angelo umana
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domenica 1 aprile 2012
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ricopriremo tutto come i gatti con gli escrementi
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Non è un romanzo a dispetto del titolo, è una ricostruzione onesta come tanti lavori di Giordana. Mette in fila i vari capitoli attorno a quel fatto (l’esplosivo, l’interrogatorio ecc.) per dirci quello che sa, che ha raccolto anche dal libro che l’ha ispirato. Non vi si vede nessuna tesi precostituita e portata avanti ad ogni costo. Tutti indovinatissimi e disciplinati nelle loro vesti gli attori, perfino con alcune caricature che li rendono più credibili.
A 43 anni di distanza dalla bomba (o 2 bombe) di Piazza Fontana nessuno ha pagato per la strage ma hanno pagato le pedine piccole Calabresi e Pinelli, manovrate da chi sapeva molto.
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Non è un romanzo a dispetto del titolo, è una ricostruzione onesta come tanti lavori di Giordana. Mette in fila i vari capitoli attorno a quel fatto (l’esplosivo, l’interrogatorio ecc.) per dirci quello che sa, che ha raccolto anche dal libro che l’ha ispirato. Non vi si vede nessuna tesi precostituita e portata avanti ad ogni costo. Tutti indovinatissimi e disciplinati nelle loro vesti gli attori, perfino con alcune caricature che li rendono più credibili.
A 43 anni di distanza dalla bomba (o 2 bombe) di Piazza Fontana nessuno ha pagato per la strage ma hanno pagato le pedine piccole Calabresi e Pinelli, manovrate da chi sapeva molto. Attorno a loro due ruota il film, sono i protagonisti, coi loro incontri e la quasi amicizia. Hanno pagato pure i responsabili di Lotta Continua che si accanirono contro Calabresi, che brutto!, uccidere per ignoranza, e di una coltre d’ignoranza si è ricoperta Piazza Fontana e molte altre stragi, di Stato, di servizi deviati, di estremisti rossi e neri strumentalizzati di volta in volta da poteri più grandi.
Le rivolte che stanno a inizio film e che ne sono lo sfondo ricordano da vicino le possibili rivolte che potrebbero accadere anche oggi nel nostro Paese, per motivi tutt’altro che politici o di “radicalizzazione dello scontro”, ma per altri ben più prosaici, di sopravvivenza, il lavoro che manca e l’impossibilità di soddisfare necessità elementari, mentre una classe politica finge di discutere di massimi sistemi ma gozzoviglia nel frattempo. Mai sentito Aldo Moro nella realtà parlare così chiaramente come è mostrato nel film, a presagire disordini o paventare la discesa verso una situazione “greca” (quella dei colonnelli, però ... ecco la Grecia cui ci avviciniamo oggi per motivi economici). Tutto è stato ricoperto, “come i gatti con gli escrementi”: una tradizione italiana.
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jaylee
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domenica 1 aprile 2012
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“… come i gatti fanno con gli escrementi.”
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Se mai ci fosse stato bisogno di ribadire quanto certe ferite difficilmente possono riemariginarsi completamente, Marco Tullio Giordana ripercorre una delle pagine più dolorose ed oscure della storia italiana del dopoguerra, con la strage di Piazza Fontana.
Di fatto, Piazza Fontana segna la fine delle ondate rinnovatrici degli anni ’60, ed inaugura la stagione dei cosiddetti anni di piombo, che per tanti versi attende ancora molte risposte, spesso oscurate da oltranzismi di stampo quasi-calcistico, anche ai giorni nostri. Giordana sceglie di raccontare questa storia attraverso tre personaggi che uno alla volta pagheranno il prezzo massimo ad un’epoca di follie: Luigi Calabresi (Valerio Mastandrea), commissario della polizia, Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino), ferroviere ed anarchico, ed Aldo Moro (Fabrizio Gifuni), uno degli ultimi politici di spessore espressi in Italia.
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Se mai ci fosse stato bisogno di ribadire quanto certe ferite difficilmente possono riemariginarsi completamente, Marco Tullio Giordana ripercorre una delle pagine più dolorose ed oscure della storia italiana del dopoguerra, con la strage di Piazza Fontana.
Di fatto, Piazza Fontana segna la fine delle ondate rinnovatrici degli anni ’60, ed inaugura la stagione dei cosiddetti anni di piombo, che per tanti versi attende ancora molte risposte, spesso oscurate da oltranzismi di stampo quasi-calcistico, anche ai giorni nostri. Giordana sceglie di raccontare questa storia attraverso tre personaggi che uno alla volta pagheranno il prezzo massimo ad un’epoca di follie: Luigi Calabresi (Valerio Mastandrea), commissario della polizia, Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino), ferroviere ed anarchico, ed Aldo Moro (Fabrizio Gifuni), uno degli ultimi politici di spessore espressi in Italia. Piuttosto che prendere una parte, il regista sceglie di raccontare Romanzo di Una Strage a capitoli, lasciando che ognuno dei protagonisti ne racconti un pezzo, come un prisma, lasciando che lo spettatore tragga le sue conclusioni. Sono troppe le incongruenze per spiegare pienamente come andarono le cose, così come troppo grandi furono le responsabilità e le carenze di chi poteva fare qualcosa per fermare le tremende spirali di morte che scatenò quell’evento.
Emblematica una scena dove Aldo Moro presenta al presidente Saragat il dossier di una contro-inchiesta che di fatto denuncia una strategia del terrore messa in atto da una parte del sistema politico, arrivando persino ad un tacito accordo per evitare la guerra civile. “vi costringeremo a coprire tutto… come i gatti fanno con gli escrementi”. Similitudine perfetta nel riferimento alla sporcizia annidata in certi cuori.
Molto bello il modo con cui viene raccontato il rapporto tra Lugi Calabresi e Giuseppe Pinelli, contrapposti sulle due sponde, ma accomunati dalla sincerità di fondo che hanno le persone pulite, e che ognuno finisce col riconoscere nell’altro, sfociando in una relazione di rispetto… Tanto che la tragica e mai risolta scomparsa di Pinelli sarà per Calabresi motivo di tormento, e la spinta alla ricerca di una verità scomoda. Molto evocativa l’immagine in cui i due si scambieranno un libro, Antologia di Spoon River e Mille Milioni di Uomini, sintesi delle ragioni dell’uno e dell’altro.
Il film di Giordana rappresenta ottimamente il nostro cinema, ben diretto sia nelle ricostruzioni di un’epoca dolente, sia nelle interpretazioni. Nota di merito per la recitazione dei 3 protagonisti, ognuno a modo suo convinto di giocare al meglio una partita sporca, ma non sempre dalla parte giusta. Ma anche per le mogli di Pinelli (Michela Cescon, bravissima) e Calabresi (Laura Chiatti), che nella loro dignità rappresentano una testimonianza di un messaggio di giustizia e rispetto per tutti gli innocenti, di qualunque parte siano, per quelli che se ne vanno e per quelli che rimangono in questa povera nazione.
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alex2044
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domenica 1 aprile 2012
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dopo la meglio gioventù un altro bellissimo film
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Un film bellissimo. 129 minuti senza cadute di gusto e di tensione. Applausi per Mastandrea e Favino. Una menzione speciale per Omero Antonutti e Fabrizio Gifuni. Grazie al regista per il coraggio dimostrato nel trattare una materia ancora oggi incandescente che troppi in Italia tendono a dimenticare. Alcune critiche ,positive per il film meno per la ricostruzione , mi sono sembrate un po' superficiali. Giordana ha ricostruito molto bene l'epoca e l'atmosfera di quei tempi. Essere stato parte di quel periodo mi ha forse portato a dargli un mezzo voto in più ma per la commozione che mi ha dato lo merita tutto. Grazie Giordana !
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alex333
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domenica 1 aprile 2012
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bellissimo...
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veramente un gran bel film...ottima la recitazione di Mastandrea.
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diomede917
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domenica 1 aprile 2012
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lezione di storia contemporanea
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Milano, 12 Dicembre 1969 alle ore 16 e 37 una bomba fa saltare in aria la Banca Nazionale dell’Agricoltura, morirono 17 persone e 88 i feriti.
Questo triste episodio è meglio conosciuto come “La strage di Piazza Fontana”.
Apro così la mia recensione per essere in linea con il film di Marco Tullio Giordana “Romanzo di una Strage”.
Il regista, che in tutta la sua filmografia è stato un narratore di quegli anni oscuri e con tanti punti interrogativi, decide di tenere fuori qualsiasi trappola di un film a tema o di chiaro taglio politico-sociologico facendone un vero e proprio romanzo di storia contemporanea.
Il suo intento è di raccontare a chi ancora non lo sa il clima dell’epoca (il famoso Autunno caldo), cosa è realmente successo e tutto quello che è venuto dopo con tanto di date ed eventi, di vittime e colpevoli (presunti e reali).
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Milano, 12 Dicembre 1969 alle ore 16 e 37 una bomba fa saltare in aria la Banca Nazionale dell’Agricoltura, morirono 17 persone e 88 i feriti.
Questo triste episodio è meglio conosciuto come “La strage di Piazza Fontana”.
Apro così la mia recensione per essere in linea con il film di Marco Tullio Giordana “Romanzo di una Strage”.
Il regista, che in tutta la sua filmografia è stato un narratore di quegli anni oscuri e con tanti punti interrogativi, decide di tenere fuori qualsiasi trappola di un film a tema o di chiaro taglio politico-sociologico facendone un vero e proprio romanzo di storia contemporanea.
Il suo intento è di raccontare a chi ancora non lo sa il clima dell’epoca (il famoso Autunno caldo), cosa è realmente successo e tutto quello che è venuto dopo con tanto di date ed eventi, di vittime e colpevoli (presunti e reali).
Il film è diviso in capitoli con titoli ben chiari come fosse un libro del Di Nolfo. E all’interno di questa grande cornice storica Giordana rappresenta 2 uomini, piccoli nel grande contesto e soli fortemente soli:l’anarchico Giuseppe Pinelli e il commissario Luigi Calabresi.
E’ questo il taglio narrativo usato: la Grande Storia raccontata tramite la Storia dei piccoli.
La scelta di puntare su date ed eventi lasciando i messaggi ad altri film rende l’opera un tantino fredda e distaccata da un punto di vista stilistico, ma a me questo film asciutto anni’70 è particolarmente piaciuto perché lascia la parte emotiva direttamente alla bravura dei suoi interpreti.
Valerio Mastandrea e Pierfrancesco Favino sono perfetti a incarnare l’umanità dei propri personaggi e ci permette comunque di rimanere emotivamente coinvolti alla storia.
Non nego che nella scena del funerale di Pinelli, la dignità della vedova interpretata da una bravissima Michela Cescon mi ha fatto versare una lacrimuccia.
L’ultima inquadratura del corpo inerme del commissario Calabresi è una sorta di passaggio di testimone di Marco Tullio Giordana ossia questa è un’altra Storia da raccontare…chi è il bravo regista che se la sente?
Voto 7,5
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il poeta marylory
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domenica 1 aprile 2012
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romanzo di una strage è un film vero che mette a n
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Romanzo di una strage è un film vero che mette a nudo la politica di quel periodo, quando, dopo il boom economico (miracolo Italiano)dei primi anni sessanta, la classe non solo politica voleva stazionarsi ai posti comando.
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Romanzo di una strage è un film vero che mette a nudo la politica di quel periodo, quando, dopo il boom economico (miracolo Italiano)dei primi anni sessanta, la classe non solo politica voleva stazionarsi ai posti comando... come sta succedendo ora 2012.).. Oltre al nascere dei sessantottini, erano presenti nello scenario politico di protesta anche gli anarchici, i quali si contrappongono ai movimenti di estrema Destra, foraggiati dal potere dei “Revanscisti”.
A Presidente della Repubblica Italiana c'è uno scialbo Saragat che i poteri forti potevano girarlo come volevano...
Nel 1968, cade il Governo Aldo Moro, subentra il Governo Mariano Rumor, destra DC, Emilio Colombo (Tesoro), Franco Restivo (Interni), e Ministro degli Esteri è Aldo Moro, di cui nel film, il regista M.T. Giordana dà una rappresentazione non del tutto corrispondente alla personalità dello Statista.
Il film mette a nudo la realtà di quel periodo confuso, pericoloso, in cui furbi e furbetti fanno pagare il conto agli innocenti e alla Società.
Dal film si staglia la stima tra l'anarchico Pinelli che aspira a una Anarchia matura e la bella figura del servitore della Democrazia, il Commissario Luigi Calabresi, i quali vengono eliminati dalla stessa matrice che guarda in faccia solo al Potere spianando la strada a morti innocenti: in nome della RAGION di STATO!
Un film da portare subito in TV, nelle scuole, affinché i martiri non siano vissuti invano...
Un film che a suscitato l'applauso spontaneo di molti spettatori.
Lorenzo Pontiggia il Poeta marylory
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ghismina1
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domenica 1 aprile 2012
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che bellooooooo!
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Veramente un film importante,realizzato un modo eccellente. Giordana mette lo spettatore direttamente dentro una storia che sembra allucinante e che invece è vera,raccontandola come un thriller,sembra un film americano,con tanto di suspense,emozioni,processi,all'interno del quale si muove un cast di attori eccellenti,il meglio degli attori italiani,su tutti mastandrea e Favino,ma anche i ruoli minori,il questore guida,il giornalista nozza,freda e ventura...le mogli,gifuni e lo cascio....insomma tutti bravi bravi bravi.spero che la gente vada e vederlo,é un film che fa riflettere,lo devono proiettare nei licei,perché anche se ai più giovani qualche passaggio potrá sfuggire,il film é fatto in modo tale che comunque potranno seguire il racconto del rapporto tra pinelli e calabresi e senz'altro percepire quell'aria di complotti intrecci politici internazionali e nazionali e trame oscure,che hanno segnato l'Italia forse per sempre,sicuramente fino ad oggi.
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Veramente un film importante,realizzato un modo eccellente. Giordana mette lo spettatore direttamente dentro una storia che sembra allucinante e che invece è vera,raccontandola come un thriller,sembra un film americano,con tanto di suspense,emozioni,processi,all'interno del quale si muove un cast di attori eccellenti,il meglio degli attori italiani,su tutti mastandrea e Favino,ma anche i ruoli minori,il questore guida,il giornalista nozza,freda e ventura...le mogli,gifuni e lo cascio....insomma tutti bravi bravi bravi.spero che la gente vada e vederlo,é un film che fa riflettere,lo devono proiettare nei licei,perché anche se ai più giovani qualche passaggio potrá sfuggire,il film é fatto in modo tale che comunque potranno seguire il racconto del rapporto tra pinelli e calabresi e senz'altro percepire quell'aria di complotti intrecci politici internazionali e nazionali e trame oscure,che hanno segnato l'Italia forse per sempre,sicuramente fino ad oggi. Lascia la voglia di vederne un seguito,una seconda o anche una terza parte...chissá....
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andr-ew
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domenica 1 aprile 2012
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gran film
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Questo film ha convinto tutti. Avevo delle riserve, per il fatto che in qualsiasi film Italiano si produca ormai ci siano sempre o Favino o Mastandrea, qui perfetti, soprattutto il secondo. Riserve perchè l'ultimo film Italiano di argomento "civile", Vallanzasca, m'aveva deluso. Cinematograficamente impeccabile, ha il merito di dare una rinfrescata a una pagina chiusa (?) della storia Italiana, e sostanzialmente ci dice anche che Calabresi è stato ucciso dallo "Stato" e non dall'ultra-sinistra. Film veramente sorprendente
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gcantarini
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sabato 31 marzo 2012
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ci voleva tarantino
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Avendo vissuto il periodo narrato dal film, la sua visione è stata accompagnata da una indicibile depressione e sensazione di impotenza. Ho invocato il Tarantino di Inglorious Basterds il quale ha avuto la grande idea che il cinema può cambiare il corso della storia. I colpevoli sarebbero stati individuati, catturati e condannati dopo aver subito le più efferate torture. Sarebbe stata una magnifica catarsi.
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franz1971
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sabato 31 marzo 2012
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la verità non esiste
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Il film di Marco Tullio Giordana, del quale non si contestano le qualità registiche e di sceneggiatore, risente troppo di un' impostazione conformista rispetto alla lettura che la magistratura nel corso dei decenni passati dall'eccidio di Piazza Fontana, ha dato. Più precisamente il lungometraggio ricostruisce nei minimi particolari le indagini che succedettero l'esplosione alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, le piste seguite dagli inquirenti, da prima quella anarchica in seguito quella neofascista. Certo se il film avesse voluto proporre una interpretazione differente a quella degli atti giudiziari, sarebbe stato tacciato di "revisionismo", ma tant'è.
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Il film di Marco Tullio Giordana, del quale non si contestano le qualità registiche e di sceneggiatore, risente troppo di un' impostazione conformista rispetto alla lettura che la magistratura nel corso dei decenni passati dall'eccidio di Piazza Fontana, ha dato. Più precisamente il lungometraggio ricostruisce nei minimi particolari le indagini che succedettero l'esplosione alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, le piste seguite dagli inquirenti, da prima quella anarchica in seguito quella neofascista. Certo se il film avesse voluto proporre una interpretazione differente a quella degli atti giudiziari, sarebbe stato tacciato di "revisionismo", ma tant'è.
Il problema è che a quasi 43anni di distanza ( e non a 33 come erroneamente indicati nei titoli di coda) non esiste nè un colpevole ne una verità storica. Freda e Ventura, sui quali si sono riversate tutte le possibili nefandezze circa la strage, sono stati assolti in via definitiva dalla Cassazione, ma chissà perchè si continua a ritenerli responsabili materiali; ma a che pro? Se la destra extraparlamentare dell'epoca avesse avuto un piano occulto per destabilizzare l'Italia e le sue istituzioni democratiche, avrebbe commesso un grave errore perchè invece di provocare una svolta autoritaria, si ebbe il contrario, cioè il rafforzamento del PCI...secondo il mio modesto parere si sarebbe dovuto indagare maggiormente nell'ambiente dei Servizi segreti, i quali asserviti a logiche di potere nazionali ed internazionali, ne avrebbero tratto i maggior benefici.
Tornando alla finzione cinematografica messa in atto da Giordana, sono da elogiare le interpretazioni di Valerio Mastandrea, il commissario Calabresi ritenuto responsabile della morte del ferroviere anarchico Pinelli (interpretato da un ottimo Pierfrancesco Favino) e assassinato da un commando di Lotta Continua; per quanto riguarda gli attori che interpretano i "neri" Freda e Ventura mi sembra un'evidente forzatura l'utilizzo del dialetto veneto, almeno da parte di Freda, dato il suo bagaglio culturale non indifferente.
Tutto sommato un film che non dice nulla di nuovo circa l'effettivo svolgersi dei fatti e si pone nel filone del politicamente correto.
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