lorenzo
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martedì 28 marzo 2006
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sorprendente....
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....strano, ma mi sono veramente sorpreso...un film insomma che non ci si aspetta. In sostanza parla della vita del cavaliere attraverso una giovane regista che vuole trasportarla sul grande schermo attraverso il cinema. Bello, molto e per niente polemico, illustra fatti noti e dà spunti interessanti per riflessioni sull'italia e su chi la gestisce (e come). Nonostante Moretti sia stato promotore di girotondi e cose varie, in questo film la polemica sembra non essere di casa, non appesantendo il film, ma rendendolo piacevole e spensierato pur parlando di temi caldi di politica e truffaldineria. Assolutamente da vedere e da non perdere.
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angela
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martedì 28 marzo 2006
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orrendo
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orrenda la parte su berlusconi...tristissima e banale la restante che fa da inutile colllante
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(di holly)
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raf
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martedì 28 marzo 2006
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la recensione di tullio kezich
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leggetevi la recensione di tullio kezich del corriere della sera...perfetta!!
ho trovato il film piacevole, divertente....."leggero" nonostante l'importanza delle tematiche (la situazione politica del nostro paese, la crisi del matrimonio tra silvio orlando e margherita buy).....con un finale oscuro, pessimista..."morettiano"...non sarà il miglior moretti però direi che è un film da vedere.......p.s. grande il personaggio di michele placido
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shadgie
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martedì 28 marzo 2006
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il caimano che tutto inghiotte
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è un film che scuote, e per alcuni istanti balena forte il sospetto di grande bluff. ma poi ci si pensa, ci si ripensa e si scopre un quasi capolavoro (ho delle riserve sulla parte del "privato"). mescolanza abile di citazioni (alcune meravigliose: il vitale, crudele e speranzoso cinema di myiazaki) e di pezzi che dichiarano di non voler incastrarsi tra loro. i molteplici film facili da individuare cozzano tra di loro, e nel farlo, nel non amalgamarsi sprigionano un'inusuale energia. la politicità è una traccia evidente che non può non mostrare la sua labilità. "il caimano" ha divorato tutto o quasi, le individualità umane emergono con fatica e con rare tracce i di splendore rastrellato. la regista dice qualcosa di fondamentale: vuole fare un film sull'italia di berlusconi perchè, in fondo, è un film che parla di lei.
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è un film che scuote, e per alcuni istanti balena forte il sospetto di grande bluff. ma poi ci si pensa, ci si ripensa e si scopre un quasi capolavoro (ho delle riserve sulla parte del "privato"). mescolanza abile di citazioni (alcune meravigliose: il vitale, crudele e speranzoso cinema di myiazaki) e di pezzi che dichiarano di non voler incastrarsi tra loro. i molteplici film facili da individuare cozzano tra di loro, e nel farlo, nel non amalgamarsi sprigionano un'inusuale energia. la politicità è una traccia evidente che non può non mostrare la sua labilità. "il caimano" ha divorato tutto o quasi, le individualità umane emergono con fatica e con rare tracce i di splendore rastrellato. la regista dice qualcosa di fondamentale: vuole fare un film sull'italia di berlusconi perchè, in fondo, è un film che parla di lei. tutto è politica, la carne stessa. ma il film non si può fare. non veramente. non completamente, non ora. concordo con ghezzi: è un film negativo. è un film sincero. e trovo quasta sincerità estremamente deprimente, dunque inebriante per paradosso. e per nulla anti-cinema. il cinema del sogno è finito, e Nanni lo sa. superficialotto l'accostamento a muccino da parte del comunque sempre grande ghezzi, da cui stavolta dissento
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angelo
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martedì 28 marzo 2006
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lunga vita a nanni
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Caro Farinotti (MA COME FAI A DARE IL NOME AD UN DIZIONARIO DI CINEMA!!), le tue recensioni non cessano di stupirmi. Se eliminiamo i blocchi con il Presidente non è più lo stesso film! E' proprio la commistione tra pubblico e privato a rendere unico lo stile del nostro Nanni nazionale, l'unico regista italiano in grado (o con il coraggio) di raccontare la nostra Italia contemporanea, la Storia che tutti viviamo giorno per giorno. A differenza di un Woody Allen (che peraltro adoro), Moretti non si limita a raccontare sé stesso usando la m.d.p. a mo di specchio, né cade nella ripetitività spesso riscontrabile nelle tematiche care al cineasta americano. Il nostro va ben oltre, inserendo sullo sfondo delle vicende private lo scenario politico-sociale del paese ed instaurando tra i due mondi un magistrale montaggio parallelo.
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Caro Farinotti (MA COME FAI A DARE IL NOME AD UN DIZIONARIO DI CINEMA!!), le tue recensioni non cessano di stupirmi. Se eliminiamo i blocchi con il Presidente non è più lo stesso film! E' proprio la commistione tra pubblico e privato a rendere unico lo stile del nostro Nanni nazionale, l'unico regista italiano in grado (o con il coraggio) di raccontare la nostra Italia contemporanea, la Storia che tutti viviamo giorno per giorno. A differenza di un Woody Allen (che peraltro adoro), Moretti non si limita a raccontare sé stesso usando la m.d.p. a mo di specchio, né cade nella ripetitività spesso riscontrabile nelle tematiche care al cineasta americano. Il nostro va ben oltre, inserendo sullo sfondo delle vicende private lo scenario politico-sociale del paese ed instaurando tra i due mondi un magistrale montaggio parallelo. Grazie a questa tecnica narrativa vengono messi in luce i contatti tra le due sfere, quella pubblica e quella privata: cos'è infatti la Storia, se non la risultante di milioni di piccole storie private sconosciute ma importantissime? Specularmente, il clima sociale e politico di una nazione, per quanto possa sembrarci estraneo, influisce eccome sulle nostre vite private. Film politico? Certamente, ma nel senso alto del termine: la propaganda elettorale non trova posto in nessuna opera d'arte, e questa non fa eccezione. Tra i tanti temi analizzati nell'opera (dalla crisi di identità del cinema alla cecità dei critici, dalle ansie dei figli a quelle dei genitori illusi di poter dispensare serenità, dalla rassegnazione di un popolo alle manie "donchisciottesche" dei giovani, etc.), mi piace evidenziare la metamorfosi filmica del "Caimano" Berlusca: in un primo momento macchietta, calibrata sul desiderio di coloro che amano deriderlo ("A cosa serve un film su B.: perché quelli di sinistra possano sentirsi dire le cose che tanto gli piacciono...?"); poi oggetto di indagini documentaristiche (stavolta è lui stesso, e non più Elio De Capitani, a "recitare" il ruolo comico); successivamente incarnato dal "divo" Placido che intende immortalarlo come Orson Welles con R. Herstz; infine, e questa è la sorpresa più choccante del film, impersonato dallo stesso Moretti, che dà volto (con una interpretazione sontuosa) al predatore lucido e calcolatore nella sua pura essenza il quale, spogliatosi della oramai inutile maschera da barzellettiere, ha solo da azzanare la preda che con tanta cura è riuscito ad addomesticare.
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alessandro.pesce
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martedì 28 marzo 2006
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moretti nell'italietta
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C’è un‘immagine ricorrente nel film di Moretti ed è quella di un’enorme gruppo di pezzettini di lego sparsi sul pavimento, come i frammenti -di difficile ricomposizione della vita del protagonista Bruno, la cui famiglia si sta disgregando e la cui carriera è ferma da troppi anni.
Ma possono anche essere i pezzi di un’ Italietta disastrata, per colpa non esattamente di Berlusconi ma del berlusconismo o anche i frammenti di un’arte e di un’industria , quella cinematografica , che stentano a rappresentare con la forza di un tempo la realtà in cui viviamo.
Tutte le opere complesse e questo è , a mio avviso, tra i film di Moretti , il piu’ complesso e il più completo, hanno possibilità di letture a più strati, proprio come le buone torte di cui Nanni va matto e quindi : largo all’immaginazione e ognuno scelga la sua fetta .
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C’è un‘immagine ricorrente nel film di Moretti ed è quella di un’enorme gruppo di pezzettini di lego sparsi sul pavimento, come i frammenti -di difficile ricomposizione della vita del protagonista Bruno, la cui famiglia si sta disgregando e la cui carriera è ferma da troppi anni.
Ma possono anche essere i pezzi di un’ Italietta disastrata, per colpa non esattamente di Berlusconi ma del berlusconismo o anche i frammenti di un’arte e di un’industria , quella cinematografica , che stentano a rappresentare con la forza di un tempo la realtà in cui viviamo.
Tutte le opere complesse e questo è , a mio avviso, tra i film di Moretti , il piu’ complesso e il più completo, hanno possibilità di letture a più strati, proprio come le buone torte di cui Nanni va matto e quindi : largo all’immaginazione e ognuno scelga la sua fetta ..........
...Mi è piaciuto molto il fatto che il regista abbia stavolta assecondato ancora più del solito la sua mano visionaria, alcune sequenze sono decisamente belle e forti: la corsa di Bruno verso casa con conseguente distruzione del maglione, la nave di Colombo in strada, la scena del concerto,la nuotata col produttore polacco,la ruspa, i fuochi finali, per non parlare dei pezzi dei film di serie B con relativi fantasiosissimi titoli.
L'ultima parte in cui lo stesso Nanni Moretti, senza trucchi, incarna il ruolo del Caimano dopo un’ immaginaria condanna( regalandogli severamente una dignità di eroe negativo scespiriano.)è molto emozionante , una chiosa nera e impressionante su un mondo imbarbarito e meschino.
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rosi
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martedì 28 marzo 2006
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grazie moretti
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Finalmente ! E' vero che chi non sà è solo chi non vuol sapere ma dopo il film nessuno più avrà l'alibi della "non conoscenza dei fatti". Ho apprezzato la correttezza nel raccontare i lati "oscuri" e negativi riproponendo stralci di repertorio quindi inoppugnabili. Complimenti a tutto il cast e ovviamente a Moretti che con la sua flemma e la sua sottile ironia ci ha ricordato ma purtroppo non svelato (sarebbe impossibile) gli inizi oscuri dell'uomo che avrebbe dovuto migliorare l'Italia. L'intento in parte è riuscito , è migliorata la vita di un ristretto gruppo di italiani ma gli altri che tralatro sono la maggioranza !? Forse se fosse uscito in un altro periodo (non elettorale intendo), avremmo potuto sapere di più.
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Finalmente ! E' vero che chi non sà è solo chi non vuol sapere ma dopo il film nessuno più avrà l'alibi della "non conoscenza dei fatti". Ho apprezzato la correttezza nel raccontare i lati "oscuri" e negativi riproponendo stralci di repertorio quindi inoppugnabili. Complimenti a tutto il cast e ovviamente a Moretti che con la sua flemma e la sua sottile ironia ci ha ricordato ma purtroppo non svelato (sarebbe impossibile) gli inizi oscuri dell'uomo che avrebbe dovuto migliorare l'Italia. L'intento in parte è riuscito , è migliorata la vita di un ristretto gruppo di italiani ma gli altri che tralatro sono la maggioranza !? Forse se fosse uscito in un altro periodo (non elettorale intendo), avremmo potuto sapere di più....ma riusciremo a saperne mai abbastanza e sopratutto la verità ? MEDITATE !
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berengario
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lunedì 27 marzo 2006
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assente dai cinama del caimano
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Se il film è cosi scontato e poco graffiante nella sua parte politica , una domanda mi viene : come mai , a quanto ho potuto constatare , questo film non viene proiettato nelle sale del vero e "liberale" caimano?
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(di lauviah)
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[+] lauviah , saresti un ottimo forzitaliota
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valyeron
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lunedì 27 marzo 2006
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un appunto
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Il film è difficile e da digerire . Scavano tracce nella memoria momenti di alto impatto come l'occhiata alla Boccassini ; il ritmo che si inceppa in continuazione , l'atrmosfera greve , corrotta che deflette gli sprazzi di luce ricaccaindoli nel luogo naturale . verso il basso in cui si continua a scavare.
Non sono cosi pessimista sul finale della partita e questo è il mio appunto ; i Cesari più amati e odiati nel nostro paese finiscono alle idi di marzo o a Predappio e le persone desiderano sempre strappare dal loro corpo ex carismatico tutto il male che hanno sempre conosciuto e assaporato come un veleno. E questo , il caimano , lo sa.
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ofelia
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lunedì 27 marzo 2006
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delusione
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Il film non funziona anche se è difficile proporre come lo si potrebbe migliorare. Qualche scena diverte ma nel complesso ci si annoia. Berlusconi non è necessario alla sceneggiatura, e le due sottotrame (il film nel film, e la storia personale del produttore) non dialogano, non si sviluppano a vicenda. Ho il sospetto che Moretti desiderasse interpretare Berlusconi da anni, e che si sia confezionato un film allo scopo.
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