Anno | 2007 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Sabina Guzzanti |
Attori | Sabina Guzzanti, Cinzia Leone, Pierfrancesco Loche, Stefano Masciarelli, Francesca Reggiani Antonello Fassari. |
Uscita | venerdì 7 settembre 2007 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 2,92 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Malinconica reunion per la band di "Avanzi": un Grande Freddo all'italiana. In Italia al Box Office Le ragioni dell'aragosta ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 427 mila euro e 103 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Un pescatore di aragoste contatta Sabina Guzzanti per sensibilizzarla sullo spopolamento del mare nella Sardegna occidentale. Inizialmente non interessata, l'attrice si entusiasma quando scopre il passato di operaio alla Fiat del pescatore. Non solo, ma allestire uno spettacolo per attirare l'attenzione dei media sulle aragoste potrebbe essere l'occasione per riunire la banda di Avanzi dopo 15 anni. Senza contare che Pierfrancesco Loche, una delle colonne del gruppo di allora, si è trasferito nel villaggio di Su Pallosu e sarebbe felice di ospitarli. Inizia così un'avventura artistica e umana esaltante ma anche densa di ostacoli.
A due anni dal successo di Viva Zapatero, la Guzzanti torna al cinema con Le ragioni dell'aragosta, un film meno politico, polemico e compiaciuto, percorso da una vena felicemente introspettiva e personale. La riunione del cast di una trasmissione di culto degli anni Novanta è spunto per una sorta di Grande freddo all'amatriciana mai patetico o autocelebrativo, bensì fresco, sincero e accorato. Accanto alla gioia di rivedere gli altri e di rievocare una parentesi di lavoro e di vita irripetibile, ciascuno porta in dote i fallimenti personali: Loche ha abbandonato la recitazione per dedicarsi alla batteria nel suo eremo, Antonello Fassari e Francesca Reggiani cedono al panico pochi giorni prima dello spettacolo. Ma il momento di vulnerabilità più commovente appartiene a Cinzia Leone: il suo pianto a dirotto sulla terribile malattia superata mette i brividi. E anche la storiella sul brodo con cui Loche rincuora la Guzzanti in camerino prima dello spettacolo lascia il segno.
Non mancano divertenti accenni di satira contro Berlusconi e la Fiat, ma il fulcro del film sta nel pudico ritratto di una generazione che credeva di cambiare il mondo e che dal mondo, come tutti, è stata molto ammaccata. Speriamo che la Guzzanti incanali più spesso l'incontenibile narcisismo in questa direzione.
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Benché il prof. Kezich abbia espresso un giudizio molto lusinghiero su questo film, mi permetto di dissentire dal suo autorevole parere. Secondo me il film della Guzzanti è brutto, e risente ineluttabilmente dei limiti estetici di tutto il cinema comico italino o fatto dai comici italiani. Tale cinema si divide in due filoni: da una parte un cinema scadente che rappresenta l'indecorosa deriva negativa [...] Vai alla recensione »
giusto un pochettino autocelebrativo...quel che resta è un backstage lungo un film di cui pochissime son le parti interessanti
Devo dire che l'idea alla base del film non mi convinceva molto, ma già dopo i primi cinque minuti ne sono stato letteralmente catturato: il tono è autobiografico, sfacciatamente romanzato, eppure consapevole di esserlo, e per questo - incredibile ma vero - ancora più realistico del classico documentario, che nel caso specifico non è d'indagine sociale, bensì personale.
Si dice che il grande e rustico Bertoldo sia morto d'indigestione alla corte di Alboino. Pare sia andata così: dopo lunghi anni passati invano a convincerlo a farsi più rispettoso, il re lo aveva invitato a palazzo come ospite fisso, naturalmente con uso di sala da pranzo. Più che di un invito si era trattato di un ordine. Senza via di scampo, Bertoldo aveva dovuto lasciare la sua campagna densa di [...] Vai alla recensione »
Chi si aspettasse da «Le ragioni dell'aragosta» (Giornate degli autori), opera seconda di Sabina Guzzanti, attrice, autrice e regista, un non-film come «Viva Zapatero» prenderebbe solo un granchio. Il primo film nasceva da un risentimento privato (la trasmissione mancata «Riot») che si faceva collettivo: si rideva molto e le invettive politiche erano non solo il sale ma l'intero piatto.
Scritto e diretto da Sabina Guzzanti, Le ragioni dell'aragosta è basato sullo schema narrativo del musical classico americano, ovvero uno spettacolo che racconta la messinscena di uno spettacolo. Salvo che nei film hollywoodiani gli impedimenti che nascono in corso d'opera per risolversi nel lieto finale sono quasi sempre di carattere sentimentale; mentre nel caso del film della Guzzanti, sono le motivazion [...] Vai alla recensione »
Avanza la banda di Avanzi. Rieccoli tutti insieme, da Pierfrancesco Loche a Stefano Masciarelli e Antonello Fassari, da Francesca Reggiani a Cinzia Leone. Senza ovviamente dimenticare lei, Sabina Guzzanti, che li raduna di nuovo per allestire Le ragioni dell’aragosta, uno spettacolo da portare in scena a Cagliari. C'è un motivo nobile, per ritrovarsi: una cooperativa di pescatori sardi si trova in [...] Vai alla recensione »
Sono passati diversi anni dalla traumatica chiusura televisiva di Raiot , ma Sabina Guzzanti è ancora ossessionata dalle richieste del popolo: perché il mondo è così ingiusto? Cosa possiamo fare per cambiarlo? Perché cacciano te e Vespa no? Domande a cui la comica Sabina non sa che risposte dare, ma a cui allo stesso tempo non è capace di sottrarsi.
Sabina Guzzanti rimette insieme gli avanzi di Avanzi per costruire uno spettacolo che aiuti i pescatori sardi in crisi perché le aragoste vanno scomparendo. Via verso la Sardegna e Su Pallosu (nomen poco augurale!), che sta nel Sinis (che sta vicino a Oristano). Li si è rifugiato Pierfrancesco Loche. Arrivano Francesca Reggiani, Cinzia Leone, Antonello Fassari e Stefano Masciarelli.
Il nodo è interessante. Sabina Guzzanti si interroga sulla distanza tra il dire e il fare, su quanto si può essere efficaci con lo strumento di un cinema politicizzato e sensibile alle ragioni sociali, e problematicamente (così sembra) s'interroga sulla stortura di una situazione in cui «i politici sono talmente screditati» che questo produce un'impropria «delega ai comici».