Tutta la vita davanti |
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Un film di Paolo Virzì.
Con Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea, Elio Germano.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- Italia 2008.
- Medusa
uscita venerdì 28 marzo 2008.
MYMONETRO
Tutta la vita davanti ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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guardare con attenzione alla società
di Ciccio CapozziFeedback: 0 |
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lunedì 14 aprile 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Marta, laureata in Filosofia con lode, in attesa di sistemazioni più consone, entra a lavorare in un call center. Tutto un altro mondo le si dispiegherà davanti. Virzì, anche sceneggiatore insieme all’habitué, l’ottimo F.Bruni, si rifà con assoluta esemplarità alla “vecchia”, classica Commedia all’Italiana, riscoprendone tutta la freschezza, la capacità di guardare con attenzione alla società. Egli la innova perché non si limita a descrivere la complessità degli attuali rapporti sociali, ma accompagna tale studio con un’adeguata attenzione anche alle dimensioni umane. I suoi personaggi non sono delle macchiette sociologiche, ma sono osservati con un senso narrativo che coglie diversità di dinamiche comportamentali, sia singolarmente che collettivamente. Perciò così spesso il tragico e il grottesco sono così bene, indissolubilmente connessi. Qui, ad esempio, nella felice rappresentazione corale dell’atmosfera lavorativa del call-center, documentata, si passa dal clima di uno spettacolo tv in diretta, a forme di bestiale sfruttamento, con ritmi di lavori terrificanti, a tutti i livelli; il cui non raggiungimento è occasione di brutale mobbing pubblico. Accettato, ed è questo il vero dramma, dalle ragazze, come se fosse “normale” e parte delle “spettacolo”, che la capa-kapò, personaggio nel privato povero e disperato, ma pubblicamente di successo, berci come un’ossessa su “autostima”, “diventare qualcuno”: l’ideologia inumana del lavoro precario presentata come un’attivazione da reality show. Manuela guarda dal didentro una realtà che non esiste sui libri e tra i suoi colleghi: anzi, coloro che hanno lasciato gli studi hanno spesso trovato lavori in settori alla moda, meglio remunerati. Ma sono degli snob che hanno “tradito” la Filosofia. Lei invece la utilizza per affrontare l’esistenza, i suoi ritmi vitali, e non farsi travolgere dalle avversità sia lavorative che sentimentali. Come la piccola “Caterina” dell’altro capolavoro di Virzì, è una ragazza saggia, onesta ed energica, che soffre, ma accoglie e fa proprio lucidamente il senso profondo del conflitto: lo supera e cresce. Anzi, c’è la pagina dei rapporti col sindacalista sfigato, che è un gioiello di sceneggiatura: per quanto idealizzato, egli non è posto su nessun piedistallo. Sia perché è messa in luce l’enorme difficoltà, che si ritorce contro, nel dare tutela sindacale; e sia perché è anche un impunito tombeur de femmes, anche piuttosto cinico. Molto ben curate le figure di contorno: come la giovane, indifesa e fragile madre e la sua deliziosa bambina, incantata dal Mito della Caverna; la vecchietta amorevole che chiama da lontano, ecc.
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