g_andrini
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martedì 3 gennaio 2012
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buon film.
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Pellicola di gusto un po' amaro, ma piacevole nel complesso. Bravissimo Timi nel ruolo del dottore. I bambini, nel limite della loro età, manifestano una buona immedesimazione.
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astromelia
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lunedì 2 gennaio 2012
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dal romanzo al film....ma
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mi irrita che nelle trasposizioni cinematografiche non venga mai riportato fedelmente il romanzo dal quale sono tratte,ne ho visti di film con i finali stravolti o la trama cambiata,allora non capisco quale sia la valenza,meglio leggersi il libro,detto questo recarsi al cinema a vedere un film come questo determina una stanchezza quasi fisica data la lentezza e un impegno mentale per raccapezzarsi sopratutto all'inizio nell'identificare i personaggi nei vari salti temporali,ho trovato le parti di timi e mastandrea consone agli attori stessi,quella di accorsi superflua e dilungata,il finale non si capisce se è irreale o se veramente si trovano nella metropolitana da adulti....mah
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filippo catani
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domenica 9 ottobre 2011
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innocenza violata per sempre
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Periferia torinese alla fine degli anni '70. Un gruppo di ragazzini passa i propri pomeriggi a giocare con le figurine o in un deposito di auto abbandonato. Dovranno però fare prestop i conti con un insospettabile mostro che porta vestiti eleganti ed è rispettato da tutti. Ad anni di distanza i protagonisti della vicenda portano ancora scolpiti nell'anima i segni di questo trauma.
Un film bello, potente e duro come un pugno nello stomaco. E' davvero dura vedere come l'infanzia che per un bimbo deve essere il periodo della spensieratezza si può trasformare nel più terribile degli incubi. Con una ulteriore aggravante: la paura di raccontare tutto ai "grandi" perchè questi ultimi non crederanno mai ai racconti dei bambini.
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Periferia torinese alla fine degli anni '70. Un gruppo di ragazzini passa i propri pomeriggi a giocare con le figurine o in un deposito di auto abbandonato. Dovranno però fare prestop i conti con un insospettabile mostro che porta vestiti eleganti ed è rispettato da tutti. Ad anni di distanza i protagonisti della vicenda portano ancora scolpiti nell'anima i segni di questo trauma.
Un film bello, potente e duro come un pugno nello stomaco. E' davvero dura vedere come l'infanzia che per un bimbo deve essere il periodo della spensieratezza si può trasformare nel più terribile degli incubi. Con una ulteriore aggravante: la paura di raccontare tutto ai "grandi" perchè questi ultimi non crederanno mai ai racconti dei bambini. E, una volta adulti, tutti portano dei segni e anzi una delle protagoniste si ritroverà a scuola ad affrontare un possibile caso del genere con tutte le difficoltà emotive del caso.
Una menzione particolare allo straordinario Filippo Timi che veste i panni del dottore/pedofilo con grande intensità in un ruolo durissimo e difficilissimo.
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lella53
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sabato 24 settembre 2011
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molto convincente
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A mio avviso è senza dubbio un film che tocca nel cuore del problema della pedofilia, lasciando mille interrogativi. Il regista è molto attento a non scadere nella morbosità e non si spinge mai oltre il limite della decenza, anche se è molto efficace anche nel lasciare immaginare lo scorrere delle vicende. Inquietante la figura del dottor Boldrini, azzeccatissimo nel ruolo da Filippo Timi che trovo un attore espressivo e veramente capace (l'ho apprezzato, tra gli altri, nel film Vincere!).
Bravissimi tutti i ragazzini, perchè, secondo me, gli attori adulti sono professionisti, ma in questo film le parti interpretate dai ragazzi sono state basilari.
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A mio avviso è senza dubbio un film che tocca nel cuore del problema della pedofilia, lasciando mille interrogativi. Il regista è molto attento a non scadere nella morbosità e non si spinge mai oltre il limite della decenza, anche se è molto efficace anche nel lasciare immaginare lo scorrere delle vicende. Inquietante la figura del dottor Boldrini, azzeccatissimo nel ruolo da Filippo Timi che trovo un attore espressivo e veramente capace (l'ho apprezzato, tra gli altri, nel film Vincere!).
Bravissimi tutti i ragazzini, perchè, secondo me, gli attori adulti sono professionisti, ma in questo film le parti interpretate dai ragazzi sono state basilari.
Validissime le scene girate nei silos. Resto sempre dell'idea che il nostro cinema ha tanto ancora da dare e che abbiamo un patrimonio di interpreti, di registi e di persone addette ai lavori che meriterebbe sicuramente molto di più.
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stolencar
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venerdì 23 settembre 2011
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da un ottimo soggetto un film incompiuto
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Due stelline risicate per un film che davvero poteva dare di più con un soggetto decisamente valido e una discreta sceneggiatura. Pollice verso per il montaggio con dissolvenze a gò-gò. Non ci siamo con il suono in presa diretta e con l'audio in generale, in molti casi quasi incomprensibile.
Dubbi anche sulla regia, a tratti dilettantesca per un film di spessore come avrebbe voluto essere. Bravi i bambini e gli attori meno noti. Non essenziale e ridondante il personaggio interpretato da Accorsi. La Solarino fa la sua parte ma compare per non pià di 3-5 minuti sul grande schermo. Non è da escludere che i nomi noti siano funzionali al richiamo per critica e pubblico.
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Due stelline risicate per un film che davvero poteva dare di più con un soggetto decisamente valido e una discreta sceneggiatura. Pollice verso per il montaggio con dissolvenze a gò-gò. Non ci siamo con il suono in presa diretta e con l'audio in generale, in molti casi quasi incomprensibile.
Dubbi anche sulla regia, a tratti dilettantesca per un film di spessore come avrebbe voluto essere. Bravi i bambini e gli attori meno noti. Non essenziale e ridondante il personaggio interpretato da Accorsi. La Solarino fa la sua parte ma compare per non pià di 3-5 minuti sul grande schermo. Non è da escludere che i nomi noti siano funzionali al richiamo per critica e pubblico. Sempre bravo Mastandrea e Timi, ma non basta per un film mancato, dove peraltro riconosco due trovate notevoli del regista che valgono tutto il film e forse una maggiore benevolenza e speranza per opere future nei confronti di Gaglianone.
Il viso del dottor Boldrini-Timi trafigurato e orrorifico nell'autolavaggio, quale trasformazione schizofrenica degna di un nuovo dr Jeckyll; e il finale fatto di sguardi in metropolitana con un'azzecata canzone delle Luci della Centrale Elettrica.
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zeren
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giovedì 15 settembre 2011
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stigmatizzazione pesante
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il film narra il disagio di alcune famiglie del sud immigrate in una grande citta' del nord dagli anni 70 ad oggi. E' narrato tutto in maniera cosi' stigmatizzata da risultare molto pesante, inquadratura sfocate, ripetitivita' delle scene musica noiosa etc. Solo verso la fine il film si apre e ne esce bene tutta la coralita' dei personaggi.
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introspettiva
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mercoledì 14 settembre 2011
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lento
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Se siete patiti per i ritmi incalzanti, questo film non fa al caso vostro. Molto lento, a tratti anche troppo e inutilmente. Il personaggio di Timi dà una sferzata allo svolgimento del film. Da allora diversi momenti di suspence i quali, comunque, non risollevano a sufficenza tutto il film. Bravissimo lui, ma, oramai, troppo simile a se stesso. Accorsi, invece, non mi è piaciuto come recitazione (e non è una novità), ma, in realtà neanche il suo personaggio, decisamente incolore.
Mi ha colpito l'uso degli sfocati in diversi riprese, come anche l'uso della cicatrice che ha sul naso la Solarino come cicatrice del personaggio da lei interpretato.
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flyanto
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mercoledì 14 settembre 2011
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fine dell'età dell'innocenza
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Film sulla fine dell'età dell' innocenza di un gruppo di ragazzini in seguito ad alcuni abusi sessuali. Crudo ed efficace. Ottimi gli attori Valerio Mastrandea e soprattutto Filippo Timi nella parte dell' orribile mostro. Uno dei migliori films di questa stagione, a mio parere.
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chiarialessandro
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martedì 13 settembre 2011
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le favole vere
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L’interpretazione di Timi rasenta e, se possibile, raggiunge la perfezione nel rendere il mondo segreto di un pedofilo. La violenza non è mai abbagliante ma rimane sempre soffusa senza per questo essere meno disturbante. Anzi. Ma va ugualmente dato a Cesare quello che è di Daniele perché pochi registi (soprattutto tenendo conto dell’immonda ondata di violenza dilagante) sarebbero riusciti a reprimere la voglia e la speranza di fare cassetta sollecitando gli istinti pruriginosi di tanto pubblico. Fotografia dalle tonalità calde, sintonizzate su lunghezze d’onda molto simili a quelle del regista. Colonna sonora all’altezza di tutto il prodotto, quasi come un prolungamento delle immagini. Suoni realistici, specchio di vita di una realtà di borgata degradata.
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L’interpretazione di Timi rasenta e, se possibile, raggiunge la perfezione nel rendere il mondo segreto di un pedofilo. La violenza non è mai abbagliante ma rimane sempre soffusa senza per questo essere meno disturbante. Anzi. Ma va ugualmente dato a Cesare quello che è di Daniele perché pochi registi (soprattutto tenendo conto dell’immonda ondata di violenza dilagante) sarebbero riusciti a reprimere la voglia e la speranza di fare cassetta sollecitando gli istinti pruriginosi di tanto pubblico. Fotografia dalle tonalità calde, sintonizzate su lunghezze d’onda molto simili a quelle del regista. Colonna sonora all’altezza di tutto il prodotto, quasi come un prolungamento delle immagini. Suoni realistici, specchio di vita di una realtà di borgata degradata. Un po’ troppo lento in alcune scene che altri registi avrebbero proposto come una rasoiata, un po’ troppo ripetitivo nelle scene di Accorsi, un po’ troppo criptico nella scena finale.
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marezia
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lunedì 12 settembre 2011
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un gioiello da cineteca
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Pellicola che svolge più di un tema (e li elencherò) con grande equilibrio formale senza mai annoiare. Sorprende e cattura e se scatta la molla dell'immedesimazione (perché anche chi non ci è mai passato personalmente per empatia si affeziona ai suoi protagonisti) non è per una curiosità morbosa ma per il modo STRAORDINARIAMENTE elegante, suggestivo e profondo in cui il regista affronta la spinosa materia che ci offre sul piatto: la pedofilia sì ma anche il rapporto bambino - adulto, il modo di vivere la realtà dei bambini che in questo film diventano adulti (e castigatori) brandendo un'arma dopo aver giocato con la fantasia e, infine, il modo di essere adulti dopo essere stati vittime.
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Pellicola che svolge più di un tema (e li elencherò) con grande equilibrio formale senza mai annoiare. Sorprende e cattura e se scatta la molla dell'immedesimazione (perché anche chi non ci è mai passato personalmente per empatia si affeziona ai suoi protagonisti) non è per una curiosità morbosa ma per il modo STRAORDINARIAMENTE elegante, suggestivo e profondo in cui il regista affronta la spinosa materia che ci offre sul piatto: la pedofilia sì ma anche il rapporto bambino - adulto, il modo di vivere la realtà dei bambini che in questo film diventano adulti (e castigatori) brandendo un'arma dopo aver giocato con la fantasia e, infine, il modo di essere adulti dopo essere stati vittime. Anche la figura del pedofilo ha il suo perché e non è il solito laido signore che guarderesti con sospetto anche da un km ma un distinto medico oppresso da turbe che irrompono come un delirio. Gentile, sempre presente ad ogni nuova macabra scoperta, inquietante e inquietante perché interpretato da un meraviglioso Timi. Comunque benissimo TUTTI e benissimo anche l'interprete di Carmine da bambino, INCREDIBILE. Un film paragonabile a "L'amico di famiglia", che a Venezia avrebbe senz'altro meritato qualcosina.
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