Quando la notte |
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Un film di Cristina Comencini.
Con Claudia Pandolfi, Filippo Timi, Thomas Trabacchi, Denis Fasolo, Michela Cescon.
continua»
Drammatico,
durata 114 min.
- Italia 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 28 ottobre 2011.
MYMONETRO
Quando la notte
valutazione media:
2,21
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Notte fondadi gabriellaFeedback: 18035 | altri commenti e recensioni di gabriella |
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domenica 7 settembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quando la notte sopraggiunge improvvisa come ospite indesiderato e non si ha la forza necessaria di cacciarla via, bisognerebbe avere a fianco qualcuno in grado di sostenere , di aiutare, fosse anche solo un appoggio, un supporto psicologico , sarebbe meno duro affrontare le difficoltà che un nuovo stato, quale la maternità comporta inevitabilmente. Sembra innato e naturale nella donna essere madre, come se solo pensare di essere inadeguati al ruolo appare blasmeno. Il tema di maternità difficile sarebbe stato interessante se fosse stato approfondito come prometteva l'incipt del film, invece dopo mezzora viene mollato a favore di altre tematiche.Marina è una giovane mamma in vacanza con il figlioletto di quasi due anni in un paesino alle pendici del Monte Rosa. Trova alloggio in uno chalet, il piano di sotto è occupato da Manfred, scontrosa guida alpina con alle spalle una relazione tormentata e la scelta della compagna di andarsene con i figli. Il piccolo di Marina dorme poco o niente , dove il pianto diventa fastidiosa colonna sonora notturna. Una notte il bambino, lasciato a giocare da solo senza il controllo dell'esasperata madre, si ferisce cadendo a terra, viene soccorso da Manfred e portato in ospedale dove se la cava fortunatamente con qualche punto di sutura. Tra Manfred e Marina si stabilisce un rapporto ambiguo, dapprima indagatorio da parte dell'uomo che la vorrebbe mettere alle strette e conoscere la dinamica dell'incidente, far ammettere alla donna di essere una cattiva madre, ma è anche attratto da lei, ricambiato. E' qui che il film si ferma e snocciola una serie di ingenuità e di apostrofi rosa che ne inquinano la visione, rendono opaca la storia che finisce avvitata su sé stessa. Il ritorno in montagna a distanza di quindici anni di Marina, l'incrocio delle due funivie, la scena di sesso che sembra un servizio per il calendario Pirelli diventa insostenibile, così i due interpreti che si arrampicano non senza difficoltà in un ruolo che convince sempre meno , privi di appigli di ancoraggio, finiscono per precipitare. Rimane solamente la sensazione di un qualcosa di inconcluso, lasciato a metà. Peccato, perchè nonostante l'impianto fin troppo televisivo avrebbe potuto raccontare in maniera più approfondita, il lato oscuro della maternità.
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