L'odore del sangue

Film 2004 | Drammatico 100 min.

Regia di Mario Martone. Un film con Michele Placido, Fanny Ardant, Giovanna Giuliani, Sergio Tramonti, Antonia Iaia. Cast completo Genere Drammatico - Italia, 2004, durata 100 minuti. - MYmonetro 3,00 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 9 marzo 2011

Interpreti bravissimi per un film crudo, conturbante e angoscioso, che ben rappresenta le pulsioni irrazionali e oscure dell'animo umano. In Italia al Box Office L'odore del sangue ha incassato 411 mila euro .

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Da Parise una storia di erotismo, decadenza e perversione.
Recensione di Davide Morena
Recensione di Davide Morena

Carlo e Silvia sono separati ma conservano un rapporto molto intimo. Lui ha una giovane fidanzata nel paese di campagna dove si è ritirato, lei abita la casa di Roma consumando occasionali rapporti con amanti passeggeri. Un giorno Silvia si invaghisce di un ragazzo molto giovane, un neonazista violento e incolto, prepotente, dedito soltanto al "culto della forza". La relazione tra i due turba Carlo, che si riaccende di gelosia per la moglie. Torna Martone dopo sei anni di assenza dal grande schermo, e lontano dalla sua Napoli, con un film che "odora di sangue" proprio come suggerisce il titolo. Esplicito e crudo, il film è costruito su personaggi complessi e profondi che si rincorrono in un gioco perverso: se l'odore del sesso non basta, forse può servire far annusare quello del sangue alla persona amata, per riconquistarla. Ma dove c'è odore di sangue, quasi sempre, è perché da qualche parte c'è sangue. Attori davvero straordinari, per una volta omaggiati di dialoghi e movimenti alla loro altezza.

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Recensione di Martina Tarozzi
giovedì 22 aprile 2004

Carlo (Michele Placido), noto giornalista e scrittore, si è da tempo ritirato in campagna con la giovane amante Lù per scrivere un nuovo romanzo le cui crude immagini di guerra e di morte sembrano stranamente in contrasto con la vita tranquilla e serena dell'autore. Nonostante il menage ufficiale con l'amante, Carlo mantiene un ottimo rapporto di complicità con l'affascinante moglie Silvia (Fanny Ardant) che, rimasta sola nel loro elegante appartamento romano, resta un importante punto di riferimento: i due si vedono e si chiamano spesso confidandosi ogni cosa. Proprio da una reticente confidenza di Silvia Carlo intuisce però che l'incontro casuale con un giovane estremista di destra si sta tramutando in una relazione strana ed esclusiva e, sempre più ossessionato dalla gelosia, decide di lasciare Lù e di tornare a Roma ospite dall'amico Sergio per recuperare il rapporto con la moglie. Ma Silvia si mostra sempre più coinvolta dalla forza e dalla cieca violenza del suo giovane amante, e nemmeno una fuga a Venezia col marito la fa desistere da una relazione che assume sempre più i tratti dell'autodistruzione. Impotente di fronte alla passione distruttiva della moglie, Carlo torna in campagna a trascorrere l'inverno: sarà una telefonata dell'amico ad avvisarlo dell'improvvisa morte di Silvia, il cui corpo deturpato da tagli e ferite giace ormai nella cella frigorifera di un obitorio. Tratto dall'omonimo romanzo di Parise, il nuovo film di Mario Martone rispecchia temi e inquietudini cari al regista napoletano di "L'amore molesto" e di "Teatri di guerra", sia che si tratti di scandagliare l'anima di un individuo posto di fronte alle pulsioni irrazionali del sesso e della morte, sia che si tratti di affrontare un collettivo trascinato nella cieca violenza della guerra o della violenza di strada. Scritto da Parise negli anni bui del terrorismo e della strategia della tensione, "L'0dore del sangue" sembra infatti rappresentare bene, attraverso la passione accecante di una donna colta e matura nei confronti di un giovane e violento neofascista, la deriva irrazionale e autodistruttiva di un'intera società. Martone non a caso ha deciso di trasferire il materiale ai giorni nostri e di cadenzare il racconto fra Carlo e Silvia attraverso la lettura e le atroci immagini di guerra del romanzo che lo stesso Carlo sta scrivendo, quasi a ricordarci lo stretto legame fra tragedia individuale e collettiva e a sottintendere le strette affinità col pesante clima storico che stiamo vivendo. Ad accrescere l'atmosfera angosciante del film Martone ha inoltre scelto di non mostrare mai il volto del giovane amante di Silvia lasciando che l'inquietante figura emergesse soltanto attraverso le confuse descrizioni di lei e gli angosciosi incubi del marito: in questo modo la figura del giovane si trasforma in un'entità quasi astratta e indefinita, una presenza violenta e distruttiva che finisce per invadere ogni luogo del racconto e soprattutto le anime dei protagonisti, ormai intrappolati negli ingranaggi inarrestabili di un tragico destino. Interpreti bravissimi per un film crudo, conturbante e angoscioso, che ben rappresenta le pulsioni irrazionali e oscure dell'animo umano.

Sei d'accordo con Martina Tarozzi?
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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 3 giugno 2014
Luigi Chierico

Quando si entra in un cinema per vedere un film,di cui non si sa nulla,ci si può rimanere scontenti o sconcertati.Se ti capita di ssistere alla proiezione del film “L’odore del sangue” senza un’adeguata preparazione psicologica,ovvero perché non sei pronto e capace di entrare nella storia, perché non ne condividi le ragioni, che non solo non sono condivise, ma neanche essere accettate dalla tua morale, [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Carlo cinquantenne, è scrittore, Silvia, sua coetanea, è gallerista. Sono sposati da anni, ma lui vive in campagna con una giovanissima amante, lei, nella loro casa di Roma, riceve spesso uomini molto più giovani di lei. Senza gelosie, all’insegna di una reciproca libertà. Silvia però un giorno comincia a frequentare un giovane che, olte ad avviarla a giochi turpi di sesso, la coinvolge in ambienti [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
L'Espresso

L’odore del sangue è il titolo di un romanzo che Goffredo Parise scrisse nel 1979. Era molto malato. Subito avvolse il dattiloscritto in una custodia, lo sigillò coi piombini e la ceralacca e lo chiuse in un cassetto. Non lo riaprì e non lo rilesse fino al giugno 1986. Non lo riscrisse né ritoccò. Pochi giorni dopo fu portato in ospedale e il 31 agosto morì.

Fulvia Caprara
La Stampa

Prima che un film «un laboratorio personale». Un’occasione per riflettere sulla «violenza e sul disordine» che angosciavano l’autore, nella convinzione che «ciò che accade intorno a noi non è mai separato da quello che accade dentro di noi». Colpito al cuore dalla prima lettura dell’Odore del sangue, il romanzo scritto da Goffredo Parise nel 1979 e pubblicato vari anni dopo la sua morte, Mario Martone [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Il titolo del romanzo di Goffredo Parise (ed.Rizzoli) riguarda qualcosa d'inesplicabile. Lo stesso scrittore, nel prologo, tenta di spiegarlo; ma poi rinuncia. Ci si avvicina Cesare Garboli, quando nell'ossessione del sangue riconosce "l'origine della vita, la traccia crudele che lasciano al loro passaggio la gioventù e la passione di vivere". Coppia sulla cinquantina, Carlo e Silvia hanno sostituito [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Un piccolo, quasi invisibile gesto nel volto di Silvia (Fanny Ardant), intellettuale e forse artista borghese dallo charme fresco ma stratificato, offerto a Carlo, l'amante cinquantene - scrittore e giornalista di successo della Roma bene di oggi (Michele Placido). Un gesto trasmesso forse senza volerlo, oppure con la sfrontatezza istintiva di chi vuole aprire un differente gioco.

Maria Pia Fusco
La Repubblica

Fanny Ardant: «Non mi piacciono le donne cosiddette normali, limpide, rassicuranti, preferisco il cinema che azzarda, personaggi di donne tormentate, contraddittorie, ambigue. Il libro di Parise mi ha lasciato una grande impressione, mi ha colpito l’itinerario di Silvia, tutt’altro che lineare, non seguite il percorso della razionalità e della saggezza che ci si aspetta da una donna della sua età, [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

Carlo ama la moglie Silvia, ma il legame è platonico. Invece brucia dl desiderio per la molto più giovane. Non è il solito triangolo marito-moglie-amante, perché Carlo a Silvia dice tutto, e lascia che lei sia corteggiata da altri. Lù, dal canto suo, sa e non interferisce, anzi finisce addirittura per amare l’idea che dell’altra donna si è fatta ascoltando Carlo.

Cristina Piccino
Il Manifesto

Ci sono opere, film, libri, in cui le coincidenze sono importanti, che siano incontri, folgorazioni, affinità scoperte nel tempo giusto della vita. È il caso di questo L’odore del sangue, ritorno al cinema molto atteso di Mario Martone dopo una lunga continuità teatrale - dal suo ultimo film, Teatro di guerra, sono passati cinque anni - con spettacoli, l'Edipo re e I dieci comandamenti di Raffaele [...] Vai alla recensione »

Leonardo Jattarelli
Il Messaggero

Centonovantasei pagine scritte nel ’79 e rimaste in un cassetto, sigillate, per sette anni, fino alla morte dell’autore, Goffredo Parise. Un romanzo amato e odiato L’odore del sangue , partorito negli anni di piombo e che rivede la luce, stavolta al cinema, dal prossimo 2 aprile, con il film firmato da Mario Martone. Spogliato del suo scheletro politico e socialmente aggiornato al terzo millennio [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Per convincerci dell'importanza de L'odore del sangue, il romanzo semiautobiografico e semiporno che Goffredo Parise non volle pubblicare in vita, Garboli e Magrini spendono 34 pagine di spericolati distinguo e sofisticate filologie delle prefazioni all'edizione Rizzoli. Mario Martone ci mette, invece, 100 minuti di un film che finisce con l'apparire quello che è: una lettura che affronta la missione [...] Vai alla recensione »

Michele Anselmi
Il GIornale

Forse andrà al festival di Cannes (i francesi hanno visto lunedì), forse sarà vietato ai mi-tori di 18 (deve ancora passare in commissione censura), certamente uscirà il 2 aprile, distribuito dalla Mikado in un centinaio di sale. Diretto da Mario Martone, che non firmava un film dal 1998, L’odore dal sangue è uno dei titoli più attesi della stagione.

Gabriella Gallozzi
L'Unità

Eros e thanatos. Sembra quasi che il cinema italiano abbia scoperto il «filone». Dopo il super gettonato e candidato - ai David di Donatello - Non ti muovere di Sergio Castellitto, arriva nelle sale, dal prossimo due aprile, un altro film che si «avventura» nei labirinti dell’erotismo e della passione. L’odore dei sangue di Mario Martone, tratto dall’omonimo e molto discusso romanzo di Goffredo Parise [...] Vai alla recensione »

Cinzia Romani
Il Giornale

Sergio Rubini, l’attore e regista che per Pasqua ritroveremo (come interprete) nell’attesa Passione di Cristo di Met Gibson, frequenta lo psicanalista. E si vede pure in questo film, che è una Grande Avventura a cavallo della mente, oltre che il solito, tortuoso viaggio iniziatico da, per, in, tra e fra la malattia. In apertura, autobiograficamente, troviamo un attore scassato, che ha le vissute sembianze [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

L'odore del sangue si connette direttamente «a un pensiero fisso, all'ossessione del sangue nel cui odore dolciastro e nauseabondo Parise riconosceva l'origine della vita, la traccia crudele, e appunto sanguinosa, che lasciano al loro passaggio la gioventù e la passione di vivere». Così ha scritto Cesare Garboli, grande prefatore di un brutto libro che Goffredo Parise scrisse nel 1979, che non volle [...] Vai alla recensione »

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