great steven
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giovedì 12 febbraio 2015
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per sbaglio i giocattoli approdano in asilo-lager.
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TOY STORY 3 – LA GRANDE FUGA (USA, 2010) diretto da LEE UNKRICH.
In partenza per il college, Andy deve decidere quali giocattoli tenere, quali buttare e quali destinare ai bambini dell’asilo. Per errore il sacco dei nostri amici finisce in una scuola materna/lager, comandata da un orso profumato alla fragola che nasconde dietro un’apparenza di bontà una malvagia prepotenza, dove i nuovi arrivati vengono trasferiti nella sala dei più piccoli: bambini scatenati e terribili che non sanno giocare e li maltrattano, utilizzandoli come utensili o armi. Woody, rimasto fuori dal trasloco involontario e obbligato, interviene in soccorso dei compagni.
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TOY STORY 3 – LA GRANDE FUGA (USA, 2010) diretto da LEE UNKRICH.
In partenza per il college, Andy deve decidere quali giocattoli tenere, quali buttare e quali destinare ai bambini dell’asilo. Per errore il sacco dei nostri amici finisce in una scuola materna/lager, comandata da un orso profumato alla fragola che nasconde dietro un’apparenza di bontà una malvagia prepotenza, dove i nuovi arrivati vengono trasferiti nella sala dei più piccoli: bambini scatenati e terribili che non sanno giocare e li maltrattano, utilizzandoli come utensili o armi. Woody, rimasto fuori dal trasloco involontario e obbligato, interviene in soccorso dei compagni. Rischiano di finire tutti alla discarica, ma poi trovano una nuova bambina che sa valorizzarli, alla quale l’ormai cresciuto Andy affida volentieri i suoi adorati balocchi. Le avanzate novità tecnologiche sono soltanto l’aspetto più secondario e trascurabile di questo terzo capitolo delle avventure di alcuni fra i personaggi più amati di un classico uscito dalla fucina Pixar-Disney. La definizione e l’approfondimento dei personaggi ormai conosciuti e la simpatia e ironia di alcuni fra i personaggi nuovi (un memorabile Ken, un inquietante bambolotto-neonato guercio degno di Stephen King, un clown triste doppiato da Giorgio Faletti, un telefono-informatore con la voce di Gerry Scotti, un insetto con occhi e arti rotanti e un polipo femmina di colore viola) sono gli autentici pregi di questa perla diretta da L. Unkrich, che ha sostituito il suo maestro John Lasseter alla regia dell’episodio conclusivo della trilogia. E per quanto i sequel in genere risultino inutili, infruttuosi o ripetitivi, questa volta l’eccezione conferma la regola: un secondo seguito era necessario per chiudere un ciclo di vicende emozionanti e accattivanti che era cominciato nel 1995, quando fu realizzato il primo cartoon interamente girato col computer. Come ho già ribadito, le innovazioni informatiche passano in secondo piano di fronte alle memorabili ambientazioni, fra cui la scuola materna che di giorno riprende con commovente realismo le stanze dei bambini e di notte si trasforma in uno spaventoso campo di concentramento. Anche la discarica e l’inceneritore trovano uno spazio espressivo proficuo e consistente e riescono addirittura a risultare poetici e magici. A livello plastico e figurativo, ha innumerevoli meriti: i colori sono splendidamente appaiati e le tecniche rappresentative funzionano a dovere. La tensione narrativa abbonda nelle sequenze più drammatiche ed è tesa come il filo di un acrobata circense quando lo Spannung (in gergo il momento in cui l’eccitazione del racconto è alle stelle) tocca i suoi picchi più elevati. Bella colonna sonora con brani che fanno riassaporare un’atmosfera e un clima passati, oltre che a procurare sogni ambiziosi sulle note di canzoni orecchiabili e intriganti. Il gioco di squadra che gli sceneggiatori assegnano alle azioni dei personaggi è incredibilmente sublime, e testimonia con veridicità e sincerità l’importanza dell’amicizia nelle difficoltà e nei più ostici momenti di bisogno. Tra le scene più rosee e divertenti: l’accoglienza delle new entries all’asilo, denominato Sunny Side; la prodezza di Mr. Potato che attacca le sue parti scomponibili prima a una sfoglia e poi a un tubero affusolato; la tentata riparazione di Buzz, che comincia, dopo un errore di aggiustamento, a parlare un delirante spagnolo. Le trovate, le gag e la suspense completano il quadro stupendo e pertinente di un film d’animazione che meriterebbe di far scuola presso i “colleghi” dello stesso genere, perché non solo è adatto al pubblico giovanissimo ma appare perfettamente fruibile anche per gli adulti.
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r3mus
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mercoledì 5 febbraio 2014
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il film che fa ritornare bambini
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Semplicemente perfetto,vedere dopo 10 anni i nostri amati giocattoli del mondo di toy story,muoversi sugli schermi ad alta definizione,in un film pressochè impeccabile è davvero una gioia.
Trama perfetta,personaggi caratterizzati alla perfezione,grande grafica e sonoro rendono per me questo film uno dei migliori capolavori disney pixar che ho mai visto.
BUZZ LIGHTYEAR ALLA RISCOSSAAAAAAAAAAAAAAA :D
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giorg99
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lunedì 15 luglio 2013
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accettabile ma una volta basta e avanza
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Due stelle perchè è migliore del secondo che era a dir poco tremendo, nemmeno il terzo e un capolavoro (figuriamoci il primo) e non aveva diritto a vincere l' oscar che non si meritava affatto. Non fa ridere ne sorridere.
Si salva solo Rex.
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asdrubale03
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sabato 29 giugno 2013
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ottimo
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shiningeyes
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martedì 14 maggio 2013
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temi più profondi per un ottimo film
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Diffido sempre nel terzo capitolo di una serie di film: spesso si dimostrano freddi e mal fatti, con il solo intento di spillare più soldi possibili a coloro che se lo vanno a vedere solo per il titolo in locandina.
Ho il piacere di dire che per “Toy Story 3” non è così. Il film si mostra profondo e traboccante di sentimentalismo, che non disturba però. La trama forse non è il massimo, anche se presenta momenti al quanto drammatici per essere un film d'animazione, e viste le tematiche, è più per un pubblico adulto che per bambini.
In questo capitolo si affronta il tempo della maturità che avviene: Andy è quasi un uomo ormai, sta per andare al college, ma come noi, fatica ad accettarlo, e lo specchio di questa fatica è nella sua indecisione a sbarazzarsene e nella toccante scena finale (per chi non vuole spoiler, si fermi qui a leggere) in cui gioca per l'ultima volta con i suoi giocattoli con la bambina Bonnie.
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Diffido sempre nel terzo capitolo di una serie di film: spesso si dimostrano freddi e mal fatti, con il solo intento di spillare più soldi possibili a coloro che se lo vanno a vedere solo per il titolo in locandina.
Ho il piacere di dire che per “Toy Story 3” non è così. Il film si mostra profondo e traboccante di sentimentalismo, che non disturba però. La trama forse non è il massimo, anche se presenta momenti al quanto drammatici per essere un film d'animazione, e viste le tematiche, è più per un pubblico adulto che per bambini.
In questo capitolo si affronta il tempo della maturità che avviene: Andy è quasi un uomo ormai, sta per andare al college, ma come noi, fatica ad accettarlo, e lo specchio di questa fatica è nella sua indecisione a sbarazzarsene e nella toccante scena finale (per chi non vuole spoiler, si fermi qui a leggere) in cui gioca per l'ultima volta con i suoi giocattoli con la bambina Bonnie. Ma si affronta anche il tema dell'unione e dell'amicizia, che è sempre stato il fattore vincente di questi film, e di come un cuore ferito come l'orso Lotso diventi carico d'odio, confrontabile con le persone che hanno avuto delusioni che le hanno rese malvagie.
Le scene sono tutte ben congegnate, si susseguono in un ritmo incalzante e sono godibilissime, risultato di un impegno eccellente che mirava a restituire linfa vitale a questa meravigliosa trilogia, leggermente macchiata dal poco consistente secondo capitolo per me.
Il mio cuore di bambino di 5 anni (età che avevo quando vidi il primo) è tornato magicamente a pulsare per un'ora e mezza, e questo già basta ed avanza come giudizio.
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hobbit-in-the-hole
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lunedì 28 novembre 2011
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un finale perfetto...
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Se nel precedente "Toy Story 2-Woody e Buzz alla riscossa" il tema dell'abbandono era stato solo accennato grazie al personaggio di Jessie, ora i nostri protagonisti devono affrontare quello che è praticamente l’incubo di ogni giocattolo: Andy infatti è ormai cresciuto e sta per iniziare il college, da anni ormai non gioca più con i “compagni d’infanzia” e deve prendere una difficile decisione sul loro futuro. A causa di un disguido i giocattoli si sentono abbandonati e senza credere alle parole di Woody (l’unico giocattolo che Andy avrebbe portato al college e come ben sappiamo mai disposto a credere a un “tradimento" del padroncino) decidono di cogliere la palla al balzo e divenire i nuovi “ospiti” dell’asilo Sunnyside, dove sperano di trovare sempre bambini disposti a giocare con loro.
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Se nel precedente "Toy Story 2-Woody e Buzz alla riscossa" il tema dell'abbandono era stato solo accennato grazie al personaggio di Jessie, ora i nostri protagonisti devono affrontare quello che è praticamente l’incubo di ogni giocattolo: Andy infatti è ormai cresciuto e sta per iniziare il college, da anni ormai non gioca più con i “compagni d’infanzia” e deve prendere una difficile decisione sul loro futuro. A causa di un disguido i giocattoli si sentono abbandonati e senza credere alle parole di Woody (l’unico giocattolo che Andy avrebbe portato al college e come ben sappiamo mai disposto a credere a un “tradimento" del padroncino) decidono di cogliere la palla al balzo e divenire i nuovi “ospiti” dell’asilo Sunnyside, dove sperano di trovare sempre bambini disposti a giocare con loro. A dispetto del nome però Sunnyside si rivela un vero e proprio carcere, così tutti insieme cercheranno una via di fuga per non rischiare di finire distrutti… Come ho già detto, un finale perfetto per la saga dei giocattoli più amata al mondo: i nostri eroi, che ormai abbiamo imparato a conoscere e ad amare, hanno improvvisamente perso il loro posto nel mondo e cercano disperatamente di trovare un nuovo ruolo, un nuovo qualcuno che sia disposto ad amarli e a giocare con loro. C’è quindi un misto di divertimento e tristezza in questo film: ci sono sì Barbie e Ken con la loro divertentissima storia d’amore, ma c’è anche l’asilo-prigione, con i giocattoli che tentano disperatamente di scappare. Cosa dire poi del magone che ci accompagna per tutto il film? Vero, c’è il lieto fine, con i giocattoli che trovano una nuova casa, ma per chi come me è in un certo senso cresciuto assieme a Woody, Buzz e gli altri c’è un po’ di tristezza nel vedere che un’era è finita, che Andy è cresciuto e che persino Woody ha capito che è giunto il momento anche per lui di ricominciare una nuova vita e rendere felice un altro bambino.
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burton99
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venerdì 11 novembre 2011
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per me è straordinario
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"Toy story 3: la grande fuga"
Andy è grande ormai, e, in partenza per il colege, sbaglia e manda i suoi vecchi giocattoli all'asilo Sunnyside, governato da un perfido orso di peluche, Lotso, che ha qualche segreto da nascondere. I giocattoli organizzano una fuga a prova di bomba per scappare dall'asilo, rivelatosi prigione.
Durante la visione del film ho pianto due volte, bagnando i miei occhialini 3-d e rischiando di perdermi la fine del film.
E' un film che, se tu hai vissuto veramente come parte della tua vita gli altri due capitoli, è per quella persona (io in questo caso), il miglior film Pixar in assoluto.
Capolavoro per la storia e la sceneggiatura, dettagliate e senza una sbavatura, che sorprende soprattutto per il numero incalcolabile di idee di ogni tipo presenti.
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"Toy story 3: la grande fuga"
Andy è grande ormai, e, in partenza per il colege, sbaglia e manda i suoi vecchi giocattoli all'asilo Sunnyside, governato da un perfido orso di peluche, Lotso, che ha qualche segreto da nascondere. I giocattoli organizzano una fuga a prova di bomba per scappare dall'asilo, rivelatosi prigione.
Durante la visione del film ho pianto due volte, bagnando i miei occhialini 3-d e rischiando di perdermi la fine del film.
E' un film che, se tu hai vissuto veramente come parte della tua vita gli altri due capitoli, è per quella persona (io in questo caso), il miglior film Pixar in assoluto.
Capolavoro per la storia e la sceneggiatura, dettagliate e senza una sbavatura, che sorprende soprattutto per il numero incalcolabile di idee di ogni tipo presenti. Ottimo il lato tecnico, l'animazione. I personaggi sono i classici degli altri due episodi con molte new - entry, tra cui il perfido Lotso.
Tante emozioni per questo terzo capitolo che lancia importantissimi messaggi morali e si conclude con una versione sagnoleggiante di "You've got a friend in me", interpretata per l'occasione dai Gipsy King, e con una bellissima canzone di Randy Newman, "We belong together".
Due premi Oscar: miglior film d'animazione e miglior canzone oriiginale (Rnady Newman, "We belong together").
Unico difetto: 3-d superfluo, ma perfetto.
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iasc085
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venerdì 21 ottobre 2011
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toy story 3 (2010)
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TOY STORY 3– La grande fuga (2010) di Lee Unkrick (*****)
A distanza di 11 anni torna Toy Story, con una brillante storia che conclude una fantastica trilogia.
Woody, Buzz e gli altri superstiti sono ormai abbandonati dal giovane Andy, che sta per andare al college e non gioca più con loro da anni. Di conseguenza prima che il ragazzo se ne vada dovrà decidere il destino dei suoi vecchi giocattoli.
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TOY STORY 3– La grande fuga (2010) di Lee Unkrick (*****)
A distanza di 11 anni torna Toy Story, con una brillante storia che conclude una fantastica trilogia.
Woody, Buzz e gli altri superstiti sono ormai abbandonati dal giovane Andy, che sta per andare al college e non gioca più con loro da anni. Di conseguenza prima che il ragazzo se ne vada dovrà decidere il destino dei suoi vecchi giocattoli. Se conservarli in soffitta o magari donarli all’asilo, il Sunnyside. Il caso vorrà che i nostri amici invece di essere riposti in soffitta finiranno per essere scambiati per un sacco dell’immondizia, dove riusciranno a scamparla. Sentendosi abbandonati finiranno così, per loro scelta, nell’asilo dove si prospetta una nuova vita e un radioso divertimento con i bambini che di certo non mancheranno di giocare con loro. Woody tenta di dissuaderli, e di farli tornare nella loro casa, ma senza riuscirci. Nel tentare di ritornare, lui da solo, verrà recuperato dalla piccolaBonnye, dove verrà a sapere dagli altri giocattoli, che in realtà il Sunnyside è un vero e proprio carcere, dove il perfido Lotso, un pupazzo di peluche, è tiranno e comandante del posto, praticamente i nuovi giocattoli non hanno alcuna speranza, Woody allora decide di tornare al Sunnyside e salvare i suoi vecchi compagni, organizzando una fuga impossibile, dove tra imprevisti, colpi di scena e battute travolgenti e si arriverà ad un finale tanto malinconico quanto sublime, l’azione terrà grandi e piccini inchiodati alla sedia e la qualità della grafica (nettamente migliorata) valorizzerà il tutto. Capace di commuovere e farti divertire nello stesso tempo come solo pochi film riescono a fare, rimanendo comunque fedele allo stile che ha caratterizzato i primi due film, un capolavoro! Diretto da Unkrick, che co-dirigeva Toy Story2, il terzo film della serie, che dopo tutti questi anni di assenza, acquista un valore maggiore rendendolo forse il migliore di tutti. Oscar come miglior film d’animazione e miglior canzone, nomination come miglior film (su 10 pellicole non più 5) e sceneggiatura non originale.
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pruoffc
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martedì 6 settembre 2011
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eccellente!!!
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