Febbre a 90° |
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Un film di David Evans.
Con Colin Firth, Stephen Rea, Ruth Gemmell
Titolo originale Fever Pitch.
Commedia,
durata 102 min.
- Gran Bretagna 1997.
- Mikado Film
uscita giovedì 27 novembre 1997.
MYMONETRO
Febbre a 90°
valutazione media:
3,38
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un imperdibile cult,per ogni tifoso sopra la mediadi Andrea ZaganoFeedback: 1826 | altri commenti e recensioni di Andrea Zagano |
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domenica 7 luglio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Febbre a 90 è un imperdibile cult, tratto dal romanzo di Nick Hornby. Si tratta di un film che ogni fanatico dovrebbe vedere, per capire fino in fondo cos’è il calcio. Il calcio si dice sia lo sport più bello del mondo, l’unico capace di regalare emozioni bellissime ma capace anche di non far chiudere occhio per una notte intera. Questo vale per i giocatori ma anche per un individuo che ha un ruolo anonimo durante la settimana, capace di trasformarsi tutt’un tratto la domenica: l’ultrà. In questa pellicola che ritrae magnificamente l’ultrà degli anni ’80-’90 viene rappresentata l’immagine del tifoso sano, caratterizzato dall’amore per la propria squadra del cuore e non dalla violenza come in “Hooligans”. Certo l’amore per l’Arsenal è ossessivo, ma solo un vero tifoso sa cosa si prova a passare da una storica vittoria (che in questo caso mancava da 18 anni) ad una clamorosa beffa(o viceversa). Gli altri non capiscono, i non-tifosi pensano che si stia esagerando volutamente, pensano che tutto faccia parte del gioco invece è puro malessere o pura goduria, dipende tutto dalla palla, se entra, oppure no… Alla Domenica c’è solo la propria squadra e non esiste nient’altro in quei 90 minuti, è lei la tua ragazza, la tua squadra del cuore. E per quella donna la tua vera ragazza potrebbe anche mandare tutto al diavolo, giustamente, ma non lo fa perché dopo un po’ di tempo capisce che la passione è passione, ed è una passione che richiede un appuntamento fisso settimanale a cui è impossibile sottrarre tempo; anche il protagonista capisce pian piano che forse è il momento di accantonare momentaneamente l’Arsenal per sistemarsi e metter su famiglia; trent’anni passati a dedicarsi completamente all’Arsenal forse sono abbastanza… o forse no? La frase più bella in quella notte di riflessione, passata a riflettere ancora sull’Arsenal ma finalmente anche sulla propria vita: “oltre il pallone c’è un mondo che non si ferma a maggio e riparte di nuovo in agosto”. Più che concentrarsi sul film in sé, che non è nient’altro che un ritratto del tifoso inglese passionale e non violento, sarebbe meglio concentrarsi sul significato; per alcuni potrebbe essere una pellicola assolutamente insignificante, ma per molti è vita e potrebbe anche, perché no, risultare il loro film preferito.
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