great steven
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domenica 13 dicembre 2015
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perfetto connubio tra contributi tecnici e copione
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ARRIETTY – IL MONDO SEGRETO SOTTO IL PAVIMENTO (GIAP, 2010) diretto da HIROMASA YONEBAYASHI
Arrietty è una minuscola ragazzina quattordicenne che vive con i suoi altrettanto minuscoli genitori sotto il pavimento di una villa campestre alla periferia di Tokyo. I tre appartengono ad una specie di gnomi in via di estinzione chiamata "prendimprestito" per via del fatto che celano continuamente la propria esistenza agli esseri umani e ne prendono appunto in prestito alcuni oggetti e sostanze (zucchero, fazzoletti di carta, sapone, biscotti, ecc.) per potersi garantire la sopravvivenza in modo da non essere mai notati. Ma un giorno arriva alla villa Sho, un bambino ammalato di cuore in procinto di subire un intervento, che casualmente incontra Arrietty fra i tralci d’erba del giardino della casa: l’incontro gli desta istantaneamente un fervido interesse per la ragazzina in miniatura, tanto che Sho desidera approfondire la sua conoscenza.
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ARRIETTY – IL MONDO SEGRETO SOTTO IL PAVIMENTO (GIAP, 2010) diretto da HIROMASA YONEBAYASHI
Arrietty è una minuscola ragazzina quattordicenne che vive con i suoi altrettanto minuscoli genitori sotto il pavimento di una villa campestre alla periferia di Tokyo. I tre appartengono ad una specie di gnomi in via di estinzione chiamata "prendimprestito" per via del fatto che celano continuamente la propria esistenza agli esseri umani e ne prendono appunto in prestito alcuni oggetti e sostanze (zucchero, fazzoletti di carta, sapone, biscotti, ecc.) per potersi garantire la sopravvivenza in modo da non essere mai notati. Ma un giorno arriva alla villa Sho, un bambino ammalato di cuore in procinto di subire un intervento, che casualmente incontra Arrietty fra i tralci d’erba del giardino della casa: l’incontro gli desta istantaneamente un fervido interesse per la ragazzina in miniatura, tanto che Sho desidera approfondire la sua conoscenza. I genitori di Arrietty la mettono in guardia e la avvertono che, ora che sono stati scoperti sia da Sho che dalla sua infida governante (la signora Aru), dovranno traslocare e trovare un altro posto in cui proseguire la loro esistenza in incognito. Aiutati da Spiller, un giovane gnomo che risiede nel bosco adiacente all’edificio, Arrietty, suo padre e sua madre si incamminano per una nuova casa nascosta nella foresta, dopo essere scampati per un pelo all’intervento di derattizzazione ordinato dalla domestica Aru. Ma Sho non perderà l’ultima occasione di vedere Arrietty e di farle capire che, con lei, ha ormai instaurato un rapporto amichevole e di reciproca fiducia molto speciale. Miyazaki, l’autore della sceneggiatura, non è nuovo a storie che vedono come protagonisti bambini, sia in formato normale che in versione rimpicciolita, che intessono relazioni di amicizia che acquisiscono importanza col progredire della vicenda: qui lo sceneggiatore giapponese pone l’accento sull’accettazione del diverso, tema da sempre centrale nelle storie di formazione cinematografiche, ma analizzato in Arrietty con una decisiva propensione per il sentimento (e non il sentimentalismo) e il gusto paradossalmente ludico e giocondo di condurre una vita al riparo da occhi indiscreti che potrebbero mettere a repentaglio le decennali consuetudini sulle quali si basa il mondo di questi gnomi sconosciuti. Non manca naturalmente – e ciò lo si deve all’estensione del target anche alla fascia più giovane – un’ottima e necessaria dose di ottimismo divertente e spassoso, incarnato in particolar modo dall’apprensiva madre di Arrietty e dal comportamento sospettoso e riottoso della governante Aru, il cui volto sempre corrugato e arcigno fa da contraltare comico all’abituale tranquillità e imperturbabile serenità di Sho. II tratto grafico è notevolmente verosimile ed ha il grandissimo merito di non ricordare troppo da vicino i classici Disney, tant’è vero che il prolifico Studio Ghibli, che s’è occupato della produzione della pellicola, ha centrato il bersaglio puntando sull’enfasi del disegno della natura e valorizzando la potenza espressiva del colore, autentico e insostituibile protagonista della resa scenografica di questo film d’animazione intelligente che sa coniugare con un’invidiabile perfezione stilistica i dettami tecnici (specialmente musica, montaggio e composizione grafica) col bisogno di una trama che privilegi la crescita interiore dei personaggi e il superamento di annosi pregiudizi che, poco a poco, lasciano spazio ad emozioni molto più positive e molto meno discriminatorie. Miyazaki è inoltre riuscito in maniera eccellente a rendere poetico il microcosmo nel quale Arrietty e parenti si muovono, regalandogli a piene mani dignità, delicatezza e inconfondibile meraviglia.
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elgatoloco
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domenica 4 febbraio 2018
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bello, poetico
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"Arrietty"(2010)di Hiromasa Yonebayashi è una traduzione(trasposizione)molto intelligente di"The Borrowers"della scrittrice Mary Norton, un romanzo, ormai, del 195, dove la traduzione italiana dovrebbe essere, meglio che"rubacchiotti", "quelli che prendono in prestito", ma, chiaramente, un lemma solo vale meglio di una perifrasi... Da apprezzare per i colori, le forme, la storia, dove momenti drammatici si alternano alla comicità, mai plateale, ma piuttosto, diremmo, "insinunante", comunque inserita con molta intelligenza. Per dire della validità del romanzo, ne sono state realizzate varie trasposizioni filmiche, di cui questa, quasi certamente, è la più efficace.
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"Arrietty"(2010)di Hiromasa Yonebayashi è una traduzione(trasposizione)molto intelligente di"The Borrowers"della scrittrice Mary Norton, un romanzo, ormai, del 195, dove la traduzione italiana dovrebbe essere, meglio che"rubacchiotti", "quelli che prendono in prestito", ma, chiaramente, un lemma solo vale meglio di una perifrasi... Da apprezzare per i colori, le forme, la storia, dove momenti drammatici si alternano alla comicità, mai plateale, ma piuttosto, diremmo, "insinunante", comunque inserita con molta intelligenza. Per dire della validità del romanzo, ne sono state realizzate varie trasposizioni filmiche, di cui questa, quasi certamente, è la più efficace. Le altre sono rispettivamente degli anni 1973, "The Borrowers", di Walter C.Miller, una serie TV del 1992, omonima, ancora"The Borrowers"di Peter Hewitt, 1997 e, dopo questo bel cartone animato made in Japan(di cui mantiene le caratteristiche, ossia del meglio della tradizone"animata"made in Japan), un film TV inglese di Tom Harper, del 2011, quindi successivo di un anno a questo"Arrietty"-il titolo originale giapponese è più lungo, ma basti il riferimento a questo nome, quello della coraggiosa ragazzina"mini", che salva tutto il"piccolo popolo"sotterraneo, a dimostrazione del valore di questa scrittrice, vissuta nel 1900, per quasi 90 anni e scomparsa nel 1992, autrice di libri"per bambini", dove la attribuzione per fascia d'età rischia di essere, però, omolto limitante. Qui la forza del team Mivazaki riesce ad essere particolarmente espressiva, senza mai perdere di vista, anzi decisamente potenziando il senso del romanzo originale che ha ispirato questo come gli altri film(o serie TV)citati. Uno dei migliori film d'animazione degli ultimi anni, comunque da vari decennni in qua. El Gato
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