di attori che hanno fatto a gara nel superarsi per dare credibilità ai realistici “personaggi” (?) che “interpretavano”. (Più che) degno erede de “La meglio gioventu” (guarda caso sceneggiato dagli stessi Rulli e Petraglia). Realizzato con un ritmo che rasenta la perfezione perché mescola sapientemente i momenti di azione a quelli di riflessione, senza mai scendere nel convulso e senza mai annoiare. Per chi non lo conoscesse, consiglio di cuore la lettura del libro “Spingendo la notte più in là”, scritto da Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi Calabresi, commovente ricostruzione di una stagione di ricordi lontani in cui si avvicinano Calabresi e Pinelli; alcuni brani del libro sono letti, in un allegato DVD, da Luca Zingaretti che, nell’occasione, riesce a fornire una magistrale prova d’attore e che, probabilmente non a caso, appare anche in una breve sequenza del film.
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amadigi di gaula
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lunedì 2 aprile 2012
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ferite ancora aperte
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Film piacevole che purtroppo non prende posizione e secondo me tralascia importanti fattori della storia vera
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valis.91
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domenica 1 aprile 2012
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"la giustizia è giusta?"
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Piazza Fontana, il caso Pinelli, omicidio Calabresi. Tutto ruota intorno alla parola Giustizia, quella invocata da Licia Pinelli davanti al giudice Paolillo e ribadita nei titoli di coda da Marco Tullio Giordana. Dietro c'è una ricostruzione cronologica accurata, a partire dagli eventi dell'Autunno Caldo fino ad arrivare al 1972, inizio degli Anni di Piombo, alternando le voci della politica italiana di fine anni '60 (Saragat, Rumor e Moro) a quelle dei gruppi degli anarchici del Ponte della Ghisolfa, guidati da Pinelli, e dei neofascisti trevigiani di Giovanni Ventura, fino ad arrivare allo scoppio delle bombe in piazza Fontana quel fatale 12 dicembre 1969. Difficile uscire dal cinema senza rimanere colpiti dalla sfilata di fatti, alcuni tuttora senza una risposta esasutiva, che trascinano pesanti conseguenze fino ai nostri giorni; degrandante chiedersi ancora oggi se può esistere una giusta giustizia.
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Piazza Fontana, il caso Pinelli, omicidio Calabresi. Tutto ruota intorno alla parola Giustizia, quella invocata da Licia Pinelli davanti al giudice Paolillo e ribadita nei titoli di coda da Marco Tullio Giordana. Dietro c'è una ricostruzione cronologica accurata, a partire dagli eventi dell'Autunno Caldo fino ad arrivare al 1972, inizio degli Anni di Piombo, alternando le voci della politica italiana di fine anni '60 (Saragat, Rumor e Moro) a quelle dei gruppi degli anarchici del Ponte della Ghisolfa, guidati da Pinelli, e dei neofascisti trevigiani di Giovanni Ventura, fino ad arrivare allo scoppio delle bombe in piazza Fontana quel fatale 12 dicembre 1969. Difficile uscire dal cinema senza rimanere colpiti dalla sfilata di fatti, alcuni tuttora senza una risposta esasutiva, che trascinano pesanti conseguenze fino ai nostri giorni; degrandante chiedersi ancora oggi se può esistere una giusta giustizia.
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renato volpone
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domenica 1 aprile 2012
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quante false verità
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Il diario di una strage e di anni difficili che sembrano non finire mai. Morti innocenti, attentati, omicidi e alla fine nessun colpevole. Lo stato, i giudici, gli anarchici, la destra, la sinistra, ognuno con la sua verità, ognuno che si trincera dietro alle proprie ragioni o alla ragion di Stato. Uno Stato debole, incapace di dire la verità, perché come dice nel film la moglie di Pinelli:non bisogna avere vergogna e paura di dire la verità. Film da vedere per ricordare, per non dimenticare, per riflettere. Quanto mai attuale
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