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gio'
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martedì 1 aprile 2008
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ottima interrpretazione di una spiacevole realta'
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Grande cast!Ottima scelta quella di Virzì.Gli attori incarnano benissimo i ruoli rappresentati e la trama è terribilmente realistica. Io mi ci sono ritrovata in una situazione simile.E' chiaro quanto poco siano tutelati i diritti del lavoratore ed è palese quanto sia umiliante dover subire le stesse pressioni al fine di poter sbarcare il lunario.Quello che emerge alla fine del film,nonostante,la drammaticità del tema trattato è il riscatto.Marta,la protagonista,la brava Isabella Ragonese nonostante le vicissitudini non si perde d'animo perchè alla fine a "tutta la vita davanti".
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(di roberta)
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laura
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martedì 1 aprile 2008
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da vedere!
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questo film mi è piaciuto tantissimo! graffiante ed esilarante al punto giusto, ti lascia con la dovuta amarezza. Lo rivedrei immediatamente!
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giotata
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martedì 1 aprile 2008
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ciao e bello
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fa schifooooooooooooooooooooooooo
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(di joe)
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albe
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martedì 1 aprile 2008
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cinquestelle
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Pechè non si devono dare cinquestelle a un film come questo? Un film che denota un lavoro di ricerca svolto con la massima attenzione. Con personaggi straordinari, ognuno dei quali è un film a sua volta. Nessuna banalità nessuna ricerca ruffiana di colonne sonore facili o di riferimenti subliminali. Attori bravissimi tra i quali devo citare assolutamente la bellissima Micaela Ramazzotti che con il suo personaggio riassume tutti gli altri avvolgendosi di quel crudo romanticismo, che è il sentimento che pervade il film.
Bravissima.
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hasta siempre
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martedì 1 aprile 2008
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si sorride amaramente
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SPECCHIO DELLA VITA SOCIOECONOMICA DI NOI FIGLI DELLA LEGGE BIAGI DI NOI RAGAZZI CHE NON POSSIAMO OTTENNERE UN MUTUO NON POSSIAMO AVANZARE I NOSTRI DIRITTI LAVORATIVI PER PAURA DI PERDERE LE NOSTRE 800 EURO MENSILI DEDICO QUESTO FILM EREDE DELLA BELLA COMMEDIA MONICELLIANA A TUTTI QUELLI CHE PENSANO CHE AVENDO UN CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO SI SENTONO PADRONI DEL MONDO
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(di roberta)
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caio
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martedì 1 aprile 2008
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non è ovosodo
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Dispiaciuto a metà, il film cmqe è carino.
Positivi: Sabrina Ferilli, Elio Germano e Ghini i personaggi cadon a pennello.
Negativi: Citazioni a volte banali. La protagonista che in fondo elogia il grande fratello. La CGIL come sponsor.
Così così: Mastandrea non ai suoi massimi, in fremente attesa di Non ci pensare
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annarita
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martedì 1 aprile 2008
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il mondo del precariato secondo virzì
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Dopo il deludente "N - Io e Napoleone" Virzì torna al grande cinema con un film tanto divertente quanto amaro. Il film è godibile, per nulla pesante, ben recitato da tutto il cast, compresa la sorprendente Isabella Ragonese. Comico, a tratti surreale, ma purtroppo assolutamente realistico nel dipingere un mondo dove sono troppe le incertezze lavorative per i giovani che si affacciano al lavoro dopo la laurea. Virzì regala un piccolo gioiello che fa ridere, commuovere (bellissima la scena in cui Marta immagina la madre viva che balla con lei) e soprattutto fa pensare, lasciando allo spettatore qualcosa in più di qualche ora di semplice svago. Un applauso personale ad uno strepitoso Massimo Ghini, moderno "caporale" baldanzoso, ricco di fragilità nel privato, un attore che sicuramente merita di essere utilizzato di più nel cinema italiano.
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joe
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martedì 1 aprile 2008
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buona fortuna
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Penso proprio che il film di Virzi' sia un "prodotto" notevole sotto quasi tutti gli aspetti. Mi e' piaciuto molto sin dalla prima volta che l'ho visto ed ancora di piu' quando l'ho rivisto. Questa cosa mi capita di rado dato che, lavorando in un cinema, ho la possibilita'di vedermi un film piu' volte. Naturalmente se ne vale la pena. Non sono invece d'accordo, ovviamente, con quanti lo hanno criticato, osservando infatti anche che non sono cosi' pochi. Tralasciando le critiche del tipo "cagatona" che non meritano, secondo me, nemmeno una risposta, ed anzi dovrei essere criticato io per averne acennato, le altre mi sembrano molto vuote e molto superficiali.In particolare mi ha colpito quella che sosteneva che se un lavoratore e' precario e' perche' vuole esserlo, dato che chi vale, ha capacita', lavora e si da' da fare, nella vita va' avanti, lavora e non sara' mai precario.
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Penso proprio che il film di Virzi' sia un "prodotto" notevole sotto quasi tutti gli aspetti. Mi e' piaciuto molto sin dalla prima volta che l'ho visto ed ancora di piu' quando l'ho rivisto. Questa cosa mi capita di rado dato che, lavorando in un cinema, ho la possibilita'di vedermi un film piu' volte. Naturalmente se ne vale la pena. Non sono invece d'accordo, ovviamente, con quanti lo hanno criticato, osservando infatti anche che non sono cosi' pochi. Tralasciando le critiche del tipo "cagatona" che non meritano, secondo me, nemmeno una risposta, ed anzi dovrei essere criticato io per averne acennato, le altre mi sembrano molto vuote e molto superficiali.In particolare mi ha colpito quella che sosteneva che se un lavoratore e' precario e' perche' vuole esserlo, dato che chi vale, ha capacita', lavora e si da' da fare, nella vita va' avanti, lavora e non sara' mai precario. Quindi questa critica sosteneva in pratica che se sei precario e' perche' non sei capace. Ogni critica, esposta in modo civile e corretto, e' lecita. Ovviamente non sono assolutamente d'accordo e penso che la persona che ha scritto cio'e' una persona che o vive la sua vita immaginando un film (peraltro mediocre) oppure fa parte di quella schiera che scambia per capacita' le "conoscenze"- "raccomandazioni"- "tessere di partito" - "alcove" - "famiglie facoltose" - o quant'altro, compresa la fortuna.. Grazie e buona fortuna a tutti i precari.
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andrea
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lunedì 31 marzo 2008
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virzi’ consacra la commedia nostrana
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Il film “Tutta la vita davanti” di Virzì è un interessante e coinvolgente melodramma che, ambientato in un gigantesco call center alla periferia di Roma, riflette sull’ormai dilagante fenomeno del lavoro precario. Il call center ne è l’epicentro-simbolo che investe e violenta le vite delle lavoratrici e dei lavoratori. Le immagini surreali e caricaturali si succedono in una serie di scene dinamiche e vorticose che attirano lo spettatore in questo magico mondo telematico-profittuale ma parimenti destano sgomento per l’abbrutimento e il cinismo verso cui degrada il mondo del lavoro.Le abitudini, i comportamenti, il linguaggio dei personaggi sono i principali segni di un’identità smarrita e fagocitata da rituali di gruppo mostruosamente grotteschi e tribali.
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Il film “Tutta la vita davanti” di Virzì è un interessante e coinvolgente melodramma che, ambientato in un gigantesco call center alla periferia di Roma, riflette sull’ormai dilagante fenomeno del lavoro precario. Il call center ne è l’epicentro-simbolo che investe e violenta le vite delle lavoratrici e dei lavoratori. Le immagini surreali e caricaturali si succedono in una serie di scene dinamiche e vorticose che attirano lo spettatore in questo magico mondo telematico-profittuale ma parimenti destano sgomento per l’abbrutimento e il cinismo verso cui degrada il mondo del lavoro.Le abitudini, i comportamenti, il linguaggio dei personaggi sono i principali segni di un’identità smarrita e fagocitata da rituali di gruppo mostruosamente grotteschi e tribali. Emerge un inquietante mutamento antropologico che è conseguenza della pericolosa deriva di un’etica del lavoro ormai da rifondare o da riscoprire. Il regista adotta una tecnica narrativa scevra da pesanti analisi didascaliche e riesce a trattare un tema così drammatico privilegiando soltanto la quotidianità e la spontaneità dei personaggi portatori di vizi e virtù. Non mancano spunti ironici ed esilaranti. Virzì si è ispirato alla grande e indimenticata commedia dei Risi e dei Monicelli che con quella incisiva e mordace leggerezza ha segnato profondamente la storia del nostro cinema. Il film convice anche per la fresca e fruibile sceneggiatura nonché per la notevole capacità degli attori: Isabella Ragonese, studentessa di filosofia, laurea cum laude, timida ma non ingenua, determinata ma non aggressiva, disillusa di fronte al sindacalista Mastrandrea che cerca di proporsi sempre con generosità, nostalgia e un po’ di opportunismo; la fragile e commovente Micaela Ramazzotti, autentica rivelazione del film; l’insuperabile Elio Germano guerriero e vittima dei call center; eppoi Sabrina Ferilli e Massimo Ghini capi cinici e frustrati senza alcuna speranza di redenzione. Sono loro il quinto stato di Virzì.
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carlo
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lunedì 31 marzo 2008
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le realtà supera la fantasia
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Film dolce-amaro, a volte tragico, ma sorprendendemente realistico. Gente svegliamoci, politici svegliatevi: l'Italia affonda nel precariato. Riscriviamo la Costituzione italiana: L'Italia non è più una Repubblica democratica fondata sul lavoro ma sul precariato!Tanto di cappello alla scelta coraggiosa di Virzì che affronta con terribile ironia la realtà dei giovani italiani che lottano per avere un futuro.
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