epidemic
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venerdì 29 luglio 2011
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un backstage lungo un film
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giusto un pochettino autocelebrativo...quel che resta è un backstage lungo un film di cui pochissime son le parti interessanti
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storyteller
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giovedì 22 luglio 2010
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esperimento riuscito
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Devo dire che l'idea alla base del film non mi convinceva molto, ma già dopo i primi cinque minuti ne sono stato letteralmente catturato: il tono è autobiografico, sfacciatamente romanzato, eppure consapevole di esserlo, e per questo - incredibile ma vero - ancora più realistico del classico documentario, che nel caso specifico non è d'indagine sociale, bensì personale.
L'intera pellicola è attraversata dal tono spensierato di chi sa che ha esaurito le cartucce, che è già stato detto tutto, eppure non rinuncia a "sparare" e porta avanti con fierezza lo spettacolo della propria vita. Ed è molto, molto divertente.
C'è spazio per l'autocritica, pure per il metacinema, ed è davvero il caso di dirlo: o lo si ama, o lo si odia.
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Devo dire che l'idea alla base del film non mi convinceva molto, ma già dopo i primi cinque minuti ne sono stato letteralmente catturato: il tono è autobiografico, sfacciatamente romanzato, eppure consapevole di esserlo, e per questo - incredibile ma vero - ancora più realistico del classico documentario, che nel caso specifico non è d'indagine sociale, bensì personale.
L'intera pellicola è attraversata dal tono spensierato di chi sa che ha esaurito le cartucce, che è già stato detto tutto, eppure non rinuncia a "sparare" e porta avanti con fierezza lo spettacolo della propria vita. Ed è molto, molto divertente.
C'è spazio per l'autocritica, pure per il metacinema, ed è davvero il caso di dirlo: o lo si ama, o lo si odia.
A me è piaciuto.
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bartebly
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lunedì 7 dicembre 2009
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tu vò fà j. pierre godard ma sei nata a saxa rubra
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Benché il prof. Kezich abbia espresso un giudizio molto lusinghiero su questo film, mi permetto di dissentire dal suo autorevole parere. Secondo me il film della Guzzanti è brutto, e risente ineluttabilmente dei limiti estetici di tutto il cinema comico italino o fatto dai comici italiani. Tale cinema si divide in due filoni:
da una parte un cinema scadente che rappresenta l'indecorosa deriva negativa del miglior cinema italiano, che dal neorealismo e dalla commedia all'italiana dei maestri, degrada ineluttabilmente fino alle vacanze di natale dei Vanzina; dall'altra un cinema fatto da comici della televisione che sostanzialmente usano il cinema per amplificare o sancire il loro successo mediatico, con una trasposizione brutale e goffa del loro linguaggio umoristico di origine televisiva in ambito cinematografico.
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Benché il prof. Kezich abbia espresso un giudizio molto lusinghiero su questo film, mi permetto di dissentire dal suo autorevole parere. Secondo me il film della Guzzanti è brutto, e risente ineluttabilmente dei limiti estetici di tutto il cinema comico italino o fatto dai comici italiani. Tale cinema si divide in due filoni:
da una parte un cinema scadente che rappresenta l'indecorosa deriva negativa del miglior cinema italiano, che dal neorealismo e dalla commedia all'italiana dei maestri, degrada ineluttabilmente fino alle vacanze di natale dei Vanzina; dall'altra un cinema fatto da comici della televisione che sostanzialmente usano il cinema per amplificare o sancire il loro successo mediatico, con una trasposizione brutale e goffa del loro linguaggio umoristico di origine televisiva in ambito cinematografico. Il cinema della Guzzanti appartiene a questo secondo ambito. Intendiamoci, possiamo individuare nel suo film elementi di indubbio interesse, come la splendida fotografia di Caroline Champentier (davvero una figura chiave del cinema contemporaneo francese), i documentari dal taglio d'epoca delle lotte operaie, la recitazione un pò "acerba", cioè meno compromessa con la retorica propriamente televisiva, di Pier Francesco Loche. Ma questi elementi si apprezzano nonostante e non grazie alla regia della Guzzanti, sono elementi di artigianato iconografico-fotografico, documentaristico e attoriale che vivono di luce propria. Quanto alla regia essa arranca goffamente per tuttto il film nel maldestro tentativo di riproporre una sorta di "Grande Freddo" dei poveri in cui gli attori si muovono e reciatano nelle metafisiche e bellissime spiagge di Su Pallosu come se fossero al Maurizio Costanzo Show. E d'altronde non ci si poteva aspettare niente di meglio da loro: chi ha passato la vita a parlar male di Berlusconi ad Avanzi non può pretendere di recitare o muoversi sulla scena tanto diversamente da chi ha passato la vita a parlar male di Dalema o di Di Pietro al Bagaglino: si tratta, al di là delle differenze politico-ideologiche, dello stesso linguaggio televisivo nazional-popolare volgare e standardizzato che poco ha a che fare e poco ha da dare al linguaggio cinamatografico. In breve, se dovessi esprimere un parere sintetico su Sabina Guzzanti regista direi, parafrasando Carosone: Tu vò fà Jean Pierre Godard ma sei nata a Saxa Rubra...
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gaetan 72
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mercoledì 6 febbraio 2008
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le ragioni della furbizia
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Uno dei 2 film più brutti che io abbia mai visto. Per parafrasare Fantozzi:Una boiata pazzesca! Col pretesto di rappresentare qualcosa (ma cosa non si capisce) la Guzzanti, dimostrando che non è una regista ,ma la più grande comica italiana (appunto)ci propina i reduci di avanzi in una miscela di noia e inutilità che ha toccato il fondo del patetico con la scena della rieducazione di Cinzia Leone. In realtà Sabina non aveva nulla da dire e ci ha solo provato (a fregacce!), infatti ci sono cascati in tanti se è vero che la critica gli dà una media di 3 stelle.Se il suo cognome fosse stato diverso da Guzzanti nessun ministero avrebbe finanziato e addirittura presentato a Venezia una porcheria del genere .
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Uno dei 2 film più brutti che io abbia mai visto. Per parafrasare Fantozzi:Una boiata pazzesca! Col pretesto di rappresentare qualcosa (ma cosa non si capisce) la Guzzanti, dimostrando che non è una regista ,ma la più grande comica italiana (appunto)ci propina i reduci di avanzi in una miscela di noia e inutilità che ha toccato il fondo del patetico con la scena della rieducazione di Cinzia Leone. In realtà Sabina non aveva nulla da dire e ci ha solo provato (a fregacce!), infatti ci sono cascati in tanti se è vero che la critica gli dà una media di 3 stelle.Se il suo cognome fosse stato diverso da Guzzanti nessun ministero avrebbe finanziato e addirittura presentato a Venezia una porcheria del genere . Aridatece la Sabina imitatrice...
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gaetan 72
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mercoledì 6 febbraio 2008
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le ragioni della furbizia
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Uno dei 2 film più brutti che io abbia mai visto. Per parafrasare Fantozzi:Una boiata pazzesca! Col pretesto di rappresentare qualcosa (ma cosa non si capisce) la Guzzanti, dimostrando che non è una regista ,ma la più grande comica italiana (appunto)ci propina i reduci di avanzi in una miscela di noia e inutilità che ha toccato il fondo del patetico con la scena della rieducazione di Cinzia Leone. In realtà Sabina non aveva nulla da dire e ci ha solo provato (a fregacce!), infatti ci sono cascati in tanti se è vero che la critica gli dà una media di 3 stelle.Se il suo cognome fosse stato diverso da Guzzanti nessun ministero avrebbe finanziato e addirittura presentato a Venezia una porcheria del genere .
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Uno dei 2 film più brutti che io abbia mai visto. Per parafrasare Fantozzi:Una boiata pazzesca! Col pretesto di rappresentare qualcosa (ma cosa non si capisce) la Guzzanti, dimostrando che non è una regista ,ma la più grande comica italiana (appunto)ci propina i reduci di avanzi in una miscela di noia e inutilità che ha toccato il fondo del patetico con la scena della rieducazione di Cinzia Leone. In realtà Sabina non aveva nulla da dire e ci ha solo provato (a fregacce!), infatti ci sono cascati in tanti se è vero che la critica gli dà una media di 3 stelle.Se il suo cognome fosse stato diverso da Guzzanti nessun ministero avrebbe finanziato e addirittura presentato a Venezia una porcheria del genere . Aridatece la Sabina imitatrice...
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no sabina no
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sabato 12 gennaio 2008
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pretesto per il culto di se stessa
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la questione dei pescatori è solo un pretesto. Con questo film, la Guzzanti dimostra nuovamente di non essere in grado di realizzare documentari e di saper solo scopiazzare M.Moore per fare dei ritratti di sè, la bella rivoluzionaria. Più di un'ora di backstage e di preparativi ammassati alla rinfusa, sulla falsariga di certi modelli televisivi assai commerciali in cui primeggia la bella Sabina, non genera alcun interesse nello spettatore. Un tentativo fallito che dimostra come il narcisismo e l'improvvisazione non portino da nessuna parte.
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scagerat
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mercoledì 26 dicembre 2007
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film penoso
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Non credo che masciarelli, la leone e la guzzanti siano artisti degni di tale nome (naturalmente è il mio parere) e il film è brutto e noioso
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george
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giovedì 6 dicembre 2007
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prima volta e non ci sarà la seconda!
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Che pena.
Non riesco a capire come la guzzanti continui a far film.
Io dopo una mezz'ora circa, sono uscito per non farmi prendere un bel mal di testa.
Una stella di voto tanto per partecipare.....la commessa no è ?
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crasher
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mercoledì 5 dicembre 2007
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geniale
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Inaspettata reinterpretazione del Grande Freddo e del metodo documentaristico (o reality se preferite) filtrato da interpretazioni vivide e realistiche che raramente si incontrano nel cinema italiano.
I temi trattati sono politici e umani e sono filtrati dalla motivazione contingente che introduce e unifica la sceneggiatura. E' una storia locale e apparentemente lontana dall'italiano non pescatore, eppure ha il potere empatico del simbolo.
Film con poco buonismo eppure ottimista.
Io non sono un critico cinematografico e non ho visto Avanzi e forte di questo lo giudico geniale.
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valeria
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lunedì 3 dicembre 2007
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brava bella e intelligente, ma
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un traballante funambolismo tra il film e il resoconto diaristico, kuasi un documentario. insomma, sabina è brava bella e intelligente, ma questo non è proprio un film.
di cosa ha paura?
comuque davvero ce ne fossero di tentativi come questo.
divertente e malinconico, un po' autocelebrativo.
una specie di sogno adolescenzioale realizzato, il "cosa voglio diventare da grande", il film di cui ognuno ha immaginato la propria versione con condita dalla propria colonna sonora.
però...
da vedere.
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