ross
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sabato 8 settembre 2001
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il miglior film sul calcio!!!
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Descrive stupendamente l'avvio di un meccanismo, inspiegabile e misterioso, che porta al tifo calcistico.
E' complicato amare una donna quando hai sposato 11 uomini!
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graziano
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il tifoso che è in noi
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Un film fenomenale seguito di un libro sensazionale. Hornby sa trovare le parole per spiegare passioni viscerali che non sono comprensibili a chi non tifa una squadra di calcio. Nulla nella vita è così certo come la squadra di calcio che, se non per qualche incomprensibile ragione, non si cambia mai. La squadra al centro dell'attenzione è l'Arsenal ma basta cambiare il nome del team con la propria squadra del cuore ed ogni tifoso genuino può rivedersi in pieno nella righe dello scrittore inglese.
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andrea zagano
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domenica 7 luglio 2013
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un imperdibile cult,per ogni tifoso sopra la media
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Febbre a 90 è un imperdibile cult, tratto dal romanzo di Nick Hornby. Si tratta di un film che ogni fanatico dovrebbe vedere, per capire fino in fondo cos’è il calcio. Il calcio si dice sia lo sport più bello del mondo, l’unico capace di regalare emozioni bellissime ma capace anche di non far chiudere occhio per una notte intera. Questo vale per i giocatori ma anche per un individuo che ha un ruolo anonimo durante la settimana, capace di trasformarsi tutt’un tratto la domenica: l’ultrà.
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Febbre a 90 è un imperdibile cult, tratto dal romanzo di Nick Hornby. Si tratta di un film che ogni fanatico dovrebbe vedere, per capire fino in fondo cos’è il calcio. Il calcio si dice sia lo sport più bello del mondo, l’unico capace di regalare emozioni bellissime ma capace anche di non far chiudere occhio per una notte intera. Questo vale per i giocatori ma anche per un individuo che ha un ruolo anonimo durante la settimana, capace di trasformarsi tutt’un tratto la domenica: l’ultrà.
In questa pellicola che ritrae magnificamente l’ultrà degli anni ’80-’90 viene rappresentata l’immagine del tifoso sano, caratterizzato dall’amore per la propria squadra del cuore e non dalla violenza come in “Hooligans”. Certo l’amore per l’Arsenal è ossessivo, ma solo un vero tifoso sa cosa si prova a passare da una storica vittoria (che in questo caso mancava da 18 anni) ad una clamorosa beffa(o viceversa). Gli altri non capiscono, i non-tifosi pensano che si stia esagerando volutamente, pensano che tutto faccia parte del gioco invece è puro malessere o pura goduria, dipende tutto dalla palla, se entra, oppure no…
Alla Domenica c’è solo la propria squadra e non esiste nient’altro in quei 90 minuti, è lei la tua ragazza, la tua squadra del cuore. E per quella donna la tua vera ragazza potrebbe anche mandare tutto al diavolo, giustamente, ma non lo fa perché dopo un po’ di tempo capisce che la passione è passione, ed è una passione che richiede un appuntamento fisso settimanale a cui è impossibile sottrarre tempo; anche il protagonista capisce pian piano che forse è il momento di accantonare momentaneamente l’Arsenal per sistemarsi e metter su famiglia; trent’anni passati a dedicarsi completamente all’Arsenal forse sono abbastanza… o forse no? La frase più bella in quella notte di riflessione, passata a riflettere ancora sull’Arsenal ma finalmente anche sulla propria vita: “oltre il pallone c’è un mondo che non si ferma a maggio e riparte di nuovo in agosto”.
Più che concentrarsi sul film in sé, che non è nient’altro che un ritratto del tifoso inglese passionale e non violento, sarebbe meglio concentrarsi sul significato; per alcuni potrebbe essere una pellicola assolutamente insignificante, ma per molti è vita e potrebbe anche, perché no, risultare il loro film preferito.
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luca scial�
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mercoledì 21 maggio 2014
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l'ossessione per una squadra di calcio
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Paul Ashworth è un insegnante di letteratura con un ossessione per l'Arsenal, che lo accompagna fin da quando era poco più che decenne, da quando il padre lo portò per la prima volta allo stadio. Una passione che cozza con la relazione intrapresa con la sua collega, Sarah Hughes; anche perché il suo tifo è acuito dal fatto che quell'anno la sua beneamata si sta giocando il campionato, dopo ben 18 anni dall'ultimo titolo.
Film d'esordio per David Evans, per quello che resterà il film più riuscito della sua poco prolifica carriera. Attinge da un omonimo romanzo di Nick Hornby, anche se ne resta poco fedele. Mentre nel libro infatti il film parla accuratamente del ventennio che va dalla fine degli anni '60 alla fine degli anni '80, il regista si concentra soprattutto sul campionato '88-'89 che fa da sfondo alla relazione travagliata tra i due protagonisti, con alcuni flashback sull'infanzia del protagonista.
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Paul Ashworth è un insegnante di letteratura con un ossessione per l'Arsenal, che lo accompagna fin da quando era poco più che decenne, da quando il padre lo portò per la prima volta allo stadio. Una passione che cozza con la relazione intrapresa con la sua collega, Sarah Hughes; anche perché il suo tifo è acuito dal fatto che quell'anno la sua beneamata si sta giocando il campionato, dopo ben 18 anni dall'ultimo titolo.
Film d'esordio per David Evans, per quello che resterà il film più riuscito della sua poco prolifica carriera. Attinge da un omonimo romanzo di Nick Hornby, anche se ne resta poco fedele. Mentre nel libro infatti il film parla accuratamente del ventennio che va dalla fine degli anni '60 alla fine degli anni '80, il regista si concentra soprattutto sul campionato '88-'89 che fa da sfondo alla relazione travagliata tra i due protagonisti, con alcuni flashback sull'infanzia del protagonista. Commedia leggera, a tratti ironica, sull'ossessione calcistica, senza troppe pretese.
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