ciccio capozzi
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lunedì 14 aprile 2008
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guardare con attenzione alla società
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Marta, laureata in Filosofia con lode, in attesa di sistemazioni più consone, entra a lavorare in un call center. Tutto un altro mondo le si dispiegherà davanti. Virzì, anche sceneggiatore insieme all’habitué, l’ottimo F.Bruni, si rifà con assoluta esemplarità alla “vecchia”, classica Commedia all’Italiana, riscoprendone tutta la freschezza, la capacità di guardare con attenzione alla società. Egli la innova perché non si limita a descrivere la complessità degli attuali rapporti sociali, ma accompagna tale studio con un’adeguata attenzione anche alle dimensioni umane. I suoi personaggi non sono delle macchiette sociologiche, ma sono osservati con un senso narrativo che coglie diversità di dinamiche comportamentali, sia singolarmente che collettivamente.
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Marta, laureata in Filosofia con lode, in attesa di sistemazioni più consone, entra a lavorare in un call center. Tutto un altro mondo le si dispiegherà davanti. Virzì, anche sceneggiatore insieme all’habitué, l’ottimo F.Bruni, si rifà con assoluta esemplarità alla “vecchia”, classica Commedia all’Italiana, riscoprendone tutta la freschezza, la capacità di guardare con attenzione alla società. Egli la innova perché non si limita a descrivere la complessità degli attuali rapporti sociali, ma accompagna tale studio con un’adeguata attenzione anche alle dimensioni umane. I suoi personaggi non sono delle macchiette sociologiche, ma sono osservati con un senso narrativo che coglie diversità di dinamiche comportamentali, sia singolarmente che collettivamente. Perciò così spesso il tragico e il grottesco sono così bene, indissolubilmente connessi. Qui, ad esempio, nella felice rappresentazione corale dell’atmosfera lavorativa del call-center, documentata, si passa dal clima di uno spettacolo tv in diretta, a forme di bestiale sfruttamento, con ritmi di lavori terrificanti, a tutti i livelli; il cui non raggiungimento è occasione di brutale mobbing pubblico. Accettato, ed è questo il vero dramma, dalle ragazze, come se fosse “normale” e parte delle “spettacolo”, che la capa-kapò, personaggio nel privato povero e disperato, ma pubblicamente di successo, berci come un’ossessa su “autostima”, “diventare qualcuno”: l’ideologia inumana del lavoro precario presentata come un’attivazione da reality show. Manuela guarda dal didentro una realtà che non esiste sui libri e tra i suoi colleghi: anzi, coloro che hanno lasciato gli studi hanno spesso trovato lavori in settori alla moda, meglio remunerati. Ma sono degli snob che hanno “tradito” la Filosofia. Lei invece la utilizza per affrontare l’esistenza, i suoi ritmi vitali, e non farsi travolgere dalle avversità sia lavorative che sentimentali. Come la piccola “Caterina” dell’altro capolavoro di Virzì, è una ragazza saggia, onesta ed energica, che soffre, ma accoglie e fa proprio lucidamente il senso profondo del conflitto: lo supera e cresce. Anzi, c’è la pagina dei rapporti col sindacalista sfigato, che è un gioiello di sceneggiatura: per quanto idealizzato, egli non è posto su nessun piedistallo. Sia perché è messa in luce l’enorme difficoltà, che si ritorce contro, nel dare tutela sindacale; e sia perché è anche un impunito tombeur de femmes, anche piuttosto cinico. Molto ben curate le figure di contorno: come la giovane, indifesa e fragile madre e la sua deliziosa bambina, incantata dal Mito della Caverna; la vecchietta amorevole che chiama da lontano, ecc.
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[+] ciao piacere andrea
(di andrea di stefano)
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roby
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lunedì 14 aprile 2008
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x chi ha visto il film
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Dai vostri commenti mi sembra che la scena della Ramazzoti che prepara il caffè a Valerio c'è nel film......ma non l'avevano tagliata quella scena in fase di montaggio?????
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lalli
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lunedì 14 aprile 2008
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un bel film con qualche grossa pecca
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Sicuramente è un film che fa riflettere, piangere e preoccupare del proprio precario futuro. La note dolente è il troppo "romanzato", le troppe cose, fatti, che succedono ai personaggi,dove eccessivamente non ce n'è uno nemmeno vagamente normale. Troppo esasperato, troppo accentuato. Bella l'interpretazione della folle Ferilli, del folle Germano, e della svampitissima Ramazzotti. Ho molto apprezzato anche la fine/non fine del film: non ci potevano essere soluzioni, come non ci sono spesso nella vita.
P.S.[meeesh!! te l' sai TVTB]
[+] meeesch!!tvttttttb
(di iva)
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paolo881
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lunedì 14 aprile 2008
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bravo virzì, ancora una volta
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Dopo che hai visto questo film, ti alzi dalla poltrona del cinema con un amaro in bocca, una tristezza che solo il film sul neoverismo italiano come quelli di Virzì ti lasciano. Il film è bello, alla fine piace e il senso di malinconia, di tristezza e di pietà su come si è ridotta la classe giovanile italiana è presente in tutto il film. Plauso speciale per il doppiaggio (finalmente un film italiano con attori che si capiscono...Muccino impara da qua!) e per la fotografia, sempre unica e speciale nei film di Virzì. Uno spaccato desolante di periferia romana, come era da tanti anni che non vedevo in un film.
Rimangono dei dubbi, e delle perplessità. Alcuni personaggi sono troppo stereotipati, i luoghi comuni forse un po' si sprecano, e ci sono 2 cose che proprio avrei evitato: il solito messaggio antiproibizionista con la mamma che si fa le canne (vogliamo andare avanti ancora con altri film sulle droghe leggere? ma possibile che negli ultimi 10 anni tutti i film italiani se non hanno una scena con uno che si fa le canne non vanno bene???) e una scena in cui la Ferilli sbaglia clamorosamente un congiuntivo (non ho capito se è voluta o meno, ma stona all'inverosimile con tutto il resto rendendo banale la sceneggiatura).
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Dopo che hai visto questo film, ti alzi dalla poltrona del cinema con un amaro in bocca, una tristezza che solo il film sul neoverismo italiano come quelli di Virzì ti lasciano. Il film è bello, alla fine piace e il senso di malinconia, di tristezza e di pietà su come si è ridotta la classe giovanile italiana è presente in tutto il film. Plauso speciale per il doppiaggio (finalmente un film italiano con attori che si capiscono...Muccino impara da qua!) e per la fotografia, sempre unica e speciale nei film di Virzì. Uno spaccato desolante di periferia romana, come era da tanti anni che non vedevo in un film.
Rimangono dei dubbi, e delle perplessità. Alcuni personaggi sono troppo stereotipati, i luoghi comuni forse un po' si sprecano, e ci sono 2 cose che proprio avrei evitato: il solito messaggio antiproibizionista con la mamma che si fa le canne (vogliamo andare avanti ancora con altri film sulle droghe leggere? ma possibile che negli ultimi 10 anni tutti i film italiani se non hanno una scena con uno che si fa le canne non vanno bene???) e una scena in cui la Ferilli sbaglia clamorosamente un congiuntivo (non ho capito se è voluta o meno, ma stona all'inverosimile con tutto il resto rendendo banale la sceneggiatura). Se è voluta, ok... se non è voluta, diciamo che da Francesca Archibugi non me lo sarei proprio aspettato...possibile che nessuno abbia rivisto il copione e non se ne sia accorto?
Sarebbe quasi un capolavoro, se non ci fossero queste due stonature... nonostante tutto, per simpatia verso questo regista mi sento lo stesso di dare un voto ottimo, come auspicio per i film delle prossime generazioni.
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(di jelly)
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eli
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lunedì 14 aprile 2008
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un fondo di amarezza per una commedia grottesca
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Un fondo di amarezza per una commedia grottesca, questa di Virzì. I giovani nella situazione della protagonista potranno identificarsi e amare questo film che, tuttavia, concede poco alla speranza
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anonimo
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lunedì 14 aprile 2008
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non metto la frase di lancio
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Mi hanno molto parlato di questo sito, e ho voluto dare un'occhiata; questa è la prima ed ultima volta che scrivo qualcosa nel Forum di un sito: devo dire che leggere tutta questa miriade di opinioni è stato illuminante, ho capito quanta tristezza possa essere insita negli uomini. Tutti quelli che hanno scritto su questi Forum mi hanno messo addosso una profonda tristezza: critici falliti, depressi, frustrati, alcuni giovani, altri no, donnne, uomini, tutti che hanno fallito nella vita e si sollevano dicendo la loro in un sito Internet. Che vite sprecate, perse, andate. Quanto è sbagliato perdere tempo. Sarete costretti per sempre all'anonimato. In fondo, siete un po' tutti delle nullità, nel vostro genere, e mettete tristezza perchè siete ambiziosi.
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Mi hanno molto parlato di questo sito, e ho voluto dare un'occhiata; questa è la prima ed ultima volta che scrivo qualcosa nel Forum di un sito: devo dire che leggere tutta questa miriade di opinioni è stato illuminante, ho capito quanta tristezza possa essere insita negli uomini. Tutti quelli che hanno scritto su questi Forum mi hanno messo addosso una profonda tristezza: critici falliti, depressi, frustrati, alcuni giovani, altri no, donnne, uomini, tutti che hanno fallito nella vita e si sollevano dicendo la loro in un sito Internet. Che vite sprecate, perse, andate. Quanto è sbagliato perdere tempo. Sarete costretti per sempre all'anonimato. In fondo, siete un po' tutti delle nullità, nel vostro genere, e mettete tristezza perchè siete ambiziosi. Io invece ho realizzato il sogno di una vita, e non rimarrò otre a perdere tempo in un piccolo, sperduto Forum di cinema.
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[+] hai proprio ragione...
(di michele)
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mino
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domenica 13 aprile 2008
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il mondo del precariato visto dall'occhio acuto di
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Ottimo film! Ritrae l'italia attuale, con i giovani precari, spesso vuoti e incoscenti della loro condizione. Bello anche lo stile grottesco scelto dal regista, a tratti commovente nel suo realismo. Facile immedesimarsi nella protagonista, per un giovane che come lei andava bene negli studi, ma è precario nella vita.
G.M.
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anonimo
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domenica 13 aprile 2008
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bella e brava isabella ragonese
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Le precarie cantano, la protagonista Isabella Ragonese ha invidia delle tette di Sabrina Ferilli (e fa sesso con Germano).
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lavoratrice co. co. pro.
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domenica 13 aprile 2008
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una commedia e basta
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Ho appena finito di vedere il film e sono uscita dal cinema molto delusa. L'impressione è che è una commedia e basta raccontata da chi il mondo del precariato non lo ha mai vissuto e ne ha sentito parlare anche in modo poco approfondito. La cosa che balza agli occhi più evidente e che poco corrisponde alla realtà, è che in questo mondo di contratti co.co.pro. se voglio liberarsi di te non ti liceziano affatto, ma ti portano all'esasperazione con il "mobbing", scientificamente, costringendoti a licenziarti, ad andartene per disperazione, sapendo che la scelta è tra l'esaurimento nervoso se decidi di rimanere stringendo i denti e il mondo là fuori, che nonostante la tua esperienza, i tuoi titoli di studio, le tue capacità, non ti offre che altro lavoro precario, dove tutto ricomincia daccapo; questo è il vero tema centrale che non è stato per nulla toccato.
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Ho appena finito di vedere il film e sono uscita dal cinema molto delusa. L'impressione è che è una commedia e basta raccontata da chi il mondo del precariato non lo ha mai vissuto e ne ha sentito parlare anche in modo poco approfondito. La cosa che balza agli occhi più evidente e che poco corrisponde alla realtà, è che in questo mondo di contratti co.co.pro. se voglio liberarsi di te non ti liceziano affatto, ma ti portano all'esasperazione con il "mobbing", scientificamente, costringendoti a licenziarti, ad andartene per disperazione, sapendo che la scelta è tra l'esaurimento nervoso se decidi di rimanere stringendo i denti e il mondo là fuori, che nonostante la tua esperienza, i tuoi titoli di studio, le tue capacità, non ti offre che altro lavoro precario, dove tutto ricomincia daccapo; questo è il vero tema centrale che non è stato per nulla toccato. Inoltre nel mondo del precariato non ci sono solo i giovani ma gente di tutte le fasce di età, altra cosa totalmente mancante nel film, d'altra parte una volta superati i trentacinque in questo paese si diventa automaticamente invisibili.
Ma forse sono io che mi aspettavo troppo. E' un film commedia, la realtà è ben altra ed è tragica, non farebbe ridere nessuno.
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nikita
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domenica 13 aprile 2008
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esagerato e amaro
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Ho visto ieri sera il film..Carino, ma da quello che mi avevano detto (Bello!Bellissimo..devi andare assolutamente a vederlo!..et similia) mi aspettavo meglio.
- Punti a favore: ha il pregio di descrivere il mondo del precariato e di portare così all'attenzione del pubblico questa brutta piaga del nostro paese. Innanzitutto non è facile da mandare giù il fatto che una ragazza laureata con lode e bacio accademico non riesca ad affermarsi e a trovare un impiego dignitoso e adeguato alla sua preparazione, ma si trovi, al contrario, costretta a lavorare in un call center pur di guadagnarsi da vivere. La trovo una cosa INACCETTABILE.
Così come trovo inaccettabile il triste e squallido mondo del call-center di periferia, la mercificazione delle persone che vi lavorano, i licenziamenti improvvisi.
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Ho visto ieri sera il film..Carino, ma da quello che mi avevano detto (Bello!Bellissimo..devi andare assolutamente a vederlo!..et similia) mi aspettavo meglio.
- Punti a favore: ha il pregio di descrivere il mondo del precariato e di portare così all'attenzione del pubblico questa brutta piaga del nostro paese. Innanzitutto non è facile da mandare giù il fatto che una ragazza laureata con lode e bacio accademico non riesca ad affermarsi e a trovare un impiego dignitoso e adeguato alla sua preparazione, ma si trovi, al contrario, costretta a lavorare in un call center pur di guadagnarsi da vivere. La trovo una cosa INACCETTABILE.
Così come trovo inaccettabile il triste e squallido mondo del call-center di periferia, la mercificazione delle persone che vi lavorano, i licenziamenti improvvisi..la frustrazione dei giovani..l'impossibilità di pianificare la propria vita..Il film descrive questa triste realtà e ti lascia l'amaro in bocca (soprattutto la storia della ragazza suicida raccontata dalla vecchina della garbatella).
Gli attori sono TUTTI bravissimi. La protagonista una rivelazione, la Ferilli molto brava e adatta al ruolo, intensa la Ramazzotti, deliziosa la bambina, molto bravi anche Mastrandrea e Ghini. Il migliore, come sempre, si è rivelato essere Elio Germano, specialmente nella scena in cui fa esplodere la sua rabbia lanciando in aria gli "strumenti del mestiere"!Grandissimo!!!!!!!
- Punti a sfavore: un bel po' ESAGERATO. Non si è mai visto un call center in cui ad inizio giornata si fa il balletto tipo villaggio vacanze..veramente patetico. Così come sembra irreale l'sms "motivazionale" di buongiorno che la capo-reparto Daniela invia alle ragazze. Poi i giri nudi intorno all'isolato in caso di fallimento..Insomma, è vero che il mondo del precariato è una dura realtà, ma forse poteva essere descritto in modo meno esagerato e gonfiato e più aderente al vero!
Da ultimo: come si fa a mandare un premio ad un saggio che associa Heiddeger alle dinamiche delle telefoniste di un call center e al Grande Fratello?Non conosco personalmente la filosofia di Heiddeger, ma non riesco a capire quale sia il nesso. Qualcuno me lo spieghi.
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[+] anima bella
(di blu)
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