franco cesario
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mercoledì 2 marzo 2011
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il discorso fila
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Giudico "Il discorso del Re" un gran bel film, con grandi interpretazioni, soprattutto dell'australiano Geoffrey Rush (che interpreta Lionel Logue, un maestro di dizione emigrato dalla colonia oceanica) con una tematica importante affrontata senza facile retorica e vuoto patriottismo.
Nell'opera del regista Tom Hooper si nota un forte ruolo delle donne, al di là dell'adagio che recita "dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna" e delle reali vicende storiche.
Infatti è Helena Bonham Carter, nei panni della moglie del futuro Re Giorgio VI, Elizabeth, che costringe il riluttante marito a presentarsi al cospetto di un perfetto sconosciuto, senza credenziali, per superare il problema della balbuzie.
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Giudico "Il discorso del Re" un gran bel film, con grandi interpretazioni, soprattutto dell'australiano Geoffrey Rush (che interpreta Lionel Logue, un maestro di dizione emigrato dalla colonia oceanica) con una tematica importante affrontata senza facile retorica e vuoto patriottismo.
Nell'opera del regista Tom Hooper si nota un forte ruolo delle donne, al di là dell'adagio che recita "dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna" e delle reali vicende storiche.
Infatti è Helena Bonham Carter, nei panni della moglie del futuro Re Giorgio VI, Elizabeth, che costringe il riluttante marito a presentarsi al cospetto di un perfetto sconosciuto, senza credenziali, per superare il problema della balbuzie.
E' la moglie di Lionel che, con garbo e stile ma in modo risoluto, spinge il marito ad andare a ricucire il rapporto con il duca di York e futuro Re d'Inghilterra, rovinatosi per reciproche incomprensioni.
E che dire di Wallis Simpson, miliardaria statunitense e pluri divorziata, capace di far abdicare il fratello di Giorgio VI, Re legittimo in quanto primogenito del morituro Giorgio V?
"Il discorso del Re" è un film che merita i tanti premi vinti (non solo oscar ma anche il prestigioso British Indipendent Film Awards, fra gli altri) perchè non è prolisso, ha lampi di sagace ironia, appassiona e commuove, e ci spinge ad essere migliori, superando gli schematismi e gli orpelli impostici dalla società.
In particolare il personaggio di Lionel, che per il suo voler trattare tutti alla pari, viene considerato quasi un bolscevico, è la figura più positiva di tutto il film, in grado, con la sua spontaneità, la sua verve e il suo saper vivere, di coinvolgere e stravolgere la vita di una persona tanto insicura quanto potente e famosa.
Come dire, il discorso fila e ci piace molto. Franco Cesario sinonimomacontrario.splinder.com
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paperino
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mercoledì 2 marzo 2011
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difficile recensire un film cosi " perfetto"
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L'ho visto in lingua originale e devo dire che il discorso finale che riguarda l'entrata in guerra risulta quasi commuovente ripensando ai goffi tentativi iniziali del protagonista. Film storico che ci riporta in modo impeccabile in un'epoca che sembra lontanissima anche attraverso le ambientazioni .Ho trovato per esempio suggestivo l'appartamento dove abita Lionel : l'ingresso, con tutte quelle porte e corridoi, si presenta come un luogo sconosciuto, quasi un labirinto che fa da contrappunto al difficile inizio del persorso di Albert, affrontato con turbamento e timore.La stanza dove si svolgono gli esercizi fra i due: spoglia ma sempre ben illuminata, colori tenui che predominano e il divano accogliente non è uno studio e non è un salotto : è il luogo dove si sprigiona la luce interiore del personaggio che gli permetterà di entrare nel suo ruolo, di essere finalmente Re.
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L'ho visto in lingua originale e devo dire che il discorso finale che riguarda l'entrata in guerra risulta quasi commuovente ripensando ai goffi tentativi iniziali del protagonista. Film storico che ci riporta in modo impeccabile in un'epoca che sembra lontanissima anche attraverso le ambientazioni .Ho trovato per esempio suggestivo l'appartamento dove abita Lionel : l'ingresso, con tutte quelle porte e corridoi, si presenta come un luogo sconosciuto, quasi un labirinto che fa da contrappunto al difficile inizio del persorso di Albert, affrontato con turbamento e timore.La stanza dove si svolgono gli esercizi fra i due: spoglia ma sempre ben illuminata, colori tenui che predominano e il divano accogliente non è uno studio e non è un salotto : è il luogo dove si sprigiona la luce interiore del personaggio che gli permetterà di entrare nel suo ruolo, di essere finalmente Re.Il personaggio di Lionell è stupendamente interpretato. Peccato che non risulti chiaro alla fine che l'amicizia e la collaborazione fra i due continuerà, cosa che si apprende dagli scritti in coda.
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jaky86
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martedì 1 marzo 2011
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la sofferenza di un re
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Un film che descrive il difficile percorso fatto da Giorgio VI, re d'Inghilterra, per superare il problema della balbuzie, inaccettabile per un re, con la seconda guerra mondiale alle porte. La scenografia e gli interni sono fantastici. E l'oscar giustamente vinto da Colin Firth viene ben supportato da una magistrale interpretazione di Geoffrey Rush, nel ruolo del singolare logopedista. Tom Hooper dirige in maniera impeccabile un cast eccezionale, e mette a nudo il re, con le sue fragilità, trovatosi improvvisamente sul trono in uno dei momenti più difficili della storia. La complicità e l'affiatamento che si crea tra i due protagonisti è particolarmente efficace e lascia sbalorditi la loro bravura.
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Un film che descrive il difficile percorso fatto da Giorgio VI, re d'Inghilterra, per superare il problema della balbuzie, inaccettabile per un re, con la seconda guerra mondiale alle porte. La scenografia e gli interni sono fantastici. E l'oscar giustamente vinto da Colin Firth viene ben supportato da una magistrale interpretazione di Geoffrey Rush, nel ruolo del singolare logopedista. Tom Hooper dirige in maniera impeccabile un cast eccezionale, e mette a nudo il re, con le sue fragilità, trovatosi improvvisamente sul trono in uno dei momenti più difficili della storia. La complicità e l'affiatamento che si crea tra i due protagonisti è particolarmente efficace e lascia sbalorditi la loro bravura.
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marezia
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martedì 1 marzo 2011
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the man of steel,
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Fai paragoni assurdi riesumando cadaveri da mo' sepolti... Fai i conti della serva, the man of steel, che dirai meno ........, te lo assicuro. Se ti colpisce l'animazione o il casino organizzato (ecco come definirei Inception) è un tuo gusto ma non usare i tuoi parenti per declassare quello che non sai apprezzare per limiti TUOI E SOLO TUOI. Sei pregato di comprarti il dvd e di ammirarlo in lingua origianale visto che IN ITALIANO non hai capito NIENTE, chissà forse così... P.S. Tua zia e tua nonna hanno tutta la mia solidarietà.
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(di the man of steel)
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marezia
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martedì 1 marzo 2011
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the man of steel,
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sei semplicemente ARIDO, non è colpa tua Ma adesso che l'abbiamo capito... FINISCILA.
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fabio6
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martedì 1 marzo 2011
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un buon film, ma niente di più...
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Ho visto il film un giorno prima della notte degli oscar per poterlo giudicare senza condizionamenti: in effetti è molto buono la sceneggiatura è solida e Colin Firth, che considero un discreto attore, ha fatto di sicuro la sua miglior interpretazione, ben suppartato dall'impeccabile Geoffrey Rush e dalla eclettica Helena B. Carter.
Non lo considero però come a detta di tanti un capolavoro assoluto...A tratti risulta un po' ripetitivo e noioso inoltre ,cosa molto importante per me, non trasmette grandi emozioni...al momento topico del film quando la Nazione richiede che il 'Re' faccia il suo discorso non mi è arrivato quasi nulla, non mi ha emozionato e questo è quanto.
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Ho visto il film un giorno prima della notte degli oscar per poterlo giudicare senza condizionamenti: in effetti è molto buono la sceneggiatura è solida e Colin Firth, che considero un discreto attore, ha fatto di sicuro la sua miglior interpretazione, ben suppartato dall'impeccabile Geoffrey Rush e dalla eclettica Helena B. Carter.
Non lo considero però come a detta di tanti un capolavoro assoluto...A tratti risulta un po' ripetitivo e noioso inoltre ,cosa molto importante per me, non trasmette grandi emozioni...al momento topico del film quando la Nazione richiede che il 'Re' faccia il suo discorso non mi è arrivato quasi nulla, non mi ha emozionato e questo è quanto...
Quindi SI l'oscar come MIGLIORE ATTORE, SI quello alla SCENEGGIATURA, discutibile quello alla REGIA e per NO quello a miglior film ( meglio di sicuro "The Social Network"). Questo è il mio parere!
Da vedere ( perchè un buon film) e niente più.
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the man of steel
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martedì 1 marzo 2011
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non siete capaci di essere oggettivi
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Parlate solo secondo i vostri gusti! Tenendo il paraocchi è impossibile giudicare equamente un film!! Come si fa a dire che la regia di the king's speech meritava l'oscar? Lo volete capire che tra un anno finirà nel dimenticatoio? Perfino l'Academy si è accorta della figura che ci avrebbe fatto a sovraccaricarlo di premi e ha deciso di dargli "solo" 4 statuette! Vi rendete conto che Inception solo con i premi tecnici ha preso tanti oscar quanti questo film ingessatissimo? E nemmeno si è beccato tutti quelli che si meritava! Piuttosto the social network sarebbe stato un titolo più meritevole per il film e la regia! Chiunque dica che Hooper è un regista più bravo di FIncher non può che dire il falso! Un'opinione che non rispetta la REALTA' DEI FATTI! Hooper non è mica un genio come Orson Welles che ai suoi primi film fa dei capolavori!! E poi mi parlate di regia da oscar??? Stanley Kubrick non ha mai vinto l'oscar!!! I film che piacciono a tutti si dividono in 2: quelli straordinari e quelli banali, FORREST GUMP è straordinario a prescindere dall'interpretazione di TOM HANKS ma THE KING'S SPEECH che cos'ha di straordinario a parte Colin Firth? Ve lo dico io: NULLA.
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Parlate solo secondo i vostri gusti! Tenendo il paraocchi è impossibile giudicare equamente un film!! Come si fa a dire che la regia di the king's speech meritava l'oscar? Lo volete capire che tra un anno finirà nel dimenticatoio? Perfino l'Academy si è accorta della figura che ci avrebbe fatto a sovraccaricarlo di premi e ha deciso di dargli "solo" 4 statuette! Vi rendete conto che Inception solo con i premi tecnici ha preso tanti oscar quanti questo film ingessatissimo? E nemmeno si è beccato tutti quelli che si meritava! Piuttosto the social network sarebbe stato un titolo più meritevole per il film e la regia! Chiunque dica che Hooper è un regista più bravo di FIncher non può che dire il falso! Un'opinione che non rispetta la REALTA' DEI FATTI! Hooper non è mica un genio come Orson Welles che ai suoi primi film fa dei capolavori!! E poi mi parlate di regia da oscar??? Stanley Kubrick non ha mai vinto l'oscar!!! I film che piacciono a tutti si dividono in 2: quelli straordinari e quelli banali, FORREST GUMP è straordinario a prescindere dall'interpretazione di TOM HANKS ma THE KING'S SPEECH che cos'ha di straordinario a parte Colin Firth? Ve lo dico io: NULLA. Detto questo...come si fa a dire che Il Discorso del Re è un film migliore di Inception?? Solamente mia nonna che è una donna estremamente tradizionalista potrebbe dirlo oppure mia zia che ama i film tranquilli con retorica a palate e magari con la lacrima facile! Ma, mi dispiace dirlo, mia nonna e mia zia non capiscono nulla di cinema!! Se faccio vedere a entrambe the Departed che è un capolavoro allucinante mi vomitano sullo schermo del televisore!! Questo cosa vuol dire? Che gli oscar sone degli assoluti!!! PROPRIO NO!! Sono solo un paio di statuette che vengono date più che altro per motivi politici e solo POCHE VOLTE per ragioni artistiche!! L'anno scorso The Hurt Locker ha meritato almeno 10 volte di più rispetto a TKS!! Ma purtroppo è dal 2007 (oscar per Non è un Paese per Vecchi) che l'Academy non fa scelte coraggiose...quest'anno far vincere Toy Story 3, IL VERO MIGLIOR FILM DEL 2010, sarebbe stato molto meglio...
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[+] iol'ho trovato...
(di gagnasco)
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mr_mojo.risin86
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martedì 1 marzo 2011
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emozioni e humor
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Il discorso del re è il film che ha trionfato all’83esima edizione degli Oscar hollywoodiani, conquistando ben 4 statuette (a fronte di 12 nomination): miglior film, miglior regia (Tom Hooper), miglior attore protagonista (un magistrale Colin Firth) e sceneggiatura originale. La storia narra le vicende accadute nella casa reale inglese alle porte della seconda guerra mondiale, allorquando Eduardo VII (Guy Pearce), succeduto al padre Giorgio V, abdicò in favore del fratello balbuziente Giorgio VI (Colin Firth). Per ovviare a questa suo disturbo del linguaggio, reso ancor più inaccettabile dai comunicati (radio e non) che il re avrebbe dovuto tenere al cospetto dei sudditi, viene affidato, su consiglio della moglie Elisabetta (Helena Bonham Carter), alle cure dell’eccentrico logopedista Lionel Logue (Geoffry Rush, non premiato con un meritatissimo Oscar).
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Il discorso del re è il film che ha trionfato all’83esima edizione degli Oscar hollywoodiani, conquistando ben 4 statuette (a fronte di 12 nomination): miglior film, miglior regia (Tom Hooper), miglior attore protagonista (un magistrale Colin Firth) e sceneggiatura originale. La storia narra le vicende accadute nella casa reale inglese alle porte della seconda guerra mondiale, allorquando Eduardo VII (Guy Pearce), succeduto al padre Giorgio V, abdicò in favore del fratello balbuziente Giorgio VI (Colin Firth). Per ovviare a questa suo disturbo del linguaggio, reso ancor più inaccettabile dai comunicati (radio e non) che il re avrebbe dovuto tenere al cospetto dei sudditi, viene affidato, su consiglio della moglie Elisabetta (Helena Bonham Carter), alle cure dell’eccentrico logopedista Lionel Logue (Geoffry Rush, non premiato con un meritatissimo Oscar). In questa sontuosa confezione cinematografica, in cui la trama rimane fedele ai reali avvenimenti storici, punto nevralgico è proprio il rapporto che si instaura tra Giorgio VI e il suo tutor, dapprima conflittuale e che poi sfocerà in una grande e profonda amicizia. Il film è toccante e commovente, ma è anche in grado di far sorridere grazie a battute tipiche dello ‘stile british’, in gran parte affidate all’istrionico Rush. Da ricordare, tra le altre, la scena d’apertura allo stadio di Wembley, che inquadra perfettamente, da subito, le difficoltà d’espressione del futuro reggente, e la straordinaria potenza dell’emozionante sequenza finale.
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maxseven
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martedì 1 marzo 2011
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oscar un valore assoluto o relativo?
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Se mi si chiede se ' il dscorso del re ' abbia meritato di vincere come miglior fiml naturalmente riflettendo dovrei dire di si ....... Ma questa considerazione deriva dal fatto che e d' obbligo il confronto con gli altri in lizza.... il film é ben recitato e ben girato ma questo basta per farne un capolavoro? secondo me no perche il film non riesce ( almeno ad i miei occhi ) a spiccare il volo . D 'altronde quali dovrebbero essere i sentimenti che con forza ci vengono proposti:
la favola della casalinga che si ritrova in casa la Regina che ben volentieri sorseggia un the in casa sua ? Un pò ruffianello direi . Oppure il dramma di una persona che si avvia ad un ruolo per il quale è inadeguato ed inadeguato rimane fino alla fine del film( un Reale tra l'altro porello) ,oppure un logopedista senza laurea che adopera un metodo incomprensibile ma che sopratutto porta ad un risultato scarso ( il re alla fine non raggiunge in uno scialbo discorso nessuna padronanza di linguaggio).
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Se mi si chiede se ' il dscorso del re ' abbia meritato di vincere come miglior fiml naturalmente riflettendo dovrei dire di si ....... Ma questa considerazione deriva dal fatto che e d' obbligo il confronto con gli altri in lizza.... il film é ben recitato e ben girato ma questo basta per farne un capolavoro? secondo me no perche il film non riesce ( almeno ad i miei occhi ) a spiccare il volo . D 'altronde quali dovrebbero essere i sentimenti che con forza ci vengono proposti:
la favola della casalinga che si ritrova in casa la Regina che ben volentieri sorseggia un the in casa sua ? Un pò ruffianello direi . Oppure il dramma di una persona che si avvia ad un ruolo per il quale è inadeguato ed inadeguato rimane fino alla fine del film( un Reale tra l'altro porello) ,oppure un logopedista senza laurea che adopera un metodo incomprensibile ma che sopratutto porta ad un risultato scarso ( il re alla fine non raggiunge in uno scialbo discorso nessuna padronanza di linguaggio). Tornando agli altri film the social network è sinceramente un film inutile degno di una serie tv per ragazzi . Il grinta e un gran bel film dove i Coen sono riuscita a personalizzare un genere ed un soggetto che riusciva a intrattenere le folle 40 anni addietro riuscendo a collocarso perfettamente allo stesso modo nei tempi moderni ma propio per l'intenzione che c'era a monte della realizzazione questo film non poteva certo meritare di più, the black swan sinceramente è risultato essere decisamente stucchevole, più attenzione avrebbero invece meritato due spaccati del degrado di alcuni strati dlla Società americana: the Winter 's Bone e The fighter (visto in l. o.). strameritato l'oscar per l'attore non protagonista.
In definitiva oscar giusti ? forse si ma senza entusiasmo .
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marezia
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martedì 1 marzo 2011
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the man of steel,
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tu certo ti ricorderai di Inception perché hai un così scarso senso della qualità cinematografica che per te Disneyland sarebbe il set ideale ma gli altri, in cerca di qualcosa di puù profondo, sì! Eccome! Io ti ho invitato al silenzio per evitarti l'ennesima figuraccia ma prego, accomodati.
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