elgatoloco
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domenica 4 febbraio 2018
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bello, poetico
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"Arrietty"(2010)di Hiromasa Yonebayashi è una traduzione(trasposizione)molto intelligente di"The Borrowers"della scrittrice Mary Norton, un romanzo, ormai, del 195, dove la traduzione italiana dovrebbe essere, meglio che"rubacchiotti", "quelli che prendono in prestito", ma, chiaramente, un lemma solo vale meglio di una perifrasi... Da apprezzare per i colori, le forme, la storia, dove momenti drammatici si alternano alla comicità, mai plateale, ma piuttosto, diremmo, "insinunante", comunque inserita con molta intelligenza. Per dire della validità del romanzo, ne sono state realizzate varie trasposizioni filmiche, di cui questa, quasi certamente, è la più efficace.
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"Arrietty"(2010)di Hiromasa Yonebayashi è una traduzione(trasposizione)molto intelligente di"The Borrowers"della scrittrice Mary Norton, un romanzo, ormai, del 195, dove la traduzione italiana dovrebbe essere, meglio che"rubacchiotti", "quelli che prendono in prestito", ma, chiaramente, un lemma solo vale meglio di una perifrasi... Da apprezzare per i colori, le forme, la storia, dove momenti drammatici si alternano alla comicità, mai plateale, ma piuttosto, diremmo, "insinunante", comunque inserita con molta intelligenza. Per dire della validità del romanzo, ne sono state realizzate varie trasposizioni filmiche, di cui questa, quasi certamente, è la più efficace. Le altre sono rispettivamente degli anni 1973, "The Borrowers", di Walter C.Miller, una serie TV del 1992, omonima, ancora"The Borrowers"di Peter Hewitt, 1997 e, dopo questo bel cartone animato made in Japan(di cui mantiene le caratteristiche, ossia del meglio della tradizone"animata"made in Japan), un film TV inglese di Tom Harper, del 2011, quindi successivo di un anno a questo"Arrietty"-il titolo originale giapponese è più lungo, ma basti il riferimento a questo nome, quello della coraggiosa ragazzina"mini", che salva tutto il"piccolo popolo"sotterraneo, a dimostrazione del valore di questa scrittrice, vissuta nel 1900, per quasi 90 anni e scomparsa nel 1992, autrice di libri"per bambini", dove la attribuzione per fascia d'età rischia di essere, però, omolto limitante. Qui la forza del team Mivazaki riesce ad essere particolarmente espressiva, senza mai perdere di vista, anzi decisamente potenziando il senso del romanzo originale che ha ispirato questo come gli altri film(o serie TV)citati. Uno dei migliori film d'animazione degli ultimi anni, comunque da vari decennni in qua. El Gato
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great steven
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domenica 13 dicembre 2015
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perfetto connubio tra contributi tecnici e copione
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ARRIETTY – IL MONDO SEGRETO SOTTO IL PAVIMENTO (GIAP, 2010) diretto da HIROMASA YONEBAYASHI
Arrietty è una minuscola ragazzina quattordicenne che vive con i suoi altrettanto minuscoli genitori sotto il pavimento di una villa campestre alla periferia di Tokyo. I tre appartengono ad una specie di gnomi in via di estinzione chiamata "prendimprestito" per via del fatto che celano continuamente la propria esistenza agli esseri umani e ne prendono appunto in prestito alcuni oggetti e sostanze (zucchero, fazzoletti di carta, sapone, biscotti, ecc.) per potersi garantire la sopravvivenza in modo da non essere mai notati. Ma un giorno arriva alla villa Sho, un bambino ammalato di cuore in procinto di subire un intervento, che casualmente incontra Arrietty fra i tralci d’erba del giardino della casa: l’incontro gli desta istantaneamente un fervido interesse per la ragazzina in miniatura, tanto che Sho desidera approfondire la sua conoscenza.
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ARRIETTY – IL MONDO SEGRETO SOTTO IL PAVIMENTO (GIAP, 2010) diretto da HIROMASA YONEBAYASHI
Arrietty è una minuscola ragazzina quattordicenne che vive con i suoi altrettanto minuscoli genitori sotto il pavimento di una villa campestre alla periferia di Tokyo. I tre appartengono ad una specie di gnomi in via di estinzione chiamata "prendimprestito" per via del fatto che celano continuamente la propria esistenza agli esseri umani e ne prendono appunto in prestito alcuni oggetti e sostanze (zucchero, fazzoletti di carta, sapone, biscotti, ecc.) per potersi garantire la sopravvivenza in modo da non essere mai notati. Ma un giorno arriva alla villa Sho, un bambino ammalato di cuore in procinto di subire un intervento, che casualmente incontra Arrietty fra i tralci d’erba del giardino della casa: l’incontro gli desta istantaneamente un fervido interesse per la ragazzina in miniatura, tanto che Sho desidera approfondire la sua conoscenza. I genitori di Arrietty la mettono in guardia e la avvertono che, ora che sono stati scoperti sia da Sho che dalla sua infida governante (la signora Aru), dovranno traslocare e trovare un altro posto in cui proseguire la loro esistenza in incognito. Aiutati da Spiller, un giovane gnomo che risiede nel bosco adiacente all’edificio, Arrietty, suo padre e sua madre si incamminano per una nuova casa nascosta nella foresta, dopo essere scampati per un pelo all’intervento di derattizzazione ordinato dalla domestica Aru. Ma Sho non perderà l’ultima occasione di vedere Arrietty e di farle capire che, con lei, ha ormai instaurato un rapporto amichevole e di reciproca fiducia molto speciale. Miyazaki, l’autore della sceneggiatura, non è nuovo a storie che vedono come protagonisti bambini, sia in formato normale che in versione rimpicciolita, che intessono relazioni di amicizia che acquisiscono importanza col progredire della vicenda: qui lo sceneggiatore giapponese pone l’accento sull’accettazione del diverso, tema da sempre centrale nelle storie di formazione cinematografiche, ma analizzato in Arrietty con una decisiva propensione per il sentimento (e non il sentimentalismo) e il gusto paradossalmente ludico e giocondo di condurre una vita al riparo da occhi indiscreti che potrebbero mettere a repentaglio le decennali consuetudini sulle quali si basa il mondo di questi gnomi sconosciuti. Non manca naturalmente – e ciò lo si deve all’estensione del target anche alla fascia più giovane – un’ottima e necessaria dose di ottimismo divertente e spassoso, incarnato in particolar modo dall’apprensiva madre di Arrietty e dal comportamento sospettoso e riottoso della governante Aru, il cui volto sempre corrugato e arcigno fa da contraltare comico all’abituale tranquillità e imperturbabile serenità di Sho. II tratto grafico è notevolmente verosimile ed ha il grandissimo merito di non ricordare troppo da vicino i classici Disney, tant’è vero che il prolifico Studio Ghibli, che s’è occupato della produzione della pellicola, ha centrato il bersaglio puntando sull’enfasi del disegno della natura e valorizzando la potenza espressiva del colore, autentico e insostituibile protagonista della resa scenografica di questo film d’animazione intelligente che sa coniugare con un’invidiabile perfezione stilistica i dettami tecnici (specialmente musica, montaggio e composizione grafica) col bisogno di una trama che privilegi la crescita interiore dei personaggi e il superamento di annosi pregiudizi che, poco a poco, lasciano spazio ad emozioni molto più positive e molto meno discriminatorie. Miyazaki è inoltre riuscito in maniera eccellente a rendere poetico il microcosmo nel quale Arrietty e parenti si muovono, regalandogli a piene mani dignità, delicatezza e inconfondibile meraviglia.
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leo 1993
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giovedì 24 gennaio 2013
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che sho si salvi!
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La trama è semplice,non banale e come al solito dolce e delicata dalla quale emergono messaggi importanti a livello sociale.
Lo Studio Ghibli con questo film critica fortemente il consumismo: il mondo dei prendimprestito è semplice, grazioso costruito tutto con piccoli oggetti del mondo degli uomini che sarebbero stati gettati o comunque inutilizzati.
Altro pilastro del film è la lotta al pregiudizio: i prendimprestito evitano gli umani bollandoli come malvagi, la domestica chiama la disinfestazione ritenendo che ci siano "gnomi ladri".
Sho invece è esente da ogni tipo di pregiudizio,puro e innocente,riesce a legare e a proteggere Arrietty la piccola prendimprestito: non gli interessa se è diversa da lei perché è alta 10 cm (come agli uomini non dovrebbe interessare se non tutti abbiamo lo stesso colore di pelle).
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La trama è semplice,non banale e come al solito dolce e delicata dalla quale emergono messaggi importanti a livello sociale.
Lo Studio Ghibli con questo film critica fortemente il consumismo: il mondo dei prendimprestito è semplice, grazioso costruito tutto con piccoli oggetti del mondo degli uomini che sarebbero stati gettati o comunque inutilizzati.
Altro pilastro del film è la lotta al pregiudizio: i prendimprestito evitano gli umani bollandoli come malvagi, la domestica chiama la disinfestazione ritenendo che ci siano "gnomi ladri".
Sho invece è esente da ogni tipo di pregiudizio,puro e innocente,riesce a legare e a proteggere Arrietty la piccola prendimprestito: non gli interessa se è diversa da lei perché è alta 10 cm (come agli uomini non dovrebbe interessare se non tutti abbiamo lo stesso colore di pelle). Anzi proprio per la sua diversità Arrietty risulta agli occhi del ragazzo incredibilmente bella, forte e tenace, arrivando in cuor suo quasi a venerarla.
Sho, che rappresenta quella parte di uomini ancora esente dai pregiudizi (dalle folli convinzioni nazionaliste che vedono la superiorità di un popolo su un altro), però è gravemente malato al cuore ed è consapevole e rassegnato al fatto che potrebbe morire sotto i ferri durante l'operazione, emerge qui il pessimismo Ghibli che praticamente annuncia che gli uomini immacolati dai pregiudizi sono in estinzione. L'interazione con Arrietty però cambia qualcosa: il ragazzo la aiuta nel momento del bisogno formando con lei una coppia simbiontica ognuno con i propri limiti e con le proprie qualità insieme si supportano a vicenda
La forza di aiutarsi diventa quindi il motore principale del film. Alla fine della pellicola Sho le dice "sei diventata una parte di me": il coraggio e la tenacia di Arrietty ora sono posseduti anche dal ragazzo incantato dalle qualità della ragazza.
Per questo Sho non può più rassegnarsi al suo destino senza lottare, ora che ha protetto una persona cara, ora che si è sentito utile, non si arrenderà e lotterà per la sua vita e quindi per salvare quel poco rimasto della purezza del mondo umano, per poter ancora pensare a lei che gli ha ridato la voglia di vivere.
Che Sho si salvi! Che non si spenga quella fiammella di purezza rimasta in questo mondo spietato dove le persone sono solo ingranaggi in cui è più importante avere che essere.
Che Sho si salvi! Grazie Arrietty per avergli dato questa possibilità
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leo 1993
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giovedì 24 gennaio 2013
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l'innocenza di sho e la tenacia di arrietty
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La trama è semplice, non banale, molto dolce e delicata, che scorre leggera senza appesantire lo spettatore con scene troppo lente o melense.
Lo Studio Ghibli questa volta sfrutta una storia non molto articolata per far risaltare i messaggi sociali che devono arrivare allo spettatore.
Contro il consumismo e contro ogni tipo di pregiudizio, queste sono le tematiche ricorrenti che si impongono nel film, le quali arrivano al pubblico in modo molto raffinato e velato da molte metafore senza risultare insistenti.
Nonostante che questo film mantenga per tutta la sua durata un'atmosfera di dolcezza (grazie anche alla splendida colonna sonora) traspare ad un occhio più attento la visione pessimista degli autori del film:
infatti Sho, un ragazzo puro senza pregiudizi con il quale Arrietty riesce ad entrare in contatto e farsi aiutare, è cardiopatico e probabilmente morirà sotto i ferri durante un'operazione complessa.
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La trama è semplice, non banale, molto dolce e delicata, che scorre leggera senza appesantire lo spettatore con scene troppo lente o melense.
Lo Studio Ghibli questa volta sfrutta una storia non molto articolata per far risaltare i messaggi sociali che devono arrivare allo spettatore.
Contro il consumismo e contro ogni tipo di pregiudizio, queste sono le tematiche ricorrenti che si impongono nel film, le quali arrivano al pubblico in modo molto raffinato e velato da molte metafore senza risultare insistenti.
Nonostante che questo film mantenga per tutta la sua durata un'atmosfera di dolcezza (grazie anche alla splendida colonna sonora) traspare ad un occhio più attento la visione pessimista degli autori del film:
infatti Sho, un ragazzo puro senza pregiudizi con il quale Arrietty riesce ad entrare in contatto e farsi aiutare, è cardiopatico e probabilmente morirà sotto i ferri durante un'operazione complessa.
Sho rappresenta quella parte degli uomini che ancora non è stata contaminata dai pregiudizi e dalle folli convinzioni che la società moderna ha inculcato nella mente di tutti, (come il nazionalismo e la superiorità di un popolo sugli altri). A Sho non interessa se Arrietty è diversa da lui perché è alta 10 cm (come agli uomini non deve interessare se uno ha un altro colore della pelle) anzi lui è affascinato da lei e quasi la venera, vuole aiutarla, rendersi utile, così dimostrando che ancora ci sono umani su cui poter contare, anche se lui che rappresenta gli uomini ancora incontaminati dai pregiudizi è gravemente malato e probabilmente non avrà molto da vivere.
Quindi sembrerebbe che la purezza degli uomini sia destinata a scomparire presto (la morte di Sho). Il ragazzo però rendendosi conto dell'aiuto che ha portato e del bene che ha fatto ad una persona che gli è entrata nel cuore, non può aspettare inerme il suo destino, lui vuole continuare a vivere, lui lotterà con tutte le sue forze per la vita e non si arrenderà nella speranza di poter ancora pensare a lei.
L'importanza di aiutarsi, anche questo è un tema molto importante, Sho e Arrietty vivono quasi in simbiosi l'uno aiuta l'altra (scena molto rappresentativa: Arrietty si infila in una fessura di una finestra e la apre dall'interno permettendo a Sho di entrare per poter cercare la madre della prendimprestito) ognuno con i suoi limiti e con le sue capacità riescono a fare tutto, per questo alla fine Sho le dice " Arrietty adesso sei una parte di me" lei gli è entrata dentro l'anima ed è per questo che il ragazzo non si arrenderà al suo destino perché ora ha la tenacia e il coraggio di Arrietty.L
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stefanoroma
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giovedì 12 gennaio 2012
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bel fantasy
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è un racconto scorrevole e commovente dove la speranza per un futuro migliore rende però triste l'addio al passato. 4/5
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francesco2
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martedì 8 novembre 2011
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noi stessi, le nostre paure, la natura
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Film non diretto, ma scritto, dal Miyazaki padre (Ora che il figlio fa anch'egli cinema, pare all'inizio senza la benedizione paterna, occorre specificarlo).
La sensibilità del discutibile, anche se a tratti simpatico, "Totoro" è ben visibile, nonostante quello appena citato sia un antico film, per quanto distribuito in Italia un paio d'anni fa. Il suo amore per la natura si e ci situa lontano dalla melensaggine, peraltro a volte resa male anche stilisticamente, di erti cartoni nipponici: non gli interessa antropomorfizzare la natura, ma ritrarre con affetto ed una distaccata partecipazione (Cosa aspettarsi, del resto, dal giapponese tipo?) tutte le sue componenti. Come un gatto, non esattamente simpaticissimo almeno in apparenza, che alla fine si rivelerà decisivo.
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Film non diretto, ma scritto, dal Miyazaki padre (Ora che il figlio fa anch'egli cinema, pare all'inizio senza la benedizione paterna, occorre specificarlo).
La sensibilità del discutibile, anche se a tratti simpatico, "Totoro" è ben visibile, nonostante quello appena citato sia un antico film, per quanto distribuito in Italia un paio d'anni fa. Il suo amore per la natura si e ci situa lontano dalla melensaggine, peraltro a volte resa male anche stilisticamente, di erti cartoni nipponici: non gli interessa antropomorfizzare la natura, ma ritrarre con affetto ed una distaccata partecipazione (Cosa aspettarsi, del resto, dal giapponese tipo?) tutte le sue componenti. Come un gatto, non esattamente simpaticissimo almeno in apparenza, che alla fine si rivelerà decisivo. O vari insetti, picoli per noi ma più che ingombranti per i microscopici protagonisti.
Ci sono forse tracce della cultura shintoista nell'amore panteistico che il padre della ragazzina nutre per creature distanti, in tutti i sensi, dal genere umano, che peraltro da decenni non appaiono (Appunto!) più nella casa in cui abita inieme con la propria famiglia. Forse, chissà, ciò che con cura fa costruire per loro gli ricorda un passato lontanissimo, nella sua perfezione cesellata a misura di ragazzino. O forse c'è un vero amore per la natura, che non consiste in animalismi od ecologismi di maniera, ma in un atteggiamento che, oltre allo shinto già accennato, si potrebbe ricollegare all'intransigente giainismo gandhiano, che impone rispetto assoluto per qualsiasi creatura vivente.
Tematiche non sempre sviluppate benissimo, distanti dall’eccellente “Città incantata” (La lontananza di una ragazzina dai genitori come momento di crescita e di superamento, potenziale o reale, delle proprie paure) o dal "Castello errante di Howl" ( Ove, con un pò di retorica sulla guerra, si affronta un altro travaglio interiore di un'adolescente, in un contesto meno "individuale", e con un atematica di carattere più collettivo). Qui lo sviluppo (Quando c'è) della storia è più macchinoso, il significato rischia di ritornare ad una dimensione più individuale, anche se non individualista. Neanche la storia del ragazzo convince sino in fondo, forse sa un pò di "retorica funerea". Ma il lato positivo è che , persino qui, Miyazaki la veste di poesia, prendendola -Parzialmente- come pretesto riguardo il suo amore per "Arrietty".
Anche quando dobbiamo fuggire (Ma dalle paure vere, non da noi stessi: questa, pensandoci bene, appare una tematica ricorrente in Miyazaki), non bisogna mai
smettere di sperare, né di amare la natura. E di amarla anche nelle sue forme più piccole, come una zolletta di zucchero, di cui l'essere umano approfitta anche per esprimere ciò che sente.
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vedosentovado
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martedì 1 novembre 2011
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lealtà, affetto, pazienza, ecco cosa rende grandi
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dovete spiegare il concetto di lealtà ai vostri ragazzi? volete riflettere su cosa significa per un ragazzo crescere isolato e non provare rabbia, ma curiosità per la vita? vi va di discutere il pregiudizio sui "diversi" che non sempre e necesariamente sono peggiori di noi, anzi? volete intuire cosa voglia dire che la cosa che arricchisce di più è regalare?
sono alcuni temi di Arrietty, un film, non certamente un cartone, ma una storia, una bella storia il cui finale regala persino un momento di grande commozione, quando la scelta che deve esser fatta non è la più felice, ma la migliore, anche se è una rinuncia. ma allo stesso tempo è la più grande conquista: quella di capire che voler bene significa volere, comunque, il bene dell'altro.
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dovete spiegare il concetto di lealtà ai vostri ragazzi? volete riflettere su cosa significa per un ragazzo crescere isolato e non provare rabbia, ma curiosità per la vita? vi va di discutere il pregiudizio sui "diversi" che non sempre e necesariamente sono peggiori di noi, anzi? volete intuire cosa voglia dire che la cosa che arricchisce di più è regalare?
sono alcuni temi di Arrietty, un film, non certamente un cartone, ma una storia, una bella storia il cui finale regala persino un momento di grande commozione, quando la scelta che deve esser fatta non è la più felice, ma la migliore, anche se è una rinuncia. ma allo stesso tempo è la più grande conquista: quella di capire che voler bene significa volere, comunque, il bene dell'altro.
è bella e perfetta anche la colonna sonora. da vedere in silenzio, assaporando i momenti in cui il vento muove i fili d'erba, e il tempo passa, con il suo tempo. proprio un bel film.
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il tuo vicino totoro
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domenica 30 ottobre 2011
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una nuova favola
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Un altro capolavoro dello studio Ghibli. Non confidavo in così tento splendore non essendo il maestro Miyazaki alla regia; invece i ritmi del film ricordano quelli delle favole prima di dormire, le melodie ed i disegni si intrecciano per attizzare nuovamente la fantasia di adulti e bambini. Non si può evitare di lasciarsi trasportare in quel mondo fantastico. Assolutamente da vedere.
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molenga
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sabato 29 ottobre 2011
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un'altra gemma di miyazaki
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Arrietty è una minuscola creatura che vive sotto una casa di campagna con i suoi genitori: chiama se stessa e i suoi simili"prendinprestito", perché per vivere s'impossessano di piccolissime quantità di oggetti dagli abitanti della casa: un giorno arriva un nuovo umano, sho, un bambino malato di cuore in attesa di operarsi...nota subito arrietty: è un problema perché i "prendimprestito" non dovrebbero farsi notare degli umani". In particolare la domestica della casa, Haru-san, è fissata con il catturarli. Ma tra arrietty e sho nascerà una speciale amicizia che fornirà alla gnometta una nuova visione degli umani e al bambino la voglia di lottare per la sua vita.
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Arrietty è una minuscola creatura che vive sotto una casa di campagna con i suoi genitori: chiama se stessa e i suoi simili"prendinprestito", perché per vivere s'impossessano di piccolissime quantità di oggetti dagli abitanti della casa: un giorno arriva un nuovo umano, sho, un bambino malato di cuore in attesa di operarsi...nota subito arrietty: è un problema perché i "prendimprestito" non dovrebbero farsi notare degli umani". In particolare la domestica della casa, Haru-san, è fissata con il catturarli. Ma tra arrietty e sho nascerà una speciale amicizia che fornirà alla gnometta una nuova visione degli umani e al bambino la voglia di lottare per la sua vita.
Sensibile, delizioso nell'animazione e nei disegni, l'ennesima perla di un autore che non delude mai; solo le musiche non sono quelle indimenticabiili a cui la collaborazione con hisaishi ci ha abituati.
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