Il caimano |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Silvio Orlando, Margherita Buy, Jasmine Trinca, Nanni Moretti, Giuliano Montaldo.
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Politico,
durata 112 min.
- Italia, Francia 2006.
uscita venerdì 24 marzo 2006.
MYMONETRO
Il caimano ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Odissea metacinematografica nel paese dei Caimani
di DarkoFeedback: 0 |
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domenica 9 aprile 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL CAIMANO di Moretti non è un docufilm alla Moore sul premier italiano, è in realtà una farsa dai toni per lo più drammatici sull’Italia di Berlusconi ed è anche l’ennesimo, ma per niente scontato, esempio di film metacinematografico, i cui strati che lo compongono sono vari e investono su più fronti. Infatti con competenza Moretti intreccia realtà (e finzioni) ben diverse che tuttavia rimangono inscindibili le une dalle altre, come nell’ultimo LA MALA EDUCACION di Almodòvar: c’è innanzitutto l’idea di fondo – ideale e astratta – che sta alla base della sceneggiatura “Il Caimano”, presentata dalla giovane regista Teresa al produttore Bruno Bonomo per una possibile realizzazione del film sull’ascesa al potere di Berlusconi. Questa idea prende vita sullo schermo dalla semplice lettura della sceneggiatura, nella quale si cimenterà il produttore e noi con lui e dentro la quale si affastelleranno visivamente e visionariamente i “fatti” noti del presidente, stilizzati dalla penna della giovane e inesperta regista, e in cui l’attore Elio De Capitani assume le sembianze –molto vicine a quelle reali – della spaventevole Creatura berlusconiana. C’è poi la realtà fattuale, dove si mescolano le vicende personali di Bruno, in crisi con la moglie, con le vicende che concernono la produzione difficoltosa dell’ambizioso film e poi la ricerca dell’attore che interpreterà lo scomodissimo ruolo. Il vero Berlusconi farà capolino solo in due spezzoni televisivi che però fanno raggelare il sangue se visti su grande schermo, poi subentreranno i due possibili interpreti (Placido e Moretti) che – come è usuale nella finzione cinematografica – in fondo non hanno molto in comune col vero personaggio: il primo entra nel progetto e poi per paura si tira indietro, il secondo dice in sostanza che Berlusconi non è materia da commedia – e in questa scena Moretti stesso spiega tutto il senso del film, che si riverbera nel finale infuocato. Dal momento della perdita del protagonista tutto sembrerà perduto: la ruspa che demolisce il dispendioso teatro di posa per il quale Bonomo ha dato sangue e soldi, un produttore porcino e polacco che si diverte nel vedere l’«Italietta» di Berlusconi derisa dal mondo intero, la moglie che canta durante un concerto d’orchestra interrotto da un agognante marito incredulo, un vascello gigantesco che percorre le vie notturne di Roma per poi giungere sul set balneare di una fiction in costume della Rai e Cristoforo Colombo (sempre Placido) che sbraita al cellulare, un maglione turchese e costoso ridotto a brandelli da un marito in preda alla gelosia (come metafora dell’anima dilaniata?) sembrano tutte immagini schizoidi di un incubo cinematografico modernizzato alla Risi più che alla Fellini – non si può comunque non pensare a 8 e 1/2, anche se il paragone è impensabile, ma di sicuro UNA VITA DIFFICILE con il grande Sordi non può essere un film che Moretti non abbia visto e rivisto e preso in considerazione come fonte ispiratrice. Da un film dunque corposo, divertente e malinconico in tutta la prima parte, terrificante e visionario nell’epilogo come IL CAIMANO, l’Italia esce dalle sale con una discreta inquietudine addosso, ma forse anche una maggiore presa di coscienza.. Gli attori fanno tutti molto bene il loro mestiere, Silvio Orlando ne è il sovrano e questo film sembra essere la sua definitiva consacrazione. Bravi pure i bambini, che Moretti sin dai tempi di BIANCA e PALOMBELLA ROSSA ha dimostrato di saper dirigere molto bene.
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