Doppio sguardo sull'Italia rivista mezzo secolo dopo
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Sotto molti aspetti interessante è la vicenda di questo documentario di Daniele Vicari. E' interessante che Il mio Paese sia nato produttivamente in sintonia con il centenario della Cgil e che la sua formula distributiva coinvolga l'Arci nel suo cinquantenario. E' interessante che un regista italiano di oggi abbia sentito il bisogno di rivisitare, con i propri occhi e invertendo la rotta originale da nord a sud, un altro celebre viaggio cinematografico lungo l'Italia compiuto nel '59 dal regista (comunista) olandese Joris Ivens quando accettò la proposta del fondatore dell'Eni Enrico Mattei di illustrare, in L'Italia non è un paese povero, il passaggio dall'arretratezza alla modernizzazione.
Il documentario di allora, acquistato e censurato dalla Rai e quindi desaparecido, figurerà in alcune tappe della programmazione accanto al nuovo film di Vicari. Il quale, da ammiratore dotato di sensibilità e sguardo autonomi, ha realizzato un ponte tra quell'Italia e questa nostra odierna. Ha interpretato con originalità l'evolversi aggrovigliato e contraddittorio della nostra società dal sentimento effettivamente carico di aspettative (ma da Ivens raccontato con sguardo tanto critico e poco agiografico da meritare la censura) di allora, al tramonto di quelle aspettative.
Tramonto però non vinto né passivo, tante e varie sono le voci che insieme a quella del regista guardano all'oggi e al domani secondo nuove prospettive che del passato hanno fatto tesoro.
Da La Repubblica, 27 aprile 2007
di Paolo D'Agostini, 27 aprile 2007
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