Titolo originale | Wuthering Heights |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 128 minuti |
Regia di | Andrea Arnold |
Attori | Kaya Scodelario, Nichola Burley, Oliver Milburn, Steve Evets, Amy Wren James Howson, Paul Hilton. |
MYmonetro | 2,92 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 19 settembre 2011
La regista inglese Andrea Arnold racconta la sua versione di Cime Tempestose, scegliendo la giovane Kaya Scodelario nel ruolo di Catherine. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, Al Box Office Usa Wuthering Heights ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 96,9 mila dollari e 8,8 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Un ragazzo nero viene soccorso in una notte di pioggia dalla pietà di Mr. Earnshaw, un buon cristiano che vive coi suoi figli in una tenuta nello Yorkshire. Battezzato Heathcliff, l'orfano è vessato da Hindley, figlio maggiore e attaccabrighe di Mr. Earnshaw, ma amato da Cathy, figlia minore e appassionata che ne incoraggia e asseconda lo spirito selvaggio. L'affinità elettiva tra i due ragazzi viene tuttavia interrotta dall'improvvisa morte del padre e dal rancore di Hindley che, succeduto al genitore nella conduzione della famiglia e degli affari, 'declassa' la vita di Heathcliff. Il deprezzamento del fratellastro ridimensiona i sentimenti di Cathy e la induce a sposare il più sofisticato Edgar Linton. Ma il ricordo di quell'amore battuto dal vento della brughiera cova nei loro cuori e sotto la loro pelle, fino a divampare più forte qualche anno più tardi. Heathcliff, ingentilito ed educato, torna da Cathy a reclamarla. Divisa tra la devozione al marito e la passione per quel ragazzo mai dimenticato, Cathy morirà di consunzione gettando Heathcliff nella più profonda disperazione.
Che Andrea Arnold volesse dare un'interpretazione personale e inedita del romanzo di Emily Brontë è evidente a partire dal formato impiegato. Regista britannica blasonata a Cannes per Red Road, la Arnold decide per il quattro terzi (4:3), ritagliando le immagini ai margini e riducendo l'aria visibile. Impedita dai costi e la 'durata' ad adattare integralmente le pagine irrequiete di "Cime Tempestose", confina nel fuori campo il narratore e i tanti personaggi della Brontë, concentrando lo sguardo sui dettagli di un amore potente e distruttivo. Sfumature, particolari e minuzie esaltate dal formato di ripresa, interamente consacrato alla follia dell'amare e all'ostinazione dell'amore che diventa, quanto più è negato, tenace e travolgente.
La Arnold impedisce allo spettatore di scostarsi dai volti dei giovani protagonisti, che insegue nei sorrisi disperati, nelle lacrime incessanti, nel vuoto silenzio della loro ossessione, alla ricerca dei resti di un sentimento che è già stato, è ancora e sempre sarà. Tagliando e tradendo il romanzo della Brontë, la regista ne rimane straordinariamente fedele, cogliendo lo spirito gotico e oscuro di una relazione che sbanda a ogni soffio di vento, trascinando con sé morti e follie. Al suo centro un eroe letteralmente nero che pratica la vendetta, la perversione necrofila e il desiderio ardente di condividere la sepoltura dell'amata. Perché come il vento che batte implacabile la brughiera, così il protagonista di James Howson respira, soffia e prende alla schiena, squassando la capricciosa e incostante Cathy di Kaya Scodelario. Bruciandola di un amore vero, di prima pelle, che fa soffrire e riscrive la vita in una forma paradossale. Puntando un testo sacro della letteratura inglese, la Arnold esclude dal 'quadro' le pagine infilmabili, scongiurando l'ossessione dell'adattamento e regalando al cinema la sua versione sensuosa, orgasmica, luttuosa. La versione di un amore impetuoso e mai cresciuto, inchiodato alla sua adolescenza e al tumulto degli elementi. Un amore irriducibile che come raffica e folata, demone e alieno vince porte e finestre, insinuando il corpo amato con una forza che consuma, piange lacrime, scatena tempeste.
Il romanzo di Emily Bronte "Cime Tempestose" di nuovo al cinema, perchè storie come quella dell'amore impossibile fra Heathcliff e Catherine sono da sempre perfette per il grande schermo. Abbiamo visto versioni classiche (su tutte quella con Laurence Olivier del 1939) altre più originali o autoriali, che hanno cercato di togliere o aggiungere [...] Vai alla recensione »
La trama è conosciutissima, visto che la Bronte ha sempre saputo attrarre artisti d'ogni ogni genere attorno alle tematiche di "Cime Tempestose". Questa volta è toccato alla Arnold, autrice di un adattamento "diverso", da non tralasciare assolutamente. Il film è estremamente coerente al suo cinema che ha come fulcro il disagio giovanile, raccontato con un [...] Vai alla recensione »
la Arnold fa un errore enorme(ma fin troppo comune) nel suo silenzioso Wuthering Heights...non tratta la seconda parte del libro,ritenendola forse inutile o non altrettanto interessante quanto la prima... in realtà chi conosce a fondo(e ama)il libro, sa quanto le vicende dei figli, Cathy,Hareton e Linton,che s'intrecciano con la storia e la vita di Heatcliff, siano fondamentali nell'economia del libro [...] Vai alla recensione »
Un bel film che riporta fedelmente la narrazione del libro. Belle le scene dure della natura, il fango, la pioggia, la nebbia, e la crudeltà della "mattanza" degli animali, fa percorrere tutta la creativa drammaticità della storia.
L'opera di Andrea Arnold è forse ,in assoluto, la peggiore trasposizione del romanzo "Cime tempestose".Del racconto originale rimane ben poco tagliando completamente l' inzio coinvolgente ed affascinante e pure il finale,che infondeva la speranza nel lettore(assolutamente necessaria dopo una storia così tragica.Ma la colpa più grave non è tanto questa( infatti già il primo e bellissimo "la voce nella [...] Vai alla recensione »
Applausi e qualche timido fischio in sala hanno accolto oggi Wuthering Heights, la personale rivisitazione del capolavoro di Emily Brontë Cime Tempestose ad opera della regista Andrea Arnold. In concorso con il cupo adattamento di uno dei romanzi più visitati dal cinema occidentale, dopo aver vinto il Premio della Giuria a Cannes nel 2009 con Fish Tank, la Arnold esordisce così in un genere, quello del film in costume, che pochi le avrebbero cucito addosso.