francy
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martedì 27 marzo 2007
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complimenti moretti!
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il caimano è molto originale e ben fatto ed era ora che qualcuno dicesse certe cose attraverso il cinema
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francesca
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sabato 24 febbraio 2007
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nulla a che vedere col moretti migliore
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Mi dispiace dissentire dalla maggioranza ma chi ha amato il Moretti di "Ecce Bombo", "La Messa è finita", "Palombella Rossa" e "Caro diario" non può che rimanere perplesso di fronte a questo film melenso e didascalico, fatto per accontentare i benpensanti sinistra ma non il suo "vecchio" e affezionato pubblico.
Il personaggio di Teresa è troppo perfetto per essere vero; bella, brava, idealista, lesbica (in un superfluo omaggio alla "politically correctness") si chiede dove Berlusconi abbia trovato i soldi per costruire Milano 2 (domanda che io ho sentito porsi solo a persone oltre i 50, ma forse non vengo da un ambiente particolarmente intellettuale). Anche per questo motivo sente un'"insopprimibile esigenza" di fare un film su di lui, e alla fine la cosa le riesce, per la gioia di tutti noi, ma a questo punto anche "Il Caimano" è finito.
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Mi dispiace dissentire dalla maggioranza ma chi ha amato il Moretti di "Ecce Bombo", "La Messa è finita", "Palombella Rossa" e "Caro diario" non può che rimanere perplesso di fronte a questo film melenso e didascalico, fatto per accontentare i benpensanti sinistra ma non il suo "vecchio" e affezionato pubblico.
Il personaggio di Teresa è troppo perfetto per essere vero; bella, brava, idealista, lesbica (in un superfluo omaggio alla "politically correctness") si chiede dove Berlusconi abbia trovato i soldi per costruire Milano 2 (domanda che io ho sentito porsi solo a persone oltre i 50, ma forse non vengo da un ambiente particolarmente intellettuale). Anche per questo motivo sente un'"insopprimibile esigenza" di fare un film su di lui, e alla fine la cosa le riesce, per la gioia di tutti noi, ma a questo punto anche "Il Caimano" è finito.
A Teresa sono affidate le frasi che dovrebbero far pensare, del tipo "L'Italia degli ultimi 30 anni è Berlusconi"(un pò riduttivo??), e tutti gli adulti presenti nel film non sono ansiosi altro che di farsi coinvolgere dal suo entusiasmo e "catechizzare"(beata lei!! Mio padre non fa altro che ripetermi di aver fatto e detto le stesse cose che faccio e dico io adesso, però 30 anni fa!).
Salvo soltanto la scena iniziale con Virzì-prete maoista, quella sì è degna del Moretti che ho imparato ad amare ed apprezzare: graffiante, satirico, introspettivo, capace di gettare una luce originale ed imprevedibile sulla realtà, ma fa riflettere che l'unico momento a mio avviso "riuscito" si riferisca a una situazione tipica degli anni '70.
Moretti, ingiustamente snobbato nel suo periodo di massima creatività, in questi 12 anni è stato elevato a "maestro di pensiero" e non ha fatto altro che ricevere premi,(alcuni meritati, altri meno)perdendo secondo me ogni contatto con il mondo reale di cui prima era un freddo e spietato analista. Consoliamoci: tutto sommato ha fatto bei film per 20 anni. Non sono pochi.
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jezebel spirit
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venerdì 5 gennaio 2007
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non il solito film "politico" morettiano
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Nanni Moretti con questo film sembra esser tornato al suo genere originale:Il film "Politico" visto dal suo punto di critica.
Nel precedente "La Stanza del Figlio" che molti hanno bistrattato per questo distacco Moretti sviluppò il tema del dramma privato e si allontanò da questo genere di cose.
Notevole la stesura e la presa di posizione che fa sul "cinema di genere" in cui cita pure Tarantino che poco tempo fa ha detto che i vari film di genere italiani vanno in un certo senso "rivalutati".
Magari chi va a vederlo pensa sia il solito film denuncia su Berlusconi fatto da un Comunista e adatto ai Comunisti ma se si riesce a guardarlo di più con l'occhio critico morettiano e non con l'occhio politico ci si accorgerà che il film è molto più interessante di quello che sembra.
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Nanni Moretti con questo film sembra esser tornato al suo genere originale:Il film "Politico" visto dal suo punto di critica.
Nel precedente "La Stanza del Figlio" che molti hanno bistrattato per questo distacco Moretti sviluppò il tema del dramma privato e si allontanò da questo genere di cose.
Notevole la stesura e la presa di posizione che fa sul "cinema di genere" in cui cita pure Tarantino che poco tempo fa ha detto che i vari film di genere italiani vanno in un certo senso "rivalutati".
Magari chi va a vederlo pensa sia il solito film denuncia su Berlusconi fatto da un Comunista e adatto ai Comunisti ma se si riesce a guardarlo di più con l'occhio critico morettiano e non con l'occhio politico ci si accorgerà che il film è molto più interessante di quello che sembra.
Voto:7/10
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camilla
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lunedì 20 novembre 2006
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il caimano: sintesi di un moretti mancato
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L’ultima fatica artistica di Nanni Moretti viene alla luce dopo cinque anni di assenza dagli schermi del “sempiternopoliticamenteimpegnato” regista e, si presenta con un cast di grande spessore professionale: Silvio Orlando nei panni dell’agrodolce e malinconico protagonista, Jasmine Trinca, inquieta esordiente della macchina da presa, Margherita Buy nel ruolo di madre insicura, Michele Placido, mancato Berlusconi, Giuliano Montaldo, regista non più giovane, in attesa di realizzare il film in grado di ricordarlo ai posteri ; Anna Bonaiuto, nelle vesti del Pm Ilda Boccassini, Valerio Mastandrea, in divisa da finanziere.
Bellissimo, fantasioso, surreale, e perché no, anche molto pulp, (colori sgargianti, volti accesi, costumi ridotti su straripanti carni nella scena in cucina) il film nel film- Cataratte- che annovera tra l’altro le amichevoli comparsate dei registi Paolo Virzì, Paolo Sorrentino e Carlo Mazzacurati.
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L’ultima fatica artistica di Nanni Moretti viene alla luce dopo cinque anni di assenza dagli schermi del “sempiternopoliticamenteimpegnato” regista e, si presenta con un cast di grande spessore professionale: Silvio Orlando nei panni dell’agrodolce e malinconico protagonista, Jasmine Trinca, inquieta esordiente della macchina da presa, Margherita Buy nel ruolo di madre insicura, Michele Placido, mancato Berlusconi, Giuliano Montaldo, regista non più giovane, in attesa di realizzare il film in grado di ricordarlo ai posteri ; Anna Bonaiuto, nelle vesti del Pm Ilda Boccassini, Valerio Mastandrea, in divisa da finanziere.
Bellissimo, fantasioso, surreale, e perché no, anche molto pulp, (colori sgargianti, volti accesi, costumi ridotti su straripanti carni nella scena in cucina) il film nel film- Cataratte- che annovera tra l’altro le amichevoli comparsate dei registi Paolo Virzì, Paolo Sorrentino e Carlo Mazzacurati.
Nonostante le ottime premesse dell’opera, che tra l’altro ha fatto razzie di premi (ben sei David di Donatello), si avverte però un certo disagio nella visione della pellicola, mancante di quel collante necessario a dare unitarietà al tutto, e che sembra riprendere tono solamente nei venti minuti finali.
Bruno (Silvio Orlando) è un regista in pausa di creatività, più angosciato dai propri insuccessi affettivi, che dalla propria crisi artistica; ed è proprio durante questo intervallo forzato che incontra Teresa (Jasmine Trinca), il cui ambizioso intento è di esordire alla regia con un film sulla vita politica e giudiziaria di Silvio Berlusconi. Ma l’impresa non è facile e il progetto è perennemente in bilico, proprio come la vita di Bruno.
Gli spunti di riflessione sono presenti continuamente: li ritroviamo nel paternalistico rimprovero del produttore dell’est a noi italiani di vivere ipnotizzati (da dodici anni!!) dalle vicende personali di un singolo individuo, (non uno qualunque, il nostro Presidente del consiglio); nonché nella nevrotica ricerca del pezzettino di lego piatto da parte del figlio di Bruno, il cui malessere è evocativo del disagio collettivo di un paese mortificato, disorientato, imbarazzato, (memorabile nel film come nella realtà la vergognosa esternazione, volutamente offensiva, al tedesco Schultz, apostrofato come “capot”), dall’ingombrante ego di un impacciato tiranno.
Ma il nostro nuovo Napoleone, (così ama definirsi) -e questo non può essere dimenticato, al fine di espiare per intero le nostre colpe- è un dittatore “eletto dal popolo in maniera libera”, come lui stesso (Moretti- Berlusconi) ci ricorda con voce tuonante, mentre uscendo dall’aula di udienza che lo vede imputato, volge le spalle alla telecamera, ai giudici, all’Italia.
Eppure, nonostante dunque le pregevoli premesse, Moretti, con linguaggio meno incisivo del solito, si lascia sfuggire il filo conduttore della narrazione, divagando, perdendosi nei problemi personali di Teresa, di Bruno, scavando nella meschinità e nelle perversioni sessuali di Pietro- Placido, ricordando a noi comuni mortali le difficoltà delle relazioni con le banche, evocando in più parti la fragilità dei legami sentimentali, le delusioni per le amicizie tradite…cadendo talvolta addirittura di stile (nel riferimento al regista Dino Risi:chi non ricorda il commento dell’anziano maestro all’opera “la stanza del figlio?!).
In questo zibaldone di situazioni non può sfuggire allo spettatore più fedele come Moretti si sia allontanato, e di molto, forse troppo, dalle atmosfere a cui ci ha abituato in passato, (Aprile) dense di monologhi sagaci e invettive pungenti, e che nel Caimano si affacciano solo nel delirante monologo finale, unico momento in grado di restituire capacità espressiva e spessore all’intera pellicola (affascinante, ma fin troppo fantasiosa, l’idea della condanna di Berlusconi presentata nel processo), che però in troppi punti non convince, non coinvolge, avvalorando sempre più l’impressione che questo film, tanto a lungo atteso, venuto fuori in acceso clima preelettorale, si presenti più che altro come un’opera mancata, immatura, deludente ed incapace di venire incontro sia alle pretenziose aspettative di quanti speravano di trovarsi di fronte alla concretizzazione artistica delle ambizioni politiche dell’amato autore, sia ingannando coloro i quali desideravano vedere rappresentato da altri il malcontento proprio.
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andrea testa
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venerdì 17 novembre 2006
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delusione infinita
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L'ho guardato nonostante i miei pregiudizi su Moretti (che mi fa dormire in ogni salsa). 6 David di Donatello. 9 Ciak d'Oro.. mi piacerebbe conoscere le giurie di questi premi..Il film è a parer mio vergognoso. Non racconta nulla di nuovo su Berlusconi, anzi nulla di nulla su nulla. La storia d'amore promessa è banale. Un omaggio al cinema non lo è (anzi mi sembra un tentativo di prendere per i fondelli il genere in cui Tarantino è maestro). Ho letto il commento di Natalia Aspesi (la repubblica): è certamente il film più maturo di Moretti...con attori mai così bravi.." Cerchiamo di essere seri.. La Buy ha recitato in grandi film..come Le Fate Ignoranti.. ma stiamo scherzando? Delusione profonda.
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L'ho guardato nonostante i miei pregiudizi su Moretti (che mi fa dormire in ogni salsa). 6 David di Donatello. 9 Ciak d'Oro.. mi piacerebbe conoscere le giurie di questi premi..Il film è a parer mio vergognoso. Non racconta nulla di nuovo su Berlusconi, anzi nulla di nulla su nulla. La storia d'amore promessa è banale. Un omaggio al cinema non lo è (anzi mi sembra un tentativo di prendere per i fondelli il genere in cui Tarantino è maestro). Ho letto il commento di Natalia Aspesi (la repubblica): è certamente il film più maturo di Moretti...con attori mai così bravi.." Cerchiamo di essere seri.. La Buy ha recitato in grandi film..come Le Fate Ignoranti.. ma stiamo scherzando? Delusione profonda. Un film che può essere solo interpretato perchè davvero non dice niente. Che delusione.. Voto -2
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raptus
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martedì 14 novembre 2006
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e adesso? chi lo fa su prodi?
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Hai voglia Moretti a far vedere le scene in cui il Berlusca insultò Martin Schulz dandogli del kapò facendo vedere la telespettatrice media che agita la manina come a dire: "che cos'ho mai fatto??? L'ho votato???". Hai voglia a continuare, come il convitato di pietra, a ribadire la domanda: "quei soldi da dove vengono?". Sbizzarrisciti pure a rappresentare uno stato orwelliano inquadrando gli esterni delle case degli italiani che vengono martellati dalle parole di Berlusconi. Adesso però fammi anche un bel film su Prodi. Forse in quel caso davvero non troveresti attori disposti a realizzarlo. Perché non parliamo di Telecom, dei soldi dati dall'Unione Sovietica per molto più di trent'anni al PCI? Chi potrebbe interpretare Prodi, o qualsiasi altro membro dell'attuale governo? Claudio Amendola? Bisio? Silvio Orlando? Accorsi? Scamarcio? Muccino? Villaggio? Benigni? Potrei andare avanti per chilometri con l'elenco, ma forse ti servirebbero attori di destra (nel caso puoi sempre chiedere un prestito a qualche paese libero).
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Hai voglia Moretti a far vedere le scene in cui il Berlusca insultò Martin Schulz dandogli del kapò facendo vedere la telespettatrice media che agita la manina come a dire: "che cos'ho mai fatto??? L'ho votato???". Hai voglia a continuare, come il convitato di pietra, a ribadire la domanda: "quei soldi da dove vengono?". Sbizzarrisciti pure a rappresentare uno stato orwelliano inquadrando gli esterni delle case degli italiani che vengono martellati dalle parole di Berlusconi. Adesso però fammi anche un bel film su Prodi. Forse in quel caso davvero non troveresti attori disposti a realizzarlo. Perché non parliamo di Telecom, dei soldi dati dall'Unione Sovietica per molto più di trent'anni al PCI? Chi potrebbe interpretare Prodi, o qualsiasi altro membro dell'attuale governo? Claudio Amendola? Bisio? Silvio Orlando? Accorsi? Scamarcio? Muccino? Villaggio? Benigni? Potrei andare avanti per chilometri con l'elenco, ma forse ti servirebbero attori di destra (nel caso puoi sempre chiedere un prestito a qualche paese libero). Per non parlare delle gaffe. Se Berlusconi ne faceva (e ne faceva tante), questo Presidente del Consiglio ne ha quadruplicato la quantità in pochi mesi. Soprattutto complimenti per la tua acuta capacità profetica: è proprio scoppiata la guerra civile! In realtà, e per fortuna, questo governucolo si sta friggendo da solo. Senza la necessità che a smontarlo siano registi o comici, giornali o fumetti. Sta implodendo e sta DAVVERO portando l'Italia alla rovina, sia economica sia d'immagine. Ma nessuno spreca un solo rullino per sbeffeggiarlo. L'importante è parlar male del CATTIVONE BERLUSCONI, eh? Tu, che hai sempre snobbato i luoghi comuni della tua gente, ci sei cascato con tutte le scarpe. Ho sempre ammirato tutti i tuoi film. Mi hanno commosso, fatto riflettere, fatto ragionare e, soprattutto, mi hanno educato a fuggire con orrore le ovvietà. Ma questo, quest'ultimo film no. Roba come "l'Italia negli ultimi trent'anni è Berlusconi", "è sceso in politica per non andare in galera" sono frasi che si adattano più a una combricola di bocciofili incalliti che ad un ottento osservatore della realtà come te. Saranno forse i girotondi che ti han fatto male alla testa, quelle brutte escrescenze che ti sono spuntate sulla punta del naso a non areare più il tuo splendido cervello... non lo so. Spero solo che, come ogni tanto appare anche in questo film, tu ti sia reso veramente conto di quanto la paura di Berlusconi sia divenuta solo una ridicola ossessione e basta. Di salvabile c'è soltanto la tua bella regia e la perfetta resa degli stati d'animo dei tuoi protagonisti. Il resto, soprattutto da parte del Berlusca, è silenzio.
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massimo
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venerdì 20 ottobre 2006
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moretti fallisce
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Film scadente, in cui Moretti non ne azzecca una. La storia "parallela", quella di Bruno Bonomi e sua moglie (qualcuno mi sa dire perchè si separano? Vanno d'amore e d'accordo per tutto il film), è noiosissima e banale. Le scene coi due bambini sono patetiche e a volte addirittura irritanti oltre che melense. Il personaggio di Silvio Orlando è uno schizofrenico paranoico, che esce (completamente) di testa solo perchè ha visto la moglie che parla tranquillamente con un tizio al tavolino di un bar. Francamente eccessivo.
La storia del film sul presunto Berlusconi è quanto di più assurdo si possa immaginare, e a dirlo è un anti-berlusconiano convinto come mi ritengo. Le assurdità partono dall'aspetto formale e non risparmiano quello dei contenuti.
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Film scadente, in cui Moretti non ne azzecca una. La storia "parallela", quella di Bruno Bonomi e sua moglie (qualcuno mi sa dire perchè si separano? Vanno d'amore e d'accordo per tutto il film), è noiosissima e banale. Le scene coi due bambini sono patetiche e a volte addirittura irritanti oltre che melense. Il personaggio di Silvio Orlando è uno schizofrenico paranoico, che esce (completamente) di testa solo perchè ha visto la moglie che parla tranquillamente con un tizio al tavolino di un bar. Francamente eccessivo.
La storia del film sul presunto Berlusconi è quanto di più assurdo si possa immaginare, e a dirlo è un anti-berlusconiano convinto come mi ritengo. Le assurdità partono dall'aspetto formale e non risparmiano quello dei contenuti. Anzitutto, non esiste proprio che una ragazzina esordiente che fino a quel momento ha girato appena due cortometraggi di 10 minuti trovi qualcuno che le faccia girare un lungometraggio addirittura su Berlusconi. (per non parlare della scena patetica di Teresa con la sua convivente e la figlia nel passeggino al pranzo di campagna, in cui non si capisce l'isterismo di Teresa: va bene Moretti inscena sempre personaggi nevrotici o con isterismi vari, però c'è un limtie di verosimiglianza che non andrebbe oltrepassato). Inoltre da un intellettuale di sinistra che si spaccia per innovativo e originale, mi sarei aspettato un'analisi del fenomeno-Berlusca molto più approfondita e sottile. Invece si limita a ripetere luoghi comuni, chiacchiere da bar e informazioni che sanno praticamente tutti. Proprio Moretti che critica tanto l'immobilismo culturale (e intellettuale) della sinistra italiana, se ne esce con queste banalità, legittimando in questo modo l'arretratezza culturale che critica nella sinistra stessa. Ma la cosa più inaccettabile è che lo stesso Moretti nel film afferma che non ha senso fare un film su Berlusconi, che tutti sanno già tutto: meta-linguisticamente, condanna in partenza la sua stessa (fallita) operazione elettorale.
L'unica parte interessante del film è la prima, laddove le scene dei film trash di cui Bonomi era stato produttore in passato si ricollegano idealmente al fatto che il cinema italiano sia in crisi, che non possa far altro che dedicarsi a soggetti-spazzatura: ecco perchè ora si occupa di Berlusconi.
Il finale è poi è totalmente insensato, e di nuovo, sia formalmente sia sul piano dei contenuti. Formalmente: non ci sono i soldi per fare il film, e allora si getta quei pochi che si hanno girando un'unica scena? Surreale. Sui contenuti: il faccia a faccia tra Berlusca e la pm dopo la lettura della sentenza è francamente di una retorica esagerata (e quello che dovrebbe essere uno sguardo carico di odio e di sfida nasconde la malcelata voglia di ridere dei due interpreti). La presunta rivolta finale dei cittadini è girata malissimo, il giudice che sembra inciampare sulla scalinata del tribunale è goffissimo, per non parlare del fatto che fuori da quel tribunale, se davvero Moretti voleva inscenare una rivolta, ci andavano molte più comparse.
In conclusione, un film sconsigliato a tutti e di una noia mortale. Chi dà 1 o 5 stelle non ha capito che questo non è un film politico contro Berlusconi - la critica politica alla fine non c'è per niente, e il film è fatto talmente male che certamente ha ottenuto l'effetto opposto alle elezioni: non ha cambiato il parere di chi già voleva votare Berlusconi, anzi ha fatto venire dei dubbi all'elettorato moderato di sinistra.
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davide
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sabato 30 settembre 2006
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grazie a p. villaggio
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Una delusione totale. Lo spettacolo barcolla tra grottesco, commedia all'italiana, denuncia sociale e (incredibili) crisi esistenziali.
I protagonisti (tutti mediamente bravi) sono chiamati ad interpretare macchiette non godibili in una vicenda giocata su più piani senza costrutto.
Neppure l'invettiva trova credibile spazio in un'opera il cui valore è inversamente proporzionale alla quantità di disquisizioni critiche fatte alla sua uscita.
Alla fine del film rimane, oltre alla visione sgradevole del regista-attore, la domanda "ma che senso ha tutto questo?"
Insomma vale riprendere l'abusato (ma efficace) giudizio di Villaggio "una boiata pazzesca"
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piernelweb
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venerdì 29 settembre 2006
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noi caimani
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Nel film non va cercata la notifica delle proprie convinzioni ma piuttosto gli elementi per metterle in discussione"..."I film di Moretti non sono invettive isteriche...Moretti non ci porta mai troppo puntualmente verso qualcosa di definito e definitivo. Ci obbliga a domande... e in questo, quindi, il film è un film politico." Ottimi Orlando e la Buy, grande Nanni!
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uno qualunque
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giovedì 14 settembre 2006
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perché il cinema italiano è in crisi?
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Dimentichiamoci per un attimo chi siano Moretti e Berlusconi. Questo film è semplicemente patetico, noioso e sconclusionato. Sembra essere stato realizzato dall'ultimo dei dilettanti. E poi ci si chiede perché il pubblico preferisca le produzioni straniere... Vergogna!
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