andrea di stefano
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sabato 26 aprile 2008
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"tutta la vita davanti" finale ambiguo
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In termini cinematografici ha una regia scolastica, la foto grafia è all'italiana priva di personalità, gli attori indossano queste maschere reali nella nostra società, nella loro recitazione è a limite della finzione che sentiamo solitamente al teatro e questo non coincide con il tipo di fotografia utilizzata, la sceneggiatura è didatticamente scolastica, se il cinema è arte nell'arte bisogna creare un finale concreto e non ambiguo, prendere una posizione perchè tanto il cinema non è la realta.
Paolo Virzì è stato molto bravo a mettere in luce la situazione della società italiana in modo tragicomico, costruendo dei personaggi specchio di una società, quella itaqliana, che ha fatto diventare cultura il grande fratello, una società vecchia dove la classe dirigente è composta da ottantenni che decidono se sei idoneo o meno ad affrontare la vita, imprenditori arricchiti chissà come che appaiono con l'abito firmato e la loro automobile da 50.
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In termini cinematografici ha una regia scolastica, la foto grafia è all'italiana priva di personalità, gli attori indossano queste maschere reali nella nostra società, nella loro recitazione è a limite della finzione che sentiamo solitamente al teatro e questo non coincide con il tipo di fotografia utilizzata, la sceneggiatura è didatticamente scolastica, se il cinema è arte nell'arte bisogna creare un finale concreto e non ambiguo, prendere una posizione perchè tanto il cinema non è la realta.
Paolo Virzì è stato molto bravo a mettere in luce la situazione della società italiana in modo tragicomico, costruendo dei personaggi specchio di una società, quella itaqliana, che ha fatto diventare cultura il grande fratello, una società vecchia dove la classe dirigente è composta da ottantenni che decidono se sei idoneo o meno ad affrontare la vita, imprenditori arricchiti chissà come che appaiono con l'abito firmato e la loro automobile da 50.000 euro ma in realtà sono perdenti gia dal giorno della loro nascita, insomma questa nuova generazione di giovani che non si non aderisce alla realtà italiana ad u paese culturalmente alla deriva, la positività dei giovani sta morendo, sta morendo la speranza, molti personaggi nel film sono rassegnati, umiliati, alla deriva, soltanto Marta, interpretata con una recitazione suffuciente da Isabella Ragonese, è un personaggio che affronta questa realtà con intelligenza, guardando questa società dall'alto ma allo stesso tempo interagisce con essa ed in alcuni casi ci si affeziona personaggio che nel finale ne esce moralmente positivo ma non porta a casa nulla di concreto, se nel film Alla ricerca della felicità di Will Smit c'era una possibilità di essere assunti qui al personaggio non gli viene data nessuna possibilità di scelta la sua situazione rimarrà così com'è. Il finale del film se vistoda un pubblico giovanile è un finale pieno di speranza di un futuro migliore ma se visto da un pubblico adulto, quindi mentalmente più razionale, il finale è tragico.
Un personaggio positivo, pieno di buonismo e di umanità è sicuramente la signora anziana conosciuta telefonicamente da Marta, personaggio che si fa portatore di speranza, ma una speranza in declino proprio perchè interpretata da un'anziana signora con la quale Marta decide di togliersi la maschera e piangere sulla sua spalla, queste sono lacrime non di rassegnazione ma allo stesso tempo di stanchezza di un paese fatto di persone culturalmente inferiori, non sapiamo bene come andremo a finire, sta a noi alla fine del film sognare un futuro migliore, immagginare che Marta troverà lavoro e incontrerà persone come lei, oppure un futuro senza speranza dove ormai quello che si è seminato lo stiamo raccogliendo, ma una cosa è certa i giovani italiani sono diversi dall'italia del secolo precedente.
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(di robby)
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(di minamovies)
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stockton
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sabato 26 aprile 2008
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film straordinario e crudele
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fa paura sapere che il mondo del precariato puo' essere cosi' veramente... fa paura sapere che ci sono persone, come in questo film sonia e la figlia, che non si possono difendere.. e soprattutto fa paura sapere di gente che vive con l'idea dell'efficienza del lavoro..
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adeodato
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mercoledì 23 aprile 2008
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la verita supera spesso la fantasia
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BUON FILM GIRATO CON TEMPI GIUSTI OTTIMA LA SCELTA DEL CAST CHE HA RESO IL MESSAGGIO VERITIERO
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giogio
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lunedì 21 aprile 2008
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questa è l' italia
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Vorrei restar legata alla frase del grande De Gregori che ci canta..W l'italia! l' italia derubata e ferita al cuore, W l' italia l' italia che non muore..Virzì ha decisamente ribaltato questo pensiero,il film ci racconta un Italia sbagliata che si è ferita ma che muore, giorno per giorno dietro all' ipocrisia generata dalla nostra politica.Il film è un capolavoro di sotto messaggi che arriva a noi giovani come vere illuminazioni,non di quello che gia sappiamo ma delle nostre paure che non riusciamo a vedere.
Marta rappresenta la nostra giovinezza e il nostro modo di avere paura del futuro.
Un film nuovo,una pioggia a ciel sereno,forse è importante fermarsi a pensare avvolte, e non abusare del tempo come qualcosa che prima o poi cambierà le cose.
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(di raffy31)
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pasquino
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domenica 20 aprile 2008
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secondo voi...
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...virzì ha già chiesto il finanziamento al Ministero per il prossimo film? Ne parlo qui dato che i media non ne parlano. Per il 2008 il Ministero ha una disponibilità di 43.300.000 così ripartiti:
- 30.600.000 euro opere d'interesse culturale
-10.800.000 euro opere prime e seconde ASSURDO SE PENSATE CHE IL FONDO NASCE PER FINANZIARE ESCLUSIVAMENTE QUEST'ULTIMEE.
- 1.200.000 cortometraggi
- 700.000 sviluppo sceneggiature
VUOI FARE IL CINEMA? E CHI CONOSCI AL MINISTERO? NESSUNO?
Questo sito dovrebbe parlare anche di questi argomenti.
PASQUINO
p.s.
Non censuratemi.
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(di comitato pro-pasquino)
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(di comitato pro-pasquino)
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(di anto76)
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(di comitato pro-pasquino)
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freddy
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sabato 19 aprile 2008
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davvero impresentabile
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una mamma che fa la chemio e si fa le canne,una che perde il lavoro e fa l'amore accanto alla figlia piccola un film impresentabile e superficiale.davvero deluso,sono andato via a fine primo tempo.
[+] ...meno male che...
(di joe)
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[+] ...meno male che pasquino c'e'...
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antonello villani
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venerdì 18 aprile 2008
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i call center in un ritratto ferocissimo
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Amarissimo Virzì nel fotografare quelle macchine infernali chiamate call center e capaci di portare all’esaurimento migliaia di giovani in cerca del sospirato lavoro. Succede a Marta, ragazza laureata cum laude in filosofia, con un libro nel cassetto ed un fidanzato partito come ricercatore per gli States dopo aver abbandonato uno stipendio da 300 euro mensili ed un lavoretto part time come dog sitter. Co.Co.Co li chiamano, la flessibilità esige sacrifici, dolore e sangue ma il compromesso sembra l’unica via d’uscita ad uno stato di perenne disoccupazione che costringe ragazze madri al mestiere più vecchio del mondo. Imbonitori questi manager che rincorrono le tre “s” sfruttando la debolezza di giovani senza arte né parte, mentre gli inni aziendali che scandiscono le ore sfiorano il patetico con balletti inneggianti al pensare positivo.
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Amarissimo Virzì nel fotografare quelle macchine infernali chiamate call center e capaci di portare all’esaurimento migliaia di giovani in cerca del sospirato lavoro. Succede a Marta, ragazza laureata cum laude in filosofia, con un libro nel cassetto ed un fidanzato partito come ricercatore per gli States dopo aver abbandonato uno stipendio da 300 euro mensili ed un lavoretto part time come dog sitter. Co.Co.Co li chiamano, la flessibilità esige sacrifici, dolore e sangue ma il compromesso sembra l’unica via d’uscita ad uno stato di perenne disoccupazione che costringe ragazze madri al mestiere più vecchio del mondo. Imbonitori questi manager che rincorrono le tre “s” sfruttando la debolezza di giovani senza arte né parte, mentre gli inni aziendali che scandiscono le ore sfiorano il patetico con balletti inneggianti al pensare positivo. Sabrina Ferilli, capo ufficio che sogna un futuro con il direttore, deve vedersela con un moderno Don Chisciotte impersonato da Valerio Mastrandrea; Micaela Ramazzotti è la bella svampita con figlia a carico; Isabella Ragonese è l’ingenua filosofa delusa da tutto e da tutti che si barcamena tra mariti fedifraghi e donne frustrate. Virzì resta sopra le righe, talvolta scivola nei luoghi comuni, eppure il suo film è cattivo quanto basta. Peccato veniale, perché “Tutta la vita davanti” ha il merito di denunciare una realta’ sommersa che non puo’ piu’ essere ignorata.
Antonello Villani
(Salerno)
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alessio
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venerdì 18 aprile 2008
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paolo virzì e il mondo dei call - center
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Cosa vuol dire, al giorno d’oggi, lavorare in un call – center? L’ultimo film di Paolo Virzì, 'Tutta la vita davanti', tenta di dare una risposta a questa domanda, già a partire dal titolo provocatorio e ironico. La protagonista (Isabella Ragonese) è una giovane laureata in filosofia, che finita l’università si trova nella posizione di chi potenzialmente ha tutte le porte spalancate sul futuro. Tuttavia malgrado il titolo altisonante in tasca e la buona volontà riesce a trovare lavoro soltanto in un call – center. In uno di quei posti ormai ‘famigerati’ nella società contemporanea, simbolo della precarietà lavorativa/esistenziale che caratterizza il ‘debutto’ lavorativo di molti giovani, tanto ‘brillanti’ sulla carta, quanto obbligati spesso dalla cruda realtà a lasciar perdere sogni e aspirazioni per andare a guadagnarsi il pane a suon di telefonate.
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Cosa vuol dire, al giorno d’oggi, lavorare in un call – center? L’ultimo film di Paolo Virzì, 'Tutta la vita davanti', tenta di dare una risposta a questa domanda, già a partire dal titolo provocatorio e ironico. La protagonista (Isabella Ragonese) è una giovane laureata in filosofia, che finita l’università si trova nella posizione di chi potenzialmente ha tutte le porte spalancate sul futuro. Tuttavia malgrado il titolo altisonante in tasca e la buona volontà riesce a trovare lavoro soltanto in un call – center. In uno di quei posti ormai ‘famigerati’ nella società contemporanea, simbolo della precarietà lavorativa/esistenziale che caratterizza il ‘debutto’ lavorativo di molti giovani, tanto ‘brillanti’ sulla carta, quanto obbligati spesso dalla cruda realtà a lasciar perdere sogni e aspirazioni per andare a guadagnarsi il pane a suon di telefonate. La protagonista si trova catapultata in uno di questi ambienti ‘surreali’, tra situazioni comiche, tragiche o semplicemente grottesche, costretta a ingannare timide vecchiette per strappare un appuntamento in più, costretta a ridere e ballare come una cretina per fingere di credere in quello che fa, per conservare il posto e per non farsi cacciare a pedate come molte colleghe ‘meno brave’. La responsabile (Monica Bellucci) è una donna ignorante, amante in segreto del capoccia principale, con il compito di premiare le migliori telefoniste e punire a dovere quelle che, malgrado l’impegno, non riesco ad ottenere risultati abbastanza brillanti e in linea con le aspettative. Non meglio delle telefoniste se la passano i venditori veri e propri: quelli che non raggiungono i risultati di vendita sono costretti a umiliarsi davanti ai colleghi, con la sola possibilità di scegliere da soli la propria punizione. Di fronte a tutto questo c’è chi impazzirà e deciderà di ribellarsi, chi soccomberà finendo su strade ancora peggiori, chi come la protagonista riuscirà almeno a farsi pubblicare un saggio di filosofia su una famosa rivista per la modica cifra di 300 euro. Nemmeno i ‘cattivi’ si salveranno dal disastro, quasi trascinati sotto dalle loro stesse malefatte. Un film grottesco, tragico, comico e, si penserebbe, esagerato. Molte situazioni sembrano così assurde da spingere lo spettatore a una sana risata. Poi basta leggere l’intervista a chi in un call – center ci ha davvero lavorato, e la voglia di ridere passa almeno in parte.
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[+] ma che film hai visto
(di rodolfo)
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adg15
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venerdì 18 aprile 2008
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un mondo illusorio e bugiardesco
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Ho trovato il film neoverista. Dal gusto amaro e tristemente vero. Vedere i giovani così disillusi dalla conquista del niente, inculcata nei loro cervelli da gente senza scrupoli e dall'imprenditoria improvvisata e ignorante. E'il mondo di oggi, quello che ci propongono le televisioni commerciali e disfattiste della morale, dell'etica della buona organizzazione aziendale. Virzì è riuscito benissimo in tutto questo, con la sua regia mirata e direzione del corpo recitativo eccellente.
Ottimo film, paragonabile ai film Sciuscià piuttosto che Ladri di biciclette dei tempi moderni.
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scorpione70
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venerdì 18 aprile 2008
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il grottesco... e basta
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Ho visto il film di Virzi' l altra sera piu che altro ammetto perchè il cinema ho la fortuna di averlo sotto casa e poi la critica sembrava cosi entusiasta che ritenevo di non dovermelo perdere.. credo di essere l unica a cui non è piaciuto.. visione grottesca del mondo del precariato.. e li mi sta bene. il regista ha proprio trasmesso questo concetto.. ma dietro questo io ho colto una serie di messaggi molto negativi di un monodo che non ha piu niente da dare e da dire. di una societa che va allo scatafascio.. per carità di fatto forse è anche cosi ma nel film ogni valore morale è completamente colpito e ucciso..
marta, la protagonista, con una madre malata terminale di tumore... a cui lei fa visita una volta sola e neanche riesce a vederla morire.
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Ho visto il film di Virzi' l altra sera piu che altro ammetto perchè il cinema ho la fortuna di averlo sotto casa e poi la critica sembrava cosi entusiasta che ritenevo di non dovermelo perdere.. credo di essere l unica a cui non è piaciuto.. visione grottesca del mondo del precariato.. e li mi sta bene. il regista ha proprio trasmesso questo concetto.. ma dietro questo io ho colto una serie di messaggi molto negativi di un monodo che non ha piu niente da dare e da dire. di una societa che va allo scatafascio.. per carità di fatto forse è anche cosi ma nel film ogni valore morale è completamente colpito e ucciso..
marta, la protagonista, con una madre malata terminale di tumore... a cui lei fa visita una volta sola e neanche riesce a vederla morire.. capisco che devi laurearti con 110 e lode.. ma forse gli ultimi mesi di tua madre varrebbero un po di piu di un voto con il bacio accademico.. valore della famiglia e amore materno ucciso.. TERRIBILE!!
il sindacalista (Mastrandrea) di cui non ricordo il nome (forse ho rimosso..) sposato con figlio che coglie le donne di fiore in fiore con un atteggiamento da ragazzino libero e incosciente.. valore della fedelta' e rispetto matrimoniale.. ZERO.
Poi abbiamo una splendida e bellissima (sinceramente parlando..) Micaela Ramazzotti alla quale invece viene affidato un giusto ruolo di madre coraggio, che si prosituisce nel bagno mentre la bambina si sveglia di notte con il primo stallone capitatole a tiro.. per poi finire a fare la prostituta a ore.. causa perdita lavoro.. e meno male che arriva Marta nella loro vita altrimenti la bambina rischierebbe anche di non aver pagata neanche la rata della scuola.. concetto di maternita e di madre.. .zero..
dimenticavo la figura dei nonni della piccola che solo per essere civili e accuditivi vengono radiati dalla figlia meglio darle una madre assente e prostituta che dei nonni accuditivi e premurosi.. mio dio...
lo squallore del precariato ed i relativi personaggi.. che ho trovati ridicoli oltre che grotteschi lasciano il tempo che trovano.. ma visto che l obiettivo era quello va bene ci puo stare.. perchè rendere marcio tutto il resto del mondo dei sentimenti e di tutto il resto??
vorrei sapere cosa vi ha reso cosi entusiasti dopo la visione di questa pellicola..
io alla fine non vedevo l ora solo di andare a casa.. e dimenticare..
spero non aver offeso nessuno ho letto qui molto consensi.. ma ogni opinione è sacra..
altra cosa che non ho capito.. ma se a questo film diamo quattro stelle o quasi stra consigliando il pubblico di andarlo a vedere.. significa che questi oggi vengono considerati i capolavori e di meglio di questo non ci dobbiamo aspettare, almeno dal nostro cinema?????? per me un capolavoro italiano è stato nuovo cinema paradiso.. ma forse sono di un altro pianeta..
un saluto a tutti i lettori
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[+] ma deve per forza esserci un finale edificante?
(di stockton)
[ - ] ma deve per forza esserci un finale edificante?
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