Anno | 2006 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Daniele Vicari |
Uscita | venerdì 20 aprile 2007 |
Distribuzione | Vivo Film |
MYmonetro | 3,00 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 10 novembre 2016
Vicari ripercorre al contrario il viaggio attraverso l'Italia industriale ripreso quarant'anni fa dal documentarista Joris Ivens. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office Il mio paese ha incassato 1,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Un viaggio in pullman attraverso l'Italia industriale. Daniele Vicari, dopo Velocità massima e L'orizzonte degli eventi, torna al documentario con questo on the road che percorre le strade dell'attuale realtà lavorativa italiana dalla Sicilia al Veneto. Partendo da Gela e Termini Imerese, e passando per la Basilicata e la Toscana (a Prato, dove il regista ambienterà il suo prossimo film di fiction), Vicari approda alla triste realtà di Porto Marghera, lasciando spazio ai volti e alle parole della gente comune.
La sua esplorazione della nostra penisola ripercorre in senso inverso il viaggio compiuto da Joris Ivens nel 1960 per il documentario L'Italia non è un paese povero, spaccato di vita dell'Italia dello sviluppo del dopoguerra, commissionato dal presidente dell'Eni Enrico Mattei. Le drammatiche immagini in bianco e nero del lavoro di Ivens, censurate all'epoca dalla Rai (che mandò in onda a tarda notte una versione depurata del documentario), trovano spazio quarant'anni più tardi nel film di Vicari, alternandosi a immagini di strade riprese attraverso il finestrino di un pullman in corsa, squallidi e desolati scenari industriali, e paesaggi ancora incontaminati della nostra terra.
Il regista filma con partecipazione "il suo paese", registrando con discrezione e lirismo le testimonianze della popolazione, e raccontando il lavoro in Italia - per lui "uno dei pochi temi davvero universali" - attraverso immagini sgranate, volti spontanei e genuini e suoni vibranti. Note composte appositamente per il film dall'ex CCCP/CSI Massimo Zamboni che, con la canzone finale "Patria attuale", interpretata da Nada, apre uno spiraglio di speranza per questa nostra terra "onesta per metà, e per metà per male".
Daniele Vicari percorre l'Italia che viviamo ma che non vediamo, quella operaia che ancora costituisce la base economica della nazione, ma è confinata all'angolo dai media e praticamente assente al cinema. Il tema del lavoro, che da "fatto sociale" muta sempre più in affare privato, specchio di stili di vita e aspirazioni individuali, diventa qui il codice di accesso a un Paese che, fuori dai teleschermi, [...] Vai alla recensione »
Formidabile all'esordio (Velocità massima), Daniele Vicari continua a sfidare la vocazione del mestiere. In questo senso Il mio paese è qualcosa di più di un documentario: ripercorrendo all'inverso l'itinerario commissionato al grande Joris Ivens da Enrico Mattei (L'Italia non è un paese povero, 1959), il regista reatino vi racconta le difficoltà di un paese a metà strada fra declino e riconversione, [...] Vai alla recensione »
L'uscita di un documentario italiano è sempre una notizia, buona. E se a essere distribuito (nelle sale Arci/Ucca e poi nel circuito "normale') è un lavoro d'intenti alti, anche quando di risultati alterni, allora la notiziaè vieppiù interessante. Nel mio paese è un viaggio nell'Italia industriale di oggi sulla pista di Ivens in L'italia non è un paese povero.
Daniele Vicari torna sui passi di Joris Ivens. Che, su commissione di Enrico Mattei, tra il 1959 e il 1960 realizzò L'Italia non è un paese povero, oggi riconosciuto come uno dei documentari più lucidi ed emblematici di sempre. Il lavoro di Ivens gira in flagranza un lungo viaggio, dal Nord rinato dalle macerie della Seconda guerra mondiale, al Sud ancora contadino.
Cinepresa in spalla e 40 anni di «progresso» negli occhi (con crisi industriale, dismissioni, abusivismo edilizio, riconversioni, immigrazione) Vicari ricalca il docu-road-movie che Enrico Mattei, presidente dell'Eni, commissionò nel 1960 a Joris Ivens: «L'Italia non è un paese povero». Oggi l'Italia è un paese più ricco? Dal porto di Gela al petrolchimico di Marghera, passando per la Fiat di Melfi [...] Vai alla recensione »
Il presente è un misto inestricabile di passato e futuro: è partendo da questo assioma che Daniele Vicari ha realizzato Il mio paese ispirandosi (e citando brani) di L'Italia non è un paese povero, commissionato nel '59 a Joris Ivens dal presidente dell'Eni Enrico Mattei. Inteso a pubblicizzare l'impegno di sviluppare un'industria energetica nostrana in contrasto con gli interessi Usa, il documentario [...] Vai alla recensione »
Sotto molti aspetti interessante è la vicenda di questo documentario di Daniele Vicari. E' interessante che Il mio Paese sia nato produttivamente in sintonia con il centenario della Cgil e che la sua formula distributiva coinvolga l'Arci nel suo cinquantenario. E' interessante che un regista italiano di oggi abbia sentito il bisogno di rivisitare, con i propri occhi e invertendo la rotta originale [...] Vai alla recensione »
Noioso ma fascinoso - è antico - il documentario di Joris Ivens L'Italia non è un paese povero, che gli fu commissionato dall'Eni di Enrico Mattei nel 1959; noioso e non fascinoso - contemporaneo - il documentario di Daniele Vicari Il mio paese, che vi si ispira, ne riprende brevi brani e gli è commissionato dalla Cgil. Esso viene presentato oggi alla Mostra di Venezia e offre qualche spunto di riflessione, [...] Vai alla recensione »