marco santillani
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mercoledì 15 giugno 2011
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delusione
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Scrivo questa recensione dopo aver visto l'ultimo lavoro di Nanni Moretti, Habemus Papam, che considero un buon lavoro. Ma in entrambi i film (Il caimano e habemus papam) abbiamo una ristrettezza di cinematografia. La fotografia (come in ogni film di Moretti) è scarsa, televisiva, senza profondità di campo, priva di quel look cinematografico che distingue un film da una trasmissione televisiva, per l'appunto. Il caimano dunque (maggiormente rispetto ad habemus papam) diventa uno sterile esercizio mentale, imperniato sulla voglia di parlare di Berlusconi, ma senza farlo direttamente. Risulta quindi un film falso o falsato, se vogliamo. Un film sciocco, con questa novella regista che vuol fare un film su Berlusconi.
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Scrivo questa recensione dopo aver visto l'ultimo lavoro di Nanni Moretti, Habemus Papam, che considero un buon lavoro. Ma in entrambi i film (Il caimano e habemus papam) abbiamo una ristrettezza di cinematografia. La fotografia (come in ogni film di Moretti) è scarsa, televisiva, senza profondità di campo, priva di quel look cinematografico che distingue un film da una trasmissione televisiva, per l'appunto. Il caimano dunque (maggiormente rispetto ad habemus papam) diventa uno sterile esercizio mentale, imperniato sulla voglia di parlare di Berlusconi, ma senza farlo direttamente. Risulta quindi un film falso o falsato, se vogliamo. Un film sciocco, con questa novella regista che vuol fare un film su Berlusconi. Il tema non è nuovo (quello del meta cinema) e non sviscera il nocciolo a fondo. Si perde in disquisizioni retoriche, fin troppo conosciute al grande pubblico sulle gesta del Premier. Il film non ha perciò nulla di interessante: è un film che se non lo avesse fatto Moretti, sarebbe stato linciato.
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salvatore scaglia
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domenica 3 gennaio 2010
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il berlusconismo: antropologia del paese
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Tanto reclamizzato, esaltato e contestato, "Il caimano" narra la vicenda personale di un produttore cinematografico, Bruno Bonomo (Silvio Orlando), alla deriva: lavorativa, familiare e psicologica. La moglie Paola (Margherita Buy), ex attrice, non lo comprende e lui, quasi accidentalmente, scopre una giovane e talentuosa sceneggiatrice, Teresa (Jasmine Trinca), che intende esordire con un film engagé, sulle dinamiche del paese negli ultimi anni, di cui è protagonista, comunque, il premier (interpretato, alla fine, dal regista Nanni Moretti).
Sennonché proprio l’oggetto della pellicola (classico film nel film) determina problemi di ogni tipo: << su Berlusconi ormai si sa tutto >>, dice un possibile finanziatore; un noto attore si defila in extremis optando per un lavoro meno compromettente; e le risorse economiche sono così esigue da far girare solo su un momento, seppur capitale, della carriera dell’uomo di Arcore.
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Tanto reclamizzato, esaltato e contestato, "Il caimano" narra la vicenda personale di un produttore cinematografico, Bruno Bonomo (Silvio Orlando), alla deriva: lavorativa, familiare e psicologica. La moglie Paola (Margherita Buy), ex attrice, non lo comprende e lui, quasi accidentalmente, scopre una giovane e talentuosa sceneggiatrice, Teresa (Jasmine Trinca), che intende esordire con un film engagé, sulle dinamiche del paese negli ultimi anni, di cui è protagonista, comunque, il premier (interpretato, alla fine, dal regista Nanni Moretti).
Sennonché proprio l’oggetto della pellicola (classico film nel film) determina problemi di ogni tipo: << su Berlusconi ormai si sa tutto >>, dice un possibile finanziatore; un noto attore si defila in extremis optando per un lavoro meno compromettente; e le risorse economiche sono così esigue da far girare solo su un momento, seppur capitale, della carriera dell’uomo di Arcore.
Il lungometraggio è indubbiamente ispirato all’irresistibile ascesa al potere di Berlusconi, a far tempo dagli anni ’70-’80, caratterizzati da oscuri foraggiamenti alle sue imprese edilizie e televisive. Base poi della sua "discesa in campo" (politico) della metà degli anni ’90. Il personaggio tratteggiato da Moretti è sprezzante di ogni regola, etica e legale; autocratico, ma è anche l’icona di un’Italia - di basso profilo esistenziale, che vivacchia e si accontenta di ballerine sculettanti - versione aggiornata di quella bisognosa di "panem et circenses" (Giovenale, Satire, X, 81).
Un secondo livello d’analisi cinematografica, tuttavia, non può non evidenziare le molte questioni aperte della società odierna, che emergono dalla trama del film: la crisi della famiglia (rappresentata dalla separazione del produttore dalla consorte); la presenza delle convivenze, anche omosessuali (Teresa sta con una donna ed ha un figlio: << non mi dite come, non lo voglio sapere ! >>, esplode Bonomo); una forte incidenza demografica degli stranieri (simboleggiati dal gelataio asiatico); ma anche il trapasso dalla I alla II Repubblica, in cui impresentabili "democristiani, fascisti e leghisti" sono riciclati dall’abilità berlusconiana, incapace tuttavia di creare una classe dirigente nuova e di risolvere (anzi innestandovisi a proprio vantaggio) il vuoto valoriale conseguente al tramonto delle cosiddette ideologie.
In questo senso le ricorrenti inquadrature delle costruzioni dei figlioletti di Bruno e Paola sono eloquente metafora di un paese ‘a pezzi’, in cui è arduo trovare l’elemento che serva da filo conduttore per una riedificazione morale e civile. In questo senso i magistrati che, tra virtualità e realtà, condannano il Presidente del consiglio sono, a seconda delle prospettive, eroi o sovversivi, nelle cui mani supplenti sono riposte le sorti politiche italiane. Per cui le fiamme finali, alle spalle del "caimano" (nell’auto blu, non si sa se in trionfo o in fuga), sono appiccate, più che al tribunale, alla democrazia. Vera vittima dell’uso interessato delle istituzioni.
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barmario
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domenica 27 dicembre 2009
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da dove vengono tutti quei soldi?
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"Da dove vengono tutti quei soldi?" Una domanda frequente nel film, che tanti di noi ci poniamo, e che dovrebbero porsi un pò tutti. Moretti tratta dell'ascesa politica ed economia di Berlusconi attraverso il racconto della vita di uno sfigato regista di film pulp, che ha tra le mani la sceneggiatura per un racconto sulla vita del Cavaliere, ma un pò per defezioni varie e soprattutto per problemi economici, riuscirà solo a girare l'ultima scena, sottoforma di cortometraggio.
Riesce a mettere in dubbio le basi delle fortune di Berlusconi senza affondi esagerati o pesanti docufilm.
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taniamarina
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mercoledì 7 ottobre 2009
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il caimano morde ancora..
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Film fin troppo pretenzioso per la tematica audace e per un sapore felliniano che, a mio avviso, era concesso soltanto al dimenticatissimo Fellini. Bravissimi gli attori e belli i dialoghi, anche se un po' confusi. La storia, di tanto in tanto, sembra non sapere dove andare a parare, ma nel complesso si può parlare di un'analisi italiana ben oculata, tralasciando i punti di vista schierati (a dir poco agghiaccianti) che possono o meno piacere. Le contraddizioni italiane appaiono chiare nel discorso di Moretti/Berlusconi, un'anticipazione lucida sul fatto che, dopotutto, sono gli italiani stessi a voler un rappresentante che fa ridere e deridere l'italiano stesso. A discapito di chi?... ai posteri l'ardua sentenza.
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Film fin troppo pretenzioso per la tematica audace e per un sapore felliniano che, a mio avviso, era concesso soltanto al dimenticatissimo Fellini. Bravissimi gli attori e belli i dialoghi, anche se un po' confusi. La storia, di tanto in tanto, sembra non sapere dove andare a parare, ma nel complesso si può parlare di un'analisi italiana ben oculata, tralasciando i punti di vista schierati (a dir poco agghiaccianti) che possono o meno piacere. Le contraddizioni italiane appaiono chiare nel discorso di Moretti/Berlusconi, un'anticipazione lucida sul fatto che, dopotutto, sono gli italiani stessi a voler un rappresentante che fa ridere e deridere l'italiano stesso. A discapito di chi?... ai posteri l'ardua sentenza... Straordinario Placido. Clicca Taniamarina su google
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kronos
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venerdì 21 agosto 2009
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moretti in tono minore
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Moretti si può amare/odiare con un atteggiamento acefalo da tifosi da stadio.
Oppure si può valutare per ciò che ha fatto, senza farsi influenzare da idee politiche o empatia personale.
Preferisco la seconda opzione e riconosco a Moretti due grandi films, molto lontani nel tempo, "Bianca" e "La messa è finita".
Buono, piacevole ma un tantino sopravvalutato è "Caro Diario", pieno di buone intenzioni ma sostanzialmente televisivo "La stanza del figlio".
Il resto della filmografia morettiana pesa poco, quantomeno per chi non sia tifoso e non nutra particolare interesse alle vicende politiche italiote.
"Il caimano" è, appunto, un film in tono minore: molto politico, molto polemico, molto provinciale, molto dispersivo, interpretato malamente da attoruncoli del calibro di S.
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Moretti si può amare/odiare con un atteggiamento acefalo da tifosi da stadio.
Oppure si può valutare per ciò che ha fatto, senza farsi influenzare da idee politiche o empatia personale.
Preferisco la seconda opzione e riconosco a Moretti due grandi films, molto lontani nel tempo, "Bianca" e "La messa è finita".
Buono, piacevole ma un tantino sopravvalutato è "Caro Diario", pieno di buone intenzioni ma sostanzialmente televisivo "La stanza del figlio".
Il resto della filmografia morettiana pesa poco, quantomeno per chi non sia tifoso e non nutra particolare interesse alle vicende politiche italiote.
"Il caimano" è, appunto, un film in tono minore: molto politico, molto polemico, molto provinciale, molto dispersivo, interpretato malamente da attoruncoli del calibro di S. Orlando e M. Buy.
Tra l'altro sarebbe bene spiegare a Moretti che nessun cittadino polacco si sognerebbe mai di guardare "dall'alto in basso" l'Italia e gli italiani. Chi conosce la Polonia sa che a quelle latitudini si mangia quello che da noi si butta.
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kobayashi
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sabato 28 giugno 2008
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l'italietta di berlusconi, oggi più che mai
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2006. Il caimano. Il film sull'Italia di Berlusconi. Produttore sull'orlo del fallimento ha bisogno di un lavoro per continuare a tenere in vita l'azienda. Il suo matrimonio è in pezzi, si sta separando. La sua azienda culturale, di cui nessuno sente il bisogno (tanto meno lo stato), vive grazie all'affitto di un tatro di posa per la realizzazione di pubblicità. Bruno Bonomo (Silvio Orlando) sta lavorando ad un film sul ritorno di Cristoforo Colombo dall'America, ma con pochi mezzi. E' così che viene mollato anche dal suo ultimo regista, Franco Caspio, che lo lascia nella disperazione. In una serata di commemorazione dei suoi vecchi successi di produzione (cataratte) incontra una giovane regista, Adele, che gli da una sceneggiatura da leggere.
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2006. Il caimano. Il film sull'Italia di Berlusconi. Produttore sull'orlo del fallimento ha bisogno di un lavoro per continuare a tenere in vita l'azienda. Il suo matrimonio è in pezzi, si sta separando. La sua azienda culturale, di cui nessuno sente il bisogno (tanto meno lo stato), vive grazie all'affitto di un tatro di posa per la realizzazione di pubblicità. Bruno Bonomo (Silvio Orlando) sta lavorando ad un film sul ritorno di Cristoforo Colombo dall'America, ma con pochi mezzi. E' così che viene mollato anche dal suo ultimo regista, Franco Caspio, che lo lascia nella disperazione. In una serata di commemorazione dei suoi vecchi successi di produzione (cataratte) incontra una giovane regista, Adele, che gli da una sceneggiatura da leggere. Il caimano. Bruno la sfoglia, ma non ne sa molto di Berlusconi (come molti italiani, occupati nel loro quotidiano) e non capisce di che si tratta. Pensa ad un film su un uomo d'affari del nord, che, con soldi di dubbia provenienza, costruisce un impero di cemento e di etere, ma non collega la carriera al personaggio Berlusconi. Per non perdere il finanziamento che la RAI aveva stabilito per il film con Caspio, quello su Colombo, porta in azienda Il caimano. Durante il tragitto, in macchina con la giovane regista, scopre da una rivelazione di lei a chi sia realmente ispirato il film. Perde la testa e tampona l'auto in colonna davanti a lui. Si infuria. Forse ha paura, l'impresa è troppo grossa per le sue spalle. E' comico e tragico, è tanto normale quanto inquietante questo riflusso di paure inconsce, è tipico di chi viene manovrato senza saperlo e teme il proprio aguzzino. Ma stiamo al film. La rai lo boccia. Bruno cerca un finanziatore straniero che sostenga la sua produzione, crede nel progetto, inizia, trova un'attore che poi lo molla (Pulici, Michele Placido), parla con un altro (Moretti) che però si dice più interessato alla commedia che al dramma. Perde il finanziatore straniero Jerzy (che " ... ama molto la nostra italietta) per l'abbandono di Pulici. Nel frattempo si separa, vende la casa coiniugale, con la moglie e ne ricava i soldi per girare almeno un giorno del caimano. L'unico che vale la pena di essere raccontato. La condanna. E' qui che entra in scena un Nanni Moretti inquietante, da pelle d'oca, dio solo sa quanto ho sudato in quella scena. Capelli corti e leccati, riga da parte, musica di sottofondo che è un trionfo di cupezza e perentorietà. L'auto blu corre per le vie di Milano, arriva al palazzo di Giustizia. C'è il processo. Il pubblico ministero, Ilda Bocassini, sta sulla destra dell'aula. Moretti_Berlusconi sulla sinistra. Il clima è teso. Il giudi legge la sentenza. Sette anni di galera. Moretti- Berlusconi ride sardonico, si sistema la giacca, guarda il p.m. dall'aria disperata con i folti capelli rossi spettinati e sorride. Esce dall'aula inseguito dai cronisti. Denuncia la tirannia e la partigianeria della magistratura, la frustrazione della sua libertà dovuta a motivi politici, aizza la folla davanti al Palazzo alla rivolta. Gli italiani sono con lui. Accendono le molotov e si scagliano contro i giudici. Moretti-Berlusconi rientra nell'auto blu. L'autista chiede se va tutto bene. Lui, sprezzante della politica e rivolto ai suoi partner di governo "... erano democristiani sperduti (l'udc), si flagellavano e io gli ho dato una casa.." e agli ex missini " ... erano fuori dai giochi,erano fascisti e io li ho sdoganati.. " (mi scuso per eventuali inesattezze nei dialoghi, guardate il senso) e poi ai comunisti " ... li ho battuti e voglioni farmi fuori ..". Pieno di se e con l'aria trionfante, ha ottenuto il suo scopo, ha screditato le istituzioni e ha tirato dalla sua parte i cittadini perchè lo sostenessero. E ha vinto. Si spegne la luce sul viso di un berlusconiano Moretti e sull'Intero film. L'italia di Berlusconi, cari miei, sono gli italiani stessi. Se uno ha il potere è perchè c'è chi lo vota. Unito al monito di piazza Navona ai tempi dei girotondi, che lanciò Moretti sulla scena politica " .... con questa classe dirigente vinceremo fra tre generazioni..." è uno spaccato di quello che c'è a livello partitico nella nostra Italia. Una destra saldamente egemone, il caimano alla Presidenza del Consiglio e, forse domani, a quella della Repubblica. Una sinistra fallita e implosa nel patetico progetto pseudosocialista e senza nessuna identità del Partito Democratico, una operazione elettorale e senza democrazia interna. Guardatelo il Caimano, ultima fatica impagnata del nostro Nanni Moretti, è una lucida eredità da mostrare anche ai nostri figli, per fargli sapere chi è Berlusconi, com'è l'Italia, ma anche chi siamo noi e cosa significa essere di sinistra oggi.
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mariadele
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giovedì 26 giugno 2008
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l'arte rinnova ipopoli e ne rivela la vita
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"L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita".Questa frase scritta sul frontone del teatro Massimo di Palermo,da sola sintetizza bene ilmio pensiero sul film di Moretti.Per uno strano gioco del destino l'ho rivisto ieri (dopo che il cofanetto Le nuvole faceva bella mostra di sè da Natale)e la prima risposta è stata il riso,ridevo da sola e ridevo di me stessa, paradossalmente non ricordavo che il film fosse così tagliato su Berlusconi,io ne avrei datouna letttura alla Bruno(Silvio Orlando)un film più ampio sul potere sul cambiamento....ma no da Berlucsconi non siscapppa come dice Teresa (Yasmine Trinca);un film di parte quindi fazioso e politicizzato che fa da cassa di risonanza alla peggiore propaganda antiberlusconiana.
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"L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita".Questa frase scritta sul frontone del teatro Massimo di Palermo,da sola sintetizza bene ilmio pensiero sul film di Moretti.Per uno strano gioco del destino l'ho rivisto ieri (dopo che il cofanetto Le nuvole faceva bella mostra di sè da Natale)e la prima risposta è stata il riso,ridevo da sola e ridevo di me stessa, paradossalmente non ricordavo che il film fosse così tagliato su Berlusconi,io ne avrei datouna letttura alla Bruno(Silvio Orlando)un film più ampio sul potere sul cambiamento....ma no da Berlucsconi non siscapppa come dice Teresa (Yasmine Trinca);un film di parte quindi fazioso e politicizzato che fa da cassa di risonanza alla peggiore propaganda antiberlusconiana.
No! è ingiusto stigmatizzare così ol bel fil di Moretti, perchè entrambe le chiavi di lettura sono vere, ed è proprio questa la forza del film offrire allo spettatore più spunti interpretativi e tutti validi.Il caimano è uno di quei film in cui il "regista parla sopra" le immmgini e lo fa senza appesantire il film,anzi nelle divergenze tra Bruno e Teresa è racchiusa una delle chiavi ironiche del film. Ma nel lungometraggio c'è dell'altro,,c'èil cinema che parla di se stesso,dellla im\possibilitàdi fare un cinema di impegno,di fare film che ci scrutino con occhi altri e diversi.Tra i diversi codici interpretavi,quello che sento piuù vicino,è quello legato al tema del cambiamento,alle risorse che noi riusciamo a mettere in atto per modifcare e\o modificarci.Il filmci fariflettere su come noi reagiamo ai cambiamenti ,sopratttutto se quesri ultimisono da noi subiti enon voluti.Il regista ci porta in maniera leggera e ironica a percorrere la strada del delirio , del sogno che in reltà non è tale,onon è più quello nostro,un sogno che a questo punto si confonde con la follia,l'alienazione ela sofferana:la nave che segue Bruno, sembra tanto la nave dei folli(altro tema caro a Moretti ricordiamo lastanza del figlio).Ma il risveglio da un delusione è un buco luminoso e rumoroso che ci porta a riprendere il contatto con noi stessi, con ciò che più intimamamente ci appartiene e a lasciare andare il superfluo e a ricominciare con nuova linfa il sogno che in questo momento è veramente possibile.Perchè tutti noi possiamo essere "Il Caimano" e la terribili scena finale, con il volto di Moretti in dissolvenza ce lo ricorda, lo possiamo essere quando con la nostra testardaggine e pervicacia riusciamo a stravolgere l'ordine naturale delle cose per piegarlo ai nostru voleri, e alloro solo allora, come il Regista,ci indica facendo appparire il totolo del Film, è allora solo allora che il Caimano si reifica si materilizza in un inqiuetante sfondo apocalittico: é con l'esplicitarasi degli accadimenti che il destino si manifesta, si definisce e permette di dare un nime alle cose.
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lore
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giovedì 22 maggio 2008
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ok
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nanni moretti é sempre buoníssimo.
sono nata in Italia, pero sempre ho vissuto im Brasile.
Moretti mi parla dela nuova Italia com sutile e inteligente visione.
scusi le sbaglio nella scrita.
Loredana
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vincenzo
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sabato 10 maggio 2008
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un film fazioso e puntuale
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Un film fatto uscire alla vigilia delle elezioni politiche dell'aprile 2006 con un obiettivo preciso: fare propaganda.
Le battute recitate dai conosciuti protagonisti (di fede dichiarata): "queste cose le sanno tutti", "i giovani aspettano questo film" etc etc...non lasciano alcun dubbio.
Dispiace che Moretti si ostini a fare politica utilizzando il suo talento in modo ingannevole e fazioso.
Davvero deludente e spiacevole soprattutto per chi ha firmato un'opera di primo livello come "La stanza del figlio".
2 stelle, comunque, di stima.
[+] fazioso?
(di andrea)
[ - ] fazioso?
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lasilvia
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lunedì 24 marzo 2008
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film con un fine chiaro...
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mi aspettavo di meglio da nanni moretti però tutto sommato è apprezzabile credo principalmente per il cast dove la buy secondo me rimane sempre la miglior attrice italiana odierna e un buon silvio orlando, e poi perche' secondo me è giusto far conoscere davvero tutto cio' che la politica puo' fare: un politico del potere di berlusconi è diciamo considerato come un dio dal momento che è al governo; beh qst film è palesemente di sinistra e a esser preso di mira è il "povero" slvio ma in generale è lo schifo che ce dietro a coloro che detengono il potere...
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(di dany)
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