glenn_glee
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sabato 31 marzo 2012
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la ragion di stato
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Romanzo di una strage è un film potente, ma allo stesso tempo asciutto, essenziale che non cerca di impressioanre lo spettatore forse perchè la realtà stessa che racconta è già abbastanza impressionante. Gli attori sono bravissimi da Mastrandrea a Favino fino a Gifuni(straordinario) che interpreta un pacato e integro Aldo Moro. Bella l'idea di dividere il film in atti perchè permette di seguire meglio le piste della polizia, di fare ordine sui diversi movimenti e le diverse persone potenzialmente coinvolti della strage. Il film dipinge molto bene, senza sbilanciarsi troppo, senza dare giudizi ma semplicemente raccontando, l' Italia della fine degli anni '60, spezzata, confusa, pericolosa, in cerca del suo equilibrio, speranzosa ma allo stesso tempo sospettosa nei confronti dello Stato, in bilico tra il desiderio di democrazia e la rivoluzione.
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Romanzo di una strage è un film potente, ma allo stesso tempo asciutto, essenziale che non cerca di impressioanre lo spettatore forse perchè la realtà stessa che racconta è già abbastanza impressionante. Gli attori sono bravissimi da Mastrandrea a Favino fino a Gifuni(straordinario) che interpreta un pacato e integro Aldo Moro. Bella l'idea di dividere il film in atti perchè permette di seguire meglio le piste della polizia, di fare ordine sui diversi movimenti e le diverse persone potenzialmente coinvolti della strage. Il film dipinge molto bene, senza sbilanciarsi troppo, senza dare giudizi ma semplicemente raccontando, l' Italia della fine degli anni '60, spezzata, confusa, pericolosa, in cerca del suo equilibrio, speranzosa ma allo stesso tempo sospettosa nei confronti dello Stato, in bilico tra il desiderio di democrazia e la rivoluzione. Quello che poteva essere un altro attacco di protesta degli anarchici, senza morti e feriti, invece si trasforma in un atto di grande violenza dietro il quale si nascondono verità più grandi e più scomode di quelle immaginate all'inizio. Le indagini della polizia diventano una vera e propria caccia alle streghe, fino all'episodio della morte di Pinelli fatto passare per suicidio.Nessuno ha pagato per quello che è successo, ancora non c'è nessun colpevole, ma ogni volta che la verità sembra venire a galla essa viene messa a tacere, fatta sparire con la morte di coloro che possono rivelarla o che la ricercano senza compromessi e in questo modo ci si rende conto che i cittadini, il commissario onesto o l'anarchico non violento non contano niente, sono solo pedine sacrificabili e sacrificate di una scacchiera dove a guidare il gioco sono i potenti che nessuno deve sfidare.
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joker 91
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sabato 31 marzo 2012
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ottimo film
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Un film che finalmente dimostra un cinema italiano sempre più in ripresa.
Un cast eccellente,su tutti Mastrandrea ed anche Favino,la regia di Giordana è esperta nel raccontare quella strage ancora oggi senza colpevoli. Il regista della meglio gioventù racconta la vicenda con occhio storico nel modo migliore possibile,vale la visione ma di certo non è un film per tutti
[+] un film per tutti- soprattutto per i piu' giovani
(di tulipanorosso)
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paraclitus
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sabato 31 marzo 2012
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molto interessante
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Ci sono delle banalità e certi limiti che purtroppo deve colmare lo spettatore avveduto ma è un film interessante.
Le cose notevoli sono che si dice esplicitamente che Saragat sapeva ed era complice e che Moro lo aveva capito (si vuole forse dire che era una parte del memoriale?), che Calabresi è stato ucciso perché cominciava a capire la verità e che quindi non c' entrava Lotta Continua. Molto bello il personaggio di Pinelli.
Fa rabbia però, e torno ai limiti da colmare, vedere che si resta sempre al di qua della denuncia drammatica ma purtroppo sempre "generica" della strage di Stato. Chi cacchio è questo Stato, lo si vuole definire o no? Quando Moro fa capire a Saragat che lui si è reso conto che Saragat come Segni era coinvolto in un tentativo di eversione teso all' instaurazione di un regime dittatoriale, lo statista democristiano aggiunge che però lui non denuncerà questo fatto perché sennò l' ordine e la convivenza civile non sarebbero più possibili in Italia e per amor di patria si limita a fare degli ironici e addolorati auguri al Presidente.
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Ci sono delle banalità e certi limiti che purtroppo deve colmare lo spettatore avveduto ma è un film interessante.
Le cose notevoli sono che si dice esplicitamente che Saragat sapeva ed era complice e che Moro lo aveva capito (si vuole forse dire che era una parte del memoriale?), che Calabresi è stato ucciso perché cominciava a capire la verità e che quindi non c' entrava Lotta Continua. Molto bello il personaggio di Pinelli.
Fa rabbia però, e torno ai limiti da colmare, vedere che si resta sempre al di qua della denuncia drammatica ma purtroppo sempre "generica" della strage di Stato. Chi cacchio è questo Stato, lo si vuole definire o no? Quando Moro fa capire a Saragat che lui si è reso conto che Saragat come Segni era coinvolto in un tentativo di eversione teso all' instaurazione di un regime dittatoriale, lo statista democristiano aggiunge che però lui non denuncerà questo fatto perché sennò l' ordine e la convivenza civile non sarebbero più possibili in Italia e per amor di patria si limita a fare degli ironici e addolorati auguri al Presidente. Ma di quale ordine da mantenere si parla? Che cavolo è questo Stato? Non è altro che la camera di compensazione di interessi e centri di potere che non hanno niente a che vedere con la democrazia; il tutto al di sopra delle teste dei cittadini che dal canto loro pensano esclusivamente a tirare a campare fregandosene non appena riescono a sistemarsi in maniera abbastanza solida dal punto di vista economico. L' inganno è proprio quel "manteniamo l' ordine" di Moro, quella è l' illusione che si vende ai cittadini, che esista davvero un ordine in cui riesca a sopravvivere almeno un barlume di libertà e giustizia. Il doloroso misticismo del Moro del film è semplicemente la metafora cinematografica, inconsapevole ma non troppo, del ricatto del potere (una volta la minaccia del crollo dell' "ordine", un' altra lo spread che incalza) e dell' attitudine menefreghista della classe subalterna che si preoccupa solamente della salvaguardia del proprio misero orticello, sempre più misero finché non resterà più nemmeno quello. Ma allora non rimarrà altro che l' azione disordinata e senza obiettivo in piazza con conseguenti e immediate leggi speciali e il gioco sarà definitivamente fatto.
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immanuel
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sabato 31 marzo 2012
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un film che fa luce sullo stragismo di stato
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Il film di Giordana serve a imbastire pezzi di storie di individui, di fatti per ritessere la trama della memoria. Registi coraggiosi come Marco Tullio Giordana o anche Paolo Sorrentino, ci aiutono a ricostruire la storia di quegli anni occultati dai nebbiogeni della dimenticanza, per non dire dell'oblio, resi indecifrabili dai depistaggi, dalle mille piste intersecate o divergenti tra loro, dalla censura, dalla collusione, dalla reticenza e dall'ipocrisia. La strage di Piazza Fontana segnò l’inizio della strategia della tensione e una pietra miliare nello stragismo di stato, quella lunga stagione di delitti e massacri, sui quali incombe l’ombra della responsabilità di segmenti paralleli (sotterranei) dello stato, che costituiscono i passaggi più tragici e delittuosi della nostra storia repubblicana.
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Il film di Giordana serve a imbastire pezzi di storie di individui, di fatti per ritessere la trama della memoria. Registi coraggiosi come Marco Tullio Giordana o anche Paolo Sorrentino, ci aiutono a ricostruire la storia di quegli anni occultati dai nebbiogeni della dimenticanza, per non dire dell'oblio, resi indecifrabili dai depistaggi, dalle mille piste intersecate o divergenti tra loro, dalla censura, dalla collusione, dalla reticenza e dall'ipocrisia. La strage di Piazza Fontana segnò l’inizio della strategia della tensione e una pietra miliare nello stragismo di stato, quella lunga stagione di delitti e massacri, sui quali incombe l’ombra della responsabilità di segmenti paralleli (sotterranei) dello stato, che costituiscono i passaggi più tragici e delittuosi della nostra storia repubblicana. Fatti che in pochi, se non gli addetti ai lavori o pochi irriducibili partigiani della verità conoscono e che il film di Giordana aiuta a ricostruire con sapiente regia, geometrica accuratezza e efficace parenesi. Le prime scene ci riportano direttamente nel clima di quegli anni sul finire degli anni sessanta: il paese paralizzato dagli scioperi e scosso dalla battaglia intorno al riconoscimento della tutela del lavoro (la questione dell’art. 18 tanto attuale), le violenze di piazza e gli scontri tra forze dell’ordine, studenti e lavoratori, il clima di tensione politica (con l’accesa rivalità tra centro sinistra e pci). Giordana traduce gli spettatori direttamente negli ambienti, nei milieu polverosi, intrisi di fumo della politica di quegli anni, affrescando con icastico realismo le conventicole anarchiche, bazzicate dagli anarchici valpreda e pinelli, i raduni fascisti e le celebrazioni della “gloriosa” Xa flottiglia mas con il loro carico di eversione (in continuità con quello che sarà il” golpe borghese”), il radicalismo comunista dei Gap guidati da Feltrinelli, altrettanto sovversivo, inneggiante alla lotta armata e all’imminente sovversione operaia. La figura dell’enigmatico indagatore Calabresi calca con prepotenza la scena fino ala scena del cadavere riverso sull’asfalto, alla fine, immagine del dell’uccisione della verità e di una giustizia tradita, tabe dello stato. La mistica tensione di Moro verso la ricostruzione dei fatti, l’accertamento delle responsabilità, la condanna di un candido, di uno ieratico pensatore, delle degradazioni, della corruzione, delle deviazioni pericolose di pezzi dell’apparato statale e della stessa politica, che mettono a rischio financo la tenuta democratica del paese. Un’Italia lacerata dalle contraddizioni, sporcata dal sangue di vittime innocenti, dove la giustizia muore e la battaglia impari per l’accertamento dei colpevoli non porta che ad assolverne altri e altri ancora che si aggiungono al lungo memorandum degli impuniti. Degli impuniti di stato.
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steelybread
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venerdì 30 marzo 2012
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la meglio gioventù è cresciuta.
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Uno dei momenti più tragici della storia italiana del dopoguerra, raccontato con attenzione e misura in un ambientazione fredda e grigia come lo erano quei giorni. La solitudine di tre uomini così diversi tra loro che a breve verranno consegnati alla storia come martiri di quegli anni infami. Moro il politico, Pinelli l'anarchico, Calabresi lo "sbirro", così diversi tra loro ma così uniti da un unico ideale di giustizia sociale e politica che li porterà a capire tutto, in un momento storico in cui la paura doveva coprire e giustificare tutto. La paura del comunismo tanto cara agli americani, dei quali si profila l'ombra dietro quegli episodi tragici, sembra imporre scelte assurde: infiltrare neofascisti tra gli anarchici, sui quali far poi ricadere la paternità degli attentati compiuti dai primi, il tutto orchestrato e armato dai servizi segreti militari italiani.
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Uno dei momenti più tragici della storia italiana del dopoguerra, raccontato con attenzione e misura in un ambientazione fredda e grigia come lo erano quei giorni. La solitudine di tre uomini così diversi tra loro che a breve verranno consegnati alla storia come martiri di quegli anni infami. Moro il politico, Pinelli l'anarchico, Calabresi lo "sbirro", così diversi tra loro ma così uniti da un unico ideale di giustizia sociale e politica che li porterà a capire tutto, in un momento storico in cui la paura doveva coprire e giustificare tutto. La paura del comunismo tanto cara agli americani, dei quali si profila l'ombra dietro quegli episodi tragici, sembra imporre scelte assurde: infiltrare neofascisti tra gli anarchici, sui quali far poi ricadere la paternità degli attentati compiuti dai primi, il tutto orchestrato e armato dai servizi segreti militari italiani. Una tesi avvincente, forse probabile, sicuramente coraggiosa. Un intera generazione di bravi attori italiani risponde alla chiamata di Giordana, interpretando ogni ruolo con umiltà e senza virtuosismi inutili, dimostrando una volta per tutte che nel cinema italiano sono le idee ed il coraggio di rischiare a mancare, non gli interpreti. Verrà giustamente proiettato nelle scuole, ma sarà su chi era studente in quegli anni che avrà l'impatto maggiore.
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epidemic
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venerdì 30 marzo 2012
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una strage sommaria ben fatta
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Quello che a fine film si evince è che forse non bastano più di due ore a raccontare una vicenda parecchio complicata. Giordana sfrutta a pieno il tempo a sua disposizione elencando i fatti e presentando gli innumerevoli personaggi di una terribile strage ma non riesce ad approfondire le singole situazioni e a disegnare e collocare meglio tutti i personaggi. Si susseguono così indagini e scoperte, ci si sposta da Roma a Milano fino in Veneto. Poco respiro per tutti i personaggi...riescono a delinearsi per bene solo Calbresi (caricaturale...e forse troppo filo-sinistro), Pinelli (buona prova) e Moro (Gifuni ottimo nell'imitare gesti e movenze).Per il resto Marco Tullio Giordana fa il su sporco mestiere senza cadere nella trappola fiction italica, le vicende sono viste da occhio esterno mai enfatizzate e quello che ne esce è indubbiamente un buon lavoro.
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Quello che a fine film si evince è che forse non bastano più di due ore a raccontare una vicenda parecchio complicata. Giordana sfrutta a pieno il tempo a sua disposizione elencando i fatti e presentando gli innumerevoli personaggi di una terribile strage ma non riesce ad approfondire le singole situazioni e a disegnare e collocare meglio tutti i personaggi. Si susseguono così indagini e scoperte, ci si sposta da Roma a Milano fino in Veneto. Poco respiro per tutti i personaggi...riescono a delinearsi per bene solo Calbresi (caricaturale...e forse troppo filo-sinistro), Pinelli (buona prova) e Moro (Gifuni ottimo nell'imitare gesti e movenze).Per il resto Marco Tullio Giordana fa il su sporco mestiere senza cadere nella trappola fiction italica, le vicende sono viste da occhio esterno mai enfatizzate e quello che ne esce è indubbiamente un buon lavoro. In mezzo a un mare di film-spazzatura questo è un signor film
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joecondor
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domenica 25 marzo 2012
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ottimo film...grandi attori...una pagina di storia
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Ottimo film...dove il silenzio del Personaggio del Commissario Calabresi,un bravissimo Valerio Mastandrea, richiama con lo sguardo il vuoto di una verità senza fine....
Bel film di Giordana ....senza retoriche...senza colpevoli...solo testimianza di una verità ancora aperta...
Gli attori sono tutti lodevoli:
Mastandrea sopra a tutti ,con il suo sguardo, esprime tutti i dubbi e la paura di un'indagine senza fine...bravissimo come pure ottimi Colangeli e Lo Cascio...Gifuni , breve ruolo ma efficace poco convicente la Chiatti.
Favino c'è ma Mastandrea con il suo sguardo lo annienta
Bel film,bel gioco di squadra di grandi attori....
Una pagina di storia che le scuole dovrebbero portare i giovani a vedere.
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Ottimo film...dove il silenzio del Personaggio del Commissario Calabresi,un bravissimo Valerio Mastandrea, richiama con lo sguardo il vuoto di una verità senza fine....
Bel film di Giordana ....senza retoriche...senza colpevoli...solo testimianza di una verità ancora aperta...
Gli attori sono tutti lodevoli:
Mastandrea sopra a tutti ,con il suo sguardo, esprime tutti i dubbi e la paura di un'indagine senza fine...bravissimo come pure ottimi Colangeli e Lo Cascio...Gifuni , breve ruolo ma efficace poco convicente la Chiatti.
Favino c'è ma Mastandrea con il suo sguardo lo annienta
Bel film,bel gioco di squadra di grandi attori....
Una pagina di storia che le scuole dovrebbero portare i giovani a vedere.
Bel film...
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marezia
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sabato 24 marzo 2012
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dopo "a.c.a.b", ecco il vero cinema...
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"ACAB- All Cops are bastards", "Diaz - Non pulire questo sangue", "Romanzo di una strage", QUESTO è il Cinema che SERVE ALL'ITALIA! Sempre grati a chi rischia l'anatema civile e politico PER FAR CONOSCERE LA VERITA'.
[+] p.s.
(di marezia)
[ - ] p.s.
[+] diaz?
(di epidemic)
[ - ] diaz?
[+] si informi, epidemic.
(di marezia)
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rageagainstberlusca
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sabato 24 marzo 2012
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supposizioni?
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Gli attori sono fenomenali (Mastandrea in particolare), il regista sa il fatto suo, la vicenda è ovviamente coinvolgente...
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