resmo
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venerdì 13 aprile 2012
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atten(s)tato!!
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Anarchici? Fascisti? Lotta Continua? o addirittura lo Stato stesso?
Chi è il vero responsabile della strage del 12 dicembre 1969 in Piazza Fontana?
Dopo 43 anni il caso è ancora aperto, o meglio, archiviato senza alcun colpevole. Giordana ripercorre le tappe della vicenda soffermandosi sulla fragilità dello Stato in quegli anni bui dove attentati, stragi e omicidi erano all'ordine del giorno e l'occultamento delle prove e il depistaggio delle indagini era il metodo maggiormente utilizzato da Questura e Procura.
Il film fa vivere (o ri-vivere) una parte di quel terribile periodo a cavallo degli anni '60/'70 definito "Anni di piombo" scaturendo nello spettatore gli stessi dubbi e le stesse perplessità che nutrivano gli italiani in quegli anni e che continuano a nutrire ancora oggi.
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Anarchici? Fascisti? Lotta Continua? o addirittura lo Stato stesso?
Chi è il vero responsabile della strage del 12 dicembre 1969 in Piazza Fontana?
Dopo 43 anni il caso è ancora aperto, o meglio, archiviato senza alcun colpevole. Giordana ripercorre le tappe della vicenda soffermandosi sulla fragilità dello Stato in quegli anni bui dove attentati, stragi e omicidi erano all'ordine del giorno e l'occultamento delle prove e il depistaggio delle indagini era il metodo maggiormente utilizzato da Questura e Procura.
Il film fa vivere (o ri-vivere) una parte di quel terribile periodo a cavallo degli anni '60/'70 definito "Anni di piombo" scaturendo nello spettatore gli stessi dubbi e le stesse perplessità che nutrivano gli italiani in quegli anni e che continuano a nutrire ancora oggi. Infatti, a distanza di 43 anni, non solo non si è trovato alcun colpevole per la strage, ma rimangono insoluti anche gli omicidi (o suicidi) dell'anarchico Pinelli e del commissario Calabresi.
Tutto ciò non è finzione ma pura realtà!
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filippo catani
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venerdì 13 aprile 2012
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indagando sulla nostra tragica storia passata
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Il film cerca di ricostruire gli eventi che sconvolsero l'Italia tra la fine degli anni '60 e i primissimi anni '70 e che ebbero il loro culmine nella terribile strage di Piazza Fontana.
Certo è inutile dire che la cosa che fa più effetto di questa vicenda di casa nostra è che a distanza ormai di ben 43 anni si sia potuta accertare solo una parte della verità. Questo film riprende in parte le mosse da un libro uscito pochi anni fa e che ipotizzava la presenza di due ordigni nella banca. Uno dimostrativo ad opera anarchica mentre l'altro distruttiva di matrice fascista. Tralasciando il grande dibattito che è sorto su questa interpretazione e che non sta a noi dirimere in questa sede bisogna dire che il lavoro di Giordana funziona eccome.
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Il film cerca di ricostruire gli eventi che sconvolsero l'Italia tra la fine degli anni '60 e i primissimi anni '70 e che ebbero il loro culmine nella terribile strage di Piazza Fontana.
Certo è inutile dire che la cosa che fa più effetto di questa vicenda di casa nostra è che a distanza ormai di ben 43 anni si sia potuta accertare solo una parte della verità. Questo film riprende in parte le mosse da un libro uscito pochi anni fa e che ipotizzava la presenza di due ordigni nella banca. Uno dimostrativo ad opera anarchica mentre l'altro distruttiva di matrice fascista. Tralasciando il grande dibattito che è sorto su questa interpretazione e che non sta a noi dirimere in questa sede bisogna dire che il lavoro di Giordana funziona eccome. Merito di un'ottima sceneggiatura che getta uno sguardo impietoso non solo sui movimenti estremisti del tempo ma anche e soprattutto su quegli ambienti deviati che facevano capo allo stato specialmente nei servizi segreti. E grande attenzione viene giustamente posta su coloro che venivano appositamente mandati per creare disordini i cosiddetti provocatori. E poi c'è un ottimo cast dove su tutti spiccano due nomi ormai che danno sempre una certa sicurezza; Favino che interpreta la figura dell'anarchico Pinelli e Mastrandea che interpreta il duro commissario Calabresi con il cui omicidio si chiuderà il film. Un film intenso e senza retorica che quantomeno ha il sacrosanto merito di riportare alla ribalta una pagina della nostra storia ancora avvolta da tanti e troppi misteri.
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marezia
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venerdì 13 aprile 2012
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david di donatello 2012- chi vincerà?
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ESTREMAMENTE DIFFICILE quest'anno pronosticare con una certa sicurezza i vincitori per categoria perché in presenza di MERAVIGLIE DI PARI LIVELLO ANCHE SE DIVERSE; "ACAB - All Cops Are Bastards", "Romanzo di una strage", "Habemus Papam", "", "Cesare deve morire", come si fa a scegliere senza dare ex-aequo? Proviamo: Miglior film: "This Must Be the Place" (oppure, "Romanzo di una strage"); Miglior regista: Sorrentino (anche se qua ci vorrebbe un ex- aequo a 4); Miglior regista esordiente: Stefano Sollima; Miglior sceneggiatura: "Cesare deve morire"; Miglior attrice protagonista: Finocchiaro oppure la Golino; Miglior attore protagonista: Mastandrea oppure Piccoli; Migliore attrice non p
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ESTREMAMENTE DIFFICILE quest'anno pronosticare con una certa sicurezza i vincitori per categoria perché in presenza di MERAVIGLIE DI PARI LIVELLO ANCHE SE DIVERSE; "ACAB - All Cops Are Bastards", "Romanzo di una strage", "Habemus Papam", "", "Cesare deve morire", come si fa a scegliere senza dare ex-aequo? Proviamo: Miglior film: "This Must Be the Place" (oppure, "Romanzo di una strage"); Miglior regista: Sorrentino (anche se qua ci vorrebbe un ex- aequo a 4); Miglior regista esordiente: Stefano Sollima; Miglior sceneggiatura: "Cesare deve morire"; Miglior attrice protagonista: Finocchiaro oppure la Golino; Miglior attore protagonista: Mastandrea oppure Piccoli; Migliore attrice non protagonista: Cristiana Capotondi; Migliore attore non protagonista: Favino; Miglior direttore della fotografia: Luca Bigazzi; Miglior musicista: David Byrne; Miglior scenografo e Miglior costumista: "Magnifica presenza" per entrambi (oppure, in relazione alla seconda voce: "La kryptonite nella borsa"); Effetti speciali visivi: "Romanzo di una strage"; Miglior film straniero: "Le idi di marzo"; Miglior film dell'Unione Europa: "Miracolo a Le Havre"
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lalli
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mercoledì 11 aprile 2012
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calabresi una (quasi) povera vittima?
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onestamente nn mi è piaciuta la figura di Calabresi...fatto passare anche lui come una (quasi) vittima..x il resto un bel film. x non dimenticare quello che lo stato ha fatto, le stragi, le uccisioni, ieri, oggi, domani...
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babis
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mercoledì 11 aprile 2012
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per non dimenticare
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Per chi, come me, non era ancora nata all'epoca della vicenda raccontata, il film si presenta come un'interessante ed importante ricostruzione storica di vicende sconcertanti della nostra democrazia. Particolare la presentazione delle vicende, con i titoli degli episodi, come se effettivamente si stesse leggendo un libro. L'interpretazione degli attori è ottima: quindi non solo un film da vedere, ma un film che ci ricorda, ancora una volta purtroppo, episodi scottanti e dei quali si preferisce non parlare. E' un bene che il cinema italiano abbia registi come Giordana, che ci fanno riflettere e ricordare; spero che il film riceva i riconoscimenti che merita.
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tiamaster
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martedì 10 aprile 2012
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film utile e importante!!!
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Romanzo di una strage (assieme a diaz in uscita il 13 aprile) rilegge un importante pagina della nostra storia,in particolare la strage di piazza fontana.Marco tullio giordana e il suo strepitoso cast (mastandrea e favino incredibili)fabbricano un film importante e lo fanno in un modo che gronda cinematografia in ogni immagine.UN FILM PER CINEFILI,ma ANCHE per gente INTELLIGENTE che non dimentica fatti importanti della nostra storia recente (E CHE QUINDI PROBABILMENTE VORRANO VEDERE IL GIà CITATO DIAZ).Film bellissimo,CINEMA E CULTURA AL CONTEMPO!!!
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ludwigzaller
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martedì 10 aprile 2012
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il brionvega di calabresi
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Chi ha l'età giusta e una buona memoria potrà affrontare la visione di questo film come se fosse un gioco.
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Chi ha l'età giusta e una buona memoria potrà affrontare la visione di questo film come se fosse un gioco. E divertirsi a riconoscere, dietro le maschere degli attori, i grandi protagonisti e i comprimari della storia narrata: da Saragat a Moro, da Delle Chiaie a Ventura, senza dimenticare naturalmente coloro che occupano il centro del dramma, come Pinelli e Calabresi. Buona la ricostruzione dell'atmosfera, anche se dubito che il commissario Calabresi possedesse mobili moderni, quadri d'autore ed un costosissimo impianto stereo Brionvega. In realtà io la casa del commissario me la sono sempre immaginata diversa: mobili tradizionali, centrini, tappeti, un comodo divano, ma niente concessioni al design. E tra Gemma Calabresi e l'attrice che la interpreta, Laura Chiatti, c'è un abisso. Non è questo l'unico dettaglio che distingue il Calabresi reale dal personaggio che vediamo agire nel film. La rilettura di Giordana fa del commissario, uno degli uomini più odiati di quella stagione politica, un osservatore disincantato ed ironico degli eventi. Calabresi non odia il suo antagonista Pinelli, anzi l'ha in simpatia e lo considera un amico. I due si scambiano regali di natale. Quando Pinelli muore, Calabresi non è presente nella stanza dove si svolge l'interrogatorio dell'anarchico. Ed è sempre Calabresi a scoprire come sono andate veramente le cose a Piazza Fontana, nel corso di un colloquio con un alto ufficiale dell'esercito che gli rivela l'intreccio tra eversione nera e servizi segreti che, utilizzando in maniera spregiudicata la latente pulsione distruttiva di Piero Valpreda, ha dato origine alla strage. Va da se’ che la maggioranza di questi dettagli e l’immagine complessiva del commissario che ne esce sono essenzialmente frutto della fantasia degli sceneggiatori. Sono i difetti già tante volte emersi nel cinema di Giordana, un autore che si è specializzato in ricostruzioni storiche il nucleo delle quali è sempre rigorosamente inventato, ma senza che tra le invenzioni e la realtà storica venga inserito qualche elemento drammaturgico o visivo che consenta di distinguere la realtà dalla invenzione. In "Sangue pazzo", allo stesso modo che in questo film, la rievocazione della vita di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida era perfetta fino al dettaglio. Ma il personaggio del regista amico della coppia e membro della Resistenza era inventato e non trova nessun riscontro nella realtà, nonostante che si sia tentati di identificarlo in Luchino Visconti. Lo spettatore non può che uscirne con le ossa rotte, smarrito e perplesso: entrato nel cinema con il desiderio di ricevere una lezione di storia si ritrova ad uscire stringendo in mano un santino, che in questo caso ha le fattezze di Luigi Calabresi. Che poi Favino, nella parte di Pinelli, e ancora più Mastrandrea in quello di Calabresi siano bravissimi, questo è un altro discorso e spiega come mai questo sia tutto sommato uno dei migliori lavori di Giordana.
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writer58
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martedì 10 aprile 2012
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un paese senz'anima
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"Romanzo di una strage" è un ottimo film. Questo risultato non era per nulla scontato, il rischio di produrre un lavoro documentaristico o, peggio, un "film a tesi" era elevato e, in qualche modo, contenuto nella materia trattata: la strage di piazza Fontana del Dicembre del '69 che dette avvio alla "strategia della tensione" e a un diluvio di attentati coperti dalle istituzioni e dai servizi di sicurezza che portarono il nostro paese sull'orlo di una involuzione autoritaria e alla sospensione delle garanzie costituzionali.
Il film di Marco Tullio Giordana, invece, appare come un esercizio misurato ed efficace che tiene in equilibrio la caratterizzazione dei personaggi principali (il commissario Calabresi, Pinelli, le loro mogli, il questore Guida, i neonazisti Freda, Ventura e Delle Chiaie, Valpreda, l'onorevole Aldo Moro) con una ricostruzione asciutta e coinvolgente di un periodo storico segnato dalla "guerra fredda" tra la Nato e il blocco sovietico e che concedeva una sovranità limitata ai paesi dell'Alleanza Atlantica, scossi tra movimenti di rivolta ed emancipazione e trame eversive di ispirazione neofascista.
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"Romanzo di una strage" è un ottimo film. Questo risultato non era per nulla scontato, il rischio di produrre un lavoro documentaristico o, peggio, un "film a tesi" era elevato e, in qualche modo, contenuto nella materia trattata: la strage di piazza Fontana del Dicembre del '69 che dette avvio alla "strategia della tensione" e a un diluvio di attentati coperti dalle istituzioni e dai servizi di sicurezza che portarono il nostro paese sull'orlo di una involuzione autoritaria e alla sospensione delle garanzie costituzionali.
Il film di Marco Tullio Giordana, invece, appare come un esercizio misurato ed efficace che tiene in equilibrio la caratterizzazione dei personaggi principali (il commissario Calabresi, Pinelli, le loro mogli, il questore Guida, i neonazisti Freda, Ventura e Delle Chiaie, Valpreda, l'onorevole Aldo Moro) con una ricostruzione asciutta e coinvolgente di un periodo storico segnato dalla "guerra fredda" tra la Nato e il blocco sovietico e che concedeva una sovranità limitata ai paesi dell'Alleanza Atlantica, scossi tra movimenti di rivolta ed emancipazione e trame eversive di ispirazione neofascista.
La sovrabbondanza di eventi storici che hanno segnato il periodo e lo hanno reso simile a un' intricata "spy story" viene risolta dalla sceneggiatura avvincente di Rulli e Petraglia che riescono a smontare e a ricomporre una vicenda ipercomplessa dandone una lettura che semplifica senza banalizzare. Lo sguardo del regista non perde di vista le vicende personali dei protagonisti, le loro aspirazioni, la loro umanità, schiacciata da forze troppo potenti. Pinelli e Calabresi appaiono, sia pure su versanti opposti, come le vittime sacrificali di strategie stragiste transnazionali, in cui è difficoltoso distinguere l'ispiratore dal mandante e i complici dagli esecutori materiali.
La recitazione di Mastrandrea, nel ruolo di Calabresi, e di Favino in quello di Pinelli è eccellente: scava nei personaggi mediante un fine lavoro di cesello, evita gli eccessi interpretativi e coglie le sfumature umane e relazionali che hanno caratterizzato rispettivamente il loro impegno professionale e la loro militanza. Più in generale, il cast fornisce un'ottima prova: segnalo la performance di Gifuni nel ruolo di Moro, interprete tormentato e consapevole della precarietà dei tempi.
Come ne "La meglio gioventù" e nei "Cento passi", Giodana propone un affresco corale che narra segmenti significativi del nostro passato recente. Lo fa senza rinunciare a raccontare le vite delle persone, le loro traiettorie, i loro desideri, le loro interazioni in un paese che sembra aver smarrito la propria anima e che ha visto cadere molti dei suoi figli migliori, vittime di poteri criminali o abbandonati dalle istituzioni che rappresentavano.
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[+] film stupendo
(di professore71)
[ - ] film stupendo
[+] un film davvero importante.
(di no_data)
[ - ] un film davvero importante.
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margheritaconwurstel
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martedì 10 aprile 2012
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la verità è che non sappiamo la verita
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"Romanzo di una strage" di Marco Tullio Giordana ha come proposito ambizioso la ricostruzione della vicenda che va dalla strage di piazza Fontana, 12 dicembre 1969, all’uccisione di Luigi Calabresi, 17 maggio 1972. Il film si ispira al libro "Il segreto di Piazza Fontana" di Paolo Cucchiarelli dal quale tuttavia si discosta per alcuni significativi punti. Premessa fondamentale di un ipotetico libretto di istruzioni per l'approccio alla visione della pellicola è quella di non aspettarsi assolutamente che un film riesca dove la giustizia italiana ha miseramente fallito. I titoli di coda recitano infatti "Alla fine tutti risulteranno assolti, la strage di piazza Fontana per la giustizia italiana non ha colpevoli.
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"Romanzo di una strage" di Marco Tullio Giordana ha come proposito ambizioso la ricostruzione della vicenda che va dalla strage di piazza Fontana, 12 dicembre 1969, all’uccisione di Luigi Calabresi, 17 maggio 1972. Il film si ispira al libro "Il segreto di Piazza Fontana" di Paolo Cucchiarelli dal quale tuttavia si discosta per alcuni significativi punti. Premessa fondamentale di un ipotetico libretto di istruzioni per l'approccio alla visione della pellicola è quella di non aspettarsi assolutamente che un film riesca dove la giustizia italiana ha miseramente fallito. I titoli di coda recitano infatti "Alla fine tutti risulteranno assolti, la strage di piazza Fontana per la giustizia italiana non ha colpevoli." Alcune "verità", stando alle infinite carte processuali, vengono tuttavia disattese ed è forse questo il rimprovero più grande che si può muovere al regista. Quel poco di certo che con tanta fatica si era faticosamente conquistato rischia d'esser messo nuovamente in discussione. L'utilizzo della parola "Romanzo" nel titolo funge, però, da parziale scusante.
Merito indiscutibile del film è quello di porre sotto l'attenzione di tutti, soprattutto dei più giovani, a 43 anni dall'accaduto, una delle ferite più gravi sofferte dalla nostra Repubblica. Quasi persa la speranza di verità, quantomeno non si perda il ricordo.
Il regista per ricostruire la vicenda si affida a tre personaggi su tutti: Giuseppe Pinelli, ferroviere ed anarchico (Pierfrancesco Favino), Luigi Calabresi commissario della polizia (Valerio Mastandrea) ed Aldo Moro (interpretato da un somigliantissimo Fabrizio Gifuni). Interpretazioni sublimi. ricche di umanità e che entrano in punta di piedi nella memoria di ognuno per rimanerci. Tre giusti, come rappresentati da Giordana, che pagheranno con la vita colpe non proprie. Tra depistaggi, infiltrati e piste trascurate la ricerca della verità tenterà, non riuscendoci (e daltronde come avrebbe potuto), di fare luce laddove purtroppo ancora oggi regna il buio. Consigliato, a tutti.
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flyanto
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martedì 10 aprile 2012
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un film che racconta una delle pagine nere della s
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Film in cui viene raccontata la strage avvenuta a Piazza Fontana negli anni '70. Un lucido e duro documento di una pagina nera (fra le tante) della storia italiana. Molto bravo Valerio Mastrandrea nella parte del commissario Calabresi.
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