gadd
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lunedì 15 gennaio 2007
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non c'è mai animo
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a parte la bellezza dei luoghi e pure di alcune scene(è il motivo perchè gli ho dato 2 stellette)per il resto un film vuoto, come la passione. non ho avvertito cristo così come non ho capito se quelli erano maya o no. da una parte i cattivi, dall'altra i buoni...tipica suddivisione del mondo americana! mai un buono che sbaglia o un cattivo che dubita di se stesso. erano robot i maya, un video-game in cui ognuno ha il suo ruolo e non esiste umanità. non so niente dei maya ma ci sono tra l'altro degli errori troppo palesi, oltre all'irrealtà di tante scene. non è possibile vedere un puma(o giaguaro)che insegue una persona per 2 minuti...non si può sentire una madre maya che canta una ballad tipicamente americana al suo bambino.
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a parte la bellezza dei luoghi e pure di alcune scene(è il motivo perchè gli ho dato 2 stellette)per il resto un film vuoto, come la passione. non ho avvertito cristo così come non ho capito se quelli erano maya o no. da una parte i cattivi, dall'altra i buoni...tipica suddivisione del mondo americana! mai un buono che sbaglia o un cattivo che dubita di se stesso. erano robot i maya, un video-game in cui ognuno ha il suo ruolo e non esiste umanità. non so niente dei maya ma ci sono tra l'altro degli errori troppo palesi, oltre all'irrealtà di tante scene. non è possibile vedere un puma(o giaguaro)che insegue una persona per 2 minuti...non si può sentire una madre maya che canta una ballad tipicamente americana al suo bambino...e via dicendo. comunque credo che con quanto il film è costato si potesse fare molto meglio. sarebbe bastato avere intorno più studiosi di questa misteriosa civiltà, sarebbe bastato avere attenzione allo spirito quanto alla carne, sarebbe bastato non vedere tutto con occhi occidentali, sarebbe bastato non pensare che il pubblico fosse così ritardato. molte scene sono ovvie,lunghe, prevedibili...mi pareva di averlo già visto. eppure la sensazione che ho avuto è stata che gibson lo sapesse, che sapeva che tutti si sarebbero immaginati tutto già da prima ma anche che tutti si auguravano"oddio no, speriamo che non lo faccia vedere....!!!". lui gioca solo su questo, sul fatto che il pubblico possa non voler vedere ma visto che è lì è "costretto"...e in questo modo turba l'animo. beh, spero ci siano altri modi per scuotere gli animi degli spettatori
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mattia malzanni
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lunedì 15 gennaio 2007
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basta con la critica a tutti i costi
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Ultimo libro del nuovo testamento; rivelazione degli avvenimenti finali; catastrofe, disastro naturale. In una parola? Apocalypto. Un sostantivo che è divenuto un film. Una pellicola certo non da considerarsi come un documentario storico (sicuramente non era l’intenzione di Mel Gibson), sia per l’impossibilità di racchiudere la storia del popolo Maya in due ore, sia per alcune incongruenze storiche; ma bensì si tratta di una storia nella storia: “Zampa di Giaguaro” vive armoniosamente con la sua tribù, caccia nella foresta, scherza con i fratelli, a breve sua moglie darà lui un secondo figlio. Durante una battuta di caccia incontra i membri di un’altra tribù che chiedono lui di poter pacificamente attraversare il territorio.
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Ultimo libro del nuovo testamento; rivelazione degli avvenimenti finali; catastrofe, disastro naturale. In una parola? Apocalypto. Un sostantivo che è divenuto un film. Una pellicola certo non da considerarsi come un documentario storico (sicuramente non era l’intenzione di Mel Gibson), sia per l’impossibilità di racchiudere la storia del popolo Maya in due ore, sia per alcune incongruenze storiche; ma bensì si tratta di una storia nella storia: “Zampa di Giaguaro” vive armoniosamente con la sua tribù, caccia nella foresta, scherza con i fratelli, a breve sua moglie darà lui un secondo figlio. Durante una battuta di caccia incontra i membri di un’altra tribù che chiedono lui di poter pacificamente attraversare il territorio. “Zampa di Giaguaro” scorge però nei loro occhi, il terrore lo sgomento che solo una catastrofe può lasciare. Il suo presagio negativo non tarda a presentarsi. All’alba degli spietati guerrieri alla ricerca di schiave e uomini da sacrificare, assale il villaggio del protagonista. A nulla serve la resistenza della tribù oppressa; dopo una cruenta battaglia gli assalitori distruggono il villaggio e portano con se molti prigionieri tra cui Zampa di Giaguaro che però e riuscito furtivamente a mettere la sua famiglia al sicuro all’interno di una cavità utilizzata come pozzo per raccogliere l’acqua piovana durante la stagione delle piogge. Da questo momento in poi lo spettatore è catapultato in un’emozionante atmosfera; si sente esso stesso il protagonista, sradicato dalla propria terrà per essere portato dove? Per quale motivo? Cosa lo aspetta?.. All’improvviso ecco spuntare un immenso villaggio caratterizzato da grosse costruzioni in pietra a gradoni ed ancora una volta lo spettatore, affascinato, viene trascinato all’interno di questa incredibile ambientazione: banditori, mercanti, schiavi, prostitute, ciarlatani, mendicanti, templi, costruzioni arcaiche, pitture angoscianti, usanze, credenze, rituali. La sorte del protagonista e dei suoi compagni appare chiara: materia prima per sacrifici al Dio Sole. Ma grazie alla fatalità “Zampa di Giaguaro” riesce a sottrarsi al rituale ed a fuggire nella foresta braccato però dagli aguzzini. Ne nasce così un mozzafiato inseguimento che lascia lo spettatore rapito, incapace di affondare la mano nella ciotola dei popcorn (pensate che la mia ciotola alla fine della proiezione era ancora piena). l’amore per la propria terra, per la propria famiglia, la voglia di riscatto faranno si che la preda diventi cacciatore e giunga ferito ma vivo dalla moglie e dalla prole.
La violenza? Sicuramente è il filo conduttore del film, ma non è una violenza fine a se stessa, creata solo con l’intento di stupire, di catturare, di impressionare; insomma siamo lontani da lavori di Tarantino; è una violenza che rientra nella natura di un popolo, non vi erano pistole o bombe a mano in grado di annientare un rivale a distanza e con un solo colpo, lo scontro corpo a corpo era inevitabile.
Ci si scandalizza tanto di fronte alle scene cruente cinematografiche, considerate quasi come realtà, mentre la violenza che ogni giorno dilaga nel nostro mondo (da ultimo la strage di Erba) pare diventata il frutto della finzione di un film. Siamo poi così lontani noi, figli dello sviluppo, della tecnologia, da queste antiche popolazioni che osiamo definire rozzi primitivi? L’unica differenza è che noi abbiamo fatto della violenza, della guerra, un’opera d’arte: lustro di cangianti armi metalliche, missili in grado di creare impressionanti fuochi di artificio. Come nel film, oggi assistiamo a Nazioni che invadono altre popolazioni, le quali a loro volta si ribellano, dando adito ad APOCALITTICI avvenimenti. La Storia, è proprio vero, serve solo a riempire i libri ma insegna ben poco alle nostre menti ottuse.
Che non sia questo il messaggio di Mel Gibson?
Non risulta quindi superfluo davanti ad ogni film, ad ogni quadro, ad ogni canzone, ad ogni poesia insabbiarsi nella critica; voler forzatamente indagare su ogni aspetto. Stupendo invece è lasciarsi trasportare dalle emozioni, dalle riflessioni che ogni esperienza ci dona.
Buona visione.
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dawi
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martedì 16 gennaio 2007
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speravo nel capolavoro...
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"Una grande civiltà viene conquistata dall’esterno solo quando si è distrutta dall’interno." Non c'è niente da dire, basta guardare i nostri cari romani! Però il film di Gibson riduce la distruzione interna ad un bisogno di Eclisse...! L'attacco tra una tribù e l'altra avviene per sacrificare uomini ad un Dio che deve placarsi. A questo punto poteva essere interessante capire come i"cattivi"vivessero l'ira di questa divinità perchè non credo che una civiltà si faccia autodistrugga per questo...i romani non l'hanno fatto per gli dei, così come le crociate non erano religiose! Le motivazioni della caduta erano altre di certo e dal film non se ne ha minimamente idea. Forse Gibson voleva farci sentire deportati e quindi incapaci di capire cosa succedesse intorno a noi? è una possibile spiegazione.
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"Una grande civiltà viene conquistata dall’esterno solo quando si è distrutta dall’interno." Non c'è niente da dire, basta guardare i nostri cari romani! Però il film di Gibson riduce la distruzione interna ad un bisogno di Eclisse...! L'attacco tra una tribù e l'altra avviene per sacrificare uomini ad un Dio che deve placarsi. A questo punto poteva essere interessante capire come i"cattivi"vivessero l'ira di questa divinità perchè non credo che una civiltà si faccia autodistrugga per questo...i romani non l'hanno fatto per gli dei, così come le crociate non erano religiose! Le motivazioni della caduta erano altre di certo e dal film non se ne ha minimamente idea. Forse Gibson voleva farci sentire deportati e quindi incapaci di capire cosa succedesse intorno a noi? è una possibile spiegazione. Una precisazione: Il sangue, veniva posto, al pari dell'acqua, alla base della vita. Il suo scorrere e fluire rappresentava lo scorrere dell'universo ed era una delle molteplici chiavi per giungere al "divino".I Maya, ed in specifico, i Re ed i Sacerdoti(!), durante alcuni tipi di cerimonie, si procuravano lacerazione e tagli (in special modo sugli organi sessuali) per permettere la fuoriuscita di questo prezioso fluido. e poi l'autosacrificio: tale pratica era riservata in special modo ai Re ed ai Sacerdoti(sempre loro, non ai prigionieri di altre tribù) che "dovevano" innalzarsi al cielo.
Molti antropologi sono insorti contro Apocalypto non perché negano che il sacrificio umano fosse al centro della civiltà maya ma perché pensano, in nome del relativismo, che non abbiamo nessun diritto di giudicare altre culture. Così l’antropologa Traci Ardren chiama il film «razzista» e sostiene che «dal punto di vista dei maya, il sacrificio umano era una profonda esperienza spirituale»(grosso handicap del film)...ma forse non da quello delle vittime(10 stellette in questo). Il problema è importante, perché i sacrifici umani ci sono ancora, è evidente che l’attentato per Al Qaida era «una profonda esperienza spirituale» mentre per noi è un vero sacrificio umano di vittime innocenti per un’ideologia criminale. Vedere le cose da entrambi i lati avrebbe reso il film al pari di the departed(che prenderà qualche oscar grazie alle prospettive doppie,mentre apocalypto non prenderà niente)e avrebbe aperto un"dubbio"nella testa di molti sulla presunta pazzia dei kamikaze. Solo condannare serve a poco ed è pure più facile e meno drammatico dell'entrare in una cultura diversa. Gibson sostiene, forse brutalmente, che una cultura che rifiuta il sacrificio umano è superiore a una che ne fa il centro della sua stessa esistenza. Vietando relativisticamente questo tipo di giudizi e insistendo che tutte le culture sono di ugual valore si fa forse un’antropologia più politicamente corretta. Il rischio è però di scardinare le radici stesse dell’Occidente. Ma Gibson voleva "solo" impressionare, far torcere la bocca e chiudere gli occhi e di certo non destabilizzare o infastidire il pubblico con una panoramica troppo alta in cui i confini tra bene e male si sarebbero necessariamente confusi. E c'è riuscito, senza "rischiare" il capolavoro
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marco 85
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martedì 16 gennaio 2007
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una rivelazione
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Violenza? Crudeltà? Io non ho visto tutto questo, bensì una bella ricostruzione di una delle civiltà più misteriose e affascinanti di tutti i tempi, i Maya. Certo, ci sono, come in ogni civiltà, ombre e colpe, ma qui non mi sembrano portate all'esagerazione, come invece aveva fatto il nostro Mel in The Passion. La storia, forse un pò troppo impermeata di romanticismo, regge benissimo, le ambientazioni sono mozzafiato(una su tutte la ricostruzione della capitale Maya, con tanto di mercato, piramidi e corte imperiale al completo). Il finale è, e qui Gibson mi ha stupito, apprezzabile: tutto quello che avete visto finora, tutto questo terrore, è niente in confronto a quello che è appena giunto dal mare.
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Violenza? Crudeltà? Io non ho visto tutto questo, bensì una bella ricostruzione di una delle civiltà più misteriose e affascinanti di tutti i tempi, i Maya. Certo, ci sono, come in ogni civiltà, ombre e colpe, ma qui non mi sembrano portate all'esagerazione, come invece aveva fatto il nostro Mel in The Passion. La storia, forse un pò troppo impermeata di romanticismo, regge benissimo, le ambientazioni sono mozzafiato(una su tutte la ricostruzione della capitale Maya, con tanto di mercato, piramidi e corte imperiale al completo). Il finale è, e qui Gibson mi ha stupito, apprezzabile: tutto quello che avete visto finora, tutto questo terrore, è niente in confronto a quello che è appena giunto dal mare. E questo Zampa di Giaguaro l'ha capito benissimo. Infine pongo una domanda: Salò o le 120 giornate di Sodoma è considerato un capolavoro, eppure mi sembra che di violenza ce ne sia in abbondanza...Non voglio paragonare Gibson a Pasolini, ma vorrei dirvi di non ascoltare le critiche dei sedicenti esperti di cinema e valutare con le vostre menti, per qualunque film, particolarmente per questo.
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facc8
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martedì 16 gennaio 2007
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torniamo nella foresta a cercare un nuovo inizio!
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Apocalypto. Dopo le orge di sofferenza e l’apologia cristiano-fanatica del dolore (La Passione), Gibson torna a un’Età dell’Oro di un soffio precedente all’arrivo di Colombo e dell’Europa “civilizzatrice” del tardo Quattrocento. Nella piccola comunità maya la pace è peraltro subito turbata dai prepotenti emissari del sistema di potere della “città”. Comincia così la lotta per la sopravvivenza dei superstiti. Le immagini sono ad alta tensione, coinvolgenti e affascinanti, in questa macchina spettacolare dal ritmo incalzante e quasi ipnotico. L’uso della lingua antica maya aumenta paradossalmente il coinvolgimento dello spettatore, attraverso la creazione di un distacco quasi documentaristico che ne potenzia la credibilità, e quindi l’impressione di realtà.
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Apocalypto. Dopo le orge di sofferenza e l’apologia cristiano-fanatica del dolore (La Passione), Gibson torna a un’Età dell’Oro di un soffio precedente all’arrivo di Colombo e dell’Europa “civilizzatrice” del tardo Quattrocento. Nella piccola comunità maya la pace è peraltro subito turbata dai prepotenti emissari del sistema di potere della “città”. Comincia così la lotta per la sopravvivenza dei superstiti. Le immagini sono ad alta tensione, coinvolgenti e affascinanti, in questa macchina spettacolare dal ritmo incalzante e quasi ipnotico. L’uso della lingua antica maya aumenta paradossalmente il coinvolgimento dello spettatore, attraverso la creazione di un distacco quasi documentaristico che ne potenzia la credibilità, e quindi l’impressione di realtà. I movimenti di macchina frenetici e ossessivi nella giungla ottimizzano la tensione della narrazione. Il finale aperto, che si è prestato (giustamente) alle interpretazioni più disparate, a me sembra una incitazione al ripensamento sulla “civiltà”, sulla continua escalation verso forme di violenza e sopruso sempre più spietate e raffinate (le violenze dei potenti maya sono poca cosa rispetto alle metodiche stragi dei conquistadores di cui si annuncia l’arrivo). I parallelismi con la realtà contemporanea sono voluti e chiari. Quando la storia si fa cieca, è meglio “tornare nella foresta e cercare un nuovo inizio”. L’antipatico, antisemita, integralista e arrogante Mel Gibson crea una stupenda favola, che in quanto tale non deve essere indagata dagli storici-ficcanaso assolutamente fuori luogo in questo contesto di finzione.
Un caldo applauso!
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[+] lingua maya:siamo sicuri?
(di patty)
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brigante 81
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martedì 16 gennaio 2007
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apocalypto o forrest gamp?!
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sono andato a vedere questo film speranzoso di vedere un altro capolavoro come braveheart.Ma dopo poco mi sono reso conto che questo film non ha un'anima...Sono vari i punti per non andarlo a vedere:1)non è un film storico...quindi per gli appassionati di storia come me questo film regala solo una grande fregatura.Gibson non si sofferma minimamente a raccontare la civiltà Maya....si sofferma solo a far vedere come questo popolo era bravo a tagliar le teste.2)E' un film che non emoziona per niente, non riesce a farti affezionare ai personaggi o alla storia.3) per un ora poi si vede il protagonista correre come un forssenato, manco fosse forrest gamp, o una brutta copia di rambo.Posso dire solo che Gibson ha fatto di nuovo una grande campagna pubblicitaria prendendo in giro noi appassionati di cinema,ha saputo stuzzicarci facendoci immaginare chissà quale filmone storico, per poi rifilarci un filmetto d'azione.
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sono andato a vedere questo film speranzoso di vedere un altro capolavoro come braveheart.Ma dopo poco mi sono reso conto che questo film non ha un'anima...Sono vari i punti per non andarlo a vedere:1)non è un film storico...quindi per gli appassionati di storia come me questo film regala solo una grande fregatura.Gibson non si sofferma minimamente a raccontare la civiltà Maya....si sofferma solo a far vedere come questo popolo era bravo a tagliar le teste.2)E' un film che non emoziona per niente, non riesce a farti affezionare ai personaggi o alla storia.3) per un ora poi si vede il protagonista correre come un forssenato, manco fosse forrest gamp, o una brutta copia di rambo.Posso dire solo che Gibson ha fatto di nuovo una grande campagna pubblicitaria prendendo in giro noi appassionati di cinema,ha saputo stuzzicarci facendoci immaginare chissà quale filmone storico, per poi rifilarci un filmetto d'azione.....Fidatemi di me che non ho nulla daguadagnarci a differenza del regista ...anzi ci ho anche rimesso i soldi del biglietto questo film fa schifo!!!!!!!!
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[+] certo!!!
(di giux scorpio)
[ - ] certo!!!
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(di tesi)
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(di scorpio giux)
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athos
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mercoledì 17 gennaio 2007
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molto bello
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Veramente un bel film. Una cosa non mi è andata giù: i Maya non scoprirono mai l'arco e la freccia. Comunque il pizzico di americanata introdotto da Mel non guasta affatto. Per il resto è un film verosimile, l'ambiente è quello giusto. Vero è che i Maya credettero in un pantheon di divinità assai crudeli; vero è anche che la foresta pluviale tropicale era fonte di malattie e rifugio di insetti e animali pericolosi. Insomma, non è certo un capolavoro caro Mel, ma è cmq un ottimo film.
PS qualsiasi regista (come qualsiasi altra persona) con un pò di sale in zucca ha la sua visione del mondo. Caro R.Escobar per saper quello che gli europei han fatto dopo, basta studiar un pò di Storia o vedere il prezioso The new world di Malick.
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Veramente un bel film. Una cosa non mi è andata giù: i Maya non scoprirono mai l'arco e la freccia. Comunque il pizzico di americanata introdotto da Mel non guasta affatto. Per il resto è un film verosimile, l'ambiente è quello giusto. Vero è che i Maya credettero in un pantheon di divinità assai crudeli; vero è anche che la foresta pluviale tropicale era fonte di malattie e rifugio di insetti e animali pericolosi. Insomma, non è certo un capolavoro caro Mel, ma è cmq un ottimo film.
PS qualsiasi regista (come qualsiasi altra persona) con un pò di sale in zucca ha la sua visione del mondo. Caro R.Escobar per saper quello che gli europei han fatto dopo, basta studiar un pò di Storia o vedere il prezioso The new world di Malick. Un solo film non può raccontare tutta la Storia.
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natan
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mercoledì 17 gennaio 2007
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al bando gibson!!!
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UN FILM atroce... e concordo con l'utente scorpio giux che sostiene che bisogna se proprio si deve...intenderlo come una storia banale di ordinaria quotidianità...non una bibbia della storia Maya! Troppa pubblicità ad un film normalissimo!e tra tutte le recensioni scritte leggo con più riconoscibilità quella di Gav e di Scorpio giux che mi sembra abbiano notato altri aspetti che sinceramente nelle altre recensioni non vedo trattate.
Io credo che questo sia stato un film americaniano di solito stampo skizzosplatters alla Kil bill...dunque una vera presa per i fondelli!Gibson poteva poi risparmiarsi di mitizzare la sua opera seconda...è solo un action movie che mi ricorda INDIOS e altri del genere.
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UN FILM atroce... e concordo con l'utente scorpio giux che sostiene che bisogna se proprio si deve...intenderlo come una storia banale di ordinaria quotidianità...non una bibbia della storia Maya! Troppa pubblicità ad un film normalissimo!e tra tutte le recensioni scritte leggo con più riconoscibilità quella di Gav e di Scorpio giux che mi sembra abbiano notato altri aspetti che sinceramente nelle altre recensioni non vedo trattate.
Io credo che questo sia stato un film americaniano di solito stampo skizzosplatters alla Kil bill...dunque una vera presa per i fondelli!Gibson poteva poi risparmiarsi di mitizzare la sua opera seconda...è solo un action movie che mi ricorda INDIOS e altri del genere..assolutamente non lo consiglio, e propongo anch'io di dissertare riguardo altre pellicole sicuramente più imponenti di questa!
E in risposta a quello che alcuni dicono sul forum sui sapieentoni etcetera..chi sa capisce...penso che non abbiano capito nulla di cosa vuol dire scegliere i film da guardare, immaginate che tristezza sarebbe andare a casetta per vedersi il film solo soletto nella camera, invece che di poterne condividire tutte le emozioni col pubblico al cinema, tra suoni amplificati e serate piovose?il cinema è vita di tutti, è confronto, amore , passione e siiiii è anche arte (scorpio docet) la nostra arte, l'arte per tutti, vecchi, giovani, colti , sapientoni e ignoranti di sorta!
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[+] ewwiwa sei più trascinatore di flavio75!
(di olivia)
[ - ] ewwiwa sei più trascinatore di flavio75!
[+] daccord!
(di scorpio giux)
[ - ] daccord!
[+] ciao nat
(di olivia)
[ - ] ciao nat
[+] arrivo donne, smettetela di comprarvi diamanti!
(di natan)
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[+] chiedo scusa..
(di guido20)
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guido20
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giovedì 18 gennaio 2007
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la verita' sta nel mezzo
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Mel gibson o lo si osanna o lo si critica aspramente solo perchè se ne parla tanto sulla stampa e quindi involontariamente la massa si divide su due posizioni contrastanti, io me ne sono visto da leggere ogni cosa su apocalypto prima di andarlo a vedere, soprattutto xkè come al solito il sito dove scriviamo a messo nella recensione il finale del film!...!!Parlando prettamente del film non è affatto male, la prima scena è da antologia x come è girata.l'assalto al villaggio riporta alla mente altre deportazioni più recenti(l'eterno ritorno di Nietzsche...Giux ti faccio pure le citazioni filosofiche contenta?:))per ricordarci ancora una volta che l'umanità raramente impara dai suoi errori, o forse impara ma trova sempre una nuova scusa per giustificare ciò che in realtà è sempre la stessa cosa.
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Mel gibson o lo si osanna o lo si critica aspramente solo perchè se ne parla tanto sulla stampa e quindi involontariamente la massa si divide su due posizioni contrastanti, io me ne sono visto da leggere ogni cosa su apocalypto prima di andarlo a vedere, soprattutto xkè come al solito il sito dove scriviamo a messo nella recensione il finale del film!...!!Parlando prettamente del film non è affatto male, la prima scena è da antologia x come è girata.l'assalto al villaggio riporta alla mente altre deportazioni più recenti(l'eterno ritorno di Nietzsche...Giux ti faccio pure le citazioni filosofiche contenta?:))per ricordarci ancora una volta che l'umanità raramente impara dai suoi errori, o forse impara ma trova sempre una nuova scusa per giustificare ciò che in realtà è sempre la stessa cosa.Ogni scena in cui sono presenti i bambini è straordinaria, richiavo ogni volta di commuovermi...all'ansioliptycità e alla tensione presenti nella prima parte del film si aggiunge anche ritmo nella seconda parte dove Gibson riesce a trovare nelle situazioni viste e riviste sempre qualcosa di nuovo, nel lancio dalla cascata decidono di buttarsi tutti( x i detrattori:non mi sembra che pure tommy lee jones nel fuggitivo si buttasse), la goccia di sangue cade sul corpo di qualcuno ma questi nella foga non se ne accorge, insomma rischia sempre di cadere nel già visto ma ci aggiunge qualcosa di nuovo e quindi non è + già visto!...devo ammettere xò che mi aspettavo + approfondimento sulla civiltà maya, qualche significato in più, magari togliendo 10-20minutini alla fuga!:) alle accuse di eccessivo sangue, da come se n'era parlato me n'immagginavano a vagonate(ma esistono vagonate di sangue?..fiumi è troppo inflazionato xò)invece magari è forte ma c'è di peggio, e poi è un tratto distintivo del regista ormai, come il montaggio alla "rinfusa" in Nolan o i dialoghi lunghissimi e in tarantino, quindi quando andate a vedere il film lo sapete a cosa andate incontro, se non volete vedere sangue non andate:)..e io che non voglio sentire discorsi eccessivamente lunghi non vado a vedere Tarantino:)..per chi parla poi di eccessiva stereotipizzazione dei personaggi, ormail il vero stereotipo è diventato quello mezzo cattivo e mezzo buono, perchè ce sono ormai a migliaia di film dove si legge"non ci sono nè buoni buoni ne cattivi cattivi", quindi qualunque scelta seconde me è plausibile, anche se, magari per il figlo il capo maya poteva pure versarla una lacrima...:)per quanto riguarda l'accusa di razzismo nel film la lascio cadere per insufficienza di prova.In conclusione manca un po' di significato ma quel che c'è è decente!
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[+] oddio
(di guido20)
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[+] apocalikkio
(di giux scorpio)
[ - ] apocalikkio
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(di elisabetta da milano)
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[+] bah...ci sto!
(di anele)
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[+] referendum parte seconda
(di scorpio giux)
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[+] per la compagnia del prestigio:dove siete?
(di anele desperate)
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[+] in marcia verso mordor?
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[+] l'ho visto!venite da blood diamond! ciao prestigii
(di giux scorpio)
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[+] eccovi cumpa del prestigio e robbe varie!
(di elisabetta da milano)
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dj
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venerdì 19 gennaio 2007
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la passione di zampa di giaguaro
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Eccolo lì, ci risiamo: il vecchio Mel torna dietro la macchina da presa con la consueta abilità - innegabile, sia quando si tratta di creare tensione narrativa, sia quando si cimenta nello sforza di attuare uno stile cinematografico post-moderno piegandolo alle proprie esigenze - peccato che anche qui, come e più che nella "Passione" senta l'esigenza di mostrare la violenza dell'uomo e soprattutto di sottolinearla. Era proprio necessario far vedere le fauci del giaguaro dilaniare la testa della sua vittima, lo stregone strappare il cuore dal petto del prigioniero, il sangue zampillare dal cranio aperto di un uomo colpito a morte? La violenza c'è, esiste, ma bisognerebbe rappresentarla come fa Martin Scorsese in "The departed", senza autocompiacimento, senza cercare a tutti i costi l'effetto shock sullo spettatore, senza becere cadute di stile.
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Eccolo lì, ci risiamo: il vecchio Mel torna dietro la macchina da presa con la consueta abilità - innegabile, sia quando si tratta di creare tensione narrativa, sia quando si cimenta nello sforza di attuare uno stile cinematografico post-moderno piegandolo alle proprie esigenze - peccato che anche qui, come e più che nella "Passione" senta l'esigenza di mostrare la violenza dell'uomo e soprattutto di sottolinearla. Era proprio necessario far vedere le fauci del giaguaro dilaniare la testa della sua vittima, lo stregone strappare il cuore dal petto del prigioniero, il sangue zampillare dal cranio aperto di un uomo colpito a morte? La violenza c'è, esiste, ma bisognerebbe rappresentarla come fa Martin Scorsese in "The departed", senza autocompiacimento, senza cercare a tutti i costi l'effetto shock sullo spettatore, senza becere cadute di stile. Mel Gibson non ha ancora imparato a farlo (o forse più probabilmente non vuole, tanto il pubblico accorre comunque nelle sale): qui siamo molto più vicini al sadismo che all'iperrealismo.
"Braveheart" è sempre più lontano. Giudizio: **1/2
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