teppei
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sabato 2 settembre 2006
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"il cavaliere errante"
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Su Berlusconi non ci dice niente che già non si sapesse.
Di Berlusconi ce ne sono quattro (il primo tragi-comico (un sosia), il secondo realista (Placido), il terzo reale (lui stesso), il quarto grottesco (Moretti)). Nessuno dei quattro mi ha inquietato più di quanto non lo fossi già. Nessuno dei quattro ha detto cose che non avessi già sentito.
E qui, per quanto mi riguarda, finisce (poco bene) la parte del film che riguarda il “presidente operaio”.
Il resto del film ci racconta di un’Italia dell’era Berlusconi: paese scombinato, alle prese non già con lo sfascio ma con le macerie di sistemi culturali ormai distrutti.
Ecco perchè arranchiamo.
E anche qui mi pare che non ce la caviamo: denunciare una condizione di malattia senza indicarne le cause (che non sono “Berlusconi”: lui è solo alla fine di un processo storico che inizia almeno con Licio Gelli ma è radicato nel secondo dopoguerra) io non capisco a cosa serva.
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Su Berlusconi non ci dice niente che già non si sapesse.
Di Berlusconi ce ne sono quattro (il primo tragi-comico (un sosia), il secondo realista (Placido), il terzo reale (lui stesso), il quarto grottesco (Moretti)). Nessuno dei quattro mi ha inquietato più di quanto non lo fossi già. Nessuno dei quattro ha detto cose che non avessi già sentito.
E qui, per quanto mi riguarda, finisce (poco bene) la parte del film che riguarda il “presidente operaio”.
Il resto del film ci racconta di un’Italia dell’era Berlusconi: paese scombinato, alle prese non già con lo sfascio ma con le macerie di sistemi culturali ormai distrutti.
Ecco perchè arranchiamo.
E anche qui mi pare che non ce la caviamo: denunciare una condizione di malattia senza indicarne le cause (che non sono “Berlusconi”: lui è solo alla fine di un processo storico che inizia almeno con Licio Gelli ma è radicato nel secondo dopoguerra) io non capisco a cosa serva.
Primo mi ci annoio, secondo mi viene il sospetto che dietro le acutissime battutine del nostro amato Moretti (…su Dalemino …dilla una cosa di sinistra) non ci sia tutta quella arguzia che si vorrebbe dare ad intendere.
E ce ne sarebbe bisogno (ma tanto) di ri-raccontarla la storia degli ultimi 60 anni, vieppiù da gente autorevole come il nostro amato. Forse è proprio qui lo spirito anti berlusconiano: se lui tira in basso con profusione di tv rimbecillente almeno altri tirino in alto, e ci svelino lo svelabile, ci sveglino, ci tengano attenti, ci facciano venire dei dubbi. (Consiglio in tal senso i film di Paolo Benvenuti).
…sugli attori: un gruppetto di gente (tra attori e registi) che ormai da anni lavorano insieme, alcuni invecchiati, altri stanchi, altri giovani si ma già vecchi. Una palpabile mancanza di vitalità. Di voglia, di slancio.
Insomma: un film di respiro corto. Che si impegna a colpire a fondo Berlusconi… e che forse, purtroppo, involontariamente, finisce col rappresentare la fragilità dei suoi oppositori.
O almeno alcuni di noi.
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mimmo
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martedì 29 agosto 2006
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un film capolavoro
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NANNI MORETTI SENATORE A VITA: LO MERITA PER L'ARTE E IL PRESTIGIO!
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francesco negro
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domenica 23 luglio 2006
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una fatica originale
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Ho visto il film.
Una fatica!
Un'ora e 10 minuti di quarti di fronti, di occhi (in genere 1 solo!), pezzetti di volto e il tutto....sempre pendente a destra.
Dopo tanto, e fino alla fine, ho raddrizzato la testa e l'ho piegata dall'altra parte.
Boh...
Originale ma stancante; se si fossero tenute le orizzontali e le verticali mi sarei divertito di più e stancato di meno.
Ci sarà qualche ragione in tanta scelta anomala di inquadratura, ma a me è decisamente sfuggita.
Comunque, Silvio Orlando è grande; meno la moglie.
Infine: Berlusconi non è più a Palazzo Chigi e questo è ciò che conta!!!
Grazie a Moretti e agli italiani.
Devo dire che, come come mi avvenne già per Giorgio Gaber, i due li preferivo/sco nella critica sociale più che in quella politica.
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Ho visto il film.
Una fatica!
Un'ora e 10 minuti di quarti di fronti, di occhi (in genere 1 solo!), pezzetti di volto e il tutto....sempre pendente a destra.
Dopo tanto, e fino alla fine, ho raddrizzato la testa e l'ho piegata dall'altra parte.
Boh...
Originale ma stancante; se si fossero tenute le orizzontali e le verticali mi sarei divertito di più e stancato di meno.
Ci sarà qualche ragione in tanta scelta anomala di inquadratura, ma a me è decisamente sfuggita.
Comunque, Silvio Orlando è grande; meno la moglie.
Infine: Berlusconi non è più a Palazzo Chigi e questo è ciò che conta!!!
Grazie a Moretti e agli italiani.
Devo dire che, come come mi avvenne già per Giorgio Gaber, i due li preferivo/sco nella critica sociale più che in quella politica.
E' tutto.
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carmen
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mercoledì 12 luglio 2006
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che delusione!!!
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Un film davvero deludente, che si regge esclusivamente sulla eccezionale bravura di Silvio Orlando che si conferma uno dei più grandi attori italiani contemporanei. Per il resto il film rimane "in superficie", non va a fondo su nulla, non ha capo nè coda,non si capisce dove vuole andare a parare.Lo sconsiglio vivamente!
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domenica
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sabato 3 giugno 2006
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in attesa del 9 aprile 2006...
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La realtà. Questa è ciò che è rappresentato nell'ultimo criticatissimo film di Nanni Moretti. Una realtà che qualcuno vuole mascherare attraverso sorrisi e frasi rassicuranti. Ma la realtà è quella che tutti noi affrontiamo ogni giorno quando andiamo al mercato o al ristorante, è una realtà che non permette più di credere nei propri sogni altrimenti le ruspe ci entrano in salotto (come succede a Bruno).E' il film dell'inesorabile legge di Murphy, quella per cui se qualcosa deve andare male, stai sicuro andrà peggio!
Silvio Orlando è qui un produttore in odore di fallimento che, senza volerlo, si ritrova ad aiutare un esordiente regista a realizzare il suo sogno: girare un film su Berlusconi che, precisa, "non è sul personale, non sul rapporto con la mafia e Dell'Utri" ma sulla politica del cavaliere (sottolineando così che le due cose sono inscindibili).
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La realtà. Questa è ciò che è rappresentato nell'ultimo criticatissimo film di Nanni Moretti. Una realtà che qualcuno vuole mascherare attraverso sorrisi e frasi rassicuranti. Ma la realtà è quella che tutti noi affrontiamo ogni giorno quando andiamo al mercato o al ristorante, è una realtà che non permette più di credere nei propri sogni altrimenti le ruspe ci entrano in salotto (come succede a Bruno).E' il film dell'inesorabile legge di Murphy, quella per cui se qualcosa deve andare male, stai sicuro andrà peggio!
Silvio Orlando è qui un produttore in odore di fallimento che, senza volerlo, si ritrova ad aiutare un esordiente regista a realizzare il suo sogno: girare un film su Berlusconi che, precisa, "non è sul personale, non sul rapporto con la mafia e Dell'Utri" ma sulla politica del cavaliere (sottolineando così che le due cose sono inscindibili). D'altronde si sa i giovani sono idealisti e non accettano compromessi o autocensure, e per questo la pellicola non trova fondi per la messa in opera. Solo uno straniero, forse, che si diverte a schernire la nostra italietta "dove c'è sempre qualcuno che scava sempre più giù dopo che tutti pensano che abbia toccato il fondo", l'aiuterà.
Ma questo film è anche l'apologia del tradimento: della moglie, dell'amico, del collega, dei propri sogni. Sono stati tutti traditi, tutti coloro che hanno creduto al miracolo italiano; e hanno dimostrato di essere degni membri di quell'"italietta" tanto derisa all'estero. Piccoli contabili del prorpio nucleo dove l'eliminazione dell'ICI è fondamentale per far quadrare il bilancio familiare perdendo però di vista i grandi numeri del debito italiano. Come se si potesse salvare la cabina anche quando la nave affonda!
Ma la realtà è un'altra, Nanni Moretti la denuncia, una realtà scomoda, faticosa, difficile e allora è più facile ascoltare chi ci incoraggia, chi è ottimista, chi ci fornisce tutti gli intrattenimenti televisivi per evitare di pensare. E' più facile scaricare le prorpie frustrazioni nel tubo catodico e ricevere in cambio risate piuttosto che pensare, perchè questa verità fa male, ma peggio sarebbe non pensare. Un ringraziamento allora a chi ci fornisce ciò di cui abbiamo bisogno, presi come siamo dalle nostre vite a volte ci dimentichiamo di vedere la realtà.
Il genio di Moretti è nella scena finale, la mancanza di espressione del premier barbuto è ancora più agghiacciante di un sogghigno compiaciuto; c'è in lui tutta la consapevolezza di aver impartito un ordine appellandosi al contrario al bistrattato liberismo, in difesa di una presunta congiura comunista che si chiama democrazia.
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a.r
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martedì 16 maggio 2006
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meraviglioso!
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TROVO QUESTO FILM STRAORDINARIO SIA NELLA SCELTA DEGLI ATTORI CHE PER IL MODO IN CUI UN ARGOMENTO COSI' DELICATO E' STATO TRATTATO.L'INTERPRETAZIONE DI SILVIO ORLANDO E' MOLTO INTENSA NONCHE' DRAMMATICA ALLO STESSO TEMPO.LA FIGURA DI QUESTO REGISTA IN CRISI SIA PERSONALE CHE FAMILIARE VIENE RESA MOLTO CREDIBILE E VERA.NANNI MORETTI E' UN REGISTA CORAGGIOSO .DA VEDERE.
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carmen
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lunedì 1 maggio 2006
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non era il momento di "giocare"...
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ieri sera ho visto il film e ne sono uscita completamente arrabbiata. io da sempre appassionata di Moretti e della sua a volte cruda sincerità, mi sono trovata ad odiarlo. in un momento politico difficile come questo, in cui gran parte della sinistra "vera e lucida" dopo aver svenduto tutta se stessa per "tifare" per Franco Marini al senato e per un governo Prodi ,in un momento in cui è assolutamente inopportuno giocare a rimpiattino tra il proprio privato le convinzioni personali e la consapevolezza della catastrofe generale della politica, Moretti fa un film in cui non riesce a staccare gli occhi dal proprio ombelico e lo fa uscire prima delle elezioni approfittando forse della rispetto e della popolarità ottenuta con i girotondi.
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ieri sera ho visto il film e ne sono uscita completamente arrabbiata. io da sempre appassionata di Moretti e della sua a volte cruda sincerità, mi sono trovata ad odiarlo. in un momento politico difficile come questo, in cui gran parte della sinistra "vera e lucida" dopo aver svenduto tutta se stessa per "tifare" per Franco Marini al senato e per un governo Prodi ,in un momento in cui è assolutamente inopportuno giocare a rimpiattino tra il proprio privato le convinzioni personali e la consapevolezza della catastrofe generale della politica, Moretti fa un film in cui non riesce a staccare gli occhi dal proprio ombelico e lo fa uscire prima delle elezioni approfittando forse della rispetto e della popolarità ottenuta con i girotondi.
Caro Nanni Credo sia ora di uscire dal bozzolo del proprio onanismo. Forse era il momento per te di metterti a nudo con un film come questo , ma è il capriccio di un bambino in un momento assolutamente non opportuno.
o forse è un addio al mestiere dopo aver fatto un buon incasso?
Mi dispiace ma rigetto tutta la tua confusione,non mi appartiene, non mi appartiene più
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silvio
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sabato 29 aprile 2006
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oh my god!!!!
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solo poche parole è solo il film di un regista COMUNISTA creato per screditare berlusconi comunque IL FILM è INGUARDABILE
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